Reese Time Academy
La bolla temporale appariva veramente più complessa e protetta di quelle finora create da Caley. Al suo interno un grazioso e immane giardino faceva da cornice a un edificio altrettanto imponente. Tuttavia, nonostante le ottime potenzialità, non era un bel complesso. L'erba non curata da molto tempo aveva raggiunto dimensioni ragguardevoli, sfiorava tranquillamente l'altezza del ginocchio di un uomo adulto. A tratti so presentava più appassita, sciupata, come se fosse stata logorata da un intenso calore.
L'edificio, il quale si poteva definire come un capannone malmesso, trasudava tristezza nel suo color grigio fumognolo.
Intorno a esso, alcuni ragazzi erano immersi nei loro incantesimi.
Caley e Clint rimasero sorpresi dalla varietà di effetti che producevano: nascevano bolle che si gonfiavano all'istante e scoppiavano subito, altri appassivano e rigeneravano i fiori in un ciclo veloce e senza sosta.
Kara si avviò in totale silenzio verso il filo spinato che circondava per intero l'area della Reese Time Academy.
I due ragazzi capirono di doverla seguire senza fare troppe domande. Percorserò un corridoio stretto tra due diverse recinzioni metalliche: dividevano il giardino in un'area destra, dove si stavano praticando gli incantesimi, e un'area sinistra al momento deserta. Nonostante fossero molto vicini a quella barriera cupa nessuno dei due si azzardò a toccarla, o a sfiorarla per sbaglio, temendo che fosse elettrificata. Man mano che proseguivano in quel corridoio che sembrava non avesse fine, si faceva in spazio in loro la consapevolezza che la Reese Time Academy non fosse una scuola, ma bensì un'accademia militare. Clint, al quale era sempre piaciuto lo scontro fisico, non sembrò risentire troppo di quella scoperta. Chi veramente ne fu scioccata era Caley. Ad ogni passo sentiva lo stomaco contorcersi e la voglia travolgente di volgersi all'indietro e correre verso il portale che aveva da poco attraversato. Eppure ogni volta desisteva per due valide ragioni: prima di tutto Quentin, dietro di lei, chiudeva la fila e non l'avrebbe mai fatta passare. In secondo luogo, ma non meno importante, non aveva la minima idea di come riaprire il portale, o meglio, la bolla temporale che la conducesse al 24 Maggio del 1984.
Guardò le proprie scarpette da ballo inzuppate di fango che ancora indossava e lo prese come un segno, la fine della propria breve carriera da ballerina.
Finalmente il corridoio terminò. Davanti a quel gruppetto si ergeva ora un cancello metallico che si aprì non appena Kara e Quentin gli si avvicinarono.
"Ormai anche i portieri riconoscono all'istante la tua faccia da vipera Kara" commentò Quentin con un accenno di risata, prendendosi in cambio semplicemente un'occhiataccia da parte della ragazza.
L'uomo poi si voltò verso i due ragazzi senza emettere alcun suono. Sorrise e mosse l'indice in un chiaro invito a seguirlo. Caley mugugnò attraversando il cancello, a pochi metri da lei c'era l'ingresso di quel funereo capannone che avevano notato da lontano.
Clint, invece, trovò insolito solamente il suo colore. Aveva visto molte strutture militari del genere, ma tutte rigorosamente in quella sfumatura disgustosa di verde. Una volta all'ingresso, però, si rese conto del perché fosse grigio: l'intero edificio era in ferro battuto piuttosto fatiscente.
"Quindi questa famosa accademia è una scatola di latta accartocciata" disse il ragazzo incapace di trattenersi dal dissimulare la propria delusione.
"Per chi la guarda sì, per chi la osserva come uno shiney no" rispose Quentin compiendo alcuni gesti con le mani. In un attimo il vecchio capannone tornò a un aspetto integro e stabile. Quella visione durò una manciata di secondi, l'uomo si affrettò a ripetere i propri movimenti al contrario e tutto tornò lugubre e malmesso.
"Inganno temporale. Non vogliamo farci trovare dalla gente non dotata e questa ex base militare è perfetta" precisò Quentin.
"A patto che resti tale" disse Clint
"Esatto" confermo lo shiney avvolto nel suo trench.
"È una sorta di bolla temporale?" chiese Caley
"Ovvio che no!" questa volta a rispondere con tutta la sua furia fu Kara "È magia del tempo avanzata, niente a che fare con principianti"
Clint sorrise compiaciuto dal caretterino di quella shiney esperta, un ipotetico scontro con lei lo incuriosiva. Era sempre stato, infatti, un grandissimo irriverente con la tendenza alla derisione di chi gli mostrasse la propria rabbia, con la voglia compulsiva di dimostrare che il proprio carattere fosse il peggiore che si potesse avere.
"Non fatevi impressionare, Kara soffia ma non graffia" intervenne Quentin beccandosi un'altra occhiataccia dalla diretta interessata.
Caley ricercò con lo sguardo il ragazzo che nel giardino aveva lanciato l'incantesimo su un fiore. Quel piccolo bocciolo continuava a trasformarsi per poi appassire in un loop infinito. Pensò che l'incantesimo dell'inganno temporale non dovesse essere tanto diverso, solo molto rallentato, ma questa volta si guardò bene dal dirlo a voce alta.
