26
Stringo un pugno, spostando poi subito la mano sulla cintura.
Guardo Erix, poi Aesta e infine Axel. «Tenetevi pronti. Avrete pochi secondi a disposizione per andare avanti. Raggiungete il cuore, tu Aesta sai cosa fare, voi due copritele le spalle».
«Che vuoi fare?» mi chiede Erix.
«Sul B8 ho buttato giù un paio di progetti, l'unica cosa da fare è confondere il loro olfatto». Prendo una piccola bomba, palleggiandola nella mano. «E quindi ecco qua i miei tesori, se non ho sbagliato i calcoli, dovrebbero fare un bel botto – spero solo non vadano a intaccare l'integrità strutturale».
Erix si passa una mano sul volto, ricaricando la propria arma. «E va bene, divertiti».
Sorrido, Aesta e Axel sono già pronti, uno accanto all'altra, spalla contro spalla e le pistole puntate verso il pavimento.
«Nayla! Spostatevi ai lati» le urlo; lei mi guarda per un attimo, poi trascina Zavis di lato, nel momento stesso in cui attivo la bomba e la lancio a vista nel corridoio - non mi interessa dove cade, mi interessa confonderli. Non fanno grandi danni, ma l'odore è peggio del previsto. Tossisco, cercando di ripararmi il naso e la bocca con la manica mentre Erix mi strattona l'altro braccio. Dobbiamo correre.
Uno, due spari. Un robot cade a terra a poca distanza da me, si divide in due pezzi che continuano a sfrigolare producendo scintille.
Nella nuvola di fumo, gli Altri appaiono confusi, o almeno così sembra, ma non posso perdere tempo a voltarmi indietro, a controllare se davvero non trovano più la traccia di odore che avevano seguito dalla Starfall a qui.
Ma so di cosa si tratta: è una follia. Loro sono troppi e noi non saremo in grado di contenerli a lungo: posso solo sperare che la flotta riesca a batterli sulla superficie di Minerva. Erix si lascia sfuggire un'imprecazione quando un proiettile sibila a poca distanza da lui. Axel e Aesta sono molto più avanti, riesco a vedere le loro figure in fondo al corridoio, con le ombre che si allungano alle loro spalle.
Mi fermo, prendo la mira, ma il robot si sposta all'ultimo e il colpo ferisce di striscio il braccio di uno degli Altri che ci stava cercando in mezzo al fumo. Quello si volta, ringhia, iniziando a sparare all'impazzata, mi schiaccio contro il muro di scatto spingendo Erix di lato, evitando che fossimo colpiti solo per pura fortuna.
Sento il cuore battere all'impazzata: non resisteremo molto in queste condizioni. Un colpo sparato da Erix lo fa cadere a terra dopo averlo centrato in mezzo alla fronte.
Prendo un'altra bomba, una di quelle pericolose, lanciandola nel mezzo del gruppo dei nostri avversari. La nuvola di polvere che ci ha coperto si sta dissolvendo, ma non posso nemmeno permettermi di sprecare le bombe, la riserva non è illimitata.
«Via, via!» urlo agli altri tre. Cinque secondi al botto.
L'esplosione fa perdere l'equilibrio a Aesta, mentre Axel grida il suo nome, le afferro il braccio, strattonandola per farla rialzare.
Erix è pochi passi dietro di noi, continua a guardarsi indietro, ad aver paura di un agguato. Perde solo tempo così.
Ci stiamo dirigendo a corsa verso le scale e io cerco di sistemare la mappa sullo schermo, ma è quasi impossibile, avrei bisogno di fermarmi, ma non posso perdere tempo. L'ologramma non riesce a formarsi completamente, ondeggia a ogni passo, distorcendo la mappa in varie onde. Alle nostre spalle lo scontro continua a infuriare, i nostri passi rimbombano nel corridoio. O è qualcuno che ci sta seguendo?
Mi volto indietro, continuando a correre, ma non vedo nessuno.
«Destra!» urlo loro una volta arrivati alla fine delle scale. I neon funzionano malissimo, si sta facendo sempre più buio, siamo vicini al cuore.
Non possiamo fare errori, non possiamo permettere che gli Altri si prendano Minerva.
Axel ed Erix si fermano fuori dalla porta, hanno entrambi il fiato corto per la corsa, ma siamo arrivati, siamo nel cuore di Minerva.
Li oltrepasso a corsa, Aesta si è già sistemata, vedo che le linee di codice del programma iniziano a scorrere sullo schermo prima di fermarmi alle sue spalle. Mi mordo un labbro, sperando che tutto carichi in tempo.
Continuano a sentirsi degli spari dal piano di sopra, segno che la battaglia è tutt'altro che finita.
Il comunicatore vibra, mi stanno chiamando dalla Starfall.
«Comandante».
«Cosa sta succedendo?»
