In fuga

All'interno di una spaziosa stanza, nell'area A, Friedrich aspettava con pazienza che il generale Sheppard si fosse accomodata nel suo ufficio.

"È ora di dirmi ciò che è successo shiney esperto Friedrich"

"Ho già detto tutto"  rispose il ragazzo.

Il generale scrollò la testa in segno di negazione e aggiunse "Nel dettaglio"

"E' una lunga storia"

Sheppard gli indicò la sedia in un chiaro invito ad accomodarsi di fronte a lei "Mi piacciono le lunghe storie"

Friedrich si sedette "Avevo appena trasportato il cadetto Chamberly Fillion sul luogo del portale, nel 1984"

24 maggio 1984- Qualche giorno prima della caduta

Chamberly si sentiva distrutta. Non aveva più nulla nello stomaco che potesse vomitare e l'effetto dell'alcool era svanito del tutto. Adesso rimaneva sdraiata sull'asfalto di un parcheggio con uno sconosciuto che le reggeva la testa in modo che le vorticasse di meno.

"Come sei riuscito a portarmi qua?" gli chiese notevolmente più calma di qualche ora prima

"Ogni shiney può farlo"

Friedrich la guardava dall'alto, la testa della ragazza era appoggiata alle sue ginocchia, non avevano alcuna fretta.

"Insomma" disse lei con la bocca ancora un po' impasticciata "Se prima non sei riuscito a darmi delle spiegazioni, ora sarebbe il momento giusto per farlo"

Friedrich sorrise "E' già tanto che tu non stia scappando in preda al panico"

"Diciamo che come prova a tuo favore c'è il fatto che mi hai teletrasportata dal mio compleanno, non ti perdonerò mai per questo, ad uno squallido parcheggio"

Il ragazzo finse di pensarci "Giusto"

"E poi anche se scappassi probabilmente mi riacciufferesti con i tuoi superpoteri da supereroe della Marvel"

Lo shiney scoppiò a ridere "Non sono un supereroe, semplicemente ho il dono di manipolare lo spazio-tempo e lo hai anche tu"

"Provalo" l'espressione di Chamberly si fece improvvisamente molto seria, la sua parte razionale richiedeva a gran voce che lei stessa sperimentasse quei poteri che quello strano ragazzo le attribuiva.

"Insomma non ti è mai capitato di accelerare il tempo quando avevi paura di essere interrogata in classe? Misteriosamente la campanella suonava e l'ora era volata"

Chamberly rise "Questa è una cazzata, un trucco da bar, il nostro cervello percepisce lo scorrere del tempo in maniera differente per ogni situazione "

"Okay" Friedrich ammise la sua sconfitta, l'unico modo per convincere quel cadetto così testardo era farle toccare con mano il proprio potere. Raccolse da terra un sassolino sfuggito dalla massa di catrame compatta. Lo mostrò alla ragazza e con delicatezza la sollevò in modo che si ritrovasse seduta accanto a lui.

"Vedi questo sassolino?"

Chamberly annuì

"Prima dello stato che assume adesso era inglobato in un ammasso di roccia più grande e dopo, nel futuro, saranno particelle veramente piccole. Tu puoi intervenire su questo processo accelerandolo, invertendolo o bloccandolo"

Il ciottolo, stabile sul palmo del ragazzo, si sgretolò rapidamente fino a ridursi in piccoli frammenti della grandezza di un granello di sabbia. Chamberly portò una mano alla bocca per nascondere il proprio stupore poi, come se fosse naturale quanto respirare, Friedrich ritrasformò quel cumulo di polvere in un sassolino dalla forma irregolare.

