Milkshake (Seiya)
L'appartamento era circondato dal silenzio più totale. L'unico rumore era il ticchettio dell'orologio a muro.
Minako si guardò attorno. Era la prima volta che veniva a casa nostra e osservò l'arredamento con interesse, probabilmente per tergiversare sulla domanda che voleva pormi.
"Vado a vedere se Yaten è nella sua stanza". Vidi un sorriso di gratitudine disegnarsi sul volto della bionda, dopodiché accennò un sì con la testa.
Usagi le prese la mano, come per trasmetterle forza e sicurezza. Guardai quelle due ragazze così simili da sembrare sorelle e invidiai leggermente il loro rapporto.
Io avevo i miei fratelli e Usagi, ma qualcuno da considerare amico? Qualcuno che avessi scelto e che a sua volta avesse scelto me, come confidente, come compagno, semplicemente come amico non c'era.
Usagi invece era circondata da persone che aveva valutato perfette per affiancarla nella sua vita. Persone che a loro volta desideravano avere lei nella loro quotidianità perché la ritenevano speciale.
Ed era vero, lei era diversa da tutti; il suo cuore era puro.
La mia testolina buffa era unica!
Mi diressi verso la camera di Yaten e trovando la porta chiusa decisi di bussare.
"Non ho voglia di parlare con nessuno, Seiya".
Almeno era in casa.
"Yaten, c'è qui una persona che vorrebbe parlarti". Feci segno a Minako di raggiungermi.
La vidi deglutire a fatica per poi iniziare a muoversi lentamente, sempre tenendo per mano l'amica, avvicinandosi alla porta che la divideva da Yaten.
"Ho detto che non voglio parlare con nessuno Seiya, NES-SU-NO! Ti è più chiaro se lo scandisco?"
Alzai gli occhi al cielo sospirando. Era scorbutico già di suo, essere di cattivo umore lo rendeva ancora più insopportabile.
"Yaten, sono Minako. Posso entrare?" Mi voltai verso la bionda, sorpreso che fosse riuscita a porre quella domanda. Tremava ed era bianca come un cencio.
Dall'altra parte della porta non si sentì volare una mosca. Il silenzio fece sembrare quei secondi minuti interminabili.
"Yaten, o esci tu o entro io. Hai tre secondi per aprire questa porta!"
Sapevo che ponendolo di fronte a una scelta si sarebbe finalmente deciso; con lui si doveva fare così.
"Tre" Sentii il rumore dei passi.
"Due" Di nuovo silenzio, ma percepivo la sua presenza di fronte a me, nonostante la porta facesse da barriera.
"Uno". Vidi il pomello della maniglia abbassarsi e la porta aprirsi. Il buio della stanza sembrò voler risucchiare la luce proveniente dal salone.
"Solo Mina". Le sue parole fecero sussultare la ragazza. Yaten non si era neppure affacciato alla soglia. Voleva restare nascosto nell'ombra, sentendosi forse più protetto celandosi nell'oscurità.
Minako fece un profondo respiro, si voltò un'ultima volta verso Usagi ed entrò nella stanza.
Yaten richiuse la porta dietro di sé, lasciando fuori me e Usagi.
Avrei tanto voluto origliare la loro conversazione, ma sapevo che, oltre a non essere educazione, mio fratello aveva bisogno del suo spazio e di parlare in privato con Minako. Se e quando si sarebbe sentito pronto mi avrebbe raccontato tutto, ma in quel momento dovevo lasciargli il suo spazio personale.
Di tutt'altra idea era ovviamente Usagi che si era già avvicinata con l'orecchio al muro per cercare di origliare. La presi per mano e la allontanai.
"Uffa Seiya, io volevo ascoltare". Si lamentò, cercando di liberarsi dalla mia presa.
"Andiamo pasticcino, ti accompagno a casa". Sottolineai l'avvezzativo per farla sentire in colpa, così che smettesse di dimenarsi e si lasciasse condurre verso l'esterno.
"Va bene, ho capito l'antifona. Sei un antipatico, lo sai?" Disse facendo il broncio.
Premetti il pulsante di chiamata dell'ascensore e guardai il suo viso arrabbiato. Adoravo quando inarcava le sopracciglia verso l'interno, creando delle pieghette adorabili sulla sua fronte. Le labbra sembravano più carnose, pronte solo per essere assaggiate.
Posai la mia bocca sulla sua, assaporandone il sapore dolce.
Sapeva ancora di fragola e banana.
☾ ✰
"Mi ricordi in che modo avevi soprannominato il nuovo cameriere del crown?"
Usagi si irrigidì leggermente a quella domanda. Accarezzavo la pelle delicata del suo braccio provocandole i soliti brividi, mentre con l'altra mano mi sorreggevo la testa, appoggiando il gomito al cuscino.
Eravamo sdraiati nel suo letto, come ogni notte da quando ero tornato dalla tournée.
"Mi sembra di aver detto che fosse un delizioso pasticcino. Non mi dirai che sei geloso!"
Sorrise alla sua provocazione. Quella piccola istigatrice sapeva quali punti toccare, metaforicamente parlando. Io invece ero perfettamente cosciente di quali tastare senza metafore.
Avvicinai la mia bocca al suo orecchio, respirando leggermente sul suo collo prima di risponderle.
"Oh sì che lo sono e tu lo sai bene." Le mordicchiai il lobo, provocandole un gemito.
Scesi sul collo e iniziai a baciarglielo, assaporando con la lingua il dolce sapore della sua pelle mischiata con la fragranza muschiata del suo profumo.
Portai la mano sinistra sul suo addome, accarezzando la parte di pelle sopra agli slip senza mai scendere al di là di quella barriera.
"Seiya" Pronunciò il mio nome in un affanno. Sul volto mi si disegnò un sorriso compiaciuto.
