Operazione Minaten (Usagi pt2)
Lo squillare insistente del cellulare mi distolse da quella spiaggia, ma soprattutto da quelle braccia forti che mi stringevano e da quella bocca che mi assaporava. Stavo sognando me e Seiya che facevano l'amore in riva al mare. Maledissi la persona che si trovava dall'altro lato della cornetta, alzandomi ancora un po' intontita e avvicinandomi al telefono. Risposi senza neanche guardare chi stava chiamando.
"Finalmente mi rispondi. Devo parlarti urgentemente". La ragazza mi travolse con quella voce squillante carica di tensione.
"Ma chi parla?" "Come chi parla? Sono via da meno di un mese e non riconosci la voce della tua migliore amica?" "Minako?" "E chi se no?" Mi pose la domanda con un tono leggermente offeso.
"Scusa Mina, stavo dormendo e non ti ho riconosciuta subito. Come stai? È successo qualcosa di grave?"
"Yatenèvenutoquiemihabaciato" Disse tutto d'un fiato, mangiandosi anche qualche parola, perché mi rese impossibile capire cosa avesse appena pronunciato.
"Eh? Mina parla piano per favore. Non ho capito nulla di quello che hai detto." Tornai a sdraiarmi sul letto; immaginando che sarebbe stata una telefonata lunga decisi di mettermi comoda.
"Yaten..." "Cosa c'entra Yaten ora?" Domandai un po' stizzita. Prima parlava troppo veloce, poi a monosillabi. Sospirai esasperata.
"Yaten è venuto qui..." "Qui dove? Dove sei ora Mina?" Ero completamente confusa. Guardai l'orologio che segnava le quattordici e trenta. A quell'ora, i fratelli Kou, erano ancora sull'aereo. Come poteva Minako trovarsi con Yaten? Sentii la testa pulsare, sintomo che da lì a breve mi sarebbe venuto un forte mal di testa.
"Non ora sciocca. Parlo di sabato sera. Sabato è stato qui a Osaka ed è venuto a vedere il musical..." Restai sorpresa da quelle parole. Seiya non mi aveva accennato nulla, ma forse neanche lui lo sapeva.
"Davvero? E vi siete visti?" "Certo, altrimenti come avrei fatto a saperlo scusa? Comunque, a fine spettacolo mi ha raggiunta in camerino per farmi i complimenti. Ovviamente era rimasto colpito dalla mia splendida interpretazione di Sandy". Ecco che iniziava a darsi le sue solite arie. Mi fece scappare un sorriso.
"La solita modesta insomma. Beh, cosa vi siete detti?" Ci fu silenzio per qualche secondo, poi la sua voce tornò alle mie orecchie, ma in modo diverso.
"Abbiamo litigato come nostro solito. Ero arrabbiata perché non mi aveva cercata prima e gli ho dato dell'idiota."
"Tu cosa?" Scoppiai a ridere, immaginando la faccia di Yaten dopo essersi sentito apostrofare in quel modo dalla mia amica.
"Gli ho dato dell'idiota. Lui mi ha risposto come suo solito e poi..."
"E poi cosa?" Doverle cavare le parole di bocca iniziava a innervosirmi.
"Epoimihabaciata!" Parlò nuovamente troppo veloce, impedendomi un'altra volta di capire cosa avesse detto.
"Adesso riattacco Mina. Smettila di mangiarti le parole e spiegami cos'è successo". Sospirai.
"E poi lui... lui mi ha baciata" sussurrò baciata, tanto che lo sentii a stento. Mi sedetti sul letto completamente sconcertata da quello che avevo appena ascoltato.
"Lui cosa scusa?"
"Usagi, ma che problemi hai oggi? Non ti sei lavata bene le orecchie? Ho detto che lui..." La interruppi prima che ripetesse un'altra volta quello che aveva fatto l'argenteo.
"Ho capito cos'è successo Mina. Sono solo... stupita. E tu cos'hai fatto quando Yaten ti ha baciata?"
"Ho risposto al suo bacio che domande. Sai benissimo quello che provo per lui."
