Capitolo 18

Nella vita tutti noi abbiamo un segreto indicibile, un rimpianto irreversibile, un sogno irraggiungibile e un amore indimenticabile.
(Diego Marchi)

SHARON'S POV

Tranquilla Sharon, sei alle prime armi ed è normale che ti senta in questo modo, è normale che ti trattino tutti come una novellina, è normale che tu non svolga solo le tue mansioni.

È normale.

Continuavo a ripetermelo da un paio di giorni e oggi per fortuna era l'ultimo, l'ultimo mio giorno da schiava in questa stupenda ma dannata azienda.

La prima settimana è stata presa come una sfida tra me e gli altri colleghi. Osservavano ogni mio fottuto spostamento, peggio di uno stalker! Sono persino entrati nel mio ufficio rovistando nel mio computer e cancellando dei dati importanti.

Io lavoravo e loro si prendevano i meriti da Trisha, se solo avesse saputo che quasi ogni giorno i suoi dipendenti rubavano il mio lavoro impeccabile.

Il mio compito era quello di segretaria solo ed esclusivamente per Trisha e non di barista verso tutti gli uffici. Spero soltanto che questo viaggio venga apprezzato sul mio curriculum vitae, almeno tutti questi sacrifici saranno ripagati in qualche modo.

Oggi ho il turno continuato perciò uscirò da qui verso le 18:30/19:00, molti dipendenti sono in ferie e io mi annoio terribilmente. Ho consegnato il lavoro già svolto a Trisha, quindi non mi resta che osservare queste piccole quattro mura arancioni e giocare con la penna ascoltando il suo fastidioso ticchettio.

Afferro il cellulare e chiamo Joseline, la più saggia del gruppo. Al terzo squillo risponde «Ehi bella mora» «Jos... come va lì?» la sento sbuffare «La tua carissima amica Victoria, ha avuto la geniale idea di inventare gli amici newyorkesi di Aubrey e la nostra casa è ridotta in un porcile!» dice urlando «Mi stai dicendo che Thompson è a casa nostra?» questa volta sono io a urlare «Quale dei due?» dice ridendo «Ehi Sharon! Qui c'è un'orgia pazzesca, non puoi assolutamente capire!» urla Brianna, ma oggi urlano tutti?

Le sento bisticciare «C'è ancora qualcuno?» «Buon pomeriggio piccola» sussulto sentendo la sua voce così schiarisco la mia e riacquisto quella piccola lucidità che mi è rimasta con lui e i suoi dannati occhi «Ciao anche a te James, vorrei sapere che diavolo ci fai in casa mia con i tuoi amici» lo sento sghignazzare in sottofondo «Diciamo che abbiamo voluto farvi una piccola sorpresa» «Stronzate. Voi sapevate che io non ci sarei stata e di certo non siete venuti per Aubrey, quindi per quale motivo siete lì?» riformulo la domanda.

«E va bene ci hai scoperto, Caleb voleva vedere Victoria e così le ha fatto una sorpresa e da quando siamo arrivati, ovvero stamattina, stanno tastando il letto» oh e così quei due ci danni dentro sul serio, avrei bisogno anch'io di un po' di relax

Magari con James

«Derek e Brianna invece si stanno scambiando molta, ma molta saliva e magari... oh sono appena saliti in camera, credo che anche loro ci daranno dentro» dice ridendo «Okay, basta non voglio sapere altro» sbotto infastidita.

«Guarda tesoro, proprio ora mi scoperei una delle tue amiche ma sono attratte dai miei amici» «Ah-ah divertente, spero tu stia scherzando » a un tratto non parla più «Infatti scherzo perché vorrei sbattermi solo te in tutti i modi possibili» una vampata di calore si insidia nel mio corpo, soprattutto nel mio basso ventre.

Deglutisco «M-ma cosa dici!» dico balbettando. Andiamo adesso balbetto? Questo è il colmo «La verità. Tu non puoi capire ma la mia mente ti ha immaginato in mille posizioni diverse, una più sconcia dell'altra e ti giuro che appena il tuo fottuto volo atterrerà qui, metterò in pratica tutte queste mie fantasie erotiche su di te»

Sto per avere un collasso. Non ce la faccio. Cazzo vorrei dirgli che anch'io lo voglio con me tra le mie lenzuola, voglio vedere i nostri corpi sudati e intrecciati mentre si procurano a vicenda scintille. Ma cerco di darmi un contegno «Non ero una bambina?» e posso giurare di sentirlo sorridere «Lo sei infatti» metto uno stupido broncio «Vaffanculo James» «Shar tu sei la mia bambina» un sorrisone appare sulle mia labbra, tento di rispondere ma il cellulare, da quello che riesco a sentire, gli viene strappato dalle mani.  