"Tocca a te" le disse consegnandole l'oggetto dei loro esperimenti

Chamberly lo prese facendo attenzione a non farlo cadere e lo posizionò esattamente al centro della mano come aveva fatto qualche minuto prima lo shiney esperto "Non so come si faccia" ammise

"Certo che lo sai. Non servono movimenti, ti basta volerlo"

Friedrich aspettava senza scomporsi che la ragazza almeno tentasse quel giochetto da manuale. A gambe conserte, assomigliava a un maestro di yoga concentrato sui suoi insegnamenti. La ragazza fissava il sassolino e dentro di sé quasi lo implorava di sfaldarsi in granuli. Dopo qualche minuto di tentativi a vuoto sbuffò e lo riconsegnò allo shiney.

"Credo che tu abbia sbagliato persona"

Friedrich negò "Sei tu. Devi solo crederci un po' di più, sei scettica"

"Tu al posto mio non lo saresti?"

Non ricevette risposta. Un impetuoso vento si sollevò investendoli con una brezza fredda.

"Non eravamo a maggio?" sottolineò la ragazza trovando inusuale quel cambiamento di temperatura.

"Sì, ma questo è innaturale. Sai perché soffiano i venti?" le chiese lo shiney.

Entrambi avevano abbandonato la loro posizione seduta e ora si ritrovavano in piedi al centro di quella che si stava trasformando sempre di più in una tempesta.

"No, scienze non è il mio forte"

Lo shiney sembrò non fare caso al tono ironico della ragazza: "I venti riequilibrano la pressione tra due zone che hanno un forte squilibrio. Se la pressione cala" fece una pausa per riprendere fiato, il frastuono era così forte da costringerlo a urlare "Vuol dire che stanno facendo saltare gli scudi intorno al portale"

"Che portale?" urlò Chamberly di rimando

"Lì" indicò il centro del parcheggio "C'è un portale che ci condurrà alla Reese Time Academy, ti insegneranno tutto"

"E gli scudi?"

"Sono protezioni per creature non tanto simpatiche. Stanno cercando di distruggere quelli intorno al parcheggio"

Il vento cessò rapido come si era innalzato. Davanti ai due ragazzi il nulla, ma Friedrich sapeva cosa sarebbe successo. Non avrebbe avuto il tempo di aprire il portale e anche se ci fosse riuscito loro avrebbero seguito la loro scia. Spinse con forza Chamberly verso di sé. "Promettimi che questa volta non ti staccherai" si assicurò.

"Da chi scappiamo?"

"Okibul, le spiegazioni a dopo"

Chamberly si resse fermamente allo shiney e si rassegnò a ciò che sembrava una costante: le spiegazioni sarebbero sempre arrivate con il contagocce.

"Apri gli occhi e respira, questo è un viaggio un po' diverso da quello di prima" le disse il ragazzo

Lei obbedì e trattenne a stento un urlo di meraviglia. Non sapeva dove si trovasse, ma a prima vista assomigliava a un grosso cilindro tappezzato di luci stroboscopiche. Le pareti scorrevano a una velocità tale che lei potesse osservare solo delle grosse linee fluorescenti di colore. Rosse, gialle, verdi, blu, sembrava fatto a posta per far venire il mal di testa.

"Dove siamo?"

"Nei tessuti dello spazio-tempo a velocità della luce" rispose Friedrich

Chamberly aveva ragione nel dire che la scienza non fosse il suo forte e tanto meno la fisica. Ricordava ogni insufficienza in quelle materie e la cascata di fallimenti che aveva collezionato negli esperimenti in laboratorio. Era nata per le discipline umanistiche, senza ombra di dubbio. Tuttavia, se qualcosa aveva appreso, era che nessun essere umano potesse viaggiare alla velocità della luce.

"Perché non ci stiamo disgregando?"

