Sogni di ghiaccio (Seiya pt1)

Cercai di raggiungere il bar il più velocemente possibile. Non volevo privarmi di minuti preziosi da passare insieme alla mia testolina buffa. Per la troppa fretta dimenticai la berretta, i guanti e la sciarpa nell'armadietto della palestra, ritrovandomi così con le mani e le orecchie completamente ghiacciate.

Quando entrai nel locale, adocchiai subito quelle due polpette bionde, il suo marchio distintivo, e la raggiunsi al tavolino, dove a farle compagnia c'era la sua amica Rei.
"Buona sera, ragazze. Usagi, fammi posto... ho bisogno di scaldarmi prima di imbattermi nuovamente nel freddo artico che c'è lì fuori" dissi, dandole prima un rapido bacio sulle sue labbra dal sapore di cioccolato.

"Non sei venuto con gli altri?" mi domandò curiosa, con quell'alone di tristezza con cui era solita guardarmi da una settimana.
Il sorriso sul volto non le mancava mai, eppure i suoi occhi avevano una patina simile alla nebbia, un velo che ottenebrava quelle sue splendidi iridi color del cielo.

"No, non volevo starti lontano un secondo di più" risposi sincero, sfregando il mio naso gelido contro il suo, piccolino e perfetto.

"Vi ricordo che non siete soli." Rei disturbò quel nostro momento, come era solita fare da sempre.
"Ti posso rinominare Interruttrice? Sai, ti calza proprio a pennello come soprannome" affermai divertito, facendo ridere anche le due ragazze presenti.

Appoggiai un braccio sopra le spalle della mia bionda e salutai Motoki, venuto a dare il cambio al suo compagno universitario.
Da qualche settimana era cambiato nei miei confronti; era diventato più amichevole ed espansivo all'improvviso, comportandosi come era solito fare anche con tutti gli altri, mostrandomi quella gentilezza che tanto decantava la mia fidanzata. Probabilmente sapeva che sarei stato solo una parentesi nella vita di Usagi e che presto o tardi sarebbe tornato al fianco di lei il suo migliore amico; Mamoru Chiba.

Il solo pensarlo mi provocò irritazione; era ingiusto che quel manichino imbalsamato potesse averla solo perché il loro destino era già stato scritto!
Non mi accorsi di aver stretto le mani a pugno sul tavolo, finché le piccole e calde dita della mia biondina non si posarono sulle mie, cercando un varco per stringermele. Mi voltai a guardarla, osservando il suo splendido viso leggermente stanco e inquieto.
"Va tutto bene, Seiya?" mi domandò in un sussurro, cercando di non farsi sentire dall'amica, impegnata a guardare verso il bancone, in attesa che il suo adorato Kiyo facesse la propria apparizione.

Le sorrisi, cercando di nasconderle per quanto potessi la mia preoccupazione; non volevo caricarla di altri problemi. Mi allungai verso di lei, dandole un caldo bacio e solleticando le sue labbra con la lingua, invitandole a schiudersi per darmi libero accesso. La sua bocca sapeva di cioccolata e di Usagi; un mix che annebbiò il mio cervello e che fece risvegliare una parte dormiente di me. 

"Che ne dici se andiamo a casa mia? I miei genitori sono fuori a cena e Shingo è da un suo amico... non tornerà prima delle nove stasera."
Parlò affannosamente senza allontanarsi dalle mie labbra, permettendomi di assaporare il suo respiro rovente. Entrambi ci desideravamo da impazzire; lo capii dal suo fiato corto e veloce, da come le sue pupille si erano dilatate, sopraffacendo l'azzurro del cielo, e dalla sua stretta forte sulla mia mano.

"Pago la tua cioccolata e andiamo." Le stampai un bacio rapido e mi allontanai verso il bancone, apprestandomi a saldare il conto della mia piccola golosona, voglioso di impossessarmi del suo bollente corpo e di unirmi a lei anche con l'anima.

"Siete già in partenza, Seiya?" domandò Motoki, giunto davanti a me con la sua solita divisa, mentre Kiyo si allontanava verso il tavolo di Rei.
Il biondo mi sorrise gentile, lasciandomi ancora una volta senza parole. Non sembrava che dietro a quella cortesia si nascondesse falsità; mi parve sincero nei suoi modi, come se ci tenesse veramente ad andare d'accordo con me.

"Sì, vorrei accompagnare Usagi prima che faccia buio e il freddo aumenti!" Mentì, ma del resto lui non doveva sapere i nostri veri piani e nemmeno gliene avrei fatto parola.
Estrassi tre monetine da cento yen e le misi nelle mani di Motoki, salutandolo velocemente per poi avvicinarmi a Usagi, la quale aveva già indossato il suo stretto paltò rosa incarnato, i guanti e la sciarpa; gli ultimi erano di un rosa vivo e fecero un leggero contrasto con il pallore del suo viso.

Misi anche io il mio giaccone bistro con il cappuccio di pelo maggese, presi per mano la mia ragazza e insieme uscimmo dal locale, addentrandoci nel gelo di Tokyo.
Passeggiammo tra le vetrine adornate per il Natale a fianco degli alberi quasi del tutto spogli, illuminati da luci sfavillanti dai colori del bianco e del blu. Il clima natalizio era decisamente romantico e magico, faceva sembrare la città un luogo uscito dal mondo delle favole.
Nella piazza centrale avevano adagiato una scritta rossa di tre metri, illuminata di blu e di verde.

