Capitolo 9

Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare; e se non succede niente si beve per far succedere qualcosa.
(Charles Bukowski)

SHARON'S POV

«Ti hanno mai detto che potresti partecipare a gare di corsa clandestine?» mi dice Isaac «Io direi che potresti fare un provino per fast and furious» ridacchia Derek facendo ridere anche me.

Aubrey scende dall'auto con sguardo triste, scommetto che di mezzo c'è quel demente di suo fratello. Le vado incontro e la stritolo tra le mie braccia. «Non rovinarti questa serata per un coglione» le sussurro all'orecchio, annuisce afferrandomi per mano e ci dirigiamo verso l'entrata della discoteca.

«Thompson» ecco come un semplice cognome può incidere su tutto, ci sono i pro e i contro di questo e io raramente utilizzo il mio cognome però al momento non posso fare altro che assecondare la mia amica. Il bodyguard ci fa passare avanti ed entriamo in questa enorme discoteca.

Le luci soffuse riflettono tutta la zona della pista da ballo, lo scenario che mi si presenta davanti è quello di ogni singola discoteca. Ragazzi che si mangiano la faccia, ragazzi ubriachi, ragazzi fatti. Inutile essere ripetitivi questa è la gioventù e purtroppo faccio parte anch'io di questo circolo vizioso.

«Vado a prendere da bere. Vieni con me?» urla Aubrey per sovrastare la musica, annuisco e la seguo al bar. Ordiniamo due tequila e iniziamo a bere facendo commenti poco casti su ogni ragazzo che balla. Al terzo bicchiere entrambe siamo ubriache. Aubrey mi tira per un braccio «Bene, lo vedi Isaac? Ora inizia il terzo step, vai lì ti strusci su di lui e James impazzisce» inizia a ridere da sola e io con lei.

Scuoto la testa come una bambina e quando sto per andarmene, Aubrey mi porta in pista spingendomi tra le braccia di un tizio. Ballo da sola e rido spensierata come non mai. «Bambola» il tizio poggia le sue mani sui miei fianchi stringendoli, non intende lasciarmi andare a quanto pare «Leva le tue luride manacce dal mio corpo!» fa un sorriso che di rassicurante non ha niente «Suvvia rilassati e divertiamoci un po'» inizia a tracciare il profilo del mio viso con le sue dita ruvide, ho brividi di puro disgusto.

Mi avvicino a lui e gli sussurro lentamente un "Lo hai voluto tu", nel giro di tre secondi gli tiro una ginocchiata nel punto dove non batte luce e lo stendo a terra. Tutti mi fissano «Beh che avete da guardare? Continuate a ballare no?» sfodero uno dei miei sorrisi migliori e quando mi giro vedo James. I suoi occhi sono più scuri del solito.

Prende il tizio per il bavero della giacca e inizia a dirgli cose spiacevoli. Tocco la spalla di James e finalmente mi calcola «Tutto bene? Ascolta io non sono qui per fare il baby-sitter» rido, certo che è proprio bello quando si incazza «Tesoro ma io non ti ho chiesto nulla, come hai potuto vedere ho messo a tappeto un ragazzo senza il tuo aiuto» gli faccio un occhiolino e mi dirigo verso l'uscita. Prendo il cellulare dalla pochette e invio un messaggio a Aubrey dicendole che vado via, a lei ci penserà suo fratello.

Entro in auto e accendo il riscaldamento. La temperatura qui inizia ad abbassarsi, segno che l'inverno a New York è già arrivato. Quando parlo di inverno penso solo alle feste natalizie, in particolare alla mia famiglia. Abbiamo sempre passato il Natale a Boston con tutti i parenti, sia di mio padre sia di mia madre. Ogni anno io ed Ethan, una settimana prima della vigilia partiamo per Sharm El Sheikh.

Perché andare a Sharm el Sheik?

Immaginate di immergervi in un mare meraviglioso pieno di vita, tra colori , pesci pagliaccio, pesci angelo, pesci palla, tartarughe, coralli di ogni sfumatura e forma e natura incontaminata, un vero paradiso per gli dei mare. Immaginate il tramonto che dipinge di rosa il deserto e l'isola di Tiran.

Immaginate il blu della notte ed un cielo puntellato di stelle come non lo avete mai visto. Semplicemente fantastico!

