Il compleanno di Seiya (Seiya pt1)

L'insistente dito della mia ragazza che mi picchiettava sul petto mi destò dal sonno. Aprii un occhio solo a metà, cercando di mettere a fuoco il suo viso sorridente e i suoi grandi occhi azzurri.

"Finalmente ti sei svegliato. Buon compleanno amore mio" si avvicinò, dandomi un leggero bacio sulle labbra e posandomi le mani sulle spalle.

Le accarezzai il viso, guardandola con entrambi gli occhi finalmente aperti.
"Il compleanno migliore della mia vita" le diedi un altro bacio, questa volta più intimo.

"Cosa vorresti fare oggi?" Mi domandò staccandosi dalla mia bocca, ma restando comunque vicina.

"Quello che abbiamo fatto ieri!" Cercai di rimpossessarmi delle sue labbra, ma Usagi mi bloccò, mettendomi una mano davanti a mo' di barriera.

"Alt! Non passeremo il giorno del tuo compleanno a fare cosacce. Per quello c'è tutto il tempo e poi, avrei bisogno di riprendermi".

Il suo viso si fece più rosso, facendola sembrare ancora più bella. Una risata nacque spontanea.
"E va bene; ti lascio carta bianca. Decidi tu quello che faremo, basta che non mi svuoti il conto in banca".

Scoppiò a ridere anche a lei, dandomi poi dei rapidi baci a stampo per la felicità.
Il bip del mio telefono arrestò quel suo slancio d'affetto, lasciandomi lo spazio per allungarmi a prendere quell'apparecchio. Mi misi seduto contro la testiera del letto, mentre Usagi ne approfittò per rivestirsi.
Guardando il display trovai le notifiche di alcuni sms.

- Tanti auguri fratellino, sono sicuro che Usagi ti abbia già fatto la festa 😉 – Il messaggio di Yaten, come al solito, era diretto e divertente. Riuscii a stento a trattenere una risata.

- Buon compleanno Seiya. Domani sera, dopo il concerto, ci tengo a portarvi fuori a cena per festeggiare! – Era un sms di Alex, il mio manager, che come al solito non perdeva occasione per cenare in qualche ristorante.

- Auguri fratellino! Io e Yaten ti aspettiamo per pranzo, lascia respirare quella povera ragazza e torna a casa qualche ora. Ti aspettiamo! – Taiki e la sua solita compostezza.

"I miei fratelli ci terrebbero a pranzare con me, ti dispiace se torno a casa e ci vediamo nel pomeriggio?" Usagi, ormai rivestita, prese posto accanto a me, sedendosi alla mia sinistra.

"Certo che no! Torna pure a casa, io mi riposo un po' e penso a cosa fare più tardi" Sorrise, inclinando la testa leggermente di lato com'era solita fare. La guardai, così bella e serena, sorridendole di rimando.

"Lo sai che sei bellissima?" Arrossì alla mia domanda, abbassando lo sguardo imbarazzata.

La vidi sbattere le palpebre più volte e trattenere un risolino, portandosi la mano davanti alla bocca.
"E tu sei nudo!"

☾ ✰

"Bentornato Romeo, non pensavo saresti rincasato così presto!" La voce sprizzante di Taiki giunse dalla cucina. Indossava un grembiule bianco con dei poise tortora, decisamente poco maschile, quando mi venne in contro per abbracciarmi.

Restai interdetto per quel gesto inaspettato. Taiki non era mai stato un ragazzo espansivo o predisposto a un contatto fisico per dimostrare affetto.

"Bel grembiule" mi limitai a sorridergli, senza analizzare l'atto di poco prima con lui.

"Non è mio. Makoto e Ami mi hanno aiutato a preparare il pranzo e il dolce. Il mio si era sporcato così Makoto mi ha lasciato il suo." Arrossì leggermente, sparendo in cucina, lasciandomi sorpreso per la seconda volta.

Aveva organizzato qualcosa di speciale per il mio compleanno e non era certo un comportamento consono a Taiki. Che fosse la vicinanza di Ami a renderlo più affettuoso?

"Non si sono fermate per il pranzo?"
"No, hanno preferito andarsene per lasciarci in famiglia".
"Il nano invece? Sta ancora dormendo?" Domandai, non vedendo Yaten nella stanza.

"No simpaticone, sono qui". Uscì in quel momento dalla sua camera, con il viso crucciato dopo essersi sentito apostrofare il quel modo.
"Ti ho già detto di non chiamarmi nano!" Si sedette sul divano e mi tirò con forza un cuscino, che scansai in tempo.

"Dai Yatenuccio, non prendertela" Imitai la voce di Minako, facendolo sussultare.
"Sei un cretino, lo sai vero?" Yaten si portò le braccia al petto, girandosi col viso.

"BAMBINI... La volete smettere?" Taiki si appoggiò allo stipite della porta, incrociando anche lui le braccia al petto e con uno sguardo truce. Se non fosse stato per quel grembiule sarebbe stato più minaccioso.

"Scusami, ma con quel grembiule sei poco credibile. Non riesco a prenderti sul serio". Sogghignai.
Yaten si girò a guardarlo con le guance gonfie, cercando di trattenere a stento una risata.

"Andate al diavolo!" Taiki ci diede le spalle, ritornando in cucina, mentre Io e Yaten scoppiammo a ridere.

