Capitolo 26

Togli il "non" dalla frase "non posso".
(Samuel Johnson)

JAMES'S POV

Non so cosa sarebbe potuto succedere, ma non mi importava, ero pronto a prendermi tutto di lei, anima e corpo.

Ero pronto a fondermi con lei non solo sotto le lenzuola.

Certo, avrei faticato con un tipo del genere ma ne sarebbe valsa sicuramente la pena. Come non è semplice lei non lo sono neanch'io, anzi, la maggior parte delle volte tendo ad essere impulsivo e a vedere sempre il prossimo come un avversario da battere.

Mi ripeto da tempo la stessa domanda...

Sono pronto?

Beh sono giunto alla conclusione che posso provarci per me, per lei, per noi.
Basta ascoltare il cervello, il vortice di domande, i dubbi, basta. Si può riporre fiducia anche nel cuore delle volte senza ricorrere al cervello e qualunque cosa sia nata tra me e Sharon, voglio portarla a qualcosa di concreto.

Preferisco vivere, divertirmi, esagerare, ma non tornare a casa col rimpianto, la paura, di non aver fatto qualcosa... piuttosto col pentimento di aver fatto più del dovuto.

Rischiare senza pensare alle conseguenze.

Si cresce, si cambia e si matura insieme. Detto da me è strano, ma ci voglio provare sul serio, in fondo sono solo delle esperienze che si fanno nel corso della vita, belle o brutte che siano, da esse si impara sempre qualcosa.

Posso mentire ai miei amici, ma non a me stesso e sono stufo di negare l'evidenza.

Litigare con lei mi piace.

Ridere con lei mi piace.

Scherzare con lei mi piace.

Scopare con lei mi piace.

Lei mi piace.

Siamo gli opposti di l'un l'altra, siamo due calamite che si attraggono.

Sharon è vera adrenalina per il mio cervello e il mio corpo, peggio della droga o di qualsiasi altro sballo.

Perfino il suo sorriso mi eccita anche se l'idea di vederla ridere con un altro mi irrita ed è quello che sta succedendo in questo preciso momento con Peter Wars.

«Smettila di fissarla, sembri un maniaco» sussurra Isaac «Tu non sei da meno dato che ti stai letteralmente mangiando con lo sguardo Joseline» sottolineo il nome della sua conquista e in risposta ricevo un leggero pugno sul braccio.

«Bene ragazzi, ho posizionato al centro del tavolo un po' di patatine, sandwich e roba varia, perciò servitevi pure» «Fratellino dove hai messo l'alcol? Insomma senza alcol non c'è divertimento o meglio senza la vodka!» esclama Peter stringendo con un braccio le spalle di Sharon «Anche senza alcol ci si diverte» senza volerlo lo dico in modo molto brusco.

Peter sorride maliziosamente sollevando l'angolo sinistro della bocca e giuro che non ho mai voluto picchiare così tanto una persona «Hai ragione amico! Ci si diverte di più sotto le lenzuola vero Sharon?» perché cazzo lo chiede a lei? Cosa cazzo c'entra lei in questa conversazione?

«Tappati la bocca Peter» parla acidamente Sharon, ma il suo amico sembra che voglia sfidarla «Altrimenti? Usiamo le corde? Ti ricordo che ero io quello che puniva» Aubrey parla con Lucas sussurrandogli qualcosa a me incomprensibile, Victoria fissa il soffitto e Brianna incita con lo sguardo a Sharon di fare a qualcosa «Hai detto bene, eri e ora se permetti diamo il via alla festa e non uscirtene con qualche cazzata sennò non sarai più il mio gemello preferito» dopo questo lascia il salotto e trascina con sé quell'idiota.

«Potete spiegarmi cosa cazzo è appena successo?» sbotto e da un momento all'altro potrei esplodere peggio di un petardo.
«Vado a prendere l'alcol, credo che ce ne sarà bisogno, Aubrey vieni con me?» si dilegua sparendo dalla mia visuale con mia sorella che mi fa un sorriso a mo' di scuse.

