Luna e Stelle (Seiya pt1)
Il tempo sembrò fermarsi. Eravamo solo io e lei, occhi negli occhi. Poi vidi le sue lacrime rigarle il viso e improvvisamente iniziò a correre nella mia direzione.
Stavo sognando o veramente mi stava venendo incontro? Potei solo allargare le braccia per accoglierla e stringerla forte a me. Era più di quanto avessi sperato.
"Seiya mi sei mancato così tanto". Non credetti alle mie orecchie.
Gli ero mancato veramente? Sicuramente non quanto lei era mancata a me.
Sentii il rimbombo del mio cuore nelle orecchie e un'ondata di calore travolgermi completamente. Quelle poche volte che riuscii a stringerla mi provocarono la stessa sensazione.
"Buon compleanno, testolina buffa. Non me lo sarei perso per niente al mondo!"
Era la verità; se fosse dipeso da me non sarei mai più stato un giorno senza di lei.
Alzò il viso e i nostri occhi s'incontrarono. Sembrava che le nostre anime si stessero specchiando l'una nell'altra.
La sentii cedere e la aiutai a sedersi. Mi disse che era stata una giornata emozionante e poi mi sorrise.
Il mio cuore saltò un battito. Il suo sorriso era la cosa che più mi era mancata. Era quello che mi aveva fatto innamorare di lei, insieme alla sua bontà, il suo coraggio e la sua testardaggine. Non mi sarei mai stancato di guardarla sorridere.
Qualcosa sul suo collo brillò e la cosa mi fece sorridere.
Iniziammo a fare conversazione perché se avessi continuato a guardarla non avrei resistito alla voglia di baciarla e avrei rovinato quel momento perfetto. Dovevo allontanare quel desiderio.
Tralasciai i dettagli personali e le dissi che la nostra principessa aveva voluto che tornassimo a vivere sulla terra definitivamente. Scrutando il suo volto per cercare di capire le emozioni che la mia notizia avesse scaturito, la vidi piacevolmente sorpresa.
Rimasi però sbigottito quando ammise che credeva che il suo regalo fosse la mia presenza sulla Terra; veramente non aveva capito che il ciondolo era da parte mia? O forse non gli piaceva e lo indossava solo per cortesia.
Quando le dissi che mi riferivo alla collana, la guardò per qualche secondo e poi tornò a fissarmi.
"Potevi anche firmarlo il biglietto, sai?" e si voltò imbronciata, incrociando le braccia.
Nella mia testa si formarono una marea di domande:
Perché si comportava così? Stavamo andando d'accordo fino a un attimo prima. Se non aveva capito che era un mio regalo, di chi pensava potesse essere?
Che domanda scontata. Come poteva pensare che un simbolo del genere potesse venire dal suo fidanzato? La luna e la stella eravamo noi, era il nostro simbolo.
Mi venne il nervoso e mi voltai anch'io, incrociando le braccia.
Mi sfidò, come era solita fare, avvicinando il suo viso alla mia testa.
No cara Usagi non ti lascerò l'ultima parola, questa volta ero veramente arrabbiato.
"Non capisci nulla!" Le urlai avvicinandomi anche io e guardandoci in cagnesco.
La rabbia passò quando mi accorsi di quanto eravamo vicini, tanto da sentire il suo caldo respiro sul mio viso.
Dovetti allontanarmi imbarazzato. Come riusciva a farmi innervosire in quella maniera, ma allo stesso tempo farmi impazzire di desiderio?
M'invitò a unirmi ai festeggiamenti alzandosi da terra; stavo per accettare, ma poi ricordai che oltre alle sue amiche c'era anche Mamoru e l'ultima cosa che volevo era vedere tubare i due piccioncini. Declinai la sua richiesta alzandomi e appoggiandomi al salice.
Vidi il suo volto cambiare facendosi triste. Perché il mio rifiuto ebbe questo effetto su di lei? Dopotutto le persone per lei più importanti erano radunate in quella sala.
Fece per rispondermi, ma venne interrotta da Rei. Quando si voltò per dirle dove fosse, ne approfittai per nascondermi dietro all'albero. Se avesse insistito sono sicuro che avrei ceduto e non volevo rovinare quel bellissimo momento con dei ricordi spiacevoli. La vidi cercarmi inutilmente ma poi venne raggiunta dalla sua amica che, prendendola per mano, la trascinò verso il tempio.
"Grazie, mia dolce testolina buffa" dissi sorridendo.
La solita farfalla rossa si allontanò da me volando nel cielo, come a voler raggiungere la luna.
☾ ✰
Eravamo in quella che credevo fosse Cristal City e Usagi era ormai diventata Serenity. Camminava nel parco, accompagnata dalle sue fedeli guerriere, spingendo una carrozzina.
Mi nascosi dietro la colonna per guardarla. Era ancora più bella con quel viso maturo.
Al collo portava la collana fatta da me. Nonostante fossero passati anni, non mi aveva dimenticato!
"La piccola lady è così dolce mentre dorme" sussurrò Rei alla sua principessa.
Tutte erano in adorazione per quella bambina.
"Assomiglia moltissimo al principe" concluse Makoto.
Improvvisamente i miei fratelli le raggiunsero.
"Principessa, ci cercavate?" Chiesero all'unisono. Erano vestiti da guardie, probabilmente erano diventati i suoi soldati.
"Sì, ragazzi, è tutto il giorno che cerco vostro fratello inutilmente. Sapete dove si trova?"
