16 ◌ Prediction

Non solo aggiorno in tempo, dedico questo capitolo a @hilaritas, ti adoro e scusa per oggi. 

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«Oh no, davvero Harry? Ragazzo lasciami i miei spazi.»

Luke e Michael si guardarono sconcertati, con gli occhi strabuzzati per la voce che avevano udito nella loro mente. Non pensavano che fosse tutto vero fino a quel momento. Credevano ad ogni storia della mitologia greca e se qualcuno avesse chiesto loro se credevano o meno anche in Bigfoot, probabilmente avrebbero detto sì. Le mani dei ragazzi erano strette tra loro come morse senza pietà, avevano paura di perdere il contatto con il dio se solo avessero mollato la presa.

«Ade, devi aiutarci» Louis prese coraggio e parlò al Dio, mentre Luke pensava che probabilmente in quella casa non c'era mai stato così tanto silenzio come in quel momento critico.

«Non dirmelo! Pensavo mi aveste convocato per una cena di famiglia. E poi, tu che mi chiedi aiuto? Non mi dimentico certo la tua spavalderia, oceano» la nota di ironia pizzicò le sue corde vocali ma, dopotutto, era il Dio del Male, di conseguenza l'inventore del sarcasmo.

«Neanche io dimentico la tua cattiveria, padre» lo ammonì il semidio. Louis aveva dato prova del suo coraggio sguainando la sua spada verso il Dio degli Inferi, lì nel suo Regno. Aveva fatto breccia nel cuore dell'intero Olimpo pur di salvare il suo amato ed era stato generosamente ricompensato con il dono dell'immortalità, così da vivere per sempre al fianco della sua anima gemella.

«Devi aiutarci» ripeté Louis, ancora più spavaldo. Non aveva paura di Ade, non più almeno. O forse non aveva mai avuto timore di quel Dio, nella sua vita.

«Quanto siete ripetitivi, voi due. Piuttosto, mi interessano questi due altri ragazzini pronti al peccato. Tipo tu, apri gli occhietti, biondino» la figura di Ade ballava nelle fiamme verdi che si erano formate sul tavolo, al centro del cerchio che avevano formato. Una lingua di fuoco indicò al Dio di prendere il mento di Luke così che si risvegliasse dal sogno. Quando Luke sentì il tocco caldo sotto il mento, aprì gli occhi spaventato, incontrando quelli infuocati della divinità, e deglutì terrorizzato.

«Per esempio questo biondino è pronto al peccato. Uhm, vedo dei pregressi di bestemmie e- aspetta- autoerotismo? Davvero? Ah, mi stai scadendo, mi eri quasi simpatico, ora sembri mio figlio» levò subito la mano disgustato dalla pelle candida del ragazzo, slittando verso Michael che aveva aperto gli occhi curioso per godersi la scena. Il cambio repentino di emozione da curioso a spaventato fece ridere il Dio, che gli prese le guance strette in una mano e voltò il suo capo per scrutarlo meglio.

«Cattiveria nel sangue: quello che mi piace. Sarcasmo acuto, disprezzi l'umanità. Ecco quello che mi piace. Potrai fare strada Michael Clifford.»

«Come sai il mio nome...» Michael aveva paura, terribilmente. Il suo viso era in fiamme -e non perché lo aveva tra le mani il Re dell'Inferno.

«So i nomi di tutti i mortali che mi seguiranno qui in questo bel posto chiamato Inferno, dai moderni. In effetti, lo preferisco al mio nome, Ade. Deve essere solo il mio nome, non anche del luogo che tengo in custodia. Certo, mi chiamano in tanti modi, quello più carino a parer mio è Belzebù, ma sono il solo ed unico Ade nell'universo, e ho anche io i miei poteri»

«Hai terminato di gonfiare il tuo ego, padre?»

«Noioso, ecco cosa sei. Un figlio noioso» roteò gli occhi la figura mistica davanti ai ragazzi, prima di girarsi nuovamente verso suo figlio ed incrociare le braccia al petto, rizzando la schiena. La figura era possente, tutta d'un pezzo. Le iridi nere erano circondate da piccole lingue di fuoco verdi, indossava un completo nero di smoking, ma andava a fuoco. Sembrava un ologramma, non era realmente lì presente con loro, ma questo lo sapevano tutti e quattro. Louis lo fissò in cagnesco, pronto ad attaccare se solo fosse stato necessario, mentre Harry aveva ancora lo sguardo sconvolto, stava sprecando tutte le sue energie pur di tornare a casa.

