Sei Qui (Usagi pt2)
"Cosa mi metto? Cavolo, sono così agitata!" Guardavo l'armadio da più di un'ora, in cerca d'ispirazione sul vestito da indossare per la mia serata romantica con Mamoru.
"Qualcosa di elegante o qualcosa di comodo?"
I capelli erano raccolti in un asciugamano, mentre sul mio corpo solo l'accappatoio.
Il bussare alla porta della mia camera da parte della mamma, mi destò dalle mie perplessità.
"Usagi, posso entrare?"
"Certo, mamma, magari puoi aiutarmi a scegliere cosa mettere".
Mia madre entrò nella stanza, posizionandosi al mio fianco e osservando insieme a me l'armadio.
"Con la collana che ti ha regalato il tuo fidanzato potresti indossare un bel vestito bianco. Sembrerai una principessa della luna". Mi sorrise, senza immaginare quanto le sue parole corrispondessero alla realtà.
"Grazie, mamma, ti voglio bene". Mi diede un bacio sulla guancia e uscì dalla stanza.
Ascoltai il suo consiglio, mettendomi il mio bellissimo vestito bianco con la scollatura a cuore e senza spalline; era ben stretto in vita, ma poi si allargava in una gonna ampia poco sopra le ginocchia. Abbinai delle scarpe decolté, di colore rosa antico e con un leggero tacco, un rossetto color pesca sulle labbra e mi spruzzai un po' del mio profumo preferito: Clair de lune.
Guardai la bellissima collana splendere ancora di più alla luce della luna.
"È proprio il regalo perfetto!" La portai al collo e l'allacciai, pensando a quanto sembrassi una vera principessa.
☾ ✰
Quando Mamoru mi vide rimase senza parole.
"Usagi, sei bellissima!" Arrossii per il suo complimento e avvicinandomi, gli diedi un bacio sulla guancia.
"Grazie per il tuo regalo, lo accompagnerò sempre al mio miglior sorriso."
"Ancora non hai visto niente. Il mio regalo è una sorpresa, quindi metti questo sugli occhi, non sbirciare e fidati di me". Mi diede in mano un foulard e mi fece segno di metterlo.
Pensai a quanto, questo ragazzo, fosse pieno di sorprese.
Mi diede la mano e mi fece salire sulla sua moto. Lo strinsi forte, come facevo sempre, e mi lasciai cullare dal vento fresco della sera.
Il motore della moto si spense e Mamoru mi aiutò a scendere.
"Ora sta attenta perché ci sono alcuni scalini. Cerca di non inciampare come al solito".
Mi sentii le guance infiammarsi per l'imbarazzo. È vero, sono sempre stata una pasticciona, però poteva evitare di ricordarmelo in quel momento.
"Usagi, scherzavo! Non fare il broncio." Udii la sua splendida risata, che era come musica per il mio cuore e mi misi a ridere anche io. Tenendolo a braccetto, salimmo insieme verso il mio regalo.
"Che fatica, a saperlo mi mettevo delle scarpe più comode. È stato più faticoso di fare le scale del santuario di Rei".
"Dai, Usagi, siamo quasi arrivati; vuoi che ti prenda in braccio?" Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che sentii le sue braccia posarsi sulle mie gambe e sulla schiena, avvolgendomi del suo calore.
"Usagi, in questi giorni hai mangiato qualche dolce di troppo per caso?"
"COOOOSA? Mamo, smettila!"
Sentii ancora quel suono così bello che mi scaldò il cuore, cancellando ogni arrabbiatura.
"Ecco, siamo arrivati. Al mio tre puoi togliere la benda, ma solo al mio tre, ok Usagi?" Mi posò delicatamente a terra, mentre nella mia testa si formarono immagini di castelli principeschi e di ristoranti con vista panoramica.
"Va bene, Mamo".
"Ok, allora uno, due e tre". Sentii quel numero e impaziente di scoprire il posto che aveva scelto per la nostra serata romantica, mi tolsi la benda velocemente.
"SORPRESA!" Urlarono le mie amiche all'unisono. Eravamo al santuario di Rei, addobbato a festa con striscioni e palloncini di tutti i colori. Una festa a sorpresa; ecco perché nel pomeriggio mi avevano escluso. Non mi stavano evitando, ma organizzavano il mio compleanno.
"Oh amiche mie, grazie!" Non riuscii a trattenere le lacrime, scoppiando a piangere per la gioia.
"La solita piagnucolona! Dai, Usagi sorridi, questa festa è solo per te!" Mi canzonò Rei, sorridendomi.
Improvvisamente, sentii delle braccia forti, ma allo stesso tempo armoniose, stringermi dalle spalle.
"Ehi, testolina buffa, ci siamo anche noi!" Era la voce di Haruka. Mi girai e con lei vidi anche Michiru, Setsuna e Hotaru, tutte sorridenti.
"Non potevamo mancare". Corse ad abbracciarmi la piccola Hotaru.
"Grazie, ragazze. È il compleanno più bello di sempre. Mi dispiace solo che non ci sia anche Minako con noi".
"E questo chi te lo dice, eh?" Sentii la sua voce amplificata.
Mi girai per cercarla senza risultati, finché non la vidi nel computer portatile di Ami.
"Siamo in video chiamata, mia cara Usagi, non potevo non essere presente al tuo compleanno!"
"Vi voglio bene! Grazie, amiche".
"Forza ora si mangia. È tutto il pomeriggio che preparo i tuoi dolci preferiti". Disse Makoto, prendendomi per mano e trascinandomi nel santuario, nella sala preparata per la festa.
☾ ✰
Dopo esserci ingozzate, aver riso a crepapelle e aver letteralmente sbavato per la suite di Minako, decisi di uscire a prendere un po' di aria. Mi chiusi la porta alle spalle e mi allontanai dalle risate delle ragazze.
Camminai fino al centro esatto del tempio, guardando quel cielo sereno, notando come la luna e le stelle fossero così vicine, ma allo stesso tempo distanti.
Quando strinsi la mia splendida collana, sentii nuovamente quel profumo, accompagnato dalla solita farfalla rossa. Stavolta si fermò davanti ai miei occhi per qualche secondo per poi riprendere a volare più lentamente, come se volesse che la seguissi; e così feci.
Mi accompagnò sul retro del tempio, su quella splendida collina dove si potevano vedere sia le luci della città, sia il cielo stellato; amavo quel panorama.
I miei occhi si abbassarono e vidi un'ombra, seduta sul prato vicino a un salice. Lentamente mi avvicinai a quella sagoma che, a poco a poco divenne più nitida, illuminata dalla luce della luna. Il mio cuore si fermò e lo stomaco andò in subbuglio.
Capelli lunghi neri legati in una coda, pantaloni verdi mare e la maglietta gialla a righe nere. Improvvisamente dei flashback di quella giornata m'investirono; le risate al luna park, l'imbarazzo per il suo abbraccio in discoteca quando le luci si spensero e, stringendomi al suo petto, il ricordo del suo profumo; quel profumo.
Tornai al presente, come se mi fosse stata gettata dell'acqua fredda in pieno viso. Quell'aroma che avevo sentito in quegli ultimi giorni era il suo; come avevo potuto dimenticarmene?
In quel momento la farfalla rossa si appoggiò sulla sua spalla e lui si girò a guardarla, sorridendole.
La farfalla poi, si alzò in volo nella mia direzione. I suoi occhi seguirono quella splendida creatura, finché non mi vide. Restammo a fissarci per qualche secondo, entrambi sorpresi.
"Usagi..." bisbigliò lui, sbiancando e restando sbalordito nel vedermi.
"Seiya... Sei qui".
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