Fisso Victoria e Brianna aspettando delle risposte «Allora? Qualcuno è in grado di darmi qualche spiegazione?» Joseline solleva gli occhi al cielo e fa un passo avanti incrociando le braccia al petto «Ascolta ma tu chi diamine ti credi di essere? Bene, te lo dico io, sei il fratello di Aubrey, un nostro amico presumo, e hai scopato più volte con Sharon, fine. Non farti film mentali o altro perché non sei nessuno per sapere cosa c'è stato prima del tuo arrivo qui a Washington e ora se permetti divertiamoci e non rimuginiamo sul passato» prima che possa dire qualcos'altro tornano tutti e si accomodano sul divano come se non fosse successo nulla.

I secondi scorrono, i minuti passano, le ore si velocizzano.

Sono seduto su questo stupido divano come un coglione e l'unica mia consolazione sono questi sandwich al tonno, il resto può andare a farsi fottere proprio come i miei buoni propositi per la serata. Sono incazzato e mi sento abbandonato.

Joseline stranamente non colpisce e non urla contro Isaac, anzi ridono insieme e lei arrossisce, mia sorella scherza con Lucas, e le due coppiette ne approfittano ogni minuto buono per scambiarsi quantità eccessiva di saliva.

Sharon? Sparita, volatilizzata, andata.

E io che volevo parlarle. Ci provo a fidarmi della gente, ma come si può vedere questo è il ringraziamento e da un momento all'altro potrei scoppiare. Ho bisogno di vederla, di parlarle, di baciarla.

«Allora ho preso vodka, tequila, whisky, gin e rum. Lucas abbiamo finito il brandy, ricordati che dobbiamo comprarlo altrimenti svengo sul serio» entra in scena il coglione con una serie di bottiglie tra le braccia e un sorriso che ti verrebbe sul serio la voglia di fargli perdere quei denti che si ritrova.

Appoggia le bottiglie sul tavolo e con lo sguardo la cerco nella stanza, quando la vedo il mio cuore batte più forte, ma osservandola meglio provo solo disgusto e rabbia per essere arrivato tardi.

Ha i capelli arruffati e le labbra sono più gonfie, più rosee, e di certo non per i miei baci. Sposta lo sguardo su di me e la vedo che mi sta supplicando di non lasciare andare quello che c'è stato tra di noi, di resistere ancora un po'.

Scuoto la testa e per il nervoso mangio un altro stupido tramezzino, mi guarda confusa e come un bambino metto un broncio e questa volta smetto veramente di fissarla.

I gemelli iniziano a riempire i bicchieri mischiando alcol con altro alcol e nel giro di pochi secondi bevo già quattro bicchierini di vodka e rum, la testa più leggera sì, ma mi sento fottutamente sobrio.

Si siede accanto a me e inalo il suo odore di vaniglia e cocco. Anche lei ha bevuto, non come me, ma lo ha fatto. Chi ha perso sul serio la testa è Peter, non regge molto l'alcol e sta parlando con un vaso. In questo momento penso a come sarebbe fargli fumare una canna, davvero divertente nelle condizioni in cui si ritrova.

«Ti stai annoiando?» mi domanda Sharon con i suoi due occhioni da cerbiatta e in questo momento vorrei divorare lei e non quegli stupidi sandwich.

«Oh certamente! Non si nota? Alcol e amici, cosa potrei chiedere di meglio?» cerco di nascondere il mio fastidio e di evitare di chiederle se ha baciato quella stecca di Peter, non spero ma non voglio neanche crederci.

Poggia la sua piccola mano sulla mia e la stringe «Io e te dobbiamo parlare e chiarire un paio di cose, e detesto ammetterlo ma scusa per come mi sono comportata stamattina, sono solo stressata» dice a un soffio dalle mie labbra, le accarezzo una guancia e al mio tocco chiude gli occhi.

«Ti voglio» in tutti i sensi ma evito di dirlo adesso «Ora» sussurro a un millimetro dalle sue labbra. Si alza dal divano e mi porge la sua mano che prontamente afferro stringendola con la mia. Peter ci fissa ma non commenta, mentre suo fratello assottiglia lo sguardo.

Usciamo dal salotto e Lucas ci viene dietro «Sharon lo sai che ti voglio bene, ma ti prego non fatelo in camere a caso, utilizzate il bagno degli ospiti e dopo disinfettalo» Sharon arrossisce e tira uno schiaffetto sul petto di Lucas, mentre io sorrido maliziosamente.

Arriviamo in bagno, chiude la porta a chiave e si siede sul bordo della vasca da bagno. Mi appoggio alla porta e incrocio le braccia al petto, non mi sono scordato delle sue labbra.

