Le truppe si addurranno (Seiya pt2)
*Si consiglia l'ascolto della canzone in sottofondo*
Salire sul palco mi dava ogni volta un senso di agitazione. Nonostante mi mostrassi molto sicuro e avessi un'ottima presenza scenica, essere al centro dell'attenzione dinnanzi a una platea gremita di persone, accorse solo per noi, mi rendeva inquieto. Solo due occhi dello stesso azzurro del cielo mi avrebbero quietato, facendomi dimenticare quella folla per porre la mia attenzione unicamente alla fonte della mia gioia e alle parole d'amore che le avrei dedicato sotto forma di musica.
Mi veniva più facile scrivere i miei sentimenti su degli spartiti, perché la musica era da sempre parte fondamentale di me e del mio essere; è stato proprio grazie a essa che io e i miei fratelli siamo riusciti a ritrovare la nostra principessa e sempre per merito suo eravamo giunti in questa città, che ci accolse fin da subito con calore. Solo una testolina bionda non prestò attenzione a noi al nostro arrivo, la stessa che, in quel momento, sedeva in prima fila per sostenermi e incoraggiami, quella che mi aveva rubato il cuore dal nostro primo sguardo.
Il presentatore ci annunciò e in pochi secondi salimmo sul palco, illuminato a giorno grazie all'infinità di faretti, dove risiedeva già la nostra strumentazione.
Come al solito mi avvicinai al microfono, sistemando prima il mio basso, salutando Tokyo e tutti gli spettatori presenti, focalizzandomi su di lei... La mia dolce Usagi.
L'avevo vista poco prima, ma mi sembrò ancora più bella lì in mezzo alle sue amiche, l'unica macchia di colore in un disegno bianco e nero, il raggio di luce in una giornata nuvolosa, l'ancora di salvataggio in mezzo a una tempesta; lei era il mio sole.
Ci esibimmo nel nostro solito repertorio, lasciando per ultimi gli inediti miei e di Yaten, prima di passare a Minako. Avevo organizzato tutto alla perfezione insieme a Taiki; se nemmeno quello stratagemma avrebbe funzionato per far parlare quei due cocciuti li avrei chiusi in una stanza buia, ovviamente senza oggetti contundenti, finché non si fossero dichiarati tutto il loro amore.
"Vorrei dedicare il mio inedito alla ragazza più speciale che esista su questo universo. La mia musa e la fonte della mia felicità; ti amo Usagi!"
La vidi arrossire come suo solito, coprendosi il volto con le sue mani delicate per nascondersi dall'imbarazzo e dalle occhiate divertite delle sue compagne, mentre dalla folla provenne un forte applauso che riempì l'aria.
Pizzicai le corde del mio strumento, dando il via ai miei fratelli per accompagnarmi con la base musicale, in quella canzone scritta solo per lei.
«Sei la mia passione tu, la mia vena di follia... tu sei la divinità di carne e poesia.
Sei la spiritualità, fantasia e fragilità, sei nell'euforia che c'è nei giorni di sole.
Tu sei, tutto quello che vorrei.»
I suoi grandi occhioni si illuminarono quando sentì quelle parole, uscite spontaneamente un giorno di ottobre, di ritorno dopo una passeggiata nel parco trascorsa in solitaria, gustandoci delle squisite caldarroste di stagione. La mia ghiottona ne andava matta e si rimpinzò fino a raggiungere la sazietà e un fastidioso mal di pancia. Quella sera, prima di raggiungerla per passare con lei la notte, abbozzai una parte del testo, rimembrando il suo sorriso e quella sua felicità contagiosa.
«Tu sei la complicità, la bugia e la verità, sei nell'acqua che io bevo dalle mie mani.
Sei dentro il mio sangue tu, sei una ragione in più, travolgente come il vento che scuote il mare.
Tu sei, tutto quello che vorrei; tu sei per me...»
Le sorrisi, osservando le gocce splendenti di rugiada che scesero dai suoi occhi, rigando il suo splendido viso con una leggera traccia della matita nera che aveva usato per dar maggior profondità a quelle iridi azzurre. Lei era insidiata dentro me; scorreva nelle mie vene, spingeva i miei polmoni e regnava indiscussa nel mio cuore. L'amore che provavo per lei mi faceva vivere costantemente in un vortice di sentimenti che mi riempiva l'anima, dando un senso al mio esistere. Lei era tutto!
«I ricordi che restano ora che ci sei non fanno male più, se alla mente ritornano...
Vanno fino in fondo al cuore e ci sei tu, nei miei pensieri, quelli più veri...
Sempre sarai.»
Quanto ero stato male per lei i primi mesi che la conobbi... annientato da quell'amore non ricambiato. Mi era capitato di rimembrare quei momenti lontani, soprattutto quando sentivo Usagi distante, persa nel suo mondo al quale non mi dava accesso, ma poi mi bastava un suo sorriso o un suo bacio per cacciarli nuovamente in quel cassetto, in un posto dove non avrebbero potuto nuocermi.
«Sei un'invasione tu, un vulcano di allegria, miele d'ambra che mi dà nuova energia.
Tu sei la semplicità, gioco di sensualità, sei la più lunga estate della mia vita.Tu sei, tutto quello che vorrei; tu sei per me...»
Scesi dal palco utilizzando le scalette che davano sulla platea e mi avvicinai a quel mio piccolo cataclisma di felicità, asciugandole le lacrime fuggite al suo controllo. Sorrisi alla mia estate personale, perché lei, se avessi dovuta paragonarla a una stagione, l'avrei associata sicuramente a quella più calda, più luminosa e vivace dell'anno. Quella dalle giornate interminabili, quella che ci ha fatto rincontrare e ha siglato l'inizio della nostra relazione. Le stampai un rapido, ma dolce, bacio sulle labbra, assaporandone il gusto leggermente salato.
«I ricordi che restano ora che ci sei non fanno male più, se alla mente ritornano...
Vanno fino in fondo al cuore e ci sei tu, soltanto tu!Se alla mente ritornano, vanno fino in fondo al cuore...
E ci sei tu, nei miei pensieri, quelli più veri... sempre sarai!»
Le accarezzai il viso prima di interpretare l'ultima strofa, caricandola di tutto il mio amore per lei, sperando che quelle semplici parole potessero farle capire quanto fosse importante e che il sentimento che provavo per lei non si sarebbe mai affievolito.
«Nei miei pensieri, dove non c'eri, sempre sarai...
Sempre sarai, per me!»
Entrambi ci sorridemmo, scambiandoci un lungo e intenso bacio, nel quale liberammo il nostro bisogno l'uno dell'altra, perdendoci ancora una volta solo in noi stessi. Ci dimenticammo di essere in un posto gremito di persone, perché i nostri occhi vedevano solo quelli dell'altro e i nostri cuori bramavano la nostra unione, battendo a un ritmo scatenato, seguendo però lo stesso tempo, come se fossimo due anime che condividevano lo stesso muscolo cardiaco.
*Spazio Autrice*
Eccoci giunti alla fine di questo capitolo, più tranquillo e romantico rispetto ai precedenti.
Il nostro Seiya è proprio un cucciolo, guardate che canzone dolcissima ha dedicato alla sua piccola testolina buffa...
Martedì quasi sicuramente non riuscirò ad aggiornare, perché il bambino mi ha tenuta impegnata e non sono riuscita a scrivere nemmeno una riga del nuovo capitolo, ma spero di riuscire a fare qualcosa lunedì... Pregate per me! XD
Buon weekend.
Baci, Sara
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