25
«Ci hanno seguito solo l'ammiraglia e altre quattro navi!» urla Aesta distraendomi dai miei pensieri. Balzo in piedi, stringendo i pugni.
«Chiudete il portale, nessun altro deve entrare, sono anche troppi».
«Già fatto» risponde lei alzando un pollice.
«Damaris è pronto a far fuori il resto della loro flotta» dice Nayla.
«Allora digli di far qualcosa, dannazione!»
«Non ha mai saputo prendere l'iniziativa» mi risponde. «Ma sarà bene che lo faccia per una volta» borbotta digitando velocemente un messaggio.
Axel vira improvvisamente e non sono in pochi quelli a perdere l'equilibrio.
«Che fai?» gli urla Zavis. Mi volto verso di loro non appena mi rimetto in piedi, massaggiando il gomito che ha colpito il pavimento.
«Sono stufo di atterrare senza un motore perché non sono capaci di distinguerci da un dannatissimo bersaglio per le freccette» sbotta Axel riportando la nave in assetto di equilibrio.
«Axel, per i nemici di solito siamo un bersaglio» gli faccio notare.
«Vallo a spiegare alla flotta che devono colpire l'ammiraglia degli Altri e non la propria. Il colpo veniva da lì davanti: ora, dopo tutti questi anni ancora non sanno quale è la Starfall?»
Mi passo una mano sul volto dopo essermi tolta gli occhiali mentre Axel continua a borbottare.
«Ma non è un po' pericoloso?» Rivolto un'occhiataccia a Nayla. Ma sta scherzando? Sa vero che se la prospettiva non è pericolosa la Starfall nemmeno decolla? «Intendo dire il fatto di rimanere su Minerva. È un ambiente chiuso» si affretta ad aggiungere.
«Sì, ma gli Altri non ci sono mai stati e De Algy può aver parlato quanto vuole, ma quel che sa lui è una minima parte di ciò che Minerva è effettivamente» le rispondo incrociando le mani dietro la schiena e voltandomi verso Axel. «Atterra nel cuore, alle altre quattro navi ci penserà la flotta che è qui».
«Ci sono dietro: appena rallento ci potrebbero colpire con i cannoni».
«Se continui a questa velocità ci schiantiamo sui vulcani».
«Non mi interessano le vostre posizioni sul tempo e sulla geografia!» urlo ad Axel e Aesta che hanno già iniziato a litigare come al solito. «Vogliono la Starfall, non ci colpiranno se non farci precipitare. Quindi atterra e alza gli scudi! Dannazione, avete bisogno di ordini scritti per anche la più banale delle azioni?»
«Non ti avevo mai vista in battaglia, capisco perché Aesta diceva che le tue reazioni erano esilaranti». Scocco un'occhiataccia a Nayla: se continua così è la volta buona che la butto fuori bordo. Sarebbe la prima.
«Non ho tempo per questi commenti. Siamo...»
«Vivi» mi interrompe Erix che arriva a corsa all'improvviso.
«C'è qualche problema?»
«I bambini sono terrorizzati, non so come ho fatto a non uscire di testa con Sayth che strillava e Ysaac che si agitava. Ora stanno dormendo... in qualche modo... e c'è Cyd a sorvegliarli... ho pensato che vi potrebbe fare comodo qualcuno in più a combattere».
«L'ultima volta che mi sono fidata di te su Minerva è finita malissimo, ma giuro che tenti di nuovo di tradirmi passo tutto il tuo caffè ad Axel».
«Perché dovrei tradirti? Vivi, ragiona» mi dice stringendo le mani sulle spalle. «Siamo sposati, abbiamo una figlia. Cosa ci guadagnerei a tradirti adesso? Non ho nemmeno più il comando nella politica, l'unica cosa che mi è rimasta è la famiglia. Vorrei solo poter dire di essere in pace, di poter avere un po' di tranquillità nella vita. Non mi sembra di chiedere troppo...»
Mi accarezza una guancia, gli stringo la mano. «Non ci sarà mai nessuna pace se non ci ribelliamo al loro tentativo di controllo».
«Perché è così che noi ci rialziamo: senza un piano, con la quasi certezza di morire e con la potenza di un uragano!» urla Axel. «Diamo il benservito a quella testa di cazzo per una volta».
