13 ◌ Αριονι
—Arione.
Il cavallo era così possente da oscurare completamente le nostre tre figure ed ombre con la sua stazza. Era dritto lì davanti a noi, il manto scuro e lucente e la criniera scura come l'essenza del Male, quasi non notava la nostra presenza. Il suo amuleto legato al collo risplendeva sotto i raggi del sole, conteneva della molu, l'erba miracolosa estirpata da Hermes per aiutare Odisseo contro la maga Circe. Non pensavo potesse esistere davvero, ed invece era proprio lì, a pochi centimetri dal mio naso. Brillava, le sue radici erano nere, il fiore bianco, ma emanava questa luce blu... che fosse il riflesso del mare?
Chi osa disturbare Arione? Il cavallo parlò ed inclinò appena il collo verso il basso, finendo dritto davanti a Calum che sgranò gli occhi e lentamente si fece indietro. Non sembrava un grande amante degli animali. Ashtōn si inchinò, prima di prender parola.
«Io, Ashtōn, figlio degli dèi e fratello di Eros, mi sono permesso di disturbare Arione sotto comando di Hermes, signore.» La sua voce era ferma, la schiena ben eretta come un soldato, perpendicolare alla terra, davanti al muso dell'equino gigante.
«Perché l'ha chiamato signore se è un cavallo, D» sussurrò al mio orecchio il ragazzo dietro di me.
Fai sul serio?
«Non lo so Cal, sta' zitto» lo zittii velocemente per paura di esser buttata in mare da quel cavallo dalle dimensioni considerevoli, che fortunatamente non sentì il commento di Calum.
E dunque qual è il volere del Messaggero degli Dei? il cavallo sembrava che muovesse solo le labbra, la voce che sentivo era parte dei miei pensieri e non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile. Notai che Calum stesse constatando la stessa cosa, date le sue mani sulle orecchie e la sua espressione sconvolta sul viso.
«La molu, Signore. Questi giovani viaggiatori hanno bisogno di sapere il loro destino per tornare a casa e riportare indietro Hārry e Louīs, e solo l'oracolo del mare ha le risposte che cercano» il biondo continuò a parlare verso il cavallo, aveva addrizzato la schiena perfettamente e aveva unito le mani dietro di essa, come se fosse un soldato in attesa dell'ordine. Il cavallo sbuffò prima di scuotere la grande testa, facendo così ondulare la lunga criniera nera perfettamente sposata con la pelle scura. Inaspettatamente poi, avanzò con il passo e raggiunse Calum, finché non si trovò faccia a faccia con il muso davanti al naso del ragazzo, guardandolo negli occhi -per quanto possibile.
Lui dovrà guidare la spedizione da qui in poi. Disse Arione.
«Cosa?» fu la reazione di tutti e tre, Calum stesso compreso, alle parole dell'equino. Nulla togliere a Calum ma, uhm, non era affatto adatto ad ogni genere di avventura. Storia sullo sport sì, ma spirito di iniziativa per esplorare pari a zero.
Ecco il perché di tanta sorpresa. Ma il cavallo sembrava irremovibile, non aveva espresso un'emozione al nostro stupore, semplicemente era lì davanti a Calum che lo fissava negli occhi scuri cercando di infondergli tutta la calma che poteva possedere in corpo.
«Prendi questo talismano e mettilo al tuo collo. Dovrete incamminarvi verso il fondale marino, non lasciatevi trasportare dalla corrente e tenete i piedi saldi sulla terra. Ci sarà un relitto se proseguite sempre dritto, allora potrete iniziare a nuotare. Cercate un vaso, in esso potrete mettere il talismano che potrà condurvi all'oracolo.»
Perfetto.
«Avessi capito una parola...»
«Calum e che diamine! Va bene, grazie Arione. È stato un grande piacere!» spazientita dall'enorme perdita di tempo slacciai il pendente dal collo del cavallo infilandolo al collo di Calum. Lui scrutò ogni mio singolo movimento ed io trattenni il respiro, prima di sentire il muso dell'animale sulla mia schiena.
