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«È un piano suicida, ma tanto tutti dobbiamo morire».

«Aesta, non abbiamo tempo per i tuoi discorsi filosofici!» urla Axel non appena arriva.

È giuntoil momento di decollare: abbiamo organizzato un piano in fretta, potrebbe funzionare, ma il margine di errore che possiamo permetterci è molto basso. Sono passati pochi giorni da quando siamo atterrati su Puliv, ma gli Altri non ci hanno messo troppo a trovarci: i radar segnalano navi in avvicinamento già da alcune ore. Siamo tutti tesi e sapere che il tempo che ci rimane non aiuta.

«Puntuale come la morte, una volta tanto» ribatte lei con un mezzo sorriso.

Axel la guarda male, ma si vede quanto sia preoccupato: sa di avere nelle sue mani la responsabilità della salvezza dell'intera, piccola flotta.

«Speriamo che non il motore non venga distrutto un'altra volta... il piano che abbiamo si basa su una sola ipotesi: che nessuno venga colpito».

Axel si versa una tazza di caffè mentre annuisce alle parole di Aesta. «Che vita di merda. Qualche volta vorrei non essermi mai unito alla Federazione».

«E le restanti volte?» gli chiedo alzando lo sguardo dai fogli che stavo controllando: dovremmo farcela, si tratta solo di coordinarsi per bene. Ciò che mi preoccupa è la presenza di navi che fino a pochi giorni fa erano dei nostri e che adesso sono nemici. D'altra parte ciò che ci teneva uniti era l'Atlantis e con la distruzione del pianeta abbiamo perso anche il motivo di combattere insieme.

«Ne sono più che felice» risponde lui alzando un pollice e svuotando la tazza.

Annuisco, tornando a guardare i miei calcoli: so benissimo che controllarli un'altra volta adesso è solo deleterio, che il più è fatto e che non si potrà cambiare niente, ma non riesco a staccare gli occhi dai fogli.

È una cosa che non abbiamo mai fatto e l'incertezza di quel che possa succedere una volta passati di là mette paura a tanti. Le voci su Minerva girano, a volte si tratta di racconti esagerati messi in giro dal mio stesso equipaggio per terrorizzare le reclute dopo la sconfitta dell'Alleanza, altre volte sono dettagli che si conoscevano già dal tempo della Coalizione. Finora è sempre stata la Starfall ad andare su Minerva: gli altri conoscono solo l'arma, non il pianeta. Anche a spiegare ogni mossa nel dettaglio alle altre navi, non sarà facile effettuare il passaggio senza ricevere qualche contraccolpo. In molti non ci sono mai stati, non sanno cosa gli aspetta. Chissà se è cambiato dall'ultima volta che ci siamo stati: se non ricordo male le tempeste magnetiche si dovrebbero essere attenuate e nel caso potremmo avere un po' più di sicurezza in caso di battaglia.

«Strano tu non ci abbia pensato prima a usare Minerva come difesa al posto di un sistema di attacco».

Alzo lo sguardo, osservando Erix in piedi dall'altra parte del tavolo. Tiene per mano entrambi i bambini che si guardano intorno, incuriositi e preoccupati dal via vai che c'è a bordo della Starfall: le urla degli ordini si sommano, diventando un miscuglio di suoni impossibile da distinguere.

«Perché non era quella la funzione per cui è stato progettato» gli rispondo appoggiando i fogli sul tavolo. «Tu piuttosto, cosa vuoi fare?» chiedo alzandomi.

«In che senso?»

«Non possiamo lasciarti qui, la base è condannata». Faccio un buffetto sulla guancia a Sayth che sorride. «Noi partiamo a momenti e non mi sembra di avere altre idee oltre a lasciarti o su Lemuria o su Minerva».

«Rimango qui, sulla Starfall. Perdereste tempo a riportarci su Lemuria dove mi arresterebbero sul serio questa volta visto non ho nessuna immunità politica. E su Minerva... è troppo pericoloso».

«Lero non potrebbe difenderti?» chiede Axel prendendo in braccio Ysaac e dandogli un bacio sulla guancia. «O almeno provarci?»

«Non lo so. Da quando mi sono svegliato, non ho avuto notizie di nessuno. Lero è stato l'unico, ma è un politico stimato e Harvel l'ha tenuto al suo fianco. Non mi pare giusto chiedergli di intercedere per avere pietà mentre voi siete in guerra».

