27

Cosa sta succedendo?

Axel e Kase continuano a urlare, ma non riesco a capire ciò che dicono; vedo solo quel che succede davanti a me: Nayla ha spinto via Erix, tornando ad accasciarsi su Aesta.

Le braccia mi stanno tremando - per l'adrenalina o la paura? -, cado in terra in ginocchio all'improvviso quando le gambe non mi reggono più per la stanchezza. Appoggio le mani sul pavimento grigio e freddo in un tentativo di sorreggermi, ma senza che possa farci niente, scivolo in avanti con i gomiti e i capelli che mi ricadono sugli occhi.

È tutto così ancora confuso, non riesco a mettere a fuoco niente.

Prima il Progetto Minerva.

Poi l'Operatio Mortis.

Ora la Missione Terra Nova.

Niente, non abbiamo ottenuto niente.

Abbiamo messo fine a una guerra per invischiarci in questo conflitto dall'esito già segnato. Non ho idea di quel che sia successo là fuori, ma ho pochi dubbi sul fatto che gli Altri siano in vantaggio.

Ho bisogno d'aria, ma a ogni respiro sento la gola secca e anche cercare di ingoiare a vuoto non migliora la situazione: continua a graffiare. E il nodo non se ne vuole andare: il pensiero che Sayth sia in pericolo non mi dà pace, continua a torturarmi, a farmi perdere il contatto che dovrei avere adesso con la realtà.

Aesta.

È quel nome, continuato a pronunciare da Nayla, strascicando le parole a riportarmi al cuore di Minerva.

No, la sua morte non la posso accettare.

Era a un passo dalla fine quando Kase l'ha presa, lo schermo lampeggia, è in pausa ora, ma Kase lo cancellerà non appena avrà l'occasione.

Stringo un pugno, battendolo sul pavimento prima di mettermi in ginocchio. Kase non ha più scagnozzi, ma sembra avere comunque la situazione in mano. Sapeva che colpire Aesta ci avrebbe portato alla divisione, che non saremmo stati in grado di reagire come dovremmo. I corpi delle Cavie giacciono intorno a noi, testimoni dell'attimo di follia che abbiamo compiuto: è stata la forza della disperazione a permetterci di andare avanti, di fare quel che dovevamo.

Mi volto appena, guardo di sottecchi l'ammiraglio: Zavis tiene la pistola puntata verso terra, ma non accenna a staccare gli occhi di dosso da Axel e segue ogni suo movimento, sembra voglia sfruttare una qualche occasione. Ma quale? Non abbiamo molte speranze.

Erix si guarda intorno, poi mi fissa.

«Qual è il codice?» è la frase che riesco a leggere dalle sue labbra.

«Non lo so» gli rispondo. Era Aesta a sapere i dettagli, a me non ha detto niente. Non sapevo quale fosse il suo obbiettivo o, se me l'ha detto, in questo momento l'ho scordato. Avremmo dovuto pensare a un piano di riserva nel caso qualcosa potesse andare storto... ci siamo giocati la nostra unica possibilità.

Ma ora cosa vuole fare quel cretino?
Erix si sposta lentamente di lato, forse vuole avvicinarsi alla postazione di controllo: vorrei dirgli di non farlo, che è un cretino, che il nostro avversario può vederlo.

Kase si volta di scatto, gli punta contro la pistola ed Erix alza le mani, ma un colpo proveniente dalle mie spalle fa sobbalzare tutti. Erix si porta le mani alla bocca,

Ha squarciato l'aria e il silenzio e, in un attimo, sembra che il tempo abbia ripreso a scorrere.

Axel abbassa subito la pistola rimanendo immobile a fissare Kase mentre si accascia a terra con una mano sul cuore.

Un colpo preciso e la loro fine sarebbe stata segnata.

Zavis gli si avvicina a corsa, lo stringe a sé mentre io mi rialzo a fatica.

È finito, è tutto finito.

Axel sorride appena, poi torna a guardare Kase.

«Quindi è così che finisce... non credevo potesse esistere qualcuno più incasinato dei Brunnos-Davith, ma non si finisce mai di scoprire qualcosa».

Zavis lo colpisce sul collo. «Idiota».

«Vivi» mi chiama Erix. «Credo sia meglio chiuderla definitivamente».

Mi alzo, precipitandomi alla postazione, scavalcando il corpo di Kase: dobbiamo bloccare comunque Thanatos.

Ricaccio indietro le lacrime, mi passo una mano sugli occhi, cliccando invio e facendo ripartire il programma.

Rimango appoggiata al tavolo con il cuore che batte forte: siamo tutti in silenzio, si sentono solo i singhiozzi di Nayla, sempre più fievoli. Tendo l'orecchio, cerco di captare qualche suono dall'esterno, ma forse siamo troppo in basso, possiamo solo immaginare cosa stia succedendo là fuori.