"Facciamoci una foto davanti alla scritta, Seiya."
Usagi si mise a correre, trascinandomi davanti a quella statua enorme, chiedendo a una passante se avesse potuto scattarci una fotografia, posandole il suo cellulare tra le mani.
Ci sistemammo tra la lettera V e la E della parola LOVE, abbracciandoci e sorridendo all'obbiettivo, senza preoccuparci del freddo ormai pungente e delle mie povere dita che si stavano congelando, insieme alle mie orecchie.

La ragazza consegnò il telefono alla mia testolina buffa, che ammirò le foto con emozione e gioia, mostrandole anche al sottoscritto.
"Sono uscito proprio bene in queste foto; non tutti possono vantare di essere fotogenici come me!" La stuzzicai, puntandole il gomito sul fianco.

"Infatti, guarda la tua espressione; sembri pronta a starnutire e fai una strana smorfia con la bocca" la canzonai appositamente, indicandole con l'indice il suo volto ritratto dentro lo schermo del suo telefonino. Dissi una bugia, poiché il suo viso era stupendo, con quel sorriso che la illuminava e la rendeva finalmente serena, senza quella patina che tendeva a offuscarla nell'ultimo periodo. 

"Cosa? Seiya, ti detesto!" esclamò risentita, con le gote colorate di rosso per la rabbia e gli occhi infiammati. Era da tempo che non vedevo quelle fiamme accenderla; ci eravamo entrambi ammorbiditi in quei mesi, spegnendo l'incendio che divampava dentro di noi e che da sempre ci contraddistingueva.
Mi diede le spalle, avviandosi a passo spedito verso casa sua. La raggiunsi ridendo, chiedendole di perdonarmi e dando colpa al freddo che mi aveva gelato gli arti, impedendomi di pensare lucidamente.

"Ben ti sta, villano! La prossima volta ti ricorderai di metterti i guanti" esclamò superba, portandosi la mano destra all'orecchio.
"Come sono calde le mie dita, mi permettono di riscaldare i lobi in un secondo" mi canzonò, sorridendomi beffarda e facendomi una linguaccia.
Presi le sue mani tra le mie e le portai ai lati del mio viso, permettendo ai suoi guanti di scaldare le mie orecchie, dandomi un lieve sollievo. Usagi si infuriò vedendomi sogghignare vittorioso e cercò di scostare le sue dite dalla mia salda presa, ma senza risultati. 

Ci guardammo negli occhi, diventando di colpo seri entrambi, mentre i nostri respiri si amalgamarono in una condensa unica. Eravamo così vicini da poter sentire i nostri fiati toccarsi, ma allo stesso tempo troppo lontani, non potendo sfiorarci.
Cancellai quello spazio che ci divideva stampandole un bacio sulle sue invitanti labbra, desideroso di stemperare la sua tensione. Lei restò sorpresa dal mio gesto, perché sentì le sue mani adagiarsi sulle mie spalle, interrompendo ogni sua resistenza. Mi scostai da lei, aprendo le palpebre e osservando le sue iridi azzurre puntate nelle mie, mentre un forte calore dentro me si fece strada, sconfiggendo il freddo impetuoso.

Strinsi nuovamente le sue mani, questa volta per spingerla a me, facendo aderire i nostri corpi per plasmarli in uno solo. Entrambi ci avvicinammo per dare il via a un bacio decisamente più intenso, che tutti e due bramavamo. Usagi si aggrappò alla mia giacca, tirandola leggermente, come se volesse fondersi ancora di più con me, giocando con la mia lingua per poi mordicchiarmi il labbro, facendomi impazzire di desiderio.

Avvolti nella nostra bolla personale, non ci accorgemmo che erano iniziati a scendere i primi fiocchi di neve, finché non ci separammo per prendere fiato.
Alzai il viso verso il cielo, sorridendo con le braccia spalancate, mentre quella pioggerellina gelata mi cadeva addosso. Non avevo mai visto la neve fino a quel momento e fu stranissimo sentirne la consistenza leggera ma allo stesso tempo pungente.
"No, è troppo presto" sussurrò Usagi agitata, portandosi la mano stretta a pugno alla bocca, iniziando a tremare, con gli occhi lucidi.

"Ehi, piccola, che succede?" le chiesi preoccupato, abbracciandola e facendola aderire al mio petto. Sentivo i suoi singhiozzi sommessi, con le dita che stringevano la mia giacca all'altezza della vita. Posai il mento sulla sua testa, facendo scorrere i miei palmi sulla schiena, cercando di rassicurarla, non capendo il motivo di quell'improvviso cambio d'umore.

Sentii a fatica quel lieve sussurro tremante a causa del pianto, senza comprendere il collegamento tra la neve attecchita e delle truppe che si sarebbero radunate. 

*Spazio Autrice*

Eccoci ragazze, la profezia sta iniziando! Saranno capitoli duri i prossimi, ma cercherò di darvi sempre qualche gioia che farà attutire i colpi drastici.
Guardate come sono carini i nostri innamorati mentre si baciano sotto la neve:

A venerdì, con il prossimo aggiornamento!
Baci, Sara

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