Separazione (Seiya)

Seduto a terra, contro la porta della mia stanza, riflettevo sulle sue parole. Anche lei mi amava e desiderava stare con me. Ero ancora incredulo! Sentii il cuore tamburellare e lo stomaco leggero. Un sorriso indelebile sul viso.

Decisi di entrare in camera di Yaten e condividere la mia felicità.

Bussai alla sua porta.
"Già hai fatto?" Mi chiese ridendo. Decisi di entrare anche senza il suo permesso.
"Sei diventato simpatico improvvisamente, fratello?" Chiesi contraccambiando lo scherno e sdraiandomi sul suo letto con le braccia incrociate dietro la testa.

"Siete voi che non avete mai apprezzato la mia ironia. Del resto i geni sono sempre incompresi". Si dondolò sulla sedia di fronte alla scrivania con una penna in bocca e anche lui con le braccia incrociate dietro la testa. Scoppiai a ridere.

"L'unico genio della famiglia è Taiki! Io sono quello affascinante e divertente. Tu quello scorbutico!". "Simpaticissimo proprio, eh! Hai dimenticato modesto, comunque". Ridacchiammo entrambi.

"Come sta andando con Usagi?" Mi domandò con un velo di preoccupazione. Sapeva quello che provavo per la mia bionda, ma non era a conoscenza dei nuovi risvolti. Mi sedetti, posizionandomi di fronte a lui che ancora si ciondolava.

"In questo momento sta lasciando Mamoru". Si bloccò, spiazzato dalle mie parole.
Sorrisi.
"Ancora mi sembra tutto irreale, Yaten! Mi sarei accontentato di far parte della sua vita semplicemente come amico, anche se ne avrei sofferto. Quando oggi ha ricambiato il mio bacio mi sembrava di sognare. Non sono mai stato così felice prima d'ora."

Mi rivolse un caldo sorriso.
"Sono contento per te, Seiya. È stato difficile per noi vederti così angosciato negli ultimi mesi".
Era una delle prime volte che parlavo con mio fratello di cose così intime e personali.
"E dimmi... L'avete già fatto?" Mi domandò sornione. Arrossii.

"Che te ne importa? Comunque no".
Si sedette vicino a me e mi mise una mano sulla spalla.
"Vuoi vedere che il primo a perdere la verginità sarà Taiki?" Sogghignammo entrambi.

"Invece di pensare agli affari miei, voi due, pensate alla vostra vita sentimentale!" Trasalimmo nel sentire la voce di nostro fratello. Stava origliando? Entrò nella stanza e si sedette alla mia sinistra.

"Allora, com'è andata con Ami?" Gli domandai incuriosito. Avevo una scommessa da vincere.
"E a te con Usagi?". "Molto bene. Lo sai che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?"

"Sì. Non sono affari tuoi, comunque!" Sorrise con il suo modo gentile, ma allo stesso tempo gelido. Quando voleva chiudere un discorso faceva quel sorriso e la conversazione terminava.
"Andiamo a mangiarci una pizza?" Glissò completamente argomento Yaten.
"Va bene, ma prima mi devo fare una doccia!" Presi un cuscino per gettarlo a Taiki e ridendo uscii dalla stanza.

☾ ✰

Li portai nel ristorante dov'ero venuto con la mia Usagi qualche giorno prima. Lavorandoci un pizzaiolo italiano mangiammo una pizza squisita.

Chiacchierammo per tutta la serata di vari argomenti, ridendo alle battute di Yaten e alle frecciatine che gli lanciava Taiki su Minako. Ogni volta che veniva nominata, Yaten arrossiva e cercava di sviare l'argomento. Dopo cena entrammo in un locale a bere qualcosa, facendoci scattare delle foto e facendo autografi alle fan. Continuavo a controllare il display del cellulare attendendo un messaggio o una chiamata dalla mia testolina buffa, ma nessuna notifica lo illuminava.

Mille pensieri fecero capolino nella mia mente. Se le avesse fatto cambiare idea? Magari in quel momento si stavano riappacificando facendo l'amore.
A quel pensiero un'ondata di rabbia mi assalì.
"Seiya, va tutto bene?" Domandò Yaten.

"Sì. È solo che non ho ancora sentito Usagi da quando se n'è andata..."
"Poche ore fa eri il ragazzo più felice del mondo e ora sembra che tu stia andando al patibolo. L'amore non è poi questa gran cosa, allora!" Cercò di farmi ridere, ma inutilmente. Sospirai guardandomi i piedi.

