Sogni di Ghiaccio (Usagi pt2)

Quel giovedì pomeriggio di fine novembre fu piuttosto gelido. Evitarono di farci pulire il cortile dell'istituto perché il clima non era favorevole, il che mi permise di uscire prima da scuola e raggiungere il Crown.
L'obbiettivo era quello di gustarmi una cioccolata calda nell'attesa che il mio rockettaro finisse gli allenamenti di softball, spostati nella palestra per l'impossibilità di prepararsi nel campo esterno.

Era passata ormai una settimana da quel nefasto incubo, a cui probabilmente avrei dato meno peso se non avesse continuato a ripresentarsi ogni singola notte. Rivivevo quell'esatto momento ogni qualvolta mi addormentassi; la stessa scena, lo stesso dialogo, la stessa profezia. Ormai l'avevo imparata a memoria a furia di ascoltala, scriverla e rileggerla. Molte cose non mi erano ancora del tutto chiare, come il fatto delle truppe che si sarebbero radunate.; Parlava forse dei nemici?

Era chiara invece la faccenda del mio "sì" sull'altare. Avrei dovuto sposare Mamoru per salvare il mondo, delle vite innocenti e lui; Seiya.
Era ironica la parte dove parlava del vero amore che sarebbe uscito indenne... come può essere incolume questo sentimento, se porterà due persone che si amano a stare lontane?

Delle sottili ma gelide dita si posarono sul mio viso, coprendomi gli occhi e facendomi sussultare.
"Chi-chi sei? Non vedo niente" il terrore si impossessò della mia mente, provocandomi una profonda tachicardia e un affanno respiratorio.
Il suono di una risata a me famigliare aiutò i miei nervi a distendersi, liberandomi da quello stato di ansia in cui ero imprigionata, una volta che le sue mani si scostarono dal mio volto.

"Non sono scherzi da fare, Rei. Come mai non sei a scuola?" domandai imbronciata, mentre la mia amica, ancora sorridente, si posizionò al mio fianco.
"Potrei fare la stessa domanda a te, Usa. Questa settimana il professore ha dovuto cambiare le ore del corso, quindi il mio giorno libero si è spostato a oggi. Stavo andando al bar per fare compagnia a Kiyo e attendere che finisse il suo turno."

Un sorriso malizioso si dipinse sul mio viso. Finalmente avrei potuto tartassare di domande la mora e lei non avrebbe potuto fuggire. Non eravamo mai riuscite a stare più di cinque minuti da sole e ogni qualvolta toccassi l'argomento lei arrossiva e cambiava discorso, inventandosi scuse banali o chiedendo a qualcuna delle ragazze dei consigli pensati al momento.
Saremmo state soltanto io e lei, sedute al nostro solito tavolino per diversi minuti; minuti in cui l'avrei obbligata a parlare con le buone o con le cattive.

Una volta entrate al Crown ci avvicinammo al bancone per salutare il pasticcino di Rei, il quale, appena la vide, le regalò un sorriso sprizzante a cui la mia amica rispose di rimando.
Quei due erano pazzi l'uno dell'altra!

"Ciao, ragazze, accomodatevi dove volete, io sarò da voi tra pochissimo" affermò lui, senza mai distogliere lo sguardo dalla mora al mio fianco.
Una volta accomodate sui divanetti, una di fronte all'altra, iniziai il mio interrogatorio.
"Bene, mia carissima Rei... questa volta non potrai tergiversare sull'argomento Kiyo. Se non mi dici tu cosa è successo tra voi, giuro che lo chiedo direttamente a lui."

La mia amica, a quelle parole, sussultò e il suo viso si colorì di un rosso accesso. Portò entrambe le mani, chiuse a pugno, sulle cosce e abbassò lo sguardo sul tavolino.
"N-non lo faresti davvero" sussurrò con un tono di voce così leggero che riuscii a stento a udirla.
"Lo sai che ne sono capace. La mia curiosità non ha limiti, dovresti saperlo ormai."

Mi sistemai ancora più comodamente sul divanetto, portando entrambe le braccia al petto e adagiando il dorso a quel comodo schienale di tessuto dello stesso colore della sua Pepsi Baobab.
"Allora, ragazze, siete pronte a ordinare?" La repentina comparsa del moro, con la sua immancabile comanda tra le mani, fece sussultare nuovamente la mia amica, portando il rossore delle sue gote a una gradazione ancora più accesa.
"Oh sì, Kiyo, ma prima vorrei farti giusto due o tre domande." Sorrisi al ragazzo, notando il suo sguardo tra il confuso e il divertito.

"Okay, ti dirò tutto!" urlò Rei, alzandosi in piedi e sbattendo i palmi sul tavolo, creando così un rumore tonfo che riecheggiò nella sala e fece spaventare sia me che il cameriere alla sua destra.
Respirò affannosamente, tenendo sempre il volto basso per non incrociare gli zaffiri di lui.
Se ancora non era scappato a causa del caratteraccio della ragazza, quello sarebbe stato il momento perfetto per farlo.

"Devo lasciarvi più tempo?" domandò leggermente intimidito.
Mi morsi il labbro per trattenere un riso inopportuno, percependo l'imbarazzo tangibile dei due.
"No, Kiyo, siamo pronte. Per me una cioccolata calda, mentre per la mia amica un tè verde, grazie" risposi prontamente, lasciandolo così libero di dileguarsi.

"Ti odio!" affermò lei, guardandomi di sottecchi con aria adirata.
"Il sentimento è reciproco. Ora, raccontami tutto." Le sorrisi, con il mio solito sguardo curioso, il quale le provocò una risata cristallina, cancellando ogni segno di irritazione dal suo volto.

"Siamo usciti per la prima volta a ottobre. Abbiamo fatto una passeggiata nella piazza dove risiede la statua di Kimi-chan e abbiamo chiacchierato per tutto il tempo delle nostre aspirazioni future e delle nostre passioni."
Un sorriso nacque spontaneo sul suo viso, alzandole i suoi graziosi zigomi e tingendo di un leggero rossore le sue gote.

Abbassò di nuovo lo sguardo e questa volta lo concentrò sul fazzoletto che teneva tra le mani, con il quale giocava da quando aveva iniziato il racconto.
"Mi ha accompagnata a casa e da perfetto gentiluomo mi ha salutata con un bacio sulla guancia. Il mercoledì seguente siamo stati al parco Nanasato, camminando mano nella mano come una coppia di innamorati. Ci siamo scambiati il nostro primo bacio seduti su una panchina sopra al ponticello di legno, cullati dal vento autunnale."
Si portò il pollice alla bocca e se lo mordicchiò leggermente, mentre i suoi occhi si illuminarono, dandole un'aria sognante, mentre probabilmente, ricordava un aneddoto di quel giorno.

"Ecco le vostre ordinazioni, ragazze. Rei, va tutto bene?"
Guardò la mia amica con dolcezza, con il tipico sguardo che un ragazzo innamorato regala alla propria compagna, allontanando tutto il mondo esterno e creando una loro personale bolla.
Lo stesso sguardo con cui Seiya mi ammirava ogni giorno, al quale rispondevo di rimando.

Invidiai quella coppia appena sbocciata, perché loro avrebbero avuto tutta la vita per osservarsi, amarsi e viversi, mentre a me restavano solo poche settimane.

*Spazio Autrice*

Un capitolo più tranquillo rispetto al precedente, così da farvi passare il weekend con uno stato emotivo sereno. XD
Cosa ne pensate di Rei e Kiyo? A me piacciono molto insieme. *__*

L'appuntamento è per settimana prossima, con il pov del nostro amato rockettaro <3
Baci, Sara

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