Mi stava cercando? Il mio cuore saltò un battito. Nonostante fosse felicemente sposata, facevo ancora parte della sua vita.
"Non saprei, principessa. Andiamo subito a cercarlo" la rassicurò Yaten e insieme a Taiki, si allontanarono verso il castello.
"Proveremo a trovarlo anche noi, principessa". Ami le mise una mano sulla spalla e insieme alle altre guerriere si allontanarono dalla parte opposta del parco.
Ora che era rimasta sola con la sua bambina decisi di avvicinarmi.
"Principessa, so che mi cercavate" le dissi inchinandomi a lei. Guardarla da vicino era decisamente meglio che spiarla.
"Finalmente, Seiya, ma dove sei stato?" Si allungò per darmi un dolce bacio sulla guancia.
Il suo profumo mi riempii le narici e la sua vicinanza mi scaldò il cuore.
"Guarda come dorme profondamente Chibiusa". Mi avvicinai per guardare quella bambina.
Dormiva serena abbracciando un peluche a forma di stella.
Aveva lo stesso sorriso di Usagi, ma i capelli erano corvini. Improvvisamente si svegliò e mi guardò. I suoi occhi erano grandi come quelli della mamma ma non erano color del cielo. Erano di un bellissimo blu.
La principessa posò la sua testa sulla mia spalla e sorridendomi mi disse:
"Ha i tuoi stessi occhi hai visto? Le mie amiche hanno ragione a dire che assomiglia molto al suo papà".
☾ ✰
Mi svegliai di soprassalto. Qualcuno stava suonando al citofono.
"Maledizione, stavo riposando così bene. Seccatori!"
Mi voltai dall'altro lato del letto, con la speranza di riprendere il sogno da dove era stato interrotto.
Il campanello riprese a trillare.
"Ma chi diavolo è? Yaten, Taiki andate a rispondere vi prego". Nessuna risposta. Stavano dormendo così profondamente da non sentire il campanello?
Mi sedetti sul letto stiracchiandomi. Di nuovo il rumore fastidioso del citofono, questa volta senza sosta.
Innervosito mi alzai per rispondere. "Che modi sono? Sto aprendo" bofonchiai premendo il pulsante per sbloccare il portone e poi aprì la porta dell'appartamento, lasciandola socchiusa.
Mi affacciai alle stanze dei miei fratelli, ma di loro nessuna traccia. "Saranno usciti senza le chiavi".
Rientrai nella mia camera, sperando di poter tornare a dormire ma poi sentii la porta chiudersi e una voce in lontananza. Mi bloccai vedendo di chi si trattava.
"Testolina buffa, cosa ci fai qui?"
Il cuore mi esplose nel petto e mi sembrò di boccheggiare tant'era la sorpresa.
Aveva portato la colazione e voleva salutare i miei fratelli.
La invitai a restare anche in loro assenza e poi scappai in camera per poter riprendermi da quell'incontro inaspettato.
Io e lei, di nuovo da soli. Tornai a respirare normalmente e anche i battiti rallentarono.
Presi i primi vestiti che mi capitarono dall'armadio per non farla aspettare troppo. Misi dei blue jeans e una polo bianca. Feci un profondo respiro e mi diressi verso la sala per raggiungerla.
"Che hai comprato di buono, testolina buffa?" le chiesi sedendomi sul divano.
Si era fermata in pasticceria a prendere brioches e caffè. La sua risposta fu accompagnata dal rumore del suo stomaco. Era impossibile non ridere.
La stuzzicai come mio solito e quando si sedette al mio fianco, ovviamente innervosita dalla mia battuta, mi chiese se gli stessi dando della cicciona. Decisi di rincarare la dose.
"Se continui a mangiare dolci lo diventerai sicuramente" e le tolsi dalle mani la brioche alla marmellata di fragola. Era la mia preferita.
Lei cercò di riprenderla e per infastidirla iniziai a tirare la brioche finché non si ruppe a metà.
Usagi si fece rossa in viso dalla rabbia. Stavo cercando di trattenermi per non riderle in faccia, ma quella scena era troppo divertente, perciò scoppiai.
Gli avvicinai al viso il mio pezzo per farle capire di prenderlo, così le nostre mani si sfiorarono.
Il tempo sembrò come fermarsi. Dei brividi percorsero tutto il mio corpo e il desiderio di stringerla e baciarla fecero capolino. Tolsi la mano completamente imbarazzato; so che lei non avrebbe mai voluto questo tipo di contatto da parte mia, perciò non feci nulla e terminai la mia colazione.
Lei fece lo stesso. Probabilmente se ne sarebbe andata a breve vista la situazione che si era creata.
Egoisticamente non volevo separarmi da lei. Non ne avrei mai avuto abbastanza della sua compagnia così le chiesi se avesse programmi per la giornata e se volesse accompagnarmi a fare shopping per la casa.
"Dei consigli femminili per arredarla mi servirebbero, anche se non so quanto buon gusto tu possa avere".
Era più forte di me. Non riuscivo a non stuzzicarla. Come immaginavo, la sua reazione non tardò ad arrivare e si alzò verso la porta. Nulla era cambiato.
Le presi la mano per fermarla dicendole che la stavo prendendo in giro e che per sdebitarmi le avrei offerto il pranzo e un gelato, sapendo che a quel tipo di offerta non avrebbe mai rinunciato. Accettò entusiasta, tirandomi verso la porta, non accorgendosi che ci stavamo tenendo per mano. Quel contatto mi scaldò il cuore e fece nascere un sorriso involontario.
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