22
«Non ti vedevo così nervosa dal giorno del nostro matrimonio» commenta Erix mentre il terzo tentativo di annodare la cravatta va a vuoto.
«Apri bocca un'altra volta e ti ammazzo io, cretino» sibilo in risposta voltandomi verso di lui.
«E allora non vi difendo».
«Erix, sei un cretino!»
Si alza dal letto, prendendo in braccio Sayth che sbadiglia, si sveglia e gorgoglia qualcosa. «Sai che le ha fatto Kase?» mi chiede accarezzandole i capelli.
«Sul B8 abbiamo incontrato delle cavie del progetto Tau, Sayth era con loro. Da quel che mi hanno detto, gli ha dato del filo da torcere strillando. Non so se avrebbe voluto farle del male, ma alla fine si è servito di lei solo come ostaggio per cercare di mettere la Starfall con le spalle al muro. Ho preso qualche decisione idiota dopo aver avuto la notizia da Lero... mi sono vista crollare il mondo addosso».
«Loro no cattivi» sentenzia Sayth incrociando le braccia.
«Dimmi che non l'hanno attirata con il cibo».
«In che modo credi che tu possa ottenere la sua fiducia, cretino?»
«Cibo!» risponde Sayth battendo le mani.
Erix annuisce, dandole poi un bacio sulla fronte. «Mi dispiace di non essere stato in grado di reagire. Mi ha colpito prima che mi rendessi conto della sua presenza».
Gli accarezzo una guancia. «L'abbiamo ritrovata, smettila di piangerti addosso. L'importante è stare tutti bene: verrete con noi, così non dovremmo separarci. E poi, se non fosse stato per lei non avremmo mai trovato nemmeno le cinque cavie. Tranquillo, ce la faremo! E, stavolta, sul serio scriveremo il nostro epilogo».
«Pappa» mormora Sayth agitandosi tra le sue braccia.
«Adesso andiamo, tesoro».
«Credete che possiate vincere e ottenere qualcosa a pianificare nell'ombra come prendere di nuovo il potere voi due insieme? Avevate nelle vostre mani tutto, ogni cosa: c'era una sola famiglia al comando della Lega, ma nonostante tutte quelle belle parole, poco era effettivamente cambiato sull'Atlantis con il passaggio dalla monarchia alla repubblica!»
Erix socchiude gli occhi: Harvel adesso non è andato piano nella sua accusa e Damaris prima ha parlato contro la Starfall con toni che nessuno aveva mai usato.
Non posso fare niente, se non incassare il colpo dovuto alle parole del nuovo presidente: è stato inutile cercare di separare la vita pubblica da quella privata? Quella era l'unica idea che non volevamo dare, ma forse avevamo una visione distorta della realtà.
Fuori c'è una guerra e qui dentro si sta discutendo su che corso far prendere alla storia. Ma io non posso fare molto, mi sento le mani legate. È stato Erix a far valere le nostre – e le sue – ragioni, a difendere tutto quello per cui abbiamo combattuto dall'inizio della creazione della Lega.
Il silenzio è calato, ma le parole di Harvel ancora riecheggiano nella stanza. Trattengo il respiro, sto aspettando che Erix dica qualcosa, ma anche lui è immobile, con le mani appoggiate sul leggio. Non credo si aspettasse questa accusa.
Anche Axel è teso: continua a stringere le mani sulle cosce, mordendosi un labbro. Aesta, seduta alla mia sinistra, mi sta massacrando il polso, nella speranza di calmarsi. Nayla non si è mossa di un millimetro da quando il processo è iniziato, continua a fissare Damaris negli occhi, sembra quasi lo voglia incenerire sul posto e lui sembra vacillare: ha perso la sicurezza che ostentava, ma non conoscendolo a fondo potrebbe essere solo l'ennesima impressione sbagliata.
Harvel continua a gettarci addosso le accuse, una dopo l'altra. Sta puntando il dito contro di noi e contro Erix, è chiaro che voglia toglierci di mezzo, che per lui rappresentiamo un pericolo. Forse davvero il governo è in combutta con gli Altri, forse siamo davvero ai confini del vuoto.
Ho paura.
Erix mi guarda, so che è in difficoltà: forse è stata una mossa poco intelligente farci difendere da lui che è stato capace di saltare da una parte all'altra senza troppi problemi ed evidentemente troppo legato alla Starfall.
