29
«Quindi l'hai letto tutto, adesso» mi dice Nayla non appena metto piede nella stanza di Aesta. Sapevo di trovarla qui, è il luogo in cui passa la maggior parte delle sue giornate.
«Hai qualcosa in contrario?» le chiedo chiudendo la porta alle mie spalle.
Scuote la testa, stringendo una mano di Aesta. «Io... io non riuscivo ad andare oltre il primo paragrafo. Sono... mi fa piacere che tu l'abbia aperto».
«Non potevo... non potevo non provarci. Ho dormito due ore stanotte, ma farei di tutto per Aesta».
Ha superato alcune notti, compresa quella lunga e angosciante di cinque giorni fa, ma ormai sono quasi tre mesi che siamo qui. Il tempo sembra scivolare via dalle nostre mani e si sente il vuoto di Aesta: non deve finire con lei attaccata a quei tubi.
«Credevo di poter cambiare per lei, avevo trovato una ragione per continuare a vivere. Sai, se non fosse stato per lei, l'avrei fatta volentieri finita dopo la battaglia dell'Atlantis. Credevo mi abbandonasse, era pur sempre legata più alla Starfall che a me. Da quanto vi conoscete te, lei e Axel? Dieci anni?»
«Da prima che la Starfall diventasse operativa... quindi credo siano più di dieci anni».
«Non credevo di poter essere la causa di un dolore così grande... io volevo solo renderla felice».
Sospiro, mettendo una mano in tasca e stringendo la chiavetta USB su cui ho salvato il file decrittato.
«La parte sotto password riguarda un siero capace di contrastare lo sviluppo di quello che serviva per creare gli Altri e che Kase le ha iniettato». Allungo la mano, le passo la chiavetta, ma lei mi guarda titubante.
Cielo, che cretini che sono in famiglia. «Nayla. Crea quel fluido, stare a piangerti addosso quando hai effettivamente una possibilità non ha alcun senso».
Si alza di scatto e la mano di Aesta ricade sul materasso.
«Io... io non ce la posso fare. Ho portato solo dolori: se non avessi mai messo mano all'Operatio Mortis, ora non sarebbe in queste condizioni».
Stringo la presa sulla chiavetta, vorrei tanto farle capire che si sta sbagliando, ma non mi darà mai ascolto.
«E va bene. Ci penserà la Starfall, con o senza il tuo aiuto».
Si risiede, si prende la testa fra le mani, iniziando subito a singhiozzare.
«Sei sempre stata capace di reagire, cosa c'è di diverso adesso? La vita di Aesta appesa a un filo? Sei in grado sia di irrigidirlo che di spezzarlo definitivamente. Dipende solo quanto tempo ci metti a capirlo».
Abbassa le mani, mi guarda con gli occhi lucidi e rossi. «Facile per te parlare quando alle spalle ai un equipaggio capace di obbedire anche all'ordine di infilarsi in buco nero».
Mi appoggio al muro. «L'abbiamo quasi fatto perché Axel era curioso di vedere cosa ci fosse al di là, l'abbiamo fermato in tempo».
«Chi sarebbe poi il cretino?»
«Tu, Erix. Sempre e comunque» gli rispondo voltandomi.
«Ha strillato perché voleva vedere Aesta» aggiunge in fretta mentre lo guardo male perché avevamo detto di tenere la piccina lontana da tutto questo. Sayth, non appena Erix la mette in terra, si dirige da Nayla e allarga le braccia per farsi prende in collo; Nayla le accarezza i capelli e la stringe a sé, continuando a singhiozzare. Lo so che Sayth continua a chiedere dove stia Aesta, non ci lascia in pace, abbiamo provato a farle capire che per adesso lei non può giocare con lei o farle le trecce, ma non sembra funzionare. Erix ha ceduto, ma non so se sia l'idea migliore.
Erix si siede su una sedia, sospira, appoggiando la testa al muro.
«C'è qualche problema?» gli chiedo accarezzandogli i capelli.
