28
Sono passate alcune settimane da quando siamo tornati, ma la normalità è ancora lontana. Sento una preoccupazione latente che non mi lascia in pace.
È la prima volta che ho trovato il tempo di fermarmi a parlare con i medici e da quanto mi hanno detto finora Nayla ha avuto crisi di panico da quando si è ripresa. Non è in pericolo di vita, ha solo bisogno di riprendere le forze.
«La ferita è in fase di guarigione, non c'è da preoccuparsi per quello. Pensiamo di tenere sott'occhio la sua condizione mentale, potrebbe...»
Annuisco alle parole del medico, incrocio le braccia, appoggiandomi al muro.
«Fate il possibile, ma più che con me, dovreste parlare con lei».
«Volevo sapere se i protocolli per la salute mentale sono cambiati o meno».
«Per adesso, nonostante la situazione nella flotta, sono rimasti uguali. Se troverò informazioni più precise, ve le farò avere».
«Grazie».
«Le condizioni di Aesta?» chiedo dopo un attimo di silenzio. È una domanda che mi tormenta da giorni, non sono mai riuscita a sapere nulla. Quello mi guarda confuso.
«Rayegan» sospiro.
«Critiche, ma stabili. Da quel che abbiamo scoperto, quel siero che le è stato iniettato va ad intaccare la struttura corporea. Ancora non sappiamo se e quali effetti a lungo termine avrà su di lei, l'unico dato certo è che la pelle del braccio sembra ustionata, probabilmente perderà l'uso, ma ancora non è detto. La teniamo in coma farmacologico, è la scelta più giusta, anche per evitarle dolori atroci. I tempi di guarigione saranno lunghi, se doveste partire a breve, lei dovrà rimanere qui».
«La Starfall non decollerà senza di lei».
«I tempi saranno lunghi».
«Aspetteremo. Non la lasceremo indietro, non abbiamo mai lasciato indietro nessun membro dell'equipaggio. Potrà anche aver tradito la Federazione, ma la nostra amicizia è rimasta intatta».
Lui annuisce. «Noi non possiamo promettere che guarirà, né che sopravvivrà. Abbiamo troppe poche conoscenze in materia, non abbiamo materiale su cui lavorare. Il siero si è legato alle cellule del suo sangue, è difficile anche estrarlo».
«Non ho trovato niente nel file che possa essere d'aiuto... so quanto la situazione sia difficile».
«Potete fare visita a entrambe, se volete».
«Grazie, lo farò senz'altro».
Mi avvio verso la stanza di Nayla con le mani in tasca e la testa china.
«Davith...» sussurra quando chiudo la porta alle mie spalle. «Che ci fai qui?»
«Non ho mai lasciato indietro nessuno, il fatto che tu abbia cercato di uccidermi per anni non cambia niente: per adesso sei sull'elenco dei membri della Starfall».
Abbassa lo sguardo, stringendo le mani sopra le cosce. Mi siedo sul bordo del letto, appoggiandole una mano sulla spalla.
«È colpa mia, vero?» chiede stringendo la stoffa della coperta.
«No. Abbiamo fatto tutti degli errori, nessuno ti sta giudicando per il fatto che Aesta sia in pericolo, nessuno ti sta addossando la colpa». Nayla singhiozza, le stringo le mani. «In guerra non è mai colpa di un singolo. Ciò che conta è che sia viva».
«Ma tu hai trionfato. Di nuovo. Io ho dato a chi si è sempre opposto alla decisione di lasciarmi in vita un altro motivo per puntarmi di nuovo il dito contro... se non avessi mai messo mano l'Operatio Mortis».
«Nayla. Anche se non sembra, ho perso: Balee è morta, l'ho praticamente uccisa io insieme al suo equipaggio e ho perso parecchie navi. La Star Opal ha perso il suo comandante per un tradimento. E ho diviso la flotta, ho portato avanti una ribellione, lo sai anche tu».
«Lo so, ma...»