«Ciao Sharon, volevo chiederti una cosa... la tua amica Joseline è sempre così manesca?» «Perché me lo chiedi Isaac?» «Beh semplicemente mi ha lasciato uno stampo delle sue cinque dita sul mio magnifico faccino! Dimmi la verità... ha partecipato a gare clandestine di pugilato?» dice sussurrando l'ultima frase «Oh no, è semplicemente così, cerca di addolcirla con un po' di miele» dico ridendo «Almeno dimmi com'è a letto? Insomma è violenta?» parla con voce rauca e facendo strani versi «Isaac non sono lesbica e comunque ora devo proprio andare, salutami gli altri e domani per favore passate a prendermi voi dall'aeroporto» «Certamente bellezza» lo saluto un'ultima volta e chiudo la telefonata.

Sei stata aggiunta al gruppo "FRIENDS"
+1 345 *** ***7
Un nome più originale no?

Brianna 🍪
E tu chi diavolo saresti?

Isaac
Hai ragione amico, purtroppo non ho avuto tempo di cambiare nome dato che Joseline mi ha gonfiato la faccia a suon di schiaffi.

+1 345 *** ***7
Comunque io sono Kyle Cooper.

Derek
Fratello, qui le amiche di Sharon e Aubrey ci sanno fare!

Joseline ✈️
La finite di parlare di noi come se non ci fossimo?

Isaac
Perdonali amore, non fare caso a certa gente così volgare.

+1 345 *** ***7 ha cambiato l'oggetto del gruppo in "SEXY FRIENDS"

James
Avete rotto le palle! Se avete da dirvi qualcosa telefonatevi o chattate in privato, non ho tempo per le vostre stronzate.

Eccolo tornato il solito scorbutico. Prima che mi dimentichi decido di mandargli un messaggio, rispondendo alla sua risposta precedente

Da Sharon:
Non sono la bambina di nessuno, tantomeno la tua.

Bussano alla porta e mi affretto a mettere il cellulare in tasca. «Avanti» una testa bionda entra in ufficio «Si può o disturbo?» mi alzo sorpresa e la abbraccio «Certo che non disturbi, Hailey»

Abbiamo scambiato qualche chiacchiera solo durante le conversazioni iniziate da Oliver, per il resto ci siamo evitate.

Si siede sulla sedia girevole di fronte  alla mia e si tortura le pellicine delle unghie «Scusa» alzo un sopracciglio e non capisco per cosa si scusa o forse sì «Per cosa? Per avermi evitato dopo quel piccolo sfogo?» «Io non volevo essere così scorbutica, ma vedi ci sono delle cose di me che nessuno sa, neanche mio padre» abbassa di nuovo lo sguardo e non l'ho mai vista così, si è comportata da vera stronza nei miei confronti e credo che ora sia il mio turno.

Scuoto la testa e incrocio le braccia al petto «Hailey io non ti ho chiesto di raccontarmi della tua vita privata, insomma non l'ho fatto neanch'io! Sei stata tu a confidarti con me e anche se non ho capito un cavolo del tuo discorso lo so che c'è qualcosa che non va»

Non parla così continuo «Guarda, ho sopportato questi giorni anzi ho cercato di avere di nuovo un discorso con te, ma tu mi hai tagliato fuori e lo capisco, in fin dei conti sono una perfetta sconosciuta per te, ma se non vuoi essere aiutata o capita ti conviene non uscirtene con quei discorsi depressivi»

Il suo sguardo ad un tratto diventa gelido «Hai ragione, ma come sai non ho mai avuto amici e tu Sharon mi hai dato quella cazzo di carica per potermi confidare, non sono ancora pronta ma ti racconterò tutto perché io in te ho trovato la mia prima vera amica» ci alziamo insieme e ci abbracciamo.

Le scende una lacrima e prontamente l'asciuga dal suo viso «Per farmi perdonare ho portato del cinese, hai detto che ti piace e piace anche a me» dice mostrandomi un meraviglioso sorriso e sventolandomi le buste piene di cibo.