«Ti ho invocato perché tu risponda alle mie domande, soddisfacendo i miei dubbi» la voce di Harry tuonò nell'abitacolo, tanto che fece strabuzzare gli occhi ad Ade, lasciando che la sua espressione di stupore fosse seguita da una puramente soddisfatta ed orgogliosa.

Finalmente mio figlio non è più una palla al piede, pensò.

«Padre, qual è il nostro fato? Perché io e Louis siamo finiti nel futuro, e al posto nostro in Grecia ci sono gli amici di Luke e Michael?» chiese ora con gentilezza Harry. Michael aveva intenzione di ribattere specificando che Calum Hood non era propriamente suo amico, forse più di Luke data la loro popolarità in comune, ma comunque non aveva intenzione di interrompere quel momento tra padre e figlio piuttosto inquietante.

«Hai visto gli Inferi, Harry. L'aldilà non è più governato da me. Zeus ha deciso di prendere in custodia le anime che in vita sono state buone, portandole con sé nel cielo, lasciando a me quelle che neanche in punto di morte hanno saputo redimersi. Non c'è più l'agonia del voler tornare in vita per vedere i propri cari, nessuna delle mie anime piange il passato. Sono tutti convinti che se fossero ancora in vita, potrebbero fare di peggio. Prima era bello, bello quando Orfeo voleva liberare la sua amata, quando anche Louis è venuto a riprenderti. Si amava anche dopo la morte. O meglio, io godevo di questo privilegio: vedere le anime buone anche dopo la morte. Ora c'è corruzione, perversione, brutalità, non vedo altro da più di ottocento anni» la voce profonda di Ade narrava in modo soave, cullando i due mortali e rapendo l'attenzione degli immortali. Tutti i ragazzi si domandavano cosa, però, tutto questo centrasse con il loro destino.

«Ci sto arrivando. È questo ciò che tu e Louis dovete fare. Cercate il modo di entrare in quello che i moderni chiamano Paradiso, cercate di convincere Zeus a lasciare che le anime non vengano più distinte per le proprie azioni in vita e che non vengano divise brutalmente come ormai è legge. Ma che vivano sempre insieme anche nell'aldilà, come in vita. Sono stanco di vedere ragazzi come voi sul Monte Purgatorio che camminano per l'eternità alla ricerca di un'eterosessualità che non hanno mai sentito parte di loro in vita, stanco di vedere gli ipocriti che hanno condotto una vita peggiore di tutte le mie anime cattive ma che in punto di morte hanno chiesto scusa al Supremo. "Sono tutti uguali davanti alla morte", ma poi vengono divisi per merito.»

«Il mio- il nostro lavoro sarebbe quello di... eliminare la discriminazione...»

«Partendo dal Giudice?» Harry e Louis non facevano altro che finire le frasi dell'altro a vicenda e, per quanto ad Ade questa cosa risultasse non poco ridicola ed imbarazzante, doveva anche lui ammettere che era davvero incredibile il lavoro che Eros aveva fatto con le sue frecce.

«Io ho capito» Luke parlò, dopo tanto che era stato in silenzio, si era goduto il racconto inebriato dalla voce del Dio senza però prestare realmente attenzione a ciò che nelle righe l'immortale stava chiedendo.

«Questa divisione superiore, ha fatto sì che Ade perdesse l'anima pura di Agape.»

Il Dio si voltò di scatto e con una mano infuocata entrò nel petto di Luke, insinuandosi nel suo cuore. Fu un gesto inaspettato da parte di tutti e alquanto crudele, ma non era intenzionato a fargli del male, solo a controllare la sua anima. Andò aldilà del cuore anatomico, aldilà della scienza, insinuandosi nell'anima e nel cuore infinito che Luke portava nel petto. Lo accarezzò, notò quanto fosse immenso. Annuì certo che non ci fosse della malizia in quei pensieri e in quei sentimenti, poi ritornò al suo posto abbandonando il corpo del ragazzo che, in quel momento, aveva smesso di respirare.

«Ti hanno separato dalla mamma?» Harry domandò, una volta che Ade si ricompose nella sua posizione di partenza, con le braccia conserte e l'immagine di un uomo severo improntata sul viso.

«Sì. Non ho più la sua anima con me, perché era troppo pura per la corruzione alla quale sono stato abbandonato. Harry, Louis. Luke, Michael. Eliminate la discriminazione dal mondo moderno, e Brooke e Calum potranno ritornare qui e voi in Grecia.»

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