"Vai da lei!" Mi voltai verso Taiki.
"Restare qui ti sta angosciando. Vai a casa sua e parlale, solo lei può dissipare i tuoi dubbi!" Era il più riservato di noi, ma sapeva sempre cosa dire e quando farlo.
Lo ringraziai per il suo incoraggiamento e salutandoli uscii dal locale correndo da lei.
Arrivato sotto casa sua estrassi il telefono per provare a chiamarla e notai che mi aveva mandato un sms.
- Vorrei tu fossi qui. Buona notte – Sorrisi. Probabilmente lo aveva scritto mentre ero per strada.
Con un balzo raggiunsi il terrazzo e la vidi girarsi nel letto, coprendosi con il lenzuolo.

Quando mi palesai la vidi sussultare per poi sedersi. Mi avvicinai a lei, mentre come al solito mi riempiva di domande e le diedi un rapido bacio sulla guancia, sedendomi in fondo al letto. La scrutai, cercando di capire se i miei timori potessero essere fondati, ma nei suoi occhi vidi solo la stanchezza. Cercai di farla parlare, ma era troppo stanca così mi allungai per darle un altro bacio e salutarla. Vederla, anche se per poco, mi aveva fatto sentire meglio, ma il non sapere cosa fosse successo mi logorava terribilmente. Prima che me ne andassi, però, mi fece quella domanda che cacciò la negatività. Tornai a essere felice.

La raggiunsi nel letto, abbracciandola. Stringerla e sentire il suo profumo mi rendeva serafico.
La sua pelle profumava di vaniglia mentre i suoi capelli emanavano l'essenza di agrumi.
"Ti amo, principessa". Mi addormentai sorridendo.

☾ ✰

La sentii muoversi tra le mie braccia. Aprii solo un occhio e vidi che la stanza era ancora buia.
Sentivo le sue gambe stendersi e ritirarsi in continuazione... Era abbastanza snervante.
Slegai le nostre mani e mi sedetti sul letto per guardare l'ora sul telefono. Erano da poco passate le due e avevo un sms.
- Non sei nella tua camera quindi immagino che sarai a spassartela con Usagi... Domani pomeriggio abbiamo appuntamento con Alex che ci darà una scaletta di concerti per questo mese, quindi vedi di tornare a casa o fatti trovare al suo studio per le 15:00. Divertiti fratellino 😉
Yaten era proprio un'idiota. Non potei non ridere.

Digitai velocemente un – Ok! – e posai il telefono sul comodino.

Nel frattempo, la mia biondina si era girata dalla mia parte in posizione fetale.
Era bellissima con quel pigiama che le evidenziava le curve e ne nascondeva poche.
Indossava una leggera canottiera bianca con del pizzo ricamato sopra il seno e dei pantaloncini rosa che coprivano giusto i glutei, risaltando la lunghezza delle sue gambe.
Mi sdraiai nuovamente al suo fianco, guardandola dormire serenamente. Il suo viso era finalmente sereno.
Le misi il braccio sotto il collo cercando di non svegliarla e mi avvicinai ancora di più a lei assopendomi.

☾ ✰

Sentii un leggero calore sulle labbra che passò velocemente e le sue esili dita sul petto che si muovevano distrattamente. Le feci capire che ero sveglio e strofinai il mio naso contro il suo, sentendo il suo respiro caldo solleticarmi il viso. La guardai, perdendomi nei suoi bellissimi occhi color del cielo. Erano luminosi e sereni, senza più traccia di tristezza. La baciai e subito venni ricambiato. Le sue mani giocarono coi miei capelli, mentre le mie percorsero la sua schiena, accorgendomi così che non indossava il reggiseno.
Il pensiero dei suoi seni liberi e a mia disposizione mi attizzò notevolmente.

La feci sedere sopra di me per sentire meglio il suo calore. Ero ancora abbastanza lucido da sapere che non dovevo andare oltre, ma questo non m'impediva di divertirmi un po', esplorando il suo corpo. Si staccò dalla mia bocca e tornò a stendersi al mio fianco, tenendo però un leggero contatto trai nostri corpi.

Le chiesi di raccontarmi dell'incontro con Mamoru e dopo un profondo respiro espose l'accaduto.
Non capivo se la tristezza che provava era perché si sentiva in dovere di stare con me, visto quello che stavamo per fare, o perché era dispiaciuta per la piega che aveva preso la discussione con il suo, ormai ex, fidanzato. La mia insicurezza quando si trattava di lei era veramente smisurata.

Le chiesi se era sicura della scelta che aveva fatto. "Voglio stare con te Seiya!" "Nonostante Chibiusa?"
Alla mia domanda trasalì e iniziò a piangere. L'abbracciai, accarezzandole la test,a mentre lei strinse la mia maglietta. Probabilmente non aveva ancora realizzato che avrebbe perso definitivamente anche lei.