«Harvel e le sue idee sono il problema, sta portando il governo della Lega verso una monarchia legalizzata. E il problema è che ha preso anche il governo di Lemuria, oltre che quello della Lega. Il pianeta era sotto la giurisdizione della Federazione a suo tempo, poi è passato sotto l'Atlantis, seppur con ampia autonomia, e ora è sotto Harvel. Era uno di quelli a cui il passaggio alla repubblica non andava per niente a genio... ed era molto vicino a mio zio, quindi ha preso la tua vittoria e il mio cambio di idee politiche come un tradimento. Non ho nemmeno modo di fare opposizione come vorrei».
Gli metto una mano sulla spalla. «Andiamo, mi sa dobbiamo parlare e non mi pare che questo sia il posto migliore».
Erix annuisce, poi guarda Sayth, con la testa appoggiata sul petto di Nayla.
«Resto io un po' con lei» mormora Nayla stringendo la piccina.
«Aya...»
«Allora, qual è il problema? Vuoi il divorzio?» mi chiede non appena arriviamo in quella stanzina che per anni è stato il mio ufficio e dove adesso l'ho trascinato.
«Cretino! Intendevo parlare della situazione politica»
Erix sorride. «Immaginavo, tu non puoi staccarti da me».
Scuoto la testa. «Sei davvero un cretino. Vuoi qualcosa?»
«Di che tipo?»
«Mangiare, bere. Che ti va».
«Fai tu, non ho molta fame. Magari un caffè».
Annuisco, segnando tutto sul datapad: una delle poche cose buone è il servizio automatizzato con i robottini per portare il cibo in quest'ala, troppo distante dal refettorio.
«Allora, qual è il vero problema?» mi chiede sedendosi.
«Hanno mandato l'ordine ufficilae per la Missione Terra Nova a me e agli comandanti ribelli qualche giorno fa».
Annuisce. «Cosa proponi quindi?»
«Noi stiamo già organizzando la partenza e stiamo cercando di trovare un pianeta che faccia al caso nostro. Abbiamo anche una lista di civili che si uniranno alla missione, altri hanno preferito rimanere sui pianeti dove sono stati smistati».
Erix mi stringe una mano. «Passerò la voce al mio partito, forse vorranno staccarsi da questo governo... male che vada rimarrò a fare il padre».
«Abbiamo bisogno di un capo politico, ci hai aiutato tanto da quando siamo tornati, hai cercato di trovare un accordo con Harvel e sei l'unico di cui ci fidiamo davvero in questo periodo... anche se mi hai quasi ammazzato».
«Erano altri tempi... e ti ho chiesto scusa».
Sorrido appena, poi mi alzo: è arrivato il robottino.
«Seriamente hai preso da mangiare solo per te?» mi chiede mentre sistemo il cibo sul tavolo.
Mi guarda male e io alzo le spalle. «Non avevi detto di volere un caffè?»
«Credevo...» Sospira, scuote la testa e mi guarda. «Fa niente».
Divido il mio panino in due e gliene passò un pezzo, mangiamo in silenzio mentre con una mano continuo a girare il cucchiaino nella tazza di tè ed Erix guarda fuori.
«Avanti» dico alzando appena lo sguardo quando sento bussare. «Ah, siete voi. Novità?»
I tre ufficiali della Starfall annuiscono con la testa. «Abbiamo trovato un pianeta. Sembra abitabile e pare non ci siano insediamenti... però...»
«Però?»
«È piovoso. Molto».
«L'Atlantis aveva solo una zona abitabile in tutto l'oceano, non è un problema l'acqua» si intromette Erix.
Quelli sospirano e si guardano tra loro, mi sembrano preoccupati.
«Se sono piogge solo leggermente pericolose, trovate un altro pianeta. L'avevo già detto ad Axel, immagino non ve l'abbia detto».
«Sì. Dovremmo partire con qualche nave e chissà quanto ci metteremmo. Siamo arrivati al limite della potenza dei telescopi».