«Ti riferisci a Kase o a De Algy?» gli chiede Aesta sistemando l'assetto di atterraggio.
«A chi preferisci».
Rimaniamo in silenzio finché non tocchiamo terra: anche stavolta siamo nel cuore di Minerva, siamo alle spalle della flotta, intenta a cercare di colpire le cinque navi degli Altri.
Impegnare Kase per un po' di tempo qui potrebbe dare l'occasione a Damaris di distruggere la flotta, ma la nave di Kase ormai sta atterrando è evidente che si preparino a circondarci e che non abbiamo molto più tempo.
«Qual è la tua idea? Perché siamo qui?»
Guardo Nayla che si aspetta una risposta. «Non lo so».
Erix sospira. «Davvero ci hai trascinato ad aspettare la morte su Minerva? Puliv ti faceva troppo schifo per morire?»
Scuoto la testa, abbassando lo sguardo. «Non so cosa fare... non ho trovato niente di che mi convincesse».
Ci guardiamo in silenzio senza che nessuno riesca a trovare un piano.
«Potremmo attirare Kase all'interno del cuore e tendergli un agguato, potrebbe essere la nostra occasione per farlo fuori definitivamente!» esordisce Aesta d'un tratto.
«Abbiamo un piano, quindi?» chiede Axel.
«Un piano suicida» gli risponde Aesta.
«Non abbiamo altra scelta: o rischiamo o moriamo. A questo punto preferisco la prima, se proprio ci devo lasciare la pelle non sarà un problema farlo su Minerva».
Aesta annuisce alle mie parole, si toglie l'auricolare, appoggiandolo sui comandi. «Vengo con te».
«Date man forte alla flotta, evitate di usare Minerva il più possibile perché non ho idea di cosa succeda sul pianeta mentre si attacca con lo stesso, ma immagino non sarà piacevole» ordino all'equipaggio mentre Aesta si avvicina. «Andiamo?»
«Mi volete lasciare fuori dai guai?» strilla Axel alzandosi di scatto.
«Uno, sei il primo ufficiale. Due, sei il pilota della Starfall. Esegui i miei ordini, rimani a bordo».
«Tre, non potrei mai convivere con il pensiero di avervi lasciato andare incontro alla morte senza di me» ribatte lui incrociando le braccia.
«Fate poche storie, tutti quanti. Chi vuole morire sotto il cielo, rimanga sulla Starfall, chi vuole finirla sottoterra venga con noi».
«Incoraggiante la prospettiva. Ma ha fatto sempre così o prima lasciava un po' di spazio alla speranza?»
«Oh, no, Erix. A volte era molto peggio» risponde Aesta mettendomi una mano sulla testa.
«Del tipo?»
«Vi spezzo il collo se non vi muovete» sibilo loro. Questo, questo era il peggio che intendeva Aesta.
Le guardo una per una, quelle facce che ormai fanno parte della mia vita. Contrastano così tanto le nostre divise bianche con il terreno di Minerva, spazzato anche oggi dal vento.
Mi volto di scatto verso la nave di Kase: sta decollando, ma alcuni sono scesi - non sembrano essere in molti, ma non posso averne la certezza con la polvere che viene sollevata.
«Allontaniamoci: vogliono colpire la Starfall e restare fermi sarà la nostra condanna» dice Axel, prendendo poi il datapad e inviando un messaggio alla nave.
Quando siamo a distanza, trovo la forza di guardare la Starfall: Sayth è lì sopra, la mia bambina è lì, da sola. È terrorizzata, ne sono certa, non è sicuro per lei.
Erix mi mette una mano sulla spalla. «Saremmo dovuti rimanere su Lemuria, io e lei».
«Ma non è stato così. Gli Altri si stanno avvicinando, è bene attirarli in trappola».
«Vivi ha ragione, andiamo» dice Aesta prendendo in mano la propria pistola, accarezzando la canna. «Kase deve morire».
«Sarà strano averti a fianco, Davith».
