6 ◌ Chemistry Book

Doppio aggiornamento, buon Natale.

«Ok ricominciamo daccapo» chiese esasperato Michael girando sulla sua sedia della scrivania, prima di rivolgere uno sguardo di suppliche ad Harry e Louis che erano seduti l'uno vicino all'altro, ai piedi del letto, con le spalle perfettamente dritte e la schiena perpendicolare al pavimento, mentre si tenevano la mano. Forse quella stretta era bisognosa di sicurezza, loro non si sentivano di quel mondo e avevano paura. Si consideravano uno l'unica certezza dell'altro.

«Louis, prima tu te ne prego» incitò il ragazzo dai capelli lilla l'immortale dagli occhi blu, il quale sembrava il solo tra i due a saper parlare tranquillamente senza dover mettere nel discorso parole come "orsù". Che diavolo voleva dire?

«Ripetendo il nostro racconto, Harry è stato rapito da suo padre Ade, il Dio degli Inferi. Questo fa di Harry un semidio, dato che sua madre non è una dea ma una mortale che ha consumato il suo amore con il Dio. A me è toccato andarlo a salvare, mi è stata forgiata la spada con il quale ho sfidato Ade, ma abbiamo avuto il nostro lieto fine, con l'aiuto di Eros che, inoltre, ha deciso di donarci un bambino, mettendolo sul nostro cammino, chiamato Ashton e, beh-»

«Ok, Harry continua tu»

«Perché a me fai dire la parte brutta?» borbottò Harry scattando come una molla ed incrociando le braccia al petto con fare autoritario, Michael in cambio ridacchiò e incrociò le gambe.

«Non è la parte brutta, bensì quella che ci aiuterà a capire tutto!»

«Va bene, d'accordo. Eravamo al pozzo famoso di Atene quando ho mandato Ashton a prendere una cosa nella nostra abitazione, così che lasciasse soli per un attimo me e Louis. Poi abbiamo sentito un urlo di una voce femminile provenire dal pozzo e ci siamo entrambi avvicinati ad esso, finché non abbiamo visto una luce e, beh, siamo qui» spiegò Harry rilassando i muscoli e lasciando che un sospiro rassegnato abbandonasse le sue labbra piene. Louis tentò di consolarlo e si accoccolò contro il suo petto, lasciandogli un bacio sul collo che lo fece sorridere, mentre Michael guardava la scena abbastanza contrariato. Tutti che erano innamorati, e poi c'era lui.

Vuoto, solo. Diana diceva sempre che secondo lei lui e Luke avevano bisogno di sano sesso, magari anche tra loro, ma entrambi arrossivano sempre e negavano la proposta, forse più per imbarazzo che per effettiva mancanza di voglia. Luke era il ragazzo di cui Michael era innamorato da quando aveva praticamente dodici anni, solo che Luke sosteneva di essere etero, tanto da stare con Tonya Glynne, una delle cheerleader più ambite dalla squadra di football. Anche se sia Diana, sia Michael, erano convinti che fosse tutta una copertura.

Pensando al diavolo... il telefono di Michael vibrò sulla scrivania e i due immortali sussultarono dallo spavento, prima che lui potesse rispondere.

«Luke, dimmi» sospirò il ragazzo dai capelli viola passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Non erano più così tanto amici da quando aveva iniziato a frequentare quelle persone di alto ceto sociale a scuola, quindi non pensava di poterlo chiamare migliore amico, né pensava di potergli raccontare l'accaduto nonostante fosse l'unico insieme a Diana ad intendersi quantomeno di queste cose.

«Sto passando da te Mikey per prendermi il libro di chimica, ricordi che te l'avevo prestato in mensa mercoledì?»

«Sì, lo ricordo, ma pensavo di potertelo dare domani a scuola» sgranò gli occhi il ragazzo con il telefono in mano guardando i due sul letto rannicchiati e spaventati dallo smartphone parlante. La mamma non era in casa e aveva evitato le sue domande sui due, ma Luke Hemmings come poteva evitarlo?

«Mikey domani abbiamo il test di chimica, come potevi mai darmelo domani?»

«Oh che cazzo ne so, Lucas» si innervosì Michael alzandosi dalla sedia girevole per prendere quel dannatissimo libro di chimica, che cadde sulla scrivania facendo un tonfo che fece spaventare ancora di più i ragazzi, che urlarono entrambi.