«Preparate la Starfall. Vi voglio pronti al decollo in massimo un'ora».
«Vuoi perdere anni nello spazio?» mi chiede Erix, visitatamene preoccupato.
«Voglio tornare su Minerva perché da lì possiamo lavorare meglio. Aesta ha già sistemato un programma per trovare un pianeta ai tempi della Federazione, qualche base in più faceva comodo, tanto vale sfruttarlo: le condizioni di abitabilità sono le stesse. Invece che sfruttarlo con i telescopi, voglio provare a metterlo su Minerva» gli dico incrociando le braccia dietro la testa.
«Sissignore» mi rispondono quelli prima di andarsene.
«Possibile che tu non riesca a stare a terra per una giornata intera?»
Gli faccio un buffetto sulla guancia. «Sai che amo lo spazio. È possibile far esplodere cose e posso abbandonarti al freddo se continui».
«Sempre al lavoro sei... e mai con noi».
«Tornerò per cena questa volta, promesso».
«Promettimi un'altra cosa».
«Quello che vuoi».
«Torniamo ai laghi prima di ripartire da Lemuria, una volta sola, senza nessun altro, io e te».
Annuisco, stringendogli la mano. «Lasciamo Sayth ad Axel?»
«Si divertiranno... ora vado: voglio parlare con Nayla. Ci vediamo dopo».
«Decolliamo».
Axel annuisce, sistema ogni cosa. «Ho bisogno di un copilota» mormora dopo poco. Gli metto una mano sulla spalla, stringendo appena la stoffa. Aesta. Ci eravamo abituati a non averla a bordo, ma sapevamo che era viva, pronta a venirci incontro a ogni atterraggio... adesso... adesso non sappiamo nemmeno se supererà la prossima notte.
«Hai idea del perché Nayla fosse così incavolata? L'ho incrociata per strada e se non mi ha steso a terra è stato per grazia divina» mi chiede Axel appena mi fermo accanto a lui.
«Credo che Erix abbia litigato pesantemente con Nayla, ma almeno l'ha convinta a preparare quel siero».
«Come ha fatto?» chiede Zavis.
«Credo che le abbia detto che pensava che non fosse in grado di farlo, l'ha punta sull'orgoglio e lei ha iniziato a sbraitare che non avrebbe lasciato a me tutto il merito. Cosa dolorosa, ma necessaria».
Zavis annuisce. «Potevamo pensarci prima».
«Me lo trovate un copilota o volete restare a terra per tutta la giornata?» sbotta Axel voltandosi.
Scuoto la testa, qualcuno si avvicina, si siede accanto a lui.
«Rotta per?»
«Orbita di Lemuria. Ci allontaniamo quanto basta ad aprire il portale su Minerva. Niente di pericoloso stavolta» rispondo al copilota.
«Uno, abbiamo rischiato di rimanerci secchi per mano di Nayla, siamo stati traditi da Erix e tu sei quasi morta. Due, abbiamo perso metà uomini per mano di Nayla e dei suoi scagnozzi. Tre, da lì siamo passati in un universo alternativo che ha portato alla prigionia mia, tua e di quell'altre due. Quattro, Kase ha quasi ammazzato Aesta. Ho dimenticato qualcosa? In ogni caso, devi spiegarmi qual è il concetto con cui leghi Minerva a una situazione non pericolosa».
Qualcuno ridacchia alle parole di Axel, ma so che ha perfettamente ragione.
«Hai dimenticato una cosa».
«Cosa?»
«Il decremento esponenziali dei soldi a disposizione con tutte le tue richieste di stipendi» gli rispondo allontanandomi, sorrido sotto i baffi: Axel si può pungere nell'orgoglio solo con il caffè e lo stipendio. «Decolla e non ribattere».
Ricerca fallita.
Osservo quelle due parole lampeggiare sullo schermo, poi mi appoggio allo schienale, passandomi le mani sul volto. Mi fa quasi venire voglia di vomitare essere di nuovo nel cuore di Lemuria, sapere cosa è successo qui poco tempo fa mi dà i brividi. È il vuoto intorno a noi che adesso conserva ciò che resta dei corpi degli Altri che ci hanno seguito fin quaggiù.