Annuisco, stringendo i pugni. L'intero equipaggio della Starfall è a bordo, siamo scesi solo io Erix, Aesta, Axel, Nayla, Zavis e quelli del progetto Tau, tranne uno che è rimasto con i due bambini. Tuttavia, Sayth e Ysaac non sono per niente al sicuro lì sopra, non finché la battaglia continua a infuriare. Ho paura, ho paura per lei. Vorrei che fosse al sicuro, che fosse tranquilla, abbracciata al suo pupazzo.
I colpi ci arrivano alle orecchie anche mentre ci avviamo verso i sotterranei, armi alla mano, in silenzio, con il cuore che batte all'impazzata.
Sempre qui la resa dei conti deve essere.
Non abbiamo avuto il tempo di organizzarci come pensavo, ci siamo ritrovati a dover fuggire poco dopo aver messo piedi qui. Sono sicura di non aver mai messo la piantina sull'archivio informatico della Lega, De Algy non può aver fornito loro i dati.
I loro passi rimbombano nello stretto corridoio in cui ci siamo infilati per cercare riparo, ma ho paura che ci troveranno prima che io possa trovare una strada. Erix e Zavis sono di vedetta insieme alle altre cavie, Aesta e Nayla sono chinate sulla mappa, discutiamo a voce bassa sulla direzione da prendere mentre Axel cerca di mascherare la luce azzurrina della mappa.
Mi mordo un labbro, ci hanno trovato in pochissimo tempo: sono più abili di quel che si pensava e se non inganniamo i loro sensi, non vinceremo mai. Ci stiamo dirigendo verso il cuore, è l'unico luogo da cui potremmo controllare Minerva senza rischiare un paradosso che potrebbe distruggere la Starfall e imprigionare qui la flotta. Gli Altri sono sempre più vicini, qualche proiettile è sibilato alle nostre spalle, costringendoci a fermarci un'altra volta.
«Dici che era meglio se rimanevo con Sayth?» mi chiede Erix.
«Diciamo che potrebbe rimanere orfana di entrambi i genitori, cretino» gli sibilo caricando la pistola.
Due colpi vanno a vuoto lungo il corridoio, segno tangibile che i loro robot si stanno avvicinando. Faccio un respiro profondo, sporgendomi quanto basta dal muro per poter sparare. Colpisco uno dei due robot che si stavano avvicinando, cade a terra, i circuiti sfrigolano per un momento, emettendo qualche scintilla prima di immobilizzarsi.
«Copritemi le spalle» sentenzia Aesta dall'angolo opposto.
«È troppo pericoloso ancora, dobbiamo prima aprirci la strada» le risponde Axel.
«Non litigate, dannazione! Aesta, io e Axel siamo con te. Voi altri pensate a tenerli occupati» urlo loro, ma Erix mi tira di lato all'improvviso, mi scappa un gemito di dolore quando colpisco il muro: non mi ero resa conto che un robot avesse svoltato verso di noi. Se non fosse stato per lui, mi avrebbe colpito in pieno.
«Vengo con voi tre, non si sa mai».
«Non fare cose idiote, tu» dice Zavis ad Axel tirandogli uno schiaffo sul collo.
«Sta' tranquillo» risponde Axel.
Nayla tira a sé Aesta. «Non morire» le sussurra prima di baciarla.
«Sparate prima alle gambe e poi al petto, darà loro un po' di vantaggio» ordina Nayla a Zavis e alle cavie.
Axel fa un cenno con la testa, invitandoci a muoverci. Non credevo che Erix ci seguisse e dato che non conosce affatto i nostri schemi di battaglia, potrebbe quasi rivelarsi un problema.
La situazione è tragica: Kase non è da solo, ci saranno almeno dieci dei suoi scagnozzi, più quei robot. La resistenza opposta dagli altri sembra quasi inutile: i colpi rimbombano alle nostre spalle, ma sono sempre vicini e i nemici sono in numero molto superiore. Mi fermo nel mezzo del corridoio, Erix mi strattona un braccio, ma gli faccio cenno di andare con gli altri due.
E forse ho ciò che può aiutarci a portata di mano.
L'angolino buio e misterioso
*sparge ansia tipo petali di fiori*
Sì, sono cattiva, vi faccio attendere fino a domenica per resto dello scontro u.u
Non so, siete davvero sicuri di voler sapere come continua? *insert risata malvagia*
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