«Dimenticavo, l'oracolo risponderà solo dopo un gesto di amore puro. Non parlerà mai con due persone se tra loro non scorre buon sangue» non aggiunse nulla di più, decise di allontanarsi senza congedarsi ufficialmente. Aveva lasciato quell'aria di intrigo nell'aria, tutti e tre lo stavano guardando mentre trottava sulla sabbia allontanandosi da noi è abbandonandoci in balia del mare.
Ashtōn, che durante le parole di Arione non aveva azzardato neanche una sillaba, si ricompose e tornò in sé.
«Bene, rimarrete qui»
Cosa?
Non avevo nessuna intenzione di rimanere bloccata nel passato, così tanto nel passato da poter anche far estinguere la mia stirpe -sempre se avessi avuto il coraggio di crearne una. Volevo ritornare a casa, dal mio computer sempre pronto per me, dai miei libri e dalle prese in giro per il mio cognome e il mio soprannome. Preferivo ritornare al lieve bullismo di cui ero vittima che rimanere a marcire nel passato con Calum Facciofintadiessergay Hood.
«Non sarà così» dissi con determinazione guardando negli occhi Ashtōn che non smetteva di togliere lo sguardo dal mio. Era affascinante e dovevo davvero riconoscerglielo, ma doveva imparare a provare più sentimenti. Sembrava come l'opposto di Eros, soffriva di atarassia.
«Diana, hai l'ottimismo di una dea, ma sei cocciuta come un mulo.» Il suo sorriso mirava a ledere il mio ma non sapeva ancora quale fonte pura di determinazione avesse davanti. Non ero certo una che si faceva abbattere da un flebile insulto come quello, soprattutto da uno che si era dimostrato incapace di provare emozioni fin a quel momento.
«Non ti permetto di parlarle in questo modo, solo io posso parlarle così.»
«Calum, risparmiamela, so difendermi da sola. E sì, sono cocciuta. Ora, mio grande ed apatico fratello di Eros, vorresti spiegarci come potremo raggiungere il fondale marino senza morire annegati, o dobbiamo far finta di ammirare te?»
Calum soffocò una risata al mio fianco e Ashtōn si limitò a fulminarci con lo sguardo, prima di superarci e dirigersi nel mare, fino a che l'acqua non toccò le sue ginocchia. Il ragazzo al mio fianco era più che propenso a seguirlo, io un po' meno. Speravo che prima spiegasse e poi agisse.
«La molu ha il potere di creare una barriera intorno a chi la porta addosso, in questo caso Calum, che a quanto pare dovrà guidare questa spedizione. Io vi dovrò abbandonare qui, ma mi ritroverete al vostro ritorno. Diana, per quanto riguarda te, basterà stare vicino a Calum per assorbire il potere della molu e respirare sott'acqua.
Rimarrò qui fino al vostro ritorno, non sono pessimista ma alquanto realista: la spedizione si concluderà solo con l'aprirsi del varco per parlare con l'oracolo, ma questo avverrà solo con un atto di amore puro e, siamo sinceri, c'è più alchimia tra Diana e me, che tra te e lei» gesticolò in modo teatrale il ragazzo greco, facendo ondulare i ricci mentre muoveva la testa in modo egocentrico riferendosi al ragazzo che si stava sempre più spazientendo al mio fianco.
Sapevo come poteva sentirsi in quel momento Calum. Nessuno credeva in lui, nessuno confidava nelle sue capacità. Anche a scuola era sempre stato così, lui era quello che era bravo sul campo da basket, ma che dietro un banco di scuola faceva schifo e non poteva migliorare. Una condizione sociale dalla quale ti liberi solo dopo tanti sacrifici, un'etichetta che cerchi di tagliarti da dosso ma che comunque lascia il segno. E la scarsa fiducia di Ashtōn nei confronti di Calum era solo un punto a nostro sfavore, lui aveva bisogno di qualcuno che credesse in lui per poter affrontare tutto quello, per trovare la forza e portarci tutti a casa. Quella missione sembrava volerci protagonisti di un destino individuale ma complementare, io avevo una strada e lui un'altra, ma per qualche motivo queste strade dovevano incontrarsi, e allora dovevamo rimanere uniti.
Decisi quindi di essere la prima persona nella storia dell'umanità a credere in Calum Hood.
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