I quattro varcarono la soglia del capannone. Caley e Clint si meravigliarono nell'osservare che fosse decisamente più grande all'interno che all'esterno.
"Come il Tardis di Dottor Who" disse scherzosamente Caley in direzione di Clint, cercava di attenuare il proprio terrore per tutto ciò che rientrasse nella categoria "militare".
Clint si limitò a lanciargli uno sguardo di disapprovazione.
"Cosa c'è Mister Sono superiore rispetto a tutti, le serie tv sono per esseri inferiori?" sbottò la ragazza.
Si rese conto di come, in un giro di poche ore, la sua situazione si fosse ribaltata. Quelle parole assomigliavano molto a quelle pronunciate da Kara nella sala da ballo, solo che adesso era lei a dirle. Non aveva mai incontrato nessuno che la trattasse come lei stessa faceva con le altre persone, sentiva il bisogno di ristabilire il proprio controllo.
Clint, allora, assunse un'espressione di ilarità che ebbe come unico risultato quello di far uscire di senno ancora di più la ragazza:
"Questo non è un luogo per principesse" sibilò squadrandola dalla testa ai piedi e accentuando il proprio scherno sul vestito turchino " E tanto meno da serie tv" concluse.
Caley sbuffò sonoramente, il suo viso era livido e i suoi pugni contatti. Non disse nulla, un'intenso e fastidioso rumore si diffuse in tutto il complesso. I due ragazzi non avevano la minima idea di cosa fosse, assomigliava a un allarme e vedendo l'enorme mobilitazione degli shiney esperti pensarono che non fosse nulla di buono. Chiunque, in tutte le aree della base, aveva abbandonato la propria postazione per dirigersi verso l'ingresso. Gruppi ben organizzati e assortiti eseguivano diversi incantesimi.
"Kara serve qualcuno per l'incantesimo di protezione 23" urlò Quentin per sovrastare il rumore che ora si era fatto assordante.
I due corsero verso un gruppetto di quattro persone e iniziarono il proprio incantesimo.
Caley, completamente spiazzata, osservava immobile quella scena come se fosse un film di cui lei non faceva parte.
Clint, al contrario, cercava di capire qualcosa di più sulla situazione. Captò solo alcune parole sconnesse che gli shiney, correndo da una parte all'altra dell'area d'ingresso, si rivolgevano tra loro.
"Le protezioni. Sigilli. Violati. Okibul"
Si sforzò di collegare in maniera logica quegli spezzoni di frasi. L'unica spiegazione razionale era che qualcuno stesse tentando di irrompere con la forza.
D'improvviso l'allarme cessò lasciando nelle orecchie degli shiney solamente il ronzio di chi è stato esposto per molto tempo a un suono intenso.
Da un corridoio comparve una donna sulla quarantina con la divisa e i capelli biondi ben in ordine sotto al cappello. Gli occhi di tutti gli shiney si puntarono sulla sua figura attendendo qualche informazione.
"Lei deve essere il capo" pensò Caley.
"Generale Sheppard" salutò uno shiney più anziano rispetto ai ragazzi che praticavano gli incantesimi.
"Signori" esordì il generale "C'è stato un tentativo di irruzione senza permesso. I nostri incantesimi di protezione sono stati annientati all'istante, tuttavia il più importante di essi ha resistito. Cessato pericolo" riprese fiato "Per una maggiore sicurezza, però, sono costretta a chiedere a ciascuno di voi di non uscire da questa base fino a nuovo ordine"
Quando fu evidente che il discorso era concluso un brusio si alzò sommergendo l'intera area d'ingresso.
La donna, più composta che mai, cercò di ritornare da dove era venuta, quando fu richiamata da Quentin.
Clint e Caley si avvicinarono istintivamente e poco dopo Kara li imitò.
"Generale Sheppard queste sono le nostre reclute"
Lei li squadrò rapidamente per poi annuire:
"Assegnategli una stanza e il loro equipaggiamento, poi radunate tutte le reclute nell'auditorium verso le diciotto"
Detto ciò, impassibile e impenetrabile, se ne andò. Caley si sentì definitivamente sconfitta, non avrebbe resistito un solo giorno lì dentro. Clint, dal canto suo, sapeva che tutte le spiegazioni sarebbero arrivare in auditorium.
Vennero smistati in stanze separate. Quella base assomigliava più a un labirinto, con un'infinità di corridoi e ale che si intrecciavano tra loro, rigorasemente in uno schema quadrangolare.
L'ex ballerina tirò un sospiro di sollievo quando, entrata nella propria stanza, si accorse che fosse singola. Non era per nulla scontato, sapeva che nelle caserme militari non esistesteva uno spazio privato, ma solamente grandi camerate in comune. Lì, almeno sulla privacy, la mentalità doveva essere diversa.
Per il resto non si trattava ovviamente di una suite d'albergo. Le pareti, grigie e spoglie, a tratti ospitavano delle piccole crepe strutturali e l'arredamento era estremamente essenziale. Prevedeva: un letto da campo, un comodino e una scrivania intagliate in un legno di scarso valore e una sedia vicino a una delle pareti, sotto a un orologio da muro.
Clint che si ritrovò il medesimo mobilio non se ne preoccupò granché. Tutta la sua concentrazione era raccolta in ciò che sarebbe successo di lì a poco. E anche Caley, sebbene in maniera diversa, attendeva con impazienza:
Mancavano solamente due ore al raduno in auditorium.
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