Abbasso lo sguardo verso di lei non appena la scritta "azione completata" lampeggia ritmicamente davanti ai miei occhi: è pallida, immobile sul pavimento. Nayla è seduta accanto a lei, respira a fatica mentre la macchia rossa continua a espandersi sotto la mano che preme con forza contro la stoffa della divisa.

Le mani mi tremano, mi lascio cadere sulla sedia e mi passo entrambe le mani sul volto. Abbiamo bisogno di aiuto medico all'istante.

«La ferita non è profonda, ma ha perso parecchio sangue» dice Erix sollevando Nayla che geme per il dolore.

«Usciamo da qui, più aspettiamo più il siero si impossesserà di Aesta» mugugna prima di appoggiare la fronte sulla spalla di Erix. «Dobbiamo andare... di sopra... la Starfall è la nostra unica speranza».

«Vivi, noi due andiamo» mi dice Axel. «Richiama la Starfall, torniamo ai nostri posti».

«Ha ragione Axel. Voi andate, qui ci pensiamo noi. Il messaggio alla nave lo invio io, non perdete tempo» aggiunge Zavis.

Corriamo a perdifiato, fermandoci solo quando siamo fuori, quando il vento di Minerva mi colpisce con forza la faccia. La battaglia continua a infuriare, ma la Starfall è atterrata a poca distanza dal cuore.

«Fate rapporto per la battaglia» urlo all'equipaggio mentre Axel si affretta a riprendere il suo posto.

«Siamo stati colpiti al deflettore di poppa» ci avvisa uno degli ufficiali.

«Fa' niente» ribatte Axel. «Basterà cambiare l'assetto di volo, ci penso io. Almeno i motori sono intatti questa volta».

«Aesta e Nayla sono state affidate all'unità medica di bordo, possiamo decollare» dice Zavis. Per quanto sia stata breve, l'attesa si è rivelata snervante: sono arrivati poco dopo di noi, ma sapere che ad aspettarli perdevamo secondi preziosi mentre sopra di noi le esplosioni si susseguivano è stato terribile.
«Nave 5930, decollo immediato» urlo all'interfono. «Preparate l'assetto di attacco... senza Minerva».

«Mamma!»

Mi volto, abbassandomi mentre Sayth mi corre incontro. Mi inginocchio sul pavimento, stringendola forte e dandole un bacio sulla fronte. Ysaac si è avvicinato a Zavis che l'ha preso in braccio, stringendolo a sé.

«Siamo salvi, tesoro».

Sayth sorride, continuandosi a stringere. Mi metto a sedere, tenendole la testa appoggiata sulla mia spalla mentre fuori la battaglia volge alle fasi finali: è stato facile avere la meglio sugli Altri una volta che Kase è stato ucciso. Senza una guida, le loro navi si sono rivelate disorganizzate: non hanno saputo coordinarsi, finendo le une addosso alle altre a causa delle dimensioni e schiantandosi sulla superficie di Minerva.

«Bene, ora che abbiamo vinto, posso avere l'aumento?» chiede Axel voltandosi verso di me dopo che l'ultima nave è esplosa davanti a noi, trascinando con sé sulla superficie di Minerva l'intero equipaggio.

«Ci devo pensare» gli rispondo velocemente, alzandomi non appena vedo Erix che si avvicina.

«Sono condizioni abbastanza gravi secondo i medici» mormora passandosi una mano tra i capelli. «Torniamo su Lemuria, a costo di essere fuori legge, è l'unico posto in cui possono essere al sicuro, mi inventerò qualcosa se Harvel vuole negarci l'accesso. Hanno bisogno di cure specifiche e l'ospedale della base è l'unico a cui possiamo appoggiarci».

Annuisco; Sayth si sporge verso di lui ed Erix sorride, abbraccia entrambe, appoggiando la fronte sulla mia.

«Alla fine ho mantenuto la mia promessa, Vivi».

Fuori dal portale, la situazione è tragica: relitti di navi e corpi galleggiano nello spazio, testimoni silenziosi della battaglia che si è svolta. Anche qui deve essere stato un inferno, anche qui le cose devono essere andate male visto che non sono in molte le navi superstiti dell'Astrea che ci stanno aspettando schierate in fila.

«Coordinate inserite: rotta per Lemuria» annuncia il computer di bordo, squarciando il silenzio sulla Starfall.

Axel abbassa la leva senza che gli dica qualcosa.

«Linea esterna di difes-».

EriX interrompe la donna che sta parlando prima che possa dire qualsiasi altra cosa. «Abbiamo due emergenze mediche di codice rosso, rivolta o no, l'autorizzazione ad atterrare ci spetta per regolamento».