«Ciò che ci attende è una nuova terra, possiamo ripartire da zero, sperando che stavolta la galassia rimanga in pace. Ho bisogno di persone di cui posso fidarmi nella flotta e credo che sia giusto metterti al comando della Star Opal. Ho già parlato con l'equipaggio, è stato un ufficiale a fare il tuo nome, se a te va bene...»
Nayla non risponde, mi abbraccia, singhiozzando contro la mia spalla. «Non merito tutto questo da parte vostra...»
«Hai dimostrato un grande coraggio, credo sia l'unico modo in cui possiamo ringraziarti per tutto quello che hai fatto».
«Perché non hai dato una promozione a Zavis?» mi chiede asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. «È stato lui a uccidere Kase».
«Vuoi la verità?»
Annuisce. «In pratica era quella l'idea, però mi ha chiesto di dargli un aumento senza concederlo ad Axel solo per punirlo di quella volta che litigarono».
«Solito comportamento da Starfall...» mormora scuotendo la testa.
«Lo so. Tu, piuttosto, accetti l'incarico?»
Abbassa lo sguardo, fissando una riga sul pavimento. «Posso pensarci? Perché... perché so che per molti rimarrò sempre Nayla Orlan, comandante della BS Perseus. E in questo momento, non mi sento in grado di mettermi davanti a un equipaggio... non ho saputo proteggere Aesta, come potrei farlo con tutti loro?»
Stringo una mano ad Aesta, ma respira a fatica e la linea dei battiti è sempre più tendente a una retta.
Axel se ne sta in silenzio, è seduto su una sedia accanto a me, tiene le mani intrecciate davanti alla bocca.
«Non può finire così... non può...» mormora Axel. Scuoto la testa, mi rifiuto solo di pensarci.
«È solo colpa mia».
Gli metto una mano sulla spalla, abbasso lo sguardo. «No, Axel, no. È solo colpa di Kase».
«Avrei dovuto sparargli prima che iniettasse quel... quel siero. Ho avuto paura, mi sono sentito impotente davanti a quell'essere che era pur sempre mio padre».
Stringo la presa. «Io... io non...»
«Non è possibile. Non è possibile» lo sento mormorare. «Mi rifiuto solo di credere che questa possa essere la fine di Aesta».
«Meglio la morte a quel punto».
«Perdonate, è l'ora degli accertamenti».
Annuiamo alle parole improvvise del medico, uscendo a testa bassa dalla stanza. Mi lascio cadere su una delle sedie blu e Axel infila le mani in tasca, guarda fuori dalla finestra.
«Eppure è una notte così tranquilla là fuori... a domani, Vivi. Sperando di non vederci per un funerale».
Lo guardo allontanarsi, con le mani in tasca e la testa bassa.
Mi passo una mano sul volto: le condizioni di Aesta sono peggiorate all'improvviso, nessuno dei medici sa cosa fare e Nayla... Nayla si ritiene responsabile, continua a darsi la colpa per come sta Aesta. Lei è stata dimessa, ma non trova il coraggio di mettersi a lavoro. Non posso biasimarla, vorrei aiutarla, ma non so da dove partire.
Mi alzo, iniziando a percorrere il corridoio: Axel ha ragione, è così calmo fuori che sembra fare a pugni con l'incertezza che mi attanaglia.
Però una soluzione ci deve essere... o stavolta davvero è impossibile trovarla?
Una lacrima mi scende sulla guancia.
Nayla è in crisi, io non so che fare, Axel non sembra lui, Erix e Harvel non hanno trovato un accordo.
Abbiamo vinto, ma siamo divisi.
Kase aveva ragione e sapeva che perdere Aesta avrebbe distrutto quante più persone possibili.
Con Sayth poteva colpire soprattutto me ed Erix causando una vera crisi al comando, ma con Aesta... la conoscono tutti sulla Starfall, è stata il primo ufficiale per dieci anni, persino Erix l'ha conosciuta come sottoposto. Era sempre ligia al dovere, ma il protocollo lo interpretava spesso come le tornava meglio.
Infilo le mani nelle tasche dei pantaloni, avviandomi verso il cortile.