«Un casino, un dannato casino!» mi risponde affranto quello dall'altra parte della chiamata. «Le quattro navi... non riusciamo a colpirle, non riusciamo a penetrare i loro scudi con la potenza dei cannoni». Abbasso lo sguardo: non riesco a non pensare a quanto possa essere terrorizzata Sayth,a quanto vorrei stringerla e dirle che va tutto bene.
Clovis, quel maledetto pianeta. Gli Altri si sono riforniti lì di tutte le loro armi, ne sono certa.
«Aesta, si può usare Minerva?»
«Non lo so... forse rischieremmo di finire tutti male se colpissero la superficie» mi risponde lei.
«Caricate Minerva, ma usatelo solo e solo se il colpo si può perdere nell'atmosfera».
«Ricevuto, passo e chiudo».
Ripongo il comunicatore al suo posto, aggrottando la fronte: senza Axel, la Starfall potrebbe anche essere tirata giù quasi subito. Dobbiamo sbrigarci prima di essere vittima di un paradosso.
Batto una pacca sulla spalla di Aesta, avvicinandomi a quei due, ma Erix mi tira indietro non appena sono vicino a lui.
«Stanno arrivando».
Annuisco. Lo immaginavo: i colpi cessati all'improvviso dal piano di sopra non erano affatto un buon segno.
«Aesta, tu pensa a fare quello che devi. Noi prepariamoci a combattere».
Mi appoggio al muro, accanto a Erix, con la pistola in mano.
«Chi c'è?»
«Kase e altri tre... se non abbiamo contato male. Potrebbero essercene altri sulle scale pronti a tenderci un agguato nel caso dovessimo scappare».
Il comunicatore vibra di nuovo, è Nayla adesso.
«Ne abbiamo fatti fuori abbastanza». Non mi sembra stia molto bene, parla in modo affannato. «Ma ne sono rimasti dieci in totale».
«Non solo i soli. Non sprechiamo munizioni» dico riponendo il comunicatore al suo posto. Ho altre due bombe, troppo poche per assicurarci la vittoria.
«Si sono fermati» dice Axel. Non è mai stato così teso, immagino sia per il fatto che è legato a Kase.
«Io ho bisogno di venti minuti, poi dovremmo essere a posto».
Guardo Aesta che si è voltata e ci sta guardando. Le faccio un cenno con la testa. «Li avrai. Fai quel che devi» le rispondo caricando la pistola. «Ci pensiamo noi a coprirti le spalle». Scivolo accanto ad Axel, in un punto meno riparato, ma da cui posso prendere meglio la mira. Conto fino a tre, prendo un respiro e sparo. È giunta l'ora di finirla.
I proiettili sibilano nell'aria, la squarciano prima di perdersi sul muro. Le munizioni stanno finendo e gli Altri sono sempre più vicini.
«Merda» sbotta Axel lanciando a terra la sua pistola. «Ho finito i colpi e non ho colpito nemmeno uno di loro!»
Mi mordo l'interno della guancia: abbiamo perso, è la fine.
«Aesta!»
Volto appena la testa a quel grido, la presa sulla spalla aumenta, quello che mi sta trattenendo prigioniera mi costringe a piegare la testa spingendo con la pistola. Siamo in ginocchio, noi tre, altrettante cavie sono alle nostre spalle, ci tengono sotto tiro.
«Ferma» mi ringhia abbassandosi.
«Non la toccare» sibila Erix, ma la cavia che lo tiene fermo lo colpisce sul collo con la pistola.
«Zitti» ci ordina.
Non so nemmeno come sia successo, come da un momento all'altro ce li siamo trovati addosso: Erix è stato il primo a cadere prigioniero, complice il fatto che non sia abituato a combattere corpo a corpo – non è mai stato il suo punto forte, sono poche le volte in cui riesce ad averla vinta sull'avversario.
Le ho provate tutte per resistere fino alla fine, ma ho finito i colpi, ho finito anche le bombe e nel momento stesso in cui ho perso l'equilibrio che ho capito che tutto era finito.
Io ed Erix ci siamo girati verso Nayla: è ferita, si tiene una mano sul fianco, ma la macchia rossa è grande e spicca sulla divisa bianca. Zavis la sorregge, ma anche lui, come me, ha un rivolo di sangue che gli cala dalla tempia.
Axel è l'unico che è rimasto immobile: continua a fissare Kase che stringe Aesta per un braccio e che ha in mano una siringa, non ho idea di quel contenga – qualcosa di brutto, sicuramente. La resistenza di Aesta è stata breve, si è spezzata nel momento stesso in cui ha realizzato chi fosse il suo avversario.
«No» mormora Aesta, fissando l'ago della siringa. «No!»
Vorrei aiutarla, fare qualsiasi cosa, ma non posso. Lei sposta lo sguardo tra me, Axel e Nayla, sta chiedendo aiuto, un aiuto che nessuno di noi tre può darle. Ci sparerebbero al minimo movimento, siamo bloccati.
Non avevamo pensato a un piano per fuggire da un'eventuale cattura, o morte o vittoria erano le nostre opzioni. O almeno così sembrava.