Segue un silenzio carico di aspettative, non voglio nemmeno sperare - non ne ho più la forza, non ho più aspettative adesso.

«Atterraggio consentito. L'unità medica vi aspetterà a lato della pista due».

Sayth non si vuole staccare da me, io vorrei andare ad accertarmi delle condizioni di Aesta e Nayla - sono pur sempre membri della Starfall e io non ho mai lasciato nessuno indietro. Le divise dei medici si confondono con i riflessi dei soli sulla pista, sento le lacrime premere contro gli occhi mentre si allontanano, gridando qualcosa che comunque suona distorto alle mie orecchie.

«Vivi».

«Cosa c'è, Erix?»

«Prendi fiato. Ci penseranno i medici... tu non puoi fare molto altro adesso». Mi mette un braccio intorno alle spalle. «Vieni, andiamo a prendere qualcosa di caldo, ne abbiamo bisogno».

Annuisco, ha perfettamente ragione. Camminiamo in silenzio a lato della pista, gli annunci degli atterraggi si susseguono. Siamo a terra, ma non siamo a casa.

Non sono pochi i feriti e Lemuria è il nostro unico porto sicuro.

Sayth ci saltella davanti, continua a parlare mentre noi teniamo in mano le nostre tazze di tè e caffè, seduti su un'anonima panchina.

«Credi che porteremo a termine la Missione Terra Nova?»

«Dici che Lemuria non va bene?» Erix mi guarda.

«Non lo so. Non è molto adatto a ricominciare da capo tutta la nostra vita visto che con l'attuale governo ci sono molte frizioni. Restare qui... insomma, annullerebbe la nostra ribellione e Harvel non la vorrà mai far passare sotto silenzio. Siamo stati noi a sconfiggere gli Altri, non credo che potrebbe mai accettarlo. E poi, che futuro possiamo darle qui? Avrei voluto che potesse conoscere l'Atlantis, che non lo odiasse come ho fatto io per anni...»

«Allora troveremo qualche altro posto, abbiamo un'intera galassia a nostra disposizione. Per la politica, formeremo una coalizione più piccola. La Lega è troppo grande, era un organismo troppo difficile da controllare. Le promesse elettorali di Harvel erano quelle, se preferisce Lemuria, noi possiamo anche lasciargliela, che ne dici?»

«Mi va benissimo. La Starfall è pronta a partire, le navi della Federazione la seguirebbero anche in un buco nero. Abbiamo bisogno di un capo politico...»

«Avete qualcuno in mente?»

«Sì... peccato che sia un cretino» gli sorrido ed Erix mi accarezza una guancia e mi da un veloce bacio sulle labbra.

Sayth sale sulla panchina, distendendosi su entrambi: mette in mostra i dentini, è felice di averci con sé.

«Gatto!» strilla all'improvviso indicando Jacob che ci gira intorno mentre Cyd lo segue. Sembra che stia cercando la padrona.

Quando si ferma davanti a noi e miagola, Erix si alza, lo prende in braccio e quello gli soffia contro, cercando di graffiargli la faccia.

«Amorevole come sempre. Andiamo, a Nayla non piacerebbe sapere che sei in giro. Vado a portarlo al sicuro... sai dov'è Axel?»

«Probabilmente sulla Starfall. Il problema al deflettore riguarda lui in primis».

«Allora lo porto sulla Starfall».

Mi passo una mano sul volto: Jacob sulla Starfall, no.

Appoggio la testa al muro, fissando la lampada sul soffitto. Ora che siamo tornati da appena poche ore sembra che il filo dei pensieri si sia sciolto, distruggendo quel groviglio che mi aveva fatto estraniare dal mondo, da Minerva, dalla battaglia.

Abbiamo vinto, ma non mi pare una vittoria.

Non ho idea di quante navi si sia perso, quanti equipaggi si siano distrutti.

Chissà, forse in un altro universo questa guerra non si è svolta, forse Aesta e Nayla riescono a vivere in pace, forse Balee non è stata uccisa.

«Ah, sei qui».

Abbasso lo sguardo, fisso Erix mentre chiude la porta. «Avevo bisogno di pace e silenzio. Mi sono fatta una doccia».

«Sayth?»

«Con Ysaac e Zavis» gli rispondo incrociando le braccia dieto la testa. «Axel?»

«Ha chiesto se hai intenzione di dargli un aumento».

«Jacob?» gli chiedo.

«Lo terrà Axel. Comunque, ho cercato di avere notizie di Nayla dai medici... rimaniamo sempre parenti».

«Quindi te l'hanno detto? Come sta?»