"Dimmi, oh mio delizioso pasticcino". Puntai gli occhi nei suoi, guardando il nero della pupilla dilatarsi maggiormente, mentre a fatica deglutiva.
"Non hai motivo di essere geloso. Io amo solo te e nessun'altro potrà mai prendere il tuo posto nel mio cuore!"
A quelle parole sentii una morsa nel petto che mi fece sorridere. Posò la sua piccola mano sulla mia guancia e con la punta delle sue esili dita mi solleticò involontariamente la pelle del viso.
In un attimo mi posizionai sopra di lei, puntando i gomiti sul materasso per non pesarle con il mio corpo.
"Per questa volta ti perdono, ma sappi che se mi farai ingelosire ancora una volta la mia ira sarà implacabile". Sorrisi, sottolineando quella parola, sicuro che avesse capito il doppio senso a cui alludevo.
"Oh, sono veramente terrorizzata. Non ti farò mai più essere geloso, parola di lupetto!" Scoppiò a ridere improvvisamente, dovendo tapparsi la bocca con le mani per non farsi sentire dalla sua famiglia.
"Eri una piccola scout?" Domandai curioso a quella testolina bionda.
"No, ma ho sempre sognato di dirlo". Scoppiai a ridere insieme a lei.
Usagi allacciò le sue braccia al mio collo, strofinò il suo piccolo e grazioso naso contro il mio e si allungò per darmi un leggero bacio a stampo.
Dopo il primo ne seguirono altri, finché non divennero uno solo, lungo e caldo che reclamava passione.
La mia mano andò a posarsi sul suo fianco, vezzeggiando quel pezzo di pelle con lentezza, lasciando assaporare alle mie dita quel contatto.
Usagi slegò la mia coda come ormai era solita fare, prese una ciocca dei miei capelli e se la arrotolò tra le dita, tirandola leggermente.
Sapeva perfettamente che quel gesto mi faceva impazzire e aumentava il mio desiderio di possederla.
Le morsi il labbro inferiore, provocandole un gemito di piacere. Anche io conoscevo i suoi punti deboli.
Usagi strinse la mia maglietta e me la fece togliere con foga, iniziando poi a darmi caldi baci sul petto.
La sua bocca sembrava puro fuoco.
Sollevai la sua canottiera e andai a stuzzicare con la lingua i suoi capezzoli turgidi.
Sarei potuto stare tutto il giorno a succhiarglieli e a strofinarglieli, ascoltando i suoi mugugni di piacere.
Adoravo sentirla così 'debole' sotto le mie mani, pronta a farsi fare tutto quello che volevo, lasciandosi andare al desiderio.
Feci scivolare la mano che era intorno alla sua vita verso il basso, entrando nelle sue mutandine e accarezzando la sua intimità umida. Un altro gemito della mia Usagi.
Fece cadere i miei pantaloncini e i miei boxer, lasciandomi completamente nudo sopra di lei. Feci lo stesso, abbassandole lo slip fino alle caviglie.
Aprii il cassetto dove avevo lasciato la scorta di preservativi, ma la sua mano sul mio polso mi bloccò.
"Non servono più. È più di un mese che assumo la pillola, ora possiamo farlo liberamente".
Ci sorridemmo entrambi, guardandoci profondamente negli occhi, facendo incontrare ancora una volta cielo e mare.
Tornai sopra di lei, la mia erezione puntava la sua femminilità calda.
"Che cosa vuoi Usagi?" Le sussurrai all'orecchio, soffiandole leggermente sul collo. Adoravo quando si imbarazzava in questi nostri momenti intimi. Nonostante la lussuria rimaneva sempre la mia dolce testolina buffa.
"Voglio te Seiya, ti prego..." Sussurrò ansimando.
Spinsi dentro di lei solo la punta del mio membro, torturandola ancora un po'.
Affondavo lentamente, centimetro dopo centimetro, fino a riempirla. Iniziai a muovermi costantemente, prendendo velocità ad ogni spinta.
Mi impossessai delle sue labbra con impeto, lasciandomi travolgere dalla rovente passione. Giocavo con la sua lingua, bisognoso di quel contatto.
In quel momento non eravamo più Usagi e Seiya, eravamo una cosa sola, un corpo unico, fuso dal nostro amore.
Usagi mi cinse con le gambe, allacciandole alla mia schiena mentre si inarcava e si lasciava travolgere dall'orgasmo, lasciando sul suo corpo solo dei tremori.
La seguii dopo poco, finalmente libero di gustarmi quel momento senza più preoccupazioni.
Il nostro rapporto era evoluto ancora una volta, raggiungendo un nuovo picco di intimità. Mai avrei pensato che potessero esistere sensazioni del genere, ma con Usagi niente era impossibile.
"Allora mia cara, ti reputi ancora la detentrice ufficiale del Mainagioia?" La canzonai, ricordandole le sue parole usate nel diario.
"Non puoi usare quelle cose contro di me, mi hai capito?" Mi puntò un dito contro il petto, con fare falsamente offeso. Scoppiai a ridere, cosa che fece anche lei di rimando.
Ci accoccolammo l'uno tra le braccia dell'altra, parlando di cose futili e scambiandoci qualche bacio.
Ci addormentammo, appagati e felici, sicuri che niente avrebbe mai potuto distruggere la nostra spensieratezza.
Non immaginavo che delle grosse nuvole grigie erano pronte ad oscurare il mio sole.
*Spazio Autrice*
Buongiorno ragazze, Minaten e Yaten finalmente sono l'una di fronte all'altro. Cosa pensate succederà tra di loro? Riusciranno finalmente a parlarsi apertamente?
Vi aspetto venerdì per scoprirlo insieme a voi!
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