C'è silenzio, solo qualche verso animale in sottofondo che non so riconoscere; mi siedo sulla panchina, alzando gli occhi alle stelle che non sono quelle di Puliv: queste non hanno storie dietro, queste sono solo le stelle del cielo di Lemuria, traiettorie di rotte percorse troppe volte per dimenticarsele, portatrici della fama della Starfall.
Le riconosco quasi tutte: dopo i primi due anni, non ho più usato una mappa celeste su Lemuria. Le sapevo a memoria.
Le sapevamo a memoria, io e Aesta.
Vorrei sfogarmi, prendere a botte qualcuno. Peccato che Kase sia morto, ero pronta a fargli conoscere due pugni come amici.
La base è piccola, ma arrivare alla zona dei laghi è improbabile e poi, ci sono priorità rispetto agli sfoghi personali.
Si vede perfettamente la Piccola Anvil, poco oltre la Dasyatis: erano le costellazioni preferite di Aesta, quelle che comparivano nel cielo di Lemuria il giorno del suo compleanno.
Non riesco nemmeno a pensare alla vita senza di lei: da quando ho lasciato il sistema dell'Atlantis, lei, Axel e i guai in cui ci ficcavamo di continuo hanno occupato le mie giornate.
Mi volto, qualcuno si è seduto sulla panchina, facendo scricchiolare le foglie ai nostri piedi.
È Nayla, tiene la testa bassa, le mani incrociate. È strano vederla con la divisa della Star Opal e il grado di comandante.
Stringe qualcosa, troppo piccolo per poter capire cosa sia. Ritorno a guardare in alto, lei fissa la terra.
Erix una volta mi disse che io mi riempivo gli occhi delle stelle, lei di fili d'erba ed Aesta era l'unica che poteva unire me e lei.
«Ti dovrei odiare. Ti dovrei odiare per tutto quello che mi hai fatto passare, per tutti gli uomini che mi hai ucciso, per tutte quelle navi distrutte dalla Starfall. Eppure non ci riesco e ho anche accettato la tua assurda proposta di mettermi al comando della Star Opal. Voglio darti una cosa».
«Cosa?»
«Mi è tornato in mente che c'è una parte del file originario dell'Operatio Mortis che è sotto password. Non ne ho trovata mai una che andasse bene e non ho fatto in tempo a chiedere a Isbel quale fosse. Era tua madre, presumo sia qualcosa legato alla vostra famiglia». Alza lo sguardo, mi tende un dischetto, lo prendo con riluttanza. «È qui. È qui il lavoro di due vite».
Senza dire nient'altro, senza darmi il tempo di ribattere, si allontana, in silenzio com'era arrivata.
Mi alzo, lo infilo in tasca, iniziando a correre verso l'uscita. La oltrepasso senza dire niente, ho bisogno di un computer. Non di uno qualsiasi, ma del suo, di quello di mia madre.
La mano mi trema mentre cerco di inserire la chiave nella serratura, sento dei passi avvicinarsi alla porta, Erix, già in pigiama ed evidentemente assonnato, mi guarda come se fossi un fantasma.
«Che succede adesso? Vuoi svegliare Sayth?»
Entro in camera passando sotto il suo braccio. «Ho bisogno del PC che ho portato dall'Atlantis».
«Sono le tre di notte. Ti ho aspettato in piedi fino ad ora, puoi farlo domani!»
«Vai a dormire» gli sussurro prendendolo dalla scatola. «Io vado, ci vediamo a colazione» gli dico uscendo di nuovo.
Non c'è nessuno nella sala di controllo, è tutto così calmo. Collego subito il PC alla corrente, non posso rischiare che mi si spenga, e picchietto con le dita sulla tastiera, aspettando impaziente che si accenda. Reclino la testa all'indietro: non può aggiornarsi adesso.
«Andiamo» sotto colpendo la tastiera con un pugno. La barra non si muove, segna sempre quel misero 5% di completamento.
Una parola legata alla mia famiglia, sarà qualcosa che mi diceva sempre, ma i ricordi d'infanzia stanno svanendo. Chissà che avrebbe pensato mia madre di Erix e Sayth... probabilmente avrebbe trattato la piccina come una principessa.