"In verità no, non ne abbiamo mai parlato sinceramente. Sì, sapevo che esteticamente ti piaceva e immaginavo che ci fosse altro sotto, ma non mi avevi mai parlato dei tuoi sentimenti." Di nuovo qualche secondo di silenzio che mi portò a chiederle se ci fosse ancora.
"Sì, sono qui Usa. Non so cosa dirti. Neanche tu hai mai detto chiaramente quello che sentivi per Seiya, eppure tutte l'avevamo capito."
"Mina le cose sono diverse però. Io non ero consapevole di quello che stavo iniziando a provare per lui, ero ancora legata a Mamoru in quel momento. Comunque avevo intuito ti piacesse Yaten, ma non sapevo quanto profondamente ti fosse entrato dentro." La sentii sospirare.
"Usa io... io credo di amarlo. Lui però chiaramente non prova lo stesso per me". La voce di Minako si abbassò e la sentii spezzarsi. Avrebbe iniziato a piangere a breve e purtroppo io non ero al suo fianco per abbracciarla e consolarla, come avevamo fatto in questi anni l'una per l'altra.
"Mina non dire così. È stato lui a baciarti, perché pensi di non interessargli?"
"Perché è scappato Usa. Dopo aver realizzato quello che stava facendo se n'è andato, dicendo di dimenticarmi tutto, ma come posso dimenticare le sue labbra calde e le sue braccia che mi stringevano, facendomi sentire elettrica? Ero completamente in balia delle mie emozioni in quel momento. Il mio corpo era a stretto contatto con il suo e mi sentivo bruciare. Riesci a capirmi?"
Conoscevo perfettamente quella sensazione. Era la stessa che provavo quando io e Seiya eravamo vicini. Tornarono alla mente i suoi baci, le sue carezze, la sua bramosia... Scossi la testa per respingere quei ricordi. In quel momento dovevo essere lucida per la mia amica.
"Mina calmati, sono sicura che ci sia un motivo se è fuggito dopo averti baciata. Proverò a indagare con Seiya e..."
"No, non chiedergli niente. Non voglio che nessuno sappia quello che è successo, neanche le altre. Avevo bisogno di sfogarmi con la mia migliore amica."
Mi sentii completamente inutile, la mia amica aveva bisogno di me in quel momento e io non potevo fare nulla, se non ascoltarla al telefono.
Un'idea mi balenò nella testa, ma non le dissi nulla finché non fossi sicura di poterla mettere in pratica.
"Ora devo andare Usa, dobbiamo iniziare le prove per lo spettacolo di questa sera." "Va bene Mina. Ti voglio bene." Restò in silenzio per alcuni secondi, la sentii tirare su col naso e poi finalmente rispose.
"Ti voglio bene anche io amica mia. Mi manchi terribilmente! Ti chiamo appena possibile".
Quando chiuse la chiamata guardai il display del mio telefono. C'erano due chiamate di Minako e due messaggi di Seiya.
- Queste settimane saranno interminabili. Mi mancano già i tuoi baci, i tuoi bellissimi occhi, il tuo profumo. Mi mancherà stringerti al mio corpo, sentire il tuo respiro sulle mie labbra, fare l'amore con te... Appena tornerò da questa tournee tu e io ci chiuderemo in camera mia per giorni a recuperare il tempo perduto. Ti amo piccola mia. S. –
Il mio cuore saltò un battito leggendo quelle parole, e il desiderio di sentire il corpo di Seiya sopra il mio mi fece sentire il solito formicolio lì. Deglutii a fatica. Lessi il secondo messaggio, mandato un'ora prima, per scacciare quel pensiero e soprattutto la bramosia che si stava insidiando nel mio corpo.
- Sono sicuro che starai dormendo come un sasso in questo momento. Noi stiamo per salire sull'aereo. Ti chiamo una volta atterrati. S. -
Decisi di rispondergli, sapendo che non avrei innescato uno scambio imminente di messaggi infuocati a cui non avrei saputo controbattere.
- Che delusione che sei, pensavo che mi avresti fatta uscire dalla tua stanza dopo settimane di pura passione e solo per il rientro a scuola, invece... Mi manca tutto di te, ma proprio tutto! –
Sghignazzai, pensando alla sua faccia una volta letto il mio sms.
Presi la biancheria pulita e mi diressi in bagno per farmi una bella doccia fresca.
