Capitolo 2

Ajan stava finalmente tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Era notte e faceva un gran freddo.
La luna era alta nel cielo e illuminava la strada che stava facendo a piedi il ragazzo.
Non c'era nessuno, tranne le stelle che decoravano il cielo notturno.
Ad Ajan piaceva molto vedere quei piccoli puntini luminosi, ma quella notte era davvero stanco e, soprattutto, pensieroso.
Stava pensando alle parole del suo amico, a quando gli ha detto che era meglio dimenticare quella ragazza....quella principessa... quello splendore. Era completamente impossibile fargliela dimenticare.
«Stai ancora pensando a lei, vero?» disse una vocina proveniente dalla sua spalla.
Era così preso dai suoi pensieri che non si accorse che il suo piccolo kwami gatto si era seduto sulla sua spalla dolorante a causa del lavoro.
«Plagg, nasconditi. Non puoi farti vedere.» gli ricordò il ragazzo, sussurrando.
«Ma non c'è nessuno.» ribattè il kwami guardandosi intorno.
Infatti Ajan l'aveva già notato, ma era lo stesso preoccupato.
«Comunque non mi hai ancora risposto.» continuò Plagg.
«Mh?» si riprese dai suoi pensieri il ragazzo.
«Stai ancora pensando a lei?» ripetè il kwami.
Intanto Ajan era arrivato a casa ed entrò.
«Come faccio a non pensare a lei? Ai suoi corti capelli neri come la notte, ai suoi occhi azzurri come il giorno? E il suo sorriso...» non finì la frase che si mise a sognare ad occhi aperti.
«Dimentichi che lei è una principessa e tu uno schiavo.» sbuffò Plagg.
«Ora non ti ci mettere anche tu.» disse seccato il ragazzo per poi sospirare.
Il kwami si rattristì quando notò la sua tristezza. Ajan non era un ragazzo che diventava triste molto spesso. Aveva sempre un sorriso stampato in faccia e illuminava tutti con la sua felicità.
«Ma sai Plagg...– continuò Ajan mentre usava una scala di legno per arrivare in cima. Arrivò sopra la casa e si mise a guardare le stelle. –Mio padre diceva sempre di non perdere mai la speranza e di inseguire i miei sogni, qualunque essi siano».
Plagg lo guardò seduto sulla sua spalla «Ti manca, vero?».
«Sì, un po', ma non importa. Ora ho te e...Medinet.» rispose il ragazzo sorridendo.
Chiuse gli occhi e lasciò che un po' di vento gli rinfrescò il viso.
Il kwami sorrise e fece lo stesso.

«Tikki, guarda!– esclamò Medinet, indicando il cielo notturno –Guarda quante stelle!».
«Già, questa notte ci sono davvero tante stelle.» notò la kwami, avvicinandosi alla finestra dove la ragazza ammirava tutti quei puntini luminosi.
Una scia luminosa apparse nel cielo.
«Guarda, una stella cadente!» disse Medinet indicandola.
«Presto, esprimi un desiderio!» l'avvertì Tikki.
La ragazza ci pensò un po'. Cosa poteva desiderare? Aveva un gran palazzo, un'ottima posizione sociale ma una cosa mancava nella sua vita...una cosa importante...
«Desidero l'amore...– annunciò alla fine. Dopodiché si girò verso la kwami –...l'amore del Dio Gatto».

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