Il weekend (Seiya pt2)

Quella camera aveva finestre in ogni angolo e nel soffitto, illuminando così la stanza con la tenue luce della luna e delle stelle, che quella notte brillavano nel cielo intensamente. Entrai con Usagi tra le braccia e la posai delicatamente sul letto. La gola mi si era improvvisamente seccata, mentre mi perdevo nei suoi occhi colmi di desiderio.
"Usagi, noi... Non sei obbligata a fare niente che tu non voglia. Non ti ho portato qui con lo scopo di..." Non mi fece terminare la frase perché posò l'indice sulla mia bocca per zittirmi.

Si alzò, mettendosi frontale a me e alzandosi in punta di piedi, intrecciò le sue mani dietro al mio collo, avvicinandosi pericolosamente al mio corpo infuocato dal desiderio.
"Io voglio fare l'amore con te Seiya, lo voglio più di quanto immagini. Lo desidero, più di quanto sotto stress dallo studio, sogno una coppa gelato con tanta panna montata". Scoppiammo entrambi a ridere a quella similitudine. La mia irrefrenabile golosona!

Poggiò le sue labbra sulle mie, sfiorandole delicatamente, ma cercando lo stesso il contatto tra le nostre lingue. L'abbracciai, accarezzandole la parte di schiena nuda, lasciandole a ogni mio passaggio dei brividi sulla pelle. La spinsi dolcemente sul letto e mi posai sopra di lei, appoggiando i gomiti al materasso, cercando di non pesarle col mio corpo. Ci trascinammo fino alla testata del letto, continuando a baciarci e accarezzandoci. Ero più agitato delle altre volte e molto più del pomeriggio passato a stuzzicarla, facendola venire probabilmente per la prima volta nella sua vita. Se non avesse cambiato idea all'ultimo momento, avremmo fatto l'amore quella sera.

Era la prima volta anche per me e la paura di fare le cose nel modo sbagliato o, ancor peggio, di deludere le sue aspettative, mi attanagliava. Come se avesse percepito il tormento dei miei pensieri, si staccò da quel bacio e guardandomi profondamente negli occhi, mi chiese cosa non andasse.
Le dissi "niente", cercando di posare nuovamente le mie labbra sulle sue, ma Usagi si scostò.
"Seiya, me ne accorgo quando mi nascondi qualcosa. Hai forse cambiato idea e non sai come dirmelo?"
Il suo volto si fece triste in un istante e gli occhi le iniziarono a luccicarle, sintomo che avrebbe iniziato a piangere a breve.

"Usagi, come puoi pensare una cosa del genere? Ti amo e ti desidero dalla prima volta che ti ho visto in aeroporto. Ho solo paura di deluderti..." Abbassai lo sguardo per non incrociare i suoi occhi.
Posò la sua piccola mano sulla mia guancia, facendomi voltare, guardandomi con occhi dolci e pieni d'amore.
"Non potresti mai deludermi Seiya! Ti amo" e così dicendo, spinse il mio viso verso il suo, iniziando a baciarmi con più trasporto. Con le mani iniziò a sbottonarmi la camicia lentamente, mentre io le accarezzai la guancia.
Una volta slacciata, mi tolse quel pezzo di stoffa tirandola dalle spalle, iniziando poi a sfiorarmi con la punta delle dita il torace. Appoggiò un palmo sul mio petto, per sentirne il battito irregolare e uno sul suo cuore.

"Palpitano allo stesso ritmo" disse, tornando poi a posare le sue calde labbra sulle mie e aprendo le nostre bocche, per dare inizio a un nuovo bacio pieno di passione.
Feci scorrere la mia mano dalla sua guancia alla cerniera del vestito, cercando di non soffermarmi troppo su quel seno perfetto che desideravo assaporare nuovamente.
Abbassai lentamente la zip, lambendo quel pezzo di pelle scoperto da poco, causandole così nuovi brividi.
Mi alzai da lei, mettendomi in ginocchio, per toglierle l'abito e guardare quel corpo perfetto, splendere alla luce della luna. Era completamente nuda a eccezione delle mutandine.

Posai il vestito ai piedi del letto e iniziai a baciarle le gambe, partendo dalle ginocchia. Assaporai ogni centimetro della sua pelle con le mie labbra, baciandola, leccandola e succhiandola.
Salii lentamente sulla sua pancia, passando prima dall'interno coscia, facendola fremere quando sfiorai con il naso la sua intimità. Una volta sul suo addome, iniziai a giocare con la lingua, gustandomi il sapore di vaniglia del suo corpo. Continuai la mia scalata molto pigramente, torturandola, arrivando finalmente alla mia meta: quei bottoncini turgidi che aspettavano solo le mie attenzioni. Ne mordicchiai leggermente uno e presi l'altro tra la punta del pollice e dell'indice, provocandole un gemito.

Sentirla inarcarsi e gemere al mio tocco mi fece sentire potente e sicuro. Avevo già testato che giocare con i suoi capezzoli la faceva impazzire e io non desideravo altro, se non darle il massimo piacere.
Mise una mano sulla mia nuca e strinse energicamente i capelli, cercando un appiglio a quella scarica di eccitazione che sentiva bruciarle dentro, fortificando la reazione del mio membro che già voleva impossessarsi di lei.
"Seiya..." Disse il mio nome ansimando, rovesciando la testa all'indietro e tirando con più forza i miei capelli.