«Si tratterebbe di salvare i bambini» gli dico grattandomi una guancia.

«Lo so, ma se mi dovessero arrestare a loro che succederebbe?»

Scambio un'occhiata veloce con Axel: Erix ha ragione e io non voglio perdere Sayth. La piccina sposta lo sguardo tra tutti, forse cerca di capire cosa stia succedendo.

Erix si passa una mano fra i capelli. «Non potrei nemmeno chiederlo al resto del partito: ci hanno provato a fare opposizione, ma con dieci seggi nel parlamento si va poco lontano. Dopo l'attentato, il mio partito si è diviso, contendendosi la guida e sono arrivati alle elezioni senza un programma: non hanno saputo guadagnarsi la fiducia e sono caduti nel baratro. Pensavamo di essere un partito forte, ma ci hanno messo a tacere con poco».

Axel gli dà una pacca sulla spalla. «Be', abbiamo pur sempre di qualcuno che controlli i bambini mentre noi combattiamo».

Erix alza gli occhi, si lascia andare a un sospiro rassegnato. «Il punto è uno: dove li tengo? Non possono scorrazzare qua e là».

«Nelle cabine» gli rispondo mentre il radar lampeggia, mi avvicino allo schermo: sono qui. Non abbiamo più tempo.

«Axel, decolliamo. Siamo alla resa dei conti e sembra che ci sia la Venus davanti, poi tutte navi degli Altri, sono Battle Cruise secondo il radar. Non escludo che dietro la flotta ci siano altre BC dell'ex Astrea».

«Agli ordini!» risponde lui precipitandosi ai comandi mentre gli ordini dei controlli prima del decollo si susseguono con rapidi intervalli. Stringo le mani sulla ringhiera della balaustra: non avremmo un'altra possibilità.

Siamo schierati a distanza da Puliv, anche in caso di esplosione non dovremmo ricevere danni.

«Caricate Minerva e procedete all'apertura del portale».

«Quanto ti stai mangiando le mani pur di non ammettere che De Algy aveva ragione?» chiede Aesta sorridendo appena mentre guarda Erix che cerca di calmare i due bambini che sono scoppiati a piangere.

«Lasciamo stare». Mi passo una mano tra i capelli avvicinandomi a loro. «Avvertite la flotta di tenersi pronti a portarsi su Minerva, noi per ora rimarremo fermi. Non voglio che la Starfall si muova prima di vedere come ha intenzione di muoversi Kase».

«La situazione è in stallo: le navi non si muovono» dice Aesta. «Non possiamo portali in trappola su Puliv».

«No, infatti. Il posto che ho in mente è un altro, ma ho bisogno che almeno una nave perda potenza sparando con Thanatos».

«Sta pensando a Minerva, vero?» chiede Axel.

Aesta annuisce. «Le brillano gli occhi, sa di aver fatto centro».

«Stanno caricando i cannoni. Passate l'ordine di attraversare il portale» dico loro poco dopo, anche se il tempo che è trascorso mi è parso infinito. Kase ha fatto la mossa che mi aspettavo: sperava di toglierci di torno in colpo solo. «Alzate gli scudi all'ultimo e solo in caso di estremo pericolo: voglio tutta la potenza dei motori deviata sulle armi della Starfall».

«La flotta è su Minerva» annuncia Aesta e Axel si irrigidisce, stringendo le mani sui comandi.

Mi volto indietro: Erix tiene gli occhi fissi su di me mentre abbraccia entrambi i bambini, li tiene stretti a sé, evitando che possano guardare fuori mentre la flotta degli Altri si allarga sempre di più davanti a noi, davanti alla sola Starfall.

Nessuno fiata, sappiamo tutti che siamo alla resa dei conti e che non possiamo tirarci indietro a questo punto. I miei timori si sono avverati: nelle ali della flotta ci sono le navi dell'Astrea.

Dovevano essere amici, non davanti a noi con i cannoni in bella vista.

Stringo i pugni, non sono in pochi quelli che mi stanno fissando.

«Ci facciamo inseguire da tutti su Minerva? Magari per finire in una condizione peggiore di quando eravamo con la Pegasus alle spalle».

«Sta' zitto, Axel!» gli urla Nayla. «Spero che il piano di riserva possa funzionare nel caso che la vostra follia si dimostri fallimentare».