☾ ✰

"Ti prego Seiya! Sono già arrabbiate perché ieri pomeriggio me la sono svignata senza avvertirle per, cito testualmente, spassarmela con quel figo di Seiya. Non farmi beccare un'altra ramanzina da Rei. Ci tengono a salutarti e a farti gli auguri per il tuo compleanno. Solo cinque minuti, daiiiii".
Usagi era davanti a me, camminando come un gambero, con le mani unite a mo' di preghiera davanti al viso. Era veramente tenera, ma allo stesso tempo anche così divertente che non riuscii a trattenere una risata.

"Guarda dove metti i piedi testolina buffa. Già sei sbadata di tuo, ci manca solo che inciampi camminando all'indietro".
Vidi un sorriso nascerle da dietro le mani che sciolse, facendole ricadere ai lati, per poi avvicinarsi alla mia sinistra, stringendo il mio braccio e appoggiando la testa sulla spalla.

"Guarda che non ti ho ancora detto di sì". Sogghignai, guardando con la coda dell'occhio il suo volto deluso. Alzò lo sguardo verso di me, guardandomi con quegli occhioni così limpidi a cui non sapevo dire di no. Avrei comunque accettato l'invito di andare al tempio per salutare le ragazze, ma mi divertivo a tenerla in sospeso con la mia finta incertezza.

"E va bene, andiamo al santuario. Ti avevo lasciato carta bianca, quindi..." La sua risata mi rimbombò nelle orecchie. Era un suono così celestiale che contagiò anche me.

"Grazie, grazie, grazie! Vedrai che non te ne pentirai!" Mi sorrise, spostando la testa di lato e chiudendo gli occhi. Il mio cuore saltò un battito.
Sarebbe sempre stato così tra di noi?

"E dimmi... Come mai ti sei portata lo zainetto?" La vidi sussultare a quella domanda, bloccandosi sul posto.
La guardai leggermente confuso, fermandomi a mia volta.
"Usagi, tutto bene?"

"Sì, ecco io... Lo zainetto eh? Dunque, lo zainetto..." Iniziò a grattarsi la testa, com'era solita fare quando le si ponevano domande a cui non voleva o non sapeva come rispondere. Alzai un sopracciglio, fissandola divertito.

"Non ti ho chiesto la radice quadrata di 2025, che per la cronaca è 45. Ti ho solo chiesto perché non sei uscita con la borsa come tuo solito". Sentii la sua risata nervosa e lo sfregarsi del capo divenne più veloce.

"In matematica sono una vera schiappa". Restammo in silenzio per alcuni secondi, continuando la nostra marcia, l'uno al fianco dell'altra, verso il tempio.
"Qui dentro c'è il tuo regalo". Mi girai di lato per guardarla. Usagi teneva lo sguardo basso, con gli occhi puntati sui piedi e un leggero rossore sulle gote. Mi venne automatico sorriderle, osservando il suo imbarazzo e la sua dolcezza.

"Non c'era bisogno di farmi un regalo. Ho già tutto quello che voglio". La presi per la vita e la strinsi a me, dandole un leggero bacio sulla testa e annusando il profumo di agrumi dei suoi capelli.
"Non è niente di grandioso eh, certamente non è ai livelli della tua collana. Conoscendoti però, sono sicura che ti piacerà. Non ti dirò altro, dovrai aspettare ancora un po' per riceverlo".

Girammo l'angolo della strada che portava al santuario e salimmo gli scalini.
Stranamente era vuoto e silenzioso e notai un cartellino attaccato alla bacheca dove segnalava la chiusura del tempio.
"Usagi, sei sicura che siano qui?"

"E dove altro potrebbero essere? Le ho sentite prima che arrivassi a prendermi e mi hanno detto che sarebbero state qui a studiare tutto il giorno".
Usagi rimase dietro di me mentre ci avvicinammo alla sala. Aprii la shoji e un boato mi travolse, sbigottendomi.

"SORPRESA!" Urlarono le tre ragazze e i miei due fratelli, tutti sorridenti e con dei buffi cappellini a cono in testa. Yaten mi si avvicinò e si mise a soffiare nella trombetta vicino al mio orecchio, assordandomi con quel fischio fastidioso e colpendomi con la lingua di carta gialla a pois verdi. Saltai su me stesso per lo spavento, provocando l'ilarità globale.

"Non te lo aspettavi, vero?" Usagi si avvicinò a me con un largo sorriso.
"No di certo. Quindi la storia della ramanzina era tutta una frottola?"

"Oh no, la ramanzina gliel'ho fatta veramente. Dovrei fartela anche a te mio caro Seiya; vi pare carino svignarvela così?" Rei si avvicinò a me e Usagi, con le braccia sui fianchi, le sopracciglia contratte e le labbra serrate.

"Quindi è anche vero che hai detto che la tua amica qui presente, se l'è spassata con, cito testualmente, quel gran figo di Seiya, cioè me medesimo?"
Gli occhi di Rei prima si allargarono per la sorpresa, poi si assottigliarono. Il suo viso si fece paonazzo, seguito da una risata imbarazzata, per poi portarsi una mano dietro la testa.

"Usagi non imparerà mai a tenere quella boccaccia chiusa" disse con un tono di voce più acuto del solito.
Quella scena era talmente buffa che scoppiai a ridere.

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