I miei pensieri vengono interrotti da quel demente di James che picchietta freneticamente con il dito sul finestrino. Sbuffo e lo abbasso «Che c'è?» apre lo sportello, mi solleva dal posto guida con le sue possenti braccia e mi sposta a quello affianco «Che diavolo credi di fare?» si volta verso di me e mi guarda dall'alto al basso «Andiamo a casa» mette in moto e partiamo.

Non mi va di iniziare una conversazione o meglio una discussione. Appoggio la testa sul sedile e fisso la strada, piccole goccioline d'acqua iniziano a ricadere sui vetri del finestrino.

La pioggia è un momento rilassante dove si è sollevati dai propri problemi e dalle proprie preoccupazioni, c'è silenzio, nessuno che chiacchiera, la pioggia risucchia tutti i rumori finché non c'è soltanto lei. Si sente solo il ticchettare delle gocce di pioggia contro le finestre, il rumore lieve delle macchine che scorrono sulle pozzanghere, l'umidità che odora di polvere e terra.

Per alcuni la pioggia è solo un fastidio o una trappola perché non permette né di uscire di casa o dal riparo, se ci si trova all'aperto, per altri è un'opportunità per non fare niente, o meglio fare quello che più ci piace con quella sensazione di malinconia. Sono come la pioggia. A volte calma, a volte disastrosa. A volte silenziosa, a volte rumorosa.

«Hai intenzione di fissare ancora per molto il finestrino?» mi domanda James, siamo davanti all'appartamento, mi volto verso di lui e gli monto a cavalcioni sul posto guida.

Il vestito si alza molto fino in vita «Piccola se volevi scoparmi bastava chiedermelo» porta le sue mani sui miei fianchi e li stringe, lentamente mi accarezza la gamba e il mio corpo come il cuore si riempie di brividi «Sai James non so se sono ubriaca o meno però questa posizione non mi dispiacerebbe neanche da sobria» mi guarda come solo lui fa e quel blu che tanto mi attira mi immobilizza «Mhmh... sì sei decisamente ubriaca» con il palmo della mano destra mi accarezza il volto «Non è vero!» metto un finto broncio proprio come una bambina.

«Sai non vorrei rischiare un calcio nelle palle domani, vedi questo» dice indicando il cavallo dei suoi jeans «è molto richiesto» vediamo se gli faccio avere un'altra erezione.

Porto le mie mani sulle sue spalle, avvicino la mia bocca al suo orecchio e glielo mordo «Vediamo se riesci a non saltarmi addosso» sussurro e inizio a leccare e mordere con i denti e con la lingua il suo lobo, aggiungo anche il movimento del bacino così mi ritrovo a spingere la mia intimità verso il suo membro già duro che preme verso la mia coscia. «Dovresti cavalcarmi senza vestiti» comprimo di più i nostri corpi e un verso gutturale gli esce dalle labbra.

Avvicino le mie alle sue, si sfiorano ma non si toccano abbastanza da far nascere un bacio. La sua mano tocca il mio ventre e credo proprio che sia il momento di mettere fine a questo giochetto «Non mi imbamboli con il tuo sguardo, non sono come le altre quindi dovresti sapere che per entrare nelle mie mutande ce ne vuole a meno che non sia io a volerlo» sussurro sulle sue labbra.

Ricordo di aver sentito che mi chiamava bambina in presenza dei suoi amici, il nervoso riaffiora, mi avvicino ancora di più e potrei aver notato che sta deglutendo.

«So che non sei come le altre, vorrei placare però questo problemino» dice facendo riferimento al suo amichetto «James io non sono una bambina, ho più esperienze di te» gli faccio un occhiolino alludendo anche al sesso e boccheggia guardandomi con fastidio. Apro lo sportello e scendo dall'auto «Le chiavi me le restituisci domani. Notte James» dico salutandolo con la mano ed entro sculettando nel palazzo.

Credo che l'effetto dell'alcol mi sia passato, penso soltanto a quanto mi sono divertita con così poco. So perfettamente quali sono le sue intenzioni e non otterrà nulla così facilmente.

Forse sono stata un tantino provocante ma deve capire che con la sottoscritta non si gioca.