«Hai organizzato tutto tu?» le urlo, voltandomi di scatto. «Almeno dircelo? Ho fatto passare la flotta della Federazione come un branco di idioti decisi alla morte».

«Calmati, Davith. Sapevo che non avreste avuto un piano di riserva, ho solo pensato di improvvisare nelle ore scorse. E comunque no, il processo non era organizzato, è andata esattamente come pensavo».

«Perché non l'hai detto a nessuno?»

«Ne ho parlato con Erix, lui era d'accordo, non so se si è scordato di dirtelo. Comunque: ho parlato con Damaris qualche ora fa e spero di averlo convinto che seguire Kase non sia la scelta migliore. Non so quali navi saranno disposte a tradire anche Harvel, credo abbia promesso molte ricchezze per tenerle dalla sua parte. Sa di essere nel torto, ma...»

«Quindi quelle navi dell'Astrea sono con noi o contro di noi?» le chiedo interrompendola.

«Spero con noi. L'idea di colpirli dall'interno non era scema, ma sicuramente difficile da attuare: ci ho pensato troppo tardi, ma spero davvero che Damaris per una volta sia in grado di vedere qual è l'opzione migliore. Visto che voi al processo avete reagito come tutti si aspettavano - in modo idiota, ma imprevedibile - gli Altri potrebbero credere alla fedeltà delle navi dell'Astrea».

Sospiro: il giorno in cui riuscirà a mettermi al corrente dei suoi piani in tempo potrei anche bere una tazza di caffè. «Quindi qual è l'idea?»

«Non lo so, non abbiamo rischiato di farci intercettare troppo. Aspettano il segnale per tradire effettivamente e muoversi secondo quel che ritengono opportuno».

«Spiacente di interrompere la vostra conversazione, civile - una volta tanto -, ma la loro ammiraglia ci sta puntando addosso Thanatos» si intromette Aesta. «Possiamo passare su Minerva o aspettiamo di diventare polvere?»

«Ancora non è il momento adatto a spostarci, voglio illuderli fino alla fine che abbiano la vittoria in tasca» sussurra Axel senza staccare gli occhi dal vetro.

Guardo Nayla e le faccio un cenno con la testa; lei prende il datapad e scrive un messaggio, probabilmente a Damaris. Se dovessero riuscire a dividere la flotta degli Altri dall'interno, per noi su Minerva sarebbe un grande vantaggio avere a che fare con un numero minore di navi.

Erix si alza, mi stringe a sé. «Fa' attenzione, ti prego» mi sussurra all'orecchio mentre stringo le mani sulla sua giaccia.

«Sai che è l'unica cosa che non posso prometterti» mormoro abbassando lo sguardo mentre Erix mi abbraccia più forte.

«Dammi la chiave della cabina, non posso tenere qui i bambini, sarebbe troppo pericoloso».

Annuisco, passandogli la tessera. «Ci sarà da ballare, non lasciargli troppo liberi».

«Ci penso io, ho tutto sotto controllo» sorride Erix sfilandomela rapidamente dalle dita.

«Stanno caricando Thanatos, non abbiamo più tempo» dice Axel, cercando di non far sentire la voce che trema.

«Ottimo, fanno la mossa che aspettavo. Aprite il portale di nuovo e tieniti pronto a muoverti».

Mi mordo un labbro, non mi mancava sentire il suono di tasti premuti febbrilmente mentre mi allaccio la cintura. Sarà questione di un attimo, ma l'attesa sembra far dilatare il tempo, come se quello avesse smesso di scorrere. Trattengo il respiro finché Axel non si muove: ha aspettato fino all'ultimo prima di virare all'improvviso verso il portale. Manovra azzardata, come al solito, ma efficace: il loro colpo ha mancato sia noi che Puliv, perdendosi nello spazio.

Mi passo una mano tra i capelli mentre passiamo a velocità sostenuta su Minerva: sempre qui, sempre qui la dobbiamo chiudere.

L'angolino buio e misterioso

Ehehehe.

Lo scontro con Kase è agli scoccioli e io giuro non vedo l'ora che succeda qualcosa 🤩😈

Beh, davvero per la prima parte sembrava che Vivi e compagnia fossero in sessione e dal sondaggio per ora il 60% propende alla sessione 😂

E niente😈

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