Portai la mano libera sulle sue mutandine e la sentii completamente umida. Sfregai un dito sul suo clitoride, rimanendo sempre all'esterno di quella barriera di cotone, provocandole continui sussulti.
Chiamò il mio nome un'altra volta, con la voce più acuta e sentendo come mi strattonò la coda, intuii che fosse in preda a un orgasmo.
Staccai la mia bocca da quei bottoncini malvolentieri, dandole il tempo di riprendersi da quell'ondata di piacere che l'aveva appena travolta. Mi sdraiai al suo fianco, ammirando la sua bellezza, la sua pelle perfetta e quella bocca che si muoveva a ritmo del suo respiro.
Si voltò a guardarmi con un leggero rossore sulle guance e mi sorrise un po' in imbarazzo. Le schioccai un bacio sulle labbra.

"Sei stanca?". Mi rispose facendomi un cenno negativo col capo e avvicinando il suo viso al mio.
"Avremo il tempo di dormire più tardi..." sorrise maliziosamente, prima di sedersi sopra la mia erezione, coperta dai pantaloni. Si avvicinò al lobo del mio orecchio e iniziò a mordicchiarlo, facendomi impazzire maggiormente dal desiderio. Portai le mani sul suo seno e lo accarezzai, imprimendomi la forma e i piccoli nei che lo caratterizzavano nella mente.
La sua bocca scese sul mio collo che baciò e succhiò, provocandomi un gemito. Continuò lentamente il suo percorso fino al petto, premendo le labbra all'altezza del cuore.
Si mise nuovamente seduta e iniziò a slacciarmi i bottoni con tocchi leggeri. Portandosi poi in ginocchio davanti a me, mi tolse con cura i calzoni, appoggiandoli a terra, al fianco del suo vestito.

Ci guardammo e vidi il suo viso incerto sul da farsi, così mi sollevai e prendendola per le spalle, la spinsi sopra di me baciandola. Trasmisi in quel bacio tutto il desiderio che avevo.
La sentii strusciarsi sulla mia erezione come una gattina che aspettava di essere sfamata, ascoltando il suo respiro accelerare a ogni movimento. La portai a sdraiarsi sul lato destro e in un attimo gli fui sopra, portando la mano sulla sua intimità, dentro le mutandine.
Iniziai a stuzzicare nuovamente il clitoride, facendola contorcere a ogni mio tocco.
"Seiya ti prego..." Mi supplicò di terminare quella tortura e unirmi a lei diventando una cosa sola, ma io non mi mossi e continuai a baciarla.

Inserii un dito dentro di lei per abituarla gradualmente, spingendolo dentro e fuori, prima lentamente, poi a ritmo più sostenuto, provocandole un gemito. Aggiunsi a quella spinta un altro dito, aumentando il suo piacere e il mio desiderio di possederla.
Usagi afferrò il lembo delle lenzuola, stringendolo con forza e ansimando sempre più forte.
Mi alzai da sopra di lei e le tolsi le mutandine, sentendo il cuore scoppiarmi nel petto e la gola secca.

Mi levai i boxer, allungandomi verso i pantaloni, prendendo il preservativo che tenevo nella tasca.
Le mani tremavano e sudavano mentre cercavo di aprire quella confezione, trovando degli impedimenti.
Sentii le sue dita sulle mie e subito alzai lo sguardo per incrociare il suo. Mi sorrideva rassicurandomi.
"Lascia fare a me". Prese quel quadratino di plastica e lo scartò, estraendone il contenuto e guardandolo disorientata, non sapendo come comportarsi.
Glielo tolsi dalla mano per levarla dallo stesso imbarazzo da cui mi aveva salvato lei poco prima.
Cercai di mettermelo senza sembrare un povero impedito, ma essendo la prima volta che lo facevo, mi sentii completamente impacciato.
Una volta messo, la feci sdraiare nuovamente sotto di me, la guardai profondamente negli occhi e le chiesi:
"Sei sicura di volerlo fare?" Mi fece cenno di sì con la testa, sorridendomi.

Dopo quella conferma entrai cautamente dentro di lei, che conficcò le unghie nella pelle della mia schiena. Un forte calore circondò il mio corpo, sia internamente, che esternamente. Un turbine di eccitazione e appagamento mi bruciò dentro.
Restai immobile per farla abituare alla mia presenza, chiedendole se stesse bene. Tenne gli occhi chiusi in una stretta e con una smorfia di dolore sul viso, mi disse un leggero .
Diedi un'altra leggera spinta, le presi una mano e la portai sul cuscino, stringendola forte.
Mi mossi lentamente e dolcemente dentro di lei, dando un nuovo colpo di reni, seguito da un altro e un altro ancora. A ogni spinta il suo volto si rilassava sempre di più; il dolore stava lasciando spazio al piacere.

Iniziai a muovermi a un ritmo più costante, lasciandomi inebriare da quel calore che sentivo aumentare e salirmi fino alla gola.
Appoggiai la mia bocca alla sua, respirando alla stessa velocità.
I suoi fianchi si alzarono verso i miei, muovendosi con la stessa regolarità in un'armonia perfetta.
Stavo per esplodere, ma lei mi precedette di qualche secondo, premendo con forza la mia mano legata alla sua, gemendo più forte e con affanno, chiamando il mio nome.
La seguii dopo poco, dando le ultime spinte in maniera rapida e decisa, lasciandomi travolgere dall'orgasmo.

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