«Cos'è? Cos'è quello?» grida Nayla, cercando di sfuggire dalla presa della cavia agitandosi più che può.
Kase, tranquillamente, alza la manica di Aesta, quanto basta a scoprire l'avambraccio.
«Cos'è quello?» urla di nuovo Nayla.
«Per quante volte hai maneggiato il siero dell'Operatio Mortis non lo sai riconoscere adesso?» chiede Kase sorridendo dopo essersi voltato nella sua direzione.
«No... non può essere...» mormora lei bloccandosi di colpo, rimanendo con la bocca aperta, come a volersi convincere che non è vero.
Kase si volta nuovamente verso Aesta. «Ti suggerisco di fare un respiro profondo e rilassarti. Può essere mortale se ti agiti».
Aveva un piano.
Forse era questo ciò che voleva fin dall'inizio: batterci, per poi farci diventare come loro, sue pedine.
Se solo potessi raggiungere la pistola.
«Non hai bisogno di farlo... farò ciò che vuoi» si affretta a dire l'Orlan. Ho paura che non basteranno le preghiere a salvarci, che nessuno, se non noi stessi, potrà salvarci da questa situazione.
«Di nessuno di voi ci si può fidare» sentenzia Kase voltandole le spalle, chiudendo la possibilità di qualsiasi trattativa.
Aesta non ha abbassato lo sguardo, ha capito di essere in trappola, ma non sembra aver intenzione di arrendersi.
«E va bene, hai intenzione di lottare». Fa un cenno a uno degli scagnozzi, uno di quelli che non ci tiene prigionieri. Quello si avvicina, gli passa qualcosa che Kase è lesto a infilare nella bocca di Aesta.
No. No. No.
So poco dell'Operatio Mortis, ma quello basta a sapere cosa sia quel siero.
Vuole vederci crollare il mondo addosso, Aesta lega a sé troppe persone.
Kase le accarezza una guancia, sta sorridendo, vittorioso. Axel non ha mosso un muscolo.
«Sarà tutto finito presto» le dice prima di infilare l'ago nel braccio. Ho paura, Aesta non ha mai avuto quell'espressione di terrore sulla faccia, ha sempre provato a reagire e ora... ora è immobile mentre Kase continua ad accarezzarle la guancia.
Un tonfo mi va voltare di scatto: Axel si è scrollato di dosso quello che lo teneva prigioniero, riuscendo a buttarlo in terra e a prendergli la pistola e subito non esita a sparagli alla testa.
È questione di attimi, dobbiamo sfruttare l'occasione che ha creato anche se per Aesta potrebbe essere comunque troppo tardi. La cavia che mi teneva ferma lascia la presa per prendere bene la mira, ma Axel è veloce a spostarsi e il colpo va a vuoto, sul muro. Mi lancio in avanti, raccogliendo la mia pistola. Un proiettile sibila accanto al mio orecchio, mi volto di scatto: quello che teneva Erix mi voleva colpire al braccio, ma ha sbagliato lato - è il destro, non avrà un'altra possibilità per ritentare. Tutte le cavie sono a terra e Kase ci guarda per un attimo con un'espressione a metà tra il disgusto e l'incredulo, ma subito cambia espressione quando vede Axel puntargli contro la pistola.
Padre e figlio sono alla resa dei conti.
Nayla mi passa accanto a corsa, rischia di inciampare più volte, si precipita da Aesta, ormai a terra priva di sensi, urlando il suo nome e scuotendola per le spalle.
È la prima volta che la sento piangere ed è strano vederla così. Erix appoggia per un attimo la mano sulla mia spalla, poi le si avvicina e la strattona per un braccio, tirandola a sé. Lei continua a tenersi una mano sul fianco, ma colpisce ripetutamente la spalla di Erix con l'altra.
È successo tutto così velocemente che mi sembra di essere in una realtà sfalsata: non riesco a collegare cosa sto vedendo con le voci intorno a me, è diventato tutto così confuso.
«Cosa vuoi fare? L'eroe? Non ti servirà a niente: in parte rimarrai sempre come me, è una cosa da cui non puoi fuggire».
«Lo so, ma credi mi interessa? Questi qua non mi hanno mai abbandonato, perché dovrebbero farlo adesso? Sei fissato solo con l'idea che tutti debbano essere come te, stai sbagliando. Cosa volevi ottenere con Aesta?»
«Dividervi. È quel che succederà, anche se ora credete di essere uniti, anche se mi ammazzi adesso, prima o poi vi dividerete».
L'angolino buio e misterioso
Umh.
Salve?
Non vedevo l'ora di arrivare a questa parte, credo sia una delle sequenze che mi è piaciuto di più scrivere😍
Non solo per le botte e per l'angst, ma anche perché... Lo vedrete nel prossimo 😈😈😈😈
No one is safe 🤗🤗🤗
*scappa via prima che venga inseguita con torce e forconi*
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