«Stremata, sotto shock. Non ho potuto farle visita, condizioni ancora gravi. Zavis mi ha detto che sembrava una furia, ha continuato a combattere anche quando è stata ferita. Come sempre, com'è il suo metodo».

«Andrò a trovarla il prima possibile. Aesta?»

«Prognosi riservata. Servirà sicuramente una carica ufficiale per avere qualche informazione».

«Ci penso io. La politica?»

«Ho una cena con Harvel a breve, non ha voluto aspettare una volta che ha sentito che, be', alla fine non sono in pericolo di vita. Ma so che anche Damaris è ferito e che la sua nave è una nelle condizioni peggiori, quindi potremmo ottenere qualcosa... anche per rimanere qui, non credo sia il momento più adatto alla politica. I danni sono ingenti, sarà dura ripartire. Piuttosto, vuoi farmi compagnia?»

«Dove? A cena?» gli chiedo alzando entrambi le sopracciglia.

«Sì».

«Sai che non amo la politica, mi rimarrebbe tutto indigesto. Parlerete tranquillamente voi due da soli. Dove andate?»

«Non lo so, ci vediamo alle otto vicino alla sala principale. Vado a prepararmi».

Annuisco, rimanendo seduta sul letto finché non sento che strilla nel corridoio, ma non mi sembra la piccina. Mi alzo affacciandomi alla porta. Sayth e Ysaac si stanno rincorrendo, Zavis cerca di tenerli buoni, ma con scarsi risultati.

Appoggio una spalla allo stipite. «Capace di far fuori Kase, ma non di acchiappare due bambini?»

«Hanno preso un pezzo dello stabilizzatore della Starfall. Io voglio quello» mi risponde affranto lui.

«Hanno preso cosa

Sayth si avvicina, mostra sorridente il pezzo mancante.

Glielo prendo di mano, passandolo a Zavis che se lo mette in tasca e lei subito mette il broncio, iniziando a strillare.

«Non piangere, vuoi un biscotto?»

Scuote la testa. «Denti».

Le faccio un buffetto sulla guancia. «Tuo padre non approva, lo sai».

«Che vuole ora? Strappare denti a qualcuno?» mi chiede Zavis tenendo per mano Ysaac.

«Una ruota dentata. Ha abbandonato farfalle e rocce, ora si diverte con quelle, per somma gioia di Erix».

Zavis tira fuori il pezzo, se lo rigira fra le mani.

«È una ruota dentata questa, vero?»

Annuisco piano con la testa. «La Starfall?»

«I danni non sono ingenti, finiremo in qualche giorno. Dobbiamo ripartire? L'equipaggio è stremato, non... non credo che sia una buona idea, comandante».

Sospiro, abbassando lo sguardo. «Lo immagino, ammiraglio. Lemuria non è mai stata la nostra casa in ogni caso... molto probabilmente sì, dovremmo ripartire. Non sarà questione di giorni, Aesta e Nayla devono venire con noi. La Missione Terra Nova è tutt'altro che conclusa e, volenti o nolenti, ci è stata affidata nientemeno che dal governo in carica. Sono direttive ufficiali».

Zavis annuisce. «Riferisco all'equipaggio?»

«Sì, grazie. Convoca anche il consiglio per domani pomeriggio, visto che la mattina ho un incontro con i capi politici. Non hanno la minima idea di che significhi tornare da una battaglia».

Zavis annuisce. «Ci vediamo a cena, allora».

«A dopo».

Non appena Zavis si allontana, Ysaac si impunta e Sayth si agita tra le mie braccia.

«Cosa c'è adesso?». Sospiro, metto in terra Sayth, immagino lo voglia salutare: quella corre verso Ysaac, gli mette la mano sul volto.

«Bep!»

«Axel» sospiriamo entrambi.


L'angolino buio e misterioso

Sì, se avete le bottiglie di champagne le potete stappare. Non oso pensare in quanti aspettassero questo momento but Kase meritava una fine bastarda. Se lo meritava u.u

Questa è la visione grafica della battaglia, è molto esplicativa. Volevo capire se Erix potesse spostarsi o meno😂😂😂

Non so se è la fine che vi aspettavate e soprattutto chi avrebbe compiuto il gesto, but, ho cambiato una certa scena in ACDV1 e non è una cosa tirata fuori dal nulla per far fare qualcosa anche a Zavis (TBH, all'inizio lo era).

In ogni caso, adoro le vittorie amare, ma sì, l'amaro in bocca l'ho pure io perché, insomma, da qui in poi si scivola verso la fine... ☹️

This is so sad, Axel play despacito.

E ammirati tutti la mia nuova pianta grassa, chiamata Axel.

Questi invece sono Erix (a sinistra) e Vivi (a destra, bassa e con figli)

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