Lo shiney sorrise "Perché siamo geneticamente portati per non farlo"  poi, vedendo aumentare la confusione nel volto della ragazza aggiunse "Un pesce respira sott'acqua e noi no. È come se tu fossi un pesce che si è sempre creduto un umano e mi stessi chiedendo perché non soffochi immerso nell'acqua"

Chamberly sembrò afferrare il concetto e restò in silenzio per qualche minuto. Si godeva lo spettacolo che le si parava sotto agli occhi senza lamentarsi troppo della durata del viaggio. Pensò che un tragitto di almeno cinque minuti a quella velocità richiedesse davvero uno sforzo energetico enorme e si sentì in colpa per tutti i guai causati allo shiney. Sì, shiney. Perché anche se non era stata in grado di manipolare la linea temporale di quel sassolino, la prova che tutto fosse reale le si presentava anche in quel momento.

"Dove stiamo andando?" chiese

"La Reese Time Academy ha tanti luoghi protetti sparsi. Diciamo che li usa per le emergenze e gli addestramenti fuori dalla base" rispose il ragazzo.

Chamberly realizzò in un istante il significato di quelle parole: "È un'accademia militare?" le sue parole contenevano tutto il disprezzo che nutriva per i soldati.
Friedrich storse il naso in una smorfia, per quanto odiasse i metodi della Reese Time Academy sapeva che era l'unica speranza che la ragazza avesse per imparare a controllare il proprio dono.

"No, è più una scuola" mentì

Lei si rilassò rincuorata e lo shiney sperimentò l'odiosa sensazione di aver illuso un altro cadetto.

"Andremo lontano. Ti piace l'Impero Romano?" Friedrich notò il viso della ragazza accendersi.

Lo shiney guardò dietro le proprie spalle e con frustrazione emise un sonoro "cazzo"
Chamberly si voltò a sua volta: dietro di loro un ammasso di oscurità li seguiva. Assomigliava alle ombre che di notte si formano sui muri e terrorizzano i bambini. Non aveva una forma, né un viso da ricordare che potesse penetrare nei tuoi sogni e farti svegliare impelagato di sudore. Solamente un alone nero che guadagnava terreno secondo dopo secondo.
Forse, si disse la ragazza, non riusciva a distinguere una forma definita a causa della velocità.

"Cos'è quella cosa?"

"Un okibul, una creatura senza identità che si nutre del tempo. È meglio che non ci prenda" Friedrich appariva senza fiato, svuotato della propria energia, Chamberly si domandò quanto ancora potesse resistere.

"Ci sta raggiungendo"

"Lo vedo" commentò il ragazzo per poi avvicinarsi pericolosamente alla parete sinistra di quel cilindro spaziale "Niente Impero Romano, mi dispiace"

Uscirono da quel vortice temporale e un miscuglio di colori invase la loro vista. Fu difficile riadattare i propri occhi alla luce del giorno, ma Friedrich lo fece giusto in tempo prima di scagliarsi contro un imponente albero sempreverde.
Atterrarno in una radura alberata, anche se a essere sinceri, assomigliava più a un bosco non molto curato. Le sterpaglie si confondevano con la vegetazione ancora vivente e rigogliosa e sembrava che nessuno curasse i piccoli versanti che rischiavano di crollare.
Il ragazzo le fece segno di tacere, molto probabilmente quella creatura poco invitante li aveva seguiti.

"Dove siamo?" sussurrò Chamberly

"Non lo so con precisione, ma abbiamo viaggiato per sei minuti, non prima del 1400 sicuramente"

"Siamo nel Medioevo!" si lasciò sfuggire la ragazza a voce troppo alta

"Fine Medioevo a dire il vero e adesso fai silenzio"

Friedrich iniziò a gesticolare con entrambe le mani. Si incrociavano, snodavano e attorcigliavano in una danza frenetica. Piccoli lampi di luce partivano dai palmi spesso spalancati. Quando ebbe terminato la sua esibizione si affrettò a chiarire:

"Protezioni per non incontrare okibul, saremo invisibili. C'è una base a qualche ora di cammino da qui"

"Fantastico, teletrasportiamoci la"

Lo shiney scosse la testa "È pieno di okibul che non vedono l'ora che noi risaliamo dentro lo spazio-tempo per catturarci"  la guardò con severità "Andremo a piedi"

