7. Galiquogi




Un gentiluomo è semplicemente
un lupo paziente. 
(Lara Turner)


« S E I sporca di sangue, hai bisogno di una ripulita», la voce di Levi, seppur ridotta a un sussurro, risuonò chiara nella quiete che avvolgeva il villaggio la mattina presto.

«Hai ragione, credo che andrò a farmi una nuotata nel lago», annunciò Nimue facendo dietrofront e avviandosi verso la cascata che si trovava vicino a casa sua.

«L'unico modo per raggiungerlo è tuffarsi dalla cascata, che è alta almeno quaranta metri», puntualizzò, quelle parole la fecero fermare.

Lo guardò inarcando le sopracciglia. «Non credi che possa farcela?»

«Non in queste condizioni», scosse la testa. «Devi aver usato molta della tua energia.»

«Allora cosa suggerisci?», domandò inacidita dal