«Cos'erano quelle urla? Mikey, sto arrivando!»

«Porca Eva»

«Chi è questa Eva?» chiese titubante Harry, che venne fulminato prontamente dallo sguardo di Michael che aveva fin troppi problemi in quel momento e non poteva certo passare una buona mezz'ora a spiegar loro chi fosse Eva.

«Io invece ho voglia di sapere cos'è quello e perché parla e si illumina!» annuì convinto Louis, alzandosi in piedi autoritario mentre indicava il cellulare in questione stretto nella stretta nervosa di Michael. Quest'ultimo borbottò qualche parolaccia, prima di prendere il libro sotto braccio e aprire la porta della sua camera, girandosi poi a guardare i due ancora fermi nelle proprie posizioni.

«Volete fare merenda, Amore e Psiche

«Comunque tra i due io sarei sicuramente Eros» la bocca di Louis era così tanto stracolma di toast al formaggio che non era chiaramente comprensibile ma Harry riusciva a capirlo sempre, anche a bocca piena.

«Per quale motivo dovresti essere tu? Io dovrei davvero fare la parte della donzella mortale? Non ci sono neanche mai nato mortale io, Lou!» borbottò contrariato Harry mantenendo lo sguardo saldo su quello di Louis nonostante stesse per afferrare con le mani un pezzo del suo toast, prima di portarlo alla bocca.

Erano visibilmente diversi: Louis era avventato, un cuor di leone, determinato in ogni suo piccolo gesto o discorso; Harry invece amava la grazia e la tranquillità ed ogni suo movimento era dannatamente delicato che non poteva non esser definito gentile e fatto con il cuore. Probabilmente era per questo motivo che erano innamorati persi l'uno dell'altro, perché erano due facce della stessa medaglia, due fiori dello stesso stelo. Erano complementari.

Il campanello della porta gli distrasse dalla loro accesa conversazione nata solo dal soprannome che Michael aveva donato loro poco prima di uscire dalla camera del ragazzo.

Lo studente dai capelli viola sussultò prima di sgranare gli occhi verso l'ingresso e deglutire successivamente. Aveva sempre questa paura iniziale di incontrare Luke che andava dissolvendosi una volta avuto davanti. Si trascinò verso la porta prima di aprirla e la visione che gli fu riservata azionò dei pensieri davvero vietati ai minori.

Luke Hemmings era un ragazzo molto alto, con delle spalle larghe che preferiva fasciare con delle camicie, a volte a tinta unita a volte a quadri, accompagnate dai suoi iconici skinny jeans neri e le sue inconfondibili Vans nere. E poi il suo sorriso brillava due volte in più con quel dannatissimo piercing al labbro.

«Mikey, come stai, tutto bene?» entrò velocemente in casa mentre Michael era ancora tutto preso ad assimilare ogni singolo dettaglio del suo corpo con calma, pensava che non ci fosse alcuna fretta per la perfezione da ammirare. Scosse velocemente la testa ma ormai era troppo tardi, Luke aveva placcato la porta con le sue enormi spalle ed era entrato, prendendo il viso di Michael tra le mani per muoverlo delicatamente a destra e a sinistra accertandosi che stesse bene solo guardandolo in quegli occhioni verdi che l'avevano sempre fatto impazzire.

Perché sì, era da stupidi non ammettere che anche Luke, iniziato il primo liceo, aveva iniziato a provare attrazione fisica -e non solo- per Michael, perché era così diverso dalla massa, non era come gli altri, spiccava di colore nella miriade di grigio che il mondo offriva. E i suoi occhi, anche solo uno sguardo per i corridoi della scuola riuscivano a rallegrargli la giornata.

Ma Luke era troppo popolare per permettersi di poter essere definito gay.

Michael dopo essersi reso conto di essere stretto dalla forte presa di Luke scosse nuovamente la testa ed imprecò, porgendogli il libro che aveva accuratamente preso prima di andare alla porta e sbatterglielo sul petto.

«Sto benissimo Luke, grazie, ora puoi andare amico!»

«Oh, quindi lui è tuo amico? Ciao, noi siamo Harry e Louis.» Ok, probabilmente non poteva andare senza una spiegazione.

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