Mi fermo, osservando il muro davanti a me: non ho più niente della mia infanzia, tutto quello che potevo considerare come le mie radici è stato spazzato via - a cosa posso aggrapparmi per non crollare?
La luce nella stanza cambia colore, da rossa a bianca, segno che l'aggiornamento è completato.
C'è sempre lo sfondo che ricordavo, quella foto dove ero io ad essere un fagottino, sembra quasi una tradizione, dal momento che sul mio c'è quella con Sayth.
Mentre inserisco il dischetto, le mani mi stanno tremando: è la prima volta che vedo il file non copiato o decrittato, sembra qualcos'altro per la cura con cui è stato sistemato. Scorro con il cursore fino a quando non trovo una parte che richiede una password.
Ne provo alcune, ma nessun tentativo va a buon fine.
Sento dei passi avvicinarsi, poi qualcuno accende la luce; sbatto le palpebre per abituarmi al cambiamento repentino e vi volto: è Erix.
«Vieni a dormire».
«No, devo trovare la password». Scuote la testa, poi si avvicina e prende una sedia. «Sei testarda come Sayth. Dato che è un PC dell'Atlantis, probabilmente ha installato un programma apposito. Posso?»
«Certo, non sapevo ti intendessi di queste cose».
«Me lo spiegò Nayla urlando una volta mentre stavamo cercando di aprire il file con le vostre rotte e io ero riuscito a installare un virus sul suo portatile».
Sorvoliamo.
Riduce a icona il file, rimanendo a fissare per qualche secondo la foto.
«Eri tu quel fagottino?»
Annuisco ed Erix mi guarda, sorride e mi spettina i capelli. «Tempi in cui non eri pericolosa».
«Cretino. Pensa a quella password, va'!»
«Si può recuperare. C'è una domanda» mi dice dopo un po'.
«Che domanda?» gli chiedo voltandosi verso lo schermo.
«Chiede cos'è questo» mi risponde voltando lo schermo verso di me. «Ho provato con quello che effettivamente è, una turbina, ma non lo prende».
Abbasso la testa. «Vivi?»
«Prova con turbante» gli sussurro.
Erix digita la parola, il file si apre, mi guarda, è in cerca di una spiegazione.
«Ho fatto fare una figuraccia a mio padre con quella cosa. Stava mostrando quel suo progetto, una turbina appunto, che per la cronaca ho pure sulla Starfall, e io non facevo che chiedergli a cosa servisse un turbante. Mia mamma l'ha trovato esilarante per anni... mio padre no».
Erix scoppia a ridere. «Vuoi leggerlo adesso?»
Sbadiglio, non credevo di avere così tanto sonno. «No, mi importava aprirlo, voglio studiarlo con calma e adesso non è il momento giusto».
Annuisce. «Lo spengo?»
«Sì, ma salva il documento senza password, non ho voglia di ricominciare da capo domani».
Dopo aver riposto il PC nella custodia, ci avviamo verso la camera dove Sayth continua a dormire, non sembra essersi accorta di niente.
Mi infilo sotto le coperte, da quant'è che non riposo per bene?
Erix mi abbraccia, appoggio la testa sul suo petto aggrappandomi alla stoffa. «Dormi, Vivi, per favore. Pensa anche a te stessa per una volta».
Annuisco, non sarà facile: ho sacrificato tanto per gli altri, non ho idea di cosa significhi pensare a me stessa.
L'angolino buio e misterioso
Sono le parti più tristi di tutta la saga, lo so. E doveva essere molto, molto, molto peggio.
Peggio di avere il ciclo con il caldo durante la sessione.
Rip.
Anyway.
La proposta a Nayla è stata un'aggiunta all'ultimo minuto: volevo dare una promozione a Zavis, ma poi ho scoperto che tra i gradi militari l'ammiraglio è uno dei più alti😐
E quindi niente, mi è parsa una buona(?) idea.
E niente, pareri mentre ci avviamo verso la fine? :3
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