Non potevo farle del male. Sapevo quanto quella bambina fosse importante, sapevo quanto l'amasse. Mi sarei fatto da parte se me lo avesse chiesto. Provai a dirglielo, ma non mi lasciò terminare la frase perché mi baciò.
Non ebbi bisogno di altro.
Sentii nelle sue labbra la rassegnazione per la perdita di sua figlia e il bisogno di essere rincuorata. La strinsi ancora più forte sciogliendo ogni tormento.

Sua madre bussò alla porta e per paura mi fece nascondere sotto il letto. Fortunatamente non entrò. Le chiese solo se le servisse qualcosa al supermercato.
"Biscotti!"
Sorrisi. Dentro di sé aveva una forza sorprendente. Non riusciva a rimanere triste per troppo tempo. Nonostante le avversità, trovava sempre il modo di riemergere in superficie.
L'amavo anche per questo.

Quando sentii i passi della madre allontanarsi le saltai addosso e iniziai a farle il solletico ai fianchi. Volevo sentire la sua risata contagiosa e scacciarle definitivamente i brutti pensieri. Mi pregò di smetterla, tra le lacrime per le troppe risa.
"Facciamo colazione?" "Tra un po'. Prima devo fare una cosa!" Si mise sopra di me, solleticandomi anche lei.

☾ ✰

"Devi proprio andare?" Mi domandò tristemente la mia bionda. Dopo aver fatto colazione ci eravamo seduti sul divano a guardare qualche episodio di New Girl. La sua testa era sulla mia spalla, mentre mi teneva a braccetto.
"È quasi ora di pranzo, Usa. Possiamo vederci stasera se vuoi!"
"Ok, ma vorrei che restassi ancora un po' qui con me..." Mise il broncio. Con le dita sotto il suo mento la feci voltare verso di me e sogghignando le dissi:
"Potresti trovare delle argomentazioni convincenti..."

Abbassai gli occhi sul suo seno. Era avvolto in quella canottiera chiara che faceva intravedere quei due bottoncini che desideravo assaggiare. Era sexy da morire.
"Sei un porco!" Mi diede un buffetto sulla spalla. Scoppiai a ridere.

Si slegò dal mio braccio e iniziò a stiracchiarsi. La canottiera si alzò, mostrando un po' di pelle della pancia e il seno sembrava voler scappare da quel indumento. Sentii il mio membro risvegliarsi e deglutii a fatica. Vidi un sorriso soddisfatto nascerle sul viso.
Mi stava provocando apposta.

Mi avvicinai al suo orecchio e iniziai a mordicchiarlo mentre con una mano le accarezzai il fianco.
Se voleva giocare, aveva trovato un avversario agguerrito.
Avvertii i suoi brividi sotto le mie dita.
"Non sfidarmi, piccola, o potresti farti male!" Le bisbigliai seducentemente per poi baciarle il collo.

La sentii respirare con affanno. Avevo imparato alcuni dei suoi punti deboli e potevo usarli a mio vantaggio.
Portò il suo viso frontale al mio ,mettendomi le mani sul petto.
"Magari è quello che voglio!"

Mi baciò subito con passione. Le nostre lingue danzarono insieme. Mi fece sdraiare e si sedette sopra di me. Prese le mie mani e le portò sui suoi glutei per poi esplorare il mio addome da sotto la maglia.
La sua audacia mi faceva impazzire. Dovevo cercare di restare lucido e la cosa mi comportò un notevole sforzo.

"Queste argomentazioni sono valide però penso che potresti applicarti di più" le pizzicai una natica.
Vidi le sue pupille dilatarsi e il suo sguardo cambiò. Aveva la solita espressione di quando accettava le mie sfide e voleva vincerle a tutti i costi. Portò una mano sulla mia erezione e, da fuori i pantaloni, strinse piacevolmente. Stavo per scoppiare. La spinsi su di me e tornai a baciarla, divorandola con la lingua.
Sentii la sua bocca allargarsi in un ghigno di vittoria. Non potevo lasciarmi sconfiggere.

Con la punta delle dita iniziai ad accarezzarle l'interno coscia e sentii subito i suoi fremiti. Mi avvicinai alla sua intimità, sfiorandola distrattamente. Il suo respiro accelerava e il desiderio la stava travolgendo.
Mi staccai dalle sue labbra sorridendole, l'abbracciai e le dissi:
"Ottime argomentazioni, piccola, ma devo scappare. Possiamo riprendere il discorso questa sera però" e le stampai un bacio.

La vidi arrossire. Mi sedetti con lei a cavalcioni e le accarezzai la testa. Ci scambiammo altri baci restando abbracciati, aspettando che la mia erezione diventasse meno evidente.
Ci alzammo e, tenendomi per mano, mi accompagnò alla porta.
"Ti chiamo appena finisco l'incontro, ok?  ". Mi sorrise, restando a guardarmi mentre mi allontanavo.

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