Primo appuntamento (Seiya pt2)

Scesi dalla macchina, salutai Alex e suonai a casa di Usagi. Ero arrivato in perfetto orario.
Mi aprì sua madre, sorridente come sempre e mi fece accomodare.
"Ciao Seiya, è un piacere rivederti"

"Il piacere è mio signora Tsukino." Feci un inchino, ricambiando il suo sorriso.
"Che ragazzo gentile! Posso offrirti qualcosa da bere mentre aspetti Usagi? Conoscendola sarà in ritardo come suo solito."
La mamma di Usagi era una donna veramente amichevole e solare, doti che aveva tramandato anche a sua figlia.

Sentii la porta del piano di sopra chiudersi e il ticchettio dei tacchi sul pavimento avvicinarsi.
"Penso che questa volta sia puntuale invece". Mi girai per guardarla, sentendola scendere le scale, restando incantato dalla sua bellezza. Indossava un vestito a coda che le stava d'incanto e un trucco leggero che risaltava il suo splendido viso, evidenziando i suoi grandi e stupendi occhi color del cielo.
"Usagi, sei bellissima" dissi con un fil di voce. Se fossimo stati soli l'avrei presa tra le mie braccia e avrei iniziato a baciarla fino a consumarle le labbra, ma purtroppo dovetti trattenermi. 

Salutammo la madre e uscimmo. Le appoggiai una mano sulla schiena nuda e quel contatto aumentò il mio già forte desiderio. Girai l'angolo e la spinsi al muro per soddisfare la mia voglia, cercando subito la sua lingua per farla danzare con la mia e poi le accarezzai la coscia. Incrociò le braccia al mio collo, avvicinandosi ancora di più al mio corpo e risvegliando quella parte di me. Dovetti staccarmi finché ero ancora lucido, altrimenti l'avrei fatta mia in mezzo alla strada.

"Davanti a tua madre non potevo salutarti come volevo. Ciao amore, sei proprio una gran figa!" Avevo il fiato corto. Le presi la mano e c'incamminammo verso il centro.
"Tra poco partiremo per un tour di poche settimane. Oggi abbiamo parlato di questo alla riunione con Alex. Abbiamo scelto la foto per la locandina: è quella del nostro concerto al luna-park, lo ricordi?".
Quel giorno le raccontai la verità sul nostro pianeta, sull'attacco di Galaxia e poi le corsi incontro, nonostante la ferita alla testa.

"Certo che lo ricordo. Ricordo ogni vostro concerto, mica sono così smemorata".
Scoppiai a ridere. Come al solito non aveva capito che mi riferivo a cose ben più profonde.
"Lo so amore" e le diedi un bacio sulla testa.

Entrammo in un locale, il Crown, scelto da Usagi e ci accolse un ragazzo che mi diede subito ai nervi.
Conosceva bene la mia ragazza ed era infastidito dalla mia presenza. Il sangue mi andò al cervello per il nervoso e la gelosia. Una volta seduti e rimasti soli gli chiesi subito se fosse uscita con lui.
Era il suo passato, ma pensare a lei con altri ragazzi, con cui avesse fatto esperienza, mi fece adirare.
La vidi abbassare gli occhi sull'elenco delle consumazioni, probabilmente per non affrontare il mio sguardo,  poi iniziò a parlare, spiegandomi che il barista, Motoki, era un amico di Mamoru e per questo era ostile nei miei confronti. Tirai un sospiro di sollievo sapendo che non era un suo ex, ma ero in imbarazzo per come le avevo parlato. Presi la lista e iniziai a guardarla distrattamente, pensando a come scusarmi.

Ordinammo e poi cercai la mano della mia ragazza per chiederle perdono. Ero un coglione ma fortunatamente Usagi fu comprensiva. Passammo il resto della serata chiacchierando, scherzando e giocando con la panna del suo gelato.

☾ ✰

Alle undici e mezza eravamo sotto casa sua. Non mi sarei voluto separare da Usagi, ma volevo essere apprezzato da sua madre e pensai che riportarla a casa prima del coprifuoco fosse un ottimo modo per entrare nelle sue grazie, soprattutto in quelle del padre.
"Ho passato una bellissima serata Seiya, grazie". Disse, baciandomi poi dolcemente.

L'abbracciai ricambiandola. Le sue labbra sapevano ancora di fragola per via del gelato che aveva mangiato. Le succhiai leggermente il labbro inferiore per gustarmi quel sapore, sentendola rabbrividire. Si staccò dalle mie labbra e mi chiese se volessi entrare in casa. Notammo che la tenda della sala era leggermente scostata, come se qualcuno stesse osservando le nostre mosse.
"Non credo sia il caso, ma se vuoi però, posso salire dal balcone come ieri." Glielo sussurrai, schioccandole un bacio sulla bocca e tenendola sempre tra le mie braccia.

"Ti fermi a dormire?" Mi chiese speranzosa; non riuscii a dire di no a quegli occhi così luminosi.
"Se mi vuoi sì". Iniziò a saltellare come una bambina per la felicità.
"Ti mando un messaggio quando puoi salire ok?"
Feci cenno di sì con la testa e la guardai entrare in casa. Finsi di salutarla e mi avviai verso l'angolo della strada ad aspettare il suo messaggio. Dopo alcuni minuti vidi la luce della sua stanza illuminarsi. La immaginai mentre si preparava per la notte, struccandosi e sciogliendosi gli odango.