«Tutto inutile... tutto inutile...»
Axel mi mette una mano sulla spalla. «Che situazione di merda...»
«Lo so. Se solo non ci fossimo mai divisi nella flotta...»
«Hai fatto la scelta giusta, Vivi. Ci avrebbero tolta molta libertà di azione e sai che la Starfall non può essere confinata in un raggio troppo piccolo. Pensa anche a me, mi sono abituato ad avere le altre navi parecchio distanti, essere nel mucchio avrebbe rappresentato la nostra morte. È andata: Kase è morto, abbiamo una preoccupazione in meno. Dobbiamo lasciare Lemuria, il nostro pianetino desertico, ma ci rifaremo, troveremo una nuova casa. Sayth e Ysaac sono ancora piccoli, probabilmente non ricorderanno nemmeno da grandi il casino combinato dai loro genitori».
«E io che speravo in una vita familiare tranquilla sull'Atlantis, uguale proprio».
Axel mi guarda, sbatte le palpebre. «Scusa, ma quando i Davith hanno avuto vita tranquilla sull'Atlantis?»
Scaccio l'aria con la mano. «Continuiamo e non infierire».
«Aspetta, ti sta chiamando Erix» mi dice lui passandomi il datapad.
«Dimmi».
«Torna davvero in tempo per cena, siamo con Harvel e la sua compagna. Ci vediamo su Lemuria» mi dice Erix velocemente prima di chiudere la chiamata.
«Giuro che l'ammazzo» borbotto sistemandomi gli occhiali e tornando a lavorare sul programma. Non sembra esserci niente di abitabile a distanze raggiungibili.
«L'hai detto anche durante tutta la guerra con l'Alleanza quando in realtà...»
«Cosa? Ti dava noia il fatto che avessi preferito lui a te?»
«Dopo il tuo pugno in faccia e il calcio di Aesta nello stomaco ho solo pensato che se mai vi foste innamorate di qualcuno, quel qualcuno avrebbe dovuto essere veramente idiota».
Ridacchio appena.
«Dici che a lasciarlo in funzione con un raggio più ampio possa trovare qualcosa?» mi chiede Axel all'improvviso.
«Sai che non ci avevo pensato? Ingrandisco il campo e collego tutto alla Starfall. Se troverà qualcosa, lo sapremo anche restando su Lemuria».
Axel mi batte una pacca sulla spalla mentre sistemo le impostazioni del sistema, poi mi alzo, Ci avviamo all'esterno, senza fretta. Ci sono ancora i segni della battaglia sia all'interno della costruzione sia sulla superficie.
«Vuoi che tenga Sayth stasera? Non credo sia l'ideale portarla con voi»
«Mi faresti un grande piacere».
«Se mi dai un aumento, te la tengo anche per tutta la notte».
«Sicuro non essere metà sanguisuga?»
«Ho bisogno di soldi, ho un figlio da crescere e un matrimonio a breve».
«Quando vi sposate?»
Axel si ferma, alza le spalle. «Volevo te e Aesta come testimoni. Non posso farlo senza di lei». Annuisco. «E possibilmente su Lemuria. Volevamo avere almeno un ultimo ricordo bello di quel pianeta. Siamo d'accordo entrambi... se non intralcia ordini ufficiali, ovviamente».
L'angolino buio e misterioso
Capitolo a metà tra il passaggio e il boh, devono succedere cose, ma uno dei più tranquilli. Diciamo forse meno del prossimo, in cui vedrò di descrivere per una buona volta la zona dei laghi di Lemuria, è dall'inizio che ne parlano e basta, rip. Ho fatto un po' di collage e niente. Credo si senta la discesa verso la fine 😢😢
Spero di sopravvivere alla sessione appena iniziata (ma che mi ha già buttato di fuori).
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