Appena arrivo in camera lancio i tacchi in aria, i miei piedi piangono. Mi spoglio e indosso un semplice pigiama grigio con dei fiocchetti rosa. Mi stendo sul letto e afferro il cellulare, noto vari messaggi.

Ethan❤️
Insomma mi chiami solo di sera? E poi quando cazzo aspettavi a dirmi che sei a New York? E soprattutto perché non mi hai detto che c'è la possibilità che tu vada a Miami per due settimane?

Brianna🍪
Potrei aver detto qualcosa a tuo fratello... non uccidermi ma sa essere molto persuasivo e lo sai bene. Ti amo anch'io! 😁

Victoria🛍
Tieniti libera per febbraio! Si inizia con gli
scatti 📸

Mamma❤️
Dopo Miami ti obbligo a venire a Boston. E non voglio sentire scuse!

Aaron
Chiamami

Mi conviene chiamare adesso Ethan altrimenti dopo si incazzerà di più di quanto lo sia già ora. Uno squillo, due squilli... «Ehi fratellone!» esclamo uscendo dalla camera per andare a prendermi un bicchiere d'acqua «Un cazzo! Sharon perché non me lo hai detto?» cerca di calmarsi ma non gli riesce tanto facilmente «Io volevo dirvelo però non so neanche se è sicuro! Insomma Ian non mi ha fatto sapere nulla» dico per poi sorseggiare l'acqua da questo strano bicchiere azzurro. Assomiglia a un coniglio.

«Non dirmi che ci ha provato con te quello stronzo, perché vengo lì e lo spezzo. Già non sopporto il tuo fidanzatino, adesso mi tocca subire anche quel decerebrato del tuo professore» scoppio inevitabilmente a ridere. Ethan sa ogni cosa di me, gli ho parlato anche di Aaron e la sua risposta sapete quale è stata? È gay. Cioè Aaron Flores gay.

Okay ammetto di averci pensato anch'io ma con chi? E perché non me lo ha detto? Insomma lo avrei capito e poi cazzo viene a letto con me! «Respira Ethan. Domani chiamo Ian e gli chiedo un po' di cose sul test o meglio sul risultato» fa un enorme sbuffo «Mi manchi sorellina! Manchi anche a mamma e papà, e soprattutto a quei morti di figa dei miei amici» nasce un sorriso spontaneo sulle mie labbra.

«Piuttosto parlami dei tuoi programmi a New York» mi attorciglio una ciocca di capelli e inizio a raccontargli un po' di cose, dato che sono le 03:00 del mattino, e non ho assolutamente voglia di staccare la telefonata, gli dico che domenica partirò per Boston o Miami, chi lo sa! Gli parlo delle mie amiche e drizza subito le orecchie, è molto amico di Brianna ma entrambi si vedono come amici e nulla di più, anche se non mi dispiacerebbe vedere Ethan con una delle mie amiche.

«Oh Sharon salutami James» a quel nome il mio cuore inizia a battere «Ehm certo ma tu come fai a conoscerlo?» «James era quel bambino che ti fissava insistentemente per il quale decisi di farti vestire da maschio» spalanco gli occhi con un scatto e mi tornano in mente vecchi ricordi «ETHAN ANDERSON» prendo un altro respiro per tranquillizzarmi e poi continuo a parlare «Mi stai per caso dicendo che i lividi delle mie gambe o i bernoccoli a causa delle pallonate erano di quel tipo?» strillo con voce acuta, sono sulla punta di una nevrosi.

«Beh sì! Comunque ti faccio un ultima domanda e dopodiché andiamo entrambi a nanna... Ci ha provato con te?» inizialmente non capisco la domanda, dopo collego che si riferisce a James «Può essere» rispondo vaga giusto per farlo innervosire. Lo immagino mentre gesticola e sbatte il piede sinistro a terra «Andiamo Sharon! Sono tuo fratello» mi «Scusa per quale motivo dovrei dirtelo?!» «Semplicemente perché mi ami e poi quell'idiota ha sempre fatto pensieri poco casti su di te! Tu non ricordi, lui neanche probabilmente, ma io sì! Cazzo se ricordo e fidati appena saprà che sei mia sorella ricorderà il mio pugno sul suo bel faccino» spalanco la bocca, sono scioccata.

«Notte Ethan» chiudo la chiamata prima che possa dire qualcos'altro.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top