«Che c'è?» sbuffa e solleva gli occhi al cielo. Io la strozzo.

«Perché hai le labbra gonfie da quando sei tornata con Peter? Vi siete baciati? E cosa voleva dire quello che ha detto prima su te e le lenzuola?» e ci provo a mantenere la calma, ma è più forte di me, non riesco a mantenere il controllo.

Si alza dalla vasca e mi si avvicina «Dovevo parlargli di alcune cose e mi ha baciato, ma l'ho respinto subito» evita le altre mie domande «Ah certo, ora funziona così tra amici. Parlando ci si bacia, capisco» dico sarcasticamente trucidandola con lo sguardo «A questo punto aprigli anche le gambe, sai come rimpatriata tra amici» mi punta un dito contro e mi guarda con rabbia «Non scambiamo i ruoli, qui la puttana sei tu» sputa con disgusto queste parole così velenose.

«E va bene, calmiamoci ma puttana non sono perché quando dico che mi sto frequentando solo con te è vero» «Se mai mi stai scopando e non frequentando» dice ridendo «Ma tu me lo lasci fare! Ti lasci scopare dal sottoscritto, non attribuire tutta la colpa su di me. È vero, mi sono divertito con tante ragazze, ma da quando conosco te e scopo con te, non sono più andato da nessun'altra e so che detto da me ha poca credibilità, ma credimi quando ti dico che non sono andato più con nessuna da quando ci sei tu» la imploro con lo sguardo e lentamente si addolcisce «E tu credimi quando ti dico che non volevo essere baciata da Peter, ma da qualcun altro»

Cinge con le sue braccia i miei fianchi e poggia la sua testa sul mio petto, a mia volta la stringo a me «Ah sì? E da chi?» sembro davvero un bambino, ma voglio sentirmelo dire dalle sue labbra «Da un bel ragazzo alto e tatuato con due occhi blu come il mare, ti basta?» «Decisamente» dico prima di appropriarmi delle sue labbra.

La bacio con prepotenza, ma allo stesso tempo dolcezza, voglio toglierle il sapore di altre labbra e lasciare solo il mio passaggio.

«Torniamo di là, gli altri ci staranno aspettando» le lascio un ultimo bacio e annuisco anche se mi sarebbe piaciuto festeggiare con una sana scopata, pazienza, sarà per la prossima volta.

Torniamo ai nostri posti precedenti e la stringo tra le mie braccia «Ragazzi mi dispiace interrompervi in questo modo, ma è il momento delle mie fantastiche battute» urla Peter e suo fratello china la testa rassegnato. Sharon solleva gli occhi al cielo e sbuffa. «Di che genere di battute si tratta?» chiede Isaac, aggrottando le sopracciglia «Oh fidati, preferiresti non saperlo» dice Joseline tirandosi leggermente le punte dei capelli.

Il deficiente si alza in piedi e sale sul tavolo, fa un respiro profondo per poi aprire quella dannata bocca «Sapete dove muore un benzinaio? In para diesel» l'unico a ridere è Caleb che riceve un'occhiataccia da Victoria «Era divertente» «Sentite questa. Due casseforti  si incontrano: che combinazione»

«Per favore cambiamo discorso, le mie orecchie sanguinano» Joseline esausta di strofina il viso.

«Sharon stai preparando la valigia?» chiede Victoria e la ragazza stretta al mio fianco fa uno dei suoi sorrisi da capogiro.

«Ovviamente! Ho comprato dei bikini davvero sexy» la stringo più a me «Spero che li indosserai pensando a me» sussurro al suo orecchio facendola arrossire.

Peter sembra riprendersi e lancia una veloce occhiata nella nostra direzione «Oh e dimmi piccola, si vede il bellissimo neo?» e a quella domanda mi sento ancora più confuso.

Nella mia testa vorticano tante domande senza alcuna risposta. Sharon si stringe più a me e lancia un'occhiata omicida al suo amico.

«Di quale neo parli?» chiedo in modo cauto, anche se sono rigido come una corda di violino.

«Non lo ascoltare James, non sa quello che dice, è ubriaco» e mi incanta con i suoi occhioni.

«Del minuscolo puntino al seno destro» biascica Peter prima di scendere dal tavolo e stendersi sul pavimento.

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