«E così ti trattano di merda eh?» annuisco mentre mastico gli spaghetti di soia, sono così mollicci «E fammi capire... con gli altri esci la tua personalità e poi qui non ti fai valere? Tesoro ti ci vorrebbe proprio una lezione su come farsi rispettare dalla sottoscritta» insieme scoppiamo a ridere

«Perché hai deciso proprio oggi, l'ultimo giorno che sarò qui, di parlarmi seriamente?» dico d'un tratto attirando il suo sguardo su di me «Mi sentivo pronta» «Non è affatto vero. Hailey perché sei qui?» posa le bacchette nel piatto e si pulisce le labbra con il tovagliolo.

«Volevo sicurezza. Volevo essere sicura di ciò che mi avresti risposto e tu Sharon, il tuo comportamento, ha tolto ogni mio dubbio e so che posso fidarmi di te. Mostri sicurezza, audacia, autorevolezza, tutti elementi che ti possono fottere ed io cercavo una persona così, tenace» le faccio un sorriso amichevole e torno ad utilizzare le mie bacchette.

«So anche di averti aperto più dubbi, più segreti sul mio conto ed è questo che volevo» «Spiegati meglio» «Vedi tutti notavano le mie stranezze, il mio carattere di merda, la mia acidità perché lo ammetto, non riesco a relazionarmi a primo impatto con sconosciuti, ma nessuno di queste persone aveva il coraggio di chiedermi il perché o di scavare a fondo»

Fa un sorriso amaro e prosegue «Mio padre ha provato a parlarmi ma ho deciso di tagliare tutti i ponti per quanto riguarda la mia vita privata. Mia madre morì quando avevo solo cinque anni e sai che trauma per me? Venire etichettata dagli altri con stupidi nomignoli? "Oh ma tu non hai la mamma?" "Povera piccola" "Ma a chi chiede consigli?" "Ha almeno degli amici?" "Suo padre ha un'altra donna"» smetto di masticare e cerco di scavare a fondo nel suo sguardo ma è un'impresa impossibile, è furba.

«All'età di quindici anni ho smesso di avere amici, allontanavo tutti. Ero circondata da persone false, sai andava di moda essere amica della depressa! Sì Sharon, ero depressa. Volevo e voglio tutt'ora la mia mamma. Hai presente le rose color lavanda? Sai perché la casa ne è piena? Perché è il colore dei suoi occhi, ho tagliato i miei capelli per evitare di assomigliarle, per non fare soffrire sia me che mio padre. Ora capisci perché ti chiesi se i tuoi fossero divorziati? Non voglio che mio padre si metta con una sanguisuga e si dimentichi della mia mamma, sarò egoista ma non me ne importa nulla.»

«Parlami di lei» «Ingrid Halvorsen, nata ad Oslo proprio come me, poi i miei decisero di trasferirsi qui» «Così i tuoi sono norvegesi, figo» «Oh no, papà è americano. Lei era bellissima, sempre piena di vita e sembra strano ma avevo degli amici. Non ho mai litigato con lei, insieme combinavamo i guai e facevamo stupidi scherzi a mio padre, infatti lui diceva sempre di non saper distinguere chi tra le due fosse la bambina»

Sorrido e cerco di non emozionarmi troppo, altrimenti Hailey farebbe dieci passi indietro «Ho tatuato una scritta sul mio fianco sinistro "Ovunque tu sia" e ovviamente ho fatto disegnare una rosa dello stesso colore dei suoi occhi»

«Secondo te dovrei farmi un tatuaggio?» ammetto di pensarci da un po' ma non ho avuto coraggio di esprimere le mie idee a voce alta.

«Un tatuaggio è un segno indelebile, non va via con acqua e sapone, è inchiostro che macchia la tua pelle e chi decide di tatuarsi lo fa per vari motivi, uno di questo è ricordare. Perché vorresti tatuarti?»

Non so cosa succede, ma le mie gote diventano color porpora «E così ti piace un ragazzo, avanti sputa il rospo» «Quasi quasi preferivo quando mi evitavi e poi non mi piace James»

Fa un sorriso sghembo, solleva le sopracciglia e da perfetta stronza mi da una risposta, facendomi rimanere spiazzata.

«Hai fatto tu il suo nome»

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