Abbiamo sempre ignorato quelli che mettevano sotto accusa il nostro matrimonio, evidenti scopi politici era il grido della fazione opposta, ribattevano su quella cosa che noi, almeno per il matrimonio, non abbiamo mai considerato.
«Adesso basta!» urla Axel scattando in piedi e facendomi sobbalzare. «Se volete arrivare a dire solo che la Starfall pensava di tradire per la parentela che lega me e Kase, per il fatto che Nayla abbia continuato il progetto dell'Operatio Mortis, ditelo e basta! Non importa tirare in ballo la nostra permanenza su Clovis, per altro ben comunicata alla flotta dato che l'incarico alla Star Opal era stato dato da Vivi in persona. Avanti, accusateci. Abbiamo le prove per smontare le vostre inutili accuse una per una. Credete seriamente che se mi fossi voluto unire agli Altri avrei fatto passare così tanto tempo? Kase me l'ha proposto almeno quattro volte, gliel'ho rifiutata cinque». Infila una mano in tasca, sbattendo sul tavolo una ricevuta. Si vede perfettamente il simbolo di Clovis: è quella del pagamento dei materiali per le riparazioni.
«Nessun affare è stato fatto con gli Altri, nessun accordo segreto. Credete anche per una bambina di quasi tre anni sia facile sopravvivere come ostaggio? Chi di voi non si sarebbe mosso a sapere il proprio compagno sull'orlo della morte e il proprio figlio prigioniero, indipendentemente dal sesso, età, religione, credenze e importanza politica? Pensate davvero che l'essere al comando possa cancellare ciò che l'animo umano prova? Noi non siamo gli Altri ed è su questa unica cosa che possiamo contare per vincere».
Axel mi guarda per un attimo, poi fissa Harvel.
«Signori della corte, ho finito» sentenzia sedendosi nuovamente mentre un mormorio confuso si leva nella sala. Axel si passa una mano tra i capelli, prendendo poi un sorso d'acqua. «Non importa che mi fissiate come se avessi appena fatto il discorso del secolo» mormora rivolgendoci un sorriso. Aesta alza entrambe le sopracciglia.
«È quel che hai fatto» gli dico.
Erix sospira, scuote appena la testa, massaggiandosi gli occhi: è stato colto in contropiede da Axel, come tutti.
«Sì... però...» Damaris non riesce a trovare qualcosa su cui ribattere, sposta lo sguardo tra Axel e Harvel, cerca un qualche appoggio che nessuno sa dargli.
Ha spiazzato tutti un'altra volta e a questo punto sembra che le carte si siano rovesciate a nostro favore.
«Vista la vostra presunzione nei confronti della Starfall e del suo equipaggio, a cui in molti si sono opposti, rimanendo inascoltati, venendo relegati nell'ombra, rimarranno nell'Astrea solo le navi dell'Andromeda. Quelle che per anni sono state al comando della Starfall lasceranno il pianeta. Non condividiamo i metodi che avete usato verso la nostra ammiraglia, quindi abbiamo deciso di fare ciò che voi non condividete. La decisione è unanime, non ci saranno ripensamenti, pertanto non chiedete nemmeno di riflettere» annuncia il comandante della Star Fire.
Appoggio la fronte sul palmo della mano. Io a tutto puntavo fuorché alla guerra civile.
«Siete degli idioti» sentenzia Erix non appena usciamo.
«È la nostra specialità metterci nei guai» sorride Axel facendogli l'occhiolino. Zavis lo colpisce sul collo con uno schiaffo più forte del solito e Ysaac gli afferra il bordo della giacca, cercando di difendere Axel mentre Sayth continua a girarci intorno, con l'intenzione di acchiappare la coda del gatto di Nayla, che li segue con lo sguardo, preoccupata più per Jacob che per Sayth.
«Ovvietà a parte. Axel, Aesta andate a sistemare la nave per il decollo. Vi raggiungo il prima possibile, ho convocato gli altri per discutere della partenza».
«Dopo tutto sto casino tu decidi di parlamentare con Kase?» sbotta Erix allargando le braccia.
«Gli altri comandanti, cretino!» gli rispondo trattenendomi dal tirargli uno schiaffo.
«Ah, scusa, non avevo inteso. Vengo con voi, prima che lei finisca ciò che Kase ha iniziato» borbotta ad Axel e Aesta, prendendo in braccio Sayth che gli da un bacio sulla guancia. Equipaggio cretino, marito cretino e addio sanità mentale.