Camminarono facendosi strada tra la natura che non presentava alcun segno della presenza umana. Chamberly trascorse più tempo a disincastrare i propri abiti dai cespugni costernati di rovi che a procedere lungo il sentiero. Non osava chiedere nulla, intuiva che tutto ciò non fosse nei piani del ragazzo e nutriva la speranza che lui sapesse che quella fosse la direzione giusta. Passarono minuti, forse ore, e quando il sole tramontò furono costretti ad accamparsi meglio che poterono tra alcuni alberi cavi. Radunarono una buona parte di rametti secchi e Friedrich li incendiò sotto gli occhi meravigliati della ragazza.

"È il solito incantesimo del sassolino" compì un rapido gesto "Adesso ho rallentato la combustione in modo che la legna non si consumi"

Chamberly si accomodò vicino al fuoco, iniziava a fare freddo e il sole era calato velocemente, intuì che potevano trovarsi in inverno.

"Cos'è la Reese Time Academy?" esordì la ragazza dopo che lo shiney terminò di creare protezioni per il fuoco affinché fosse invisibile.
Friedrich le si sedette accanto:
"È un posto dove gli shiney esperti istruiscono i nuovi allievi. Si impara di tutto, dal giochino del sassolino agli incantesimi di protezione"

"Come trovate i nuovi allievi?"

"Non conosco il processo preciso"

"Non importa" lo esortò la ragazza "Va bene anche una spiegazione basilare"

"Dunque ogni shiney rilascia una propria scia temporale, una sorta di filo d'Arianna. Questo può essere molto pericoloso, uno shiney che controlla i propri poteri gestisce questa scia impedendole di uscire, ma un nuovo allievo no. Vi troviamo semplicemente seguendo il filo"

Chamberly portò le ginocchia al petto mentre rifletteva e osservava lo strepitare del fuoco. "Perché gli okibul ci cercano?"

"Ogni okibul è uno shiney trasformato dal troppo potere. Noi controlliamo lo spazio-tempo, quando avviene il contrario si forma un okibul. Ma l'essenza stessa di queste creature è il tempo, per esistere se ne devono nutrire, e uno shiney possiede più tempo di chiunque altro"

La ragazza non represse un'espressione di disgusto: erano prede di cacciatori senza anima.

Le domande si susseguirono finché il cielo non fu invaso dalla luce delle stelle.

"Siamo nell'emisfero boreale" disse lo shiney

"Come lo sai?"

"C'è la stella polare e non la Croce del Sud"

Rumori di passi in avvicinamento e rami spezzati interruppero la tranquillità dei due ragazzi. Friedrich si affrettò a far sparire le tracce del fuoco e si precipitò, trascinando con sé Chamberly, tra alcune macchie di vegetazione incolta dall'altezza di un metro o più.
Dall'oscurità del bosco comparve uno schieramento di okibul. Erano dieci, forse quindici unità, ma non di più. Dietro di loro, a chiudere le fila, stanziava una figura dall'aspetto troppo differente per essere una di quelle creature. Si trattava di un essere umano o almeno con le sue sembianze. Il suo volto, come il resto del suo corpo, era coperto da una lunga mantella bianca, la sua identità era irriconoscibile.

"Sei sicuro che siano precipitati in questa epoca?" chiese l'umano

Un okibul, forse il capo della spedizione, confermò.
Adesso che li osservava da più vicino Chamberly notò che tra l'alone di oscurità che li circondava si poteva scorgere un corpo simile al suo e un viso orribilmente sfigurato.

"Continuate a cercare" ordinò la figura vestita di bianco

Friedrich si chiese se fosse merito di quella persona incappucciata l'aver eluso le protezioni che aveva creato

"Tu cosa farai?" domandò lo stesso okibul che aveva parlato pochi secondi prima

"Ciò che è nel nostro accordo: abbasserò le difese della Reese Time Academy per farvi entrare. Li prenderete tutti"

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