☾ ✰
Presi una rivista dal tavolino e iniziai a sfogliarla distrattamente, attendendo il suo arrivo. La hall dell'albergo era enorme e arredata in stile moderno con giochi di colori dal bianco al nero. Ero seduta su una poltroncina puntata verso la reception, guardando superficialmente il via vai di persone che ritornava nelle loro stanze per riposare, vista l'ora tarda. Il televisore alle mie spalle stava trasmettendo dei video musicali a cui non badavo, finché non sentii quella voce.
Mi girai di scatto e guardai il suo splendido viso nello schermo. Erano passati solo cinque giorni dalla sua partenza, ma a me parvero anni. Ci sentivamo ogni giorno, sia telefonicamente che con sms, spesso mi mandava qualche foto di lui e i suoi fratelli o qualche suo selfie in pose stupide, ma non era come averlo al mio fianco. I suoi occhi blu sembrarono specchiarsi nei miei, mentre intonava quelle parole.
«La mia principessa sarai.»
Presi il telefono dalla borsa, quando vidi la persona che stavo aspettando entrare in albergo. Nascosi la faccia dietro la rivista e composi il suo numero, decisa a fare lo scherzetto che avevo progettato durante il viaggio. Sentii la suoneria riecheggiare nella hall e dovetti trattenermi per non ridere, mentre guardai la sua schiena allontanarsi verso l'uscita.
"Ciao Usagi, come mai mi chiami a quest'ora?" "Così... volevo sapere come stavi". "Sto bene grazie. Posso richiamarti tra cinque minuti? Stavo giusto salendo in camera".
"Certo non preoccuparti. Te l'ho già detto che l'arancio ti dona molta? Ti fa risaltare gli occhi". A quelle parole mi alzai, avvicinandomi quatta quatta alla persona che si stava guardando in giro per cercarmi.
"Come fai a sapere cosa indosso? Usagi, dove sei?"
Chiusi la telefonata e a pochi centimetri di distanza dissi: "Sono proprio dietro di te!"
La vidi sussultare per lo spavento, ma poi si girò a guardarmi. Gli occhi iniziarono a luccicarle e piccole lacrime scivolarono lente sul suo viso.
"Oh, amica mia" sussurrò, buttandosi tra le mie braccia, stringendoci entrambe con forza.
Si allontanò per guardarmi, posandomi le mani sulle spalle e regalandomi il suo splendido sorriso.
"Hai un viso diverso sai? Dev'essere l'effetto dovuto al sesso con Seiya!" Mi guardò ammiccando e con un sorriso malizioso, facendomi arrossire vistosamente.
"Mina, ma cosa dici! Andiamo in camera tua..." Lei scoppiò a ridere mentre io, ancora in imbarazzo, camminai a testa bassa verso la reception al suo fianco.
Dopo aver ritirato le chiavi della sua stanza e raccolto il mio trolley ci avvicinammo all'ascensore, aspettando che ci portasse al terzo piano.
"Come mai ti sei fatta questo viaggio?" Il suo tono era serio, ma sul suo viso c'era stampato il solito sorriso dolce.
"Mi mancavi e avevi bisogno della tua migliore amica! Così finalmente potrò vedere la tua tanto decantata bravura artistica." Le feci una linguaccia per poi scoppiare a ridere insieme a lei.
Il bip del' ascensore, seguito dall'apertura delle porte, ci segnalò l'arrivo al terzo piano. Uscimmo e ci dirigemmo verso la sua stanza, la numero 325.
Restai a bocca aperta per la bellezza di quella camera; c'era un letto a baldacchino enorme, un divano di tessuto ai piedi del letto e una vista della città spettacolare.
"Bella vero? Ho anche la vasca idromassaggio"
Si pavoneggiò un po', prima di sedersi sul comodo divano.
Quella sera chiacchierammo, raccontandoci tutte le cose successe in quelle settimane. La consolai quando parlò dei suoi sentimenti per Yaten e ridemmo ricordandoci alcuni aneddoti passati.
Ovviamente non le confidai del piano escogitato da me e Seiya, rinominato "Operazione Minaten"; prima avrei dovuto accertarmi dei veri sentimenti dell'argenteo.
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