Nell'attesa mandai un sms a Yaten per dirgli che non sarei tornato neanche quella notte.
- Chiedi ai genitori di Usagi di adottarti a questo punto! Ci vediamo domani stronzo. -
Sempre gentile mio fratello!

Dopo pochi secondi mi scrisse anche la mia biondina.
- Via libera! –
Non aspettai un altro istante e salii subito nella sua stanza. Era seduta sul letto con i capelli sciolti e una vestaglia fuxia molto corta, con del pizzo nero sulla scollatura a cuore. Era decisamente sexy.
Deglutii vedendola, rimanendo fermo impalato a contemplarla.

"Dormi in piedi tu?" Copiò la mia battuta di quella sera che mi aveva chiesto aiuto pensando ci fossero dei ladri in casa e mi fece la linguaccia. Mi avvicinai a lei lentamente, non distogliendo mai lo sguardo da quello splendore. Era la sua vendetta per averla sporcata con la panna; lo capii dal sorriso vittorioso sul volto.
"Sei una stronza istigatrice, lo sai vero?" Mi sedetti vicino a lei.

"Non capisco a cosa ti riferisci..." rispose sorniona. Misi le braccia ai lati del suo corpo, mi piegai su di lei e avvicinai il mio volto al suo.
"Sì che lo sai, ma ti ricordo che siamo in due in questo gioco e stamattina ti ho dato dimostrazione che so sfruttare anche io le mie carte..." Sapevo che il calore del mio respiro, che le solleticava la pelle del viso, l'avrebbe fatta elettrizzare, infatti vidi le sue pupille allargarsi e trattene il fiato.

"Baciami" sussurrò e non me lo feci ripetere. Mi allungai, spingendola a sdraiarsi e mi distesi su di lei, giocando con le nostre lingue e accarezzandole la coscia. Era tutta la sera che desideravo baciarla così, soprattutto dopo averne avuto un assaggio fuori casa sua. Mi faceva impazzire sentirla tremare ad ogni nostro contatto, come se il suo corpo rispondesse ai segnali del mio. Dopo qualche minuto mi spinse per potermi togliere la maglietta, mi fece sdraiare e mettendosi di lato iniziò a giocare con il mio petto, sfiorandolo con la punta delle sue lunghe dita, mentre io le accarezzai il fianco da sopra la vestaglia. Restammo in silenzio a ripetere la stessa azione per alcuni minuti finché non la sentii pronunciare quelle parole che mi fecero scoppiare il cuore per la felicità.

"Ti amo Seiya. Ti amo più di quanto sia umanamente possibile!" Guardai i suoi occhi così sinceri e la sua bocca tremante dopo quella confessione.
Sapevo perfettamente quanto fosse ristoratore poter esternare quei sentimenti che sembravano consumarti internamente. Rivelare certe emozioni era sempre difficile, ma poi dava una strana frenesia; le avresti ripetute all'infinito.

"Ti amo anche io Usagi" ci baciammo con trasporto, per dimostrarci quanto quelle parole corrispondessero a verità. Con le sue dita scese sul mio addome per poi arrivare alla fibbia della cintura aprendola. Strinse il lembo dei jeans come per ricaricarsi prima di proseguire, slacciandomi i bottoni.
"Voglio fare l'amore con te. Voglio che sia tu il primo" bisbigliò alle mie labbra, tornando poi a baciarmi.

A quelle parole sgranai gli occhi sbigottito. Non era mai stata con nessuno prima, neanche con Mamoru e avrebbe voluto che fossi io a prendermi il suo candore. Il battito del mio cuore accelerò. Bloccai la sua mano prima che fosse tardi. Aprì gli occhi, guardandomi senza capire il mio gesto.
"Non sarà così la tua prima volta. Voglio che sia una cosa che ricorderai sempre con amore e dolcezza e non dettata dalla libido del momento".

Vidi un lampo di delusione percorrerla lasciando poi spazio alla tristezza. Si liberò dalla mia stretta e mi diede le spalle, lasciandomi completamente interdetto.
"Usagi, parlami. Che cosa ho detto di sbagliato?" "Pensavo... pensavo che anche tu volessi... insomma, credevo che anche tu mi desiderassi" disse singhiozzando. Pensava la stessi rifiutando?

Prendendola per le spalle la obbligai a girarsi per guardarmi e quando ebbi la sua attenzione le spiegai quello che intendevo.
"Ascoltami bene ora. Ti voglio più di quanto tu non possa neanche lontanamente immaginare e non sai quanto vorrei possederti in ogni modo possibile, ma ci sarà solo una prima volta e dev'essere speciale. Poi potremo farlo quando vuoi, ovunque vuoi e come vuoi e sarò ben felice di accontentare ogni tuo desiderio al riguardo. Voglio che la nostra prima volta sia straordinaria sia per te che per me". Le asciugai una lacrima che era sfuggita dai suoi occhi e le rigava la guancia.

"Vuoi dirmi che neanche tu prima...?" Le sorrisi
"No, mai... Neanche la mia versione femminile. Ho amato solo te e desideravo farlo solo e unicamente con te. Quindi non pensare neanche per scherzo che io non sia attratto da te, altrimenti dovrò dire addio ai miei buoni propositi e dimostrarti quanto ti bramo." Le diedi un pizzicotto alla natica facendola sussultare. Scoppiammo a ridere entrambi. Si accoccolò tra le mie braccia e la strinsi forte a me.

Ci addormentammo cinti e più liberi dopo quelle confessioni.

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