Mi massaggio le tempie. «Che vita di merda» mormoro dirigendomi verso il luogo prestabilito per l'incontro.
«Quindi?» chiede Axel non appena salgo a bordo.
«Partiremo. Ci dirigiamo alla base di Puliv: è stata dismessa e non è più utilizzata. Il governo è quasi certamente in combutta con gli Altri e noi abbiamo poche navi per combattere bene, potremmo solo sperare che tutto giri nel verso giusto».
«Quante?» chiede Nayla.
«Massimo cento».
Lei ed Erix si guardano, per poco non scoppiano a ridere. Per loro quello è un granello di polvere visto che l'Andromeda è stata una delle flotte più ampie di sempre.
«Solo?»
«Sì, Erix. È tutto ciò che abbiamo e ce lo dobbiamo far bastare».
Sayth mi afferra una gamba, indicando Ysaac che le sta tendendo un pezzo di plastica che deve aver trovato per terra. Erix si alza, passando poi al bambino un biscotto.
«Prova così, vedrai che le piace di più» gli dice accarezzandogli la testa mente Zavis osserva divertito la scena.
Ysaac si avvicina titubante, continuando a tendere il biscotto mentre Sayth lo osserva, poi, all'improvviso, gli strappa il biscotto di mano, portandoselo subito alla bocca.
«Come si dice?»
Lei alza lo sguardo, mi fissa per un attimo poi spezza il biscotto in due, passandone un pezzo a Ysaac.
«Grazie» sussurra prima di nascondersi dietro di me.
«Hai qualcosa con cui farli giocare insieme o sulla Starfall ci solo cose mortali?» mi chiede Erix alzandosi dal pavimento.
«Ingranaggi!» gli dico senza esitare.
«Bombe!» aggiunge Aesta.
«E caffè!» conclude Axel.
Erix si passa una mano sul viso. «Qualcosa di adatto a due bambini».
Sospiro. «I pupazzi di Sayth. Sono nella mia cabina».
«Vivi, avrò bisogno di una cosa prima o poi, sai?»
«Se è un aumento giuro ti spezzo il collo, Axel».
«No, non stavolta... cioè potrebbe anche andare, eh. Però volevo qualche consiglio su come crescere un bambino. Voglio dire, di sicuro hai molta più esperienza di noi».
«Ci penso io per ora, non mi pare di avere molto da fare» dice Erix alzandosi e prendendo Sayth per mano.
«Io non so se sia più strano Axel che si sposa, Nayla sulla Starfall o Erix amorevole» dice Aesta versandosi una tazza di caffè.
La guardo male. «La Starfall non ancora in volo. Volete farci arrestare tu e quell'idiota del primo ufficiale? Decolliamo. Immediatamente».
Aesta sbuffa. «Erix, ti prego, pensaci tu ai suoi nervi». Il sorriso che si distende sulla sua faccia non promette niente di buono. Gli lancio un'occhiataccia, è bene che rimanga a controllare i bambini e basta.
«Decollo consentito» gracchia l'interfono. È Harvel a parlare. «E così... questo è un addio».
«Un addio voluto, predisposto da voi» gli rispondo secca. «Complimenti, ci avete costretto ad andarcene da quella che per anni è stata la nostra casa. Ce ne andremo, ma sappiate che la maggior parte di chi sta per decollare, ha promesso di tornare su Lemuria: noi non stiamo fuggendo. Noi vogliamo vincere la guerra, con o senza l'aiuto del governo in carica. Abbiamo avuto contro quasi l'intero universo già qualche volta...»
«Almeno cinque» commenta Axel mentre gli lancio un'occhiataccia. Sono otto le volte, nove con questa, in cui si siamo trovati da soli di fronte al vuoto.
«Sappiamo cosa fare e saremo noi a scrivere questo epilogo». Mi volto verso i due ai comandi. «Darinell, Rayegan. Decolliamo».
L'angolino buio e misterioso
E no, niente, Axel fa cose, Erix fa il padre (sapete quei personaggi che dovevano essere secondari e poi prendono il comando della situazione? Ecco, però lui è al contrario. Giuro che la mia idea all'inizio su di lui era che fosse un po' a BadBoi. LOL, uguale).
E vabbè, da qui in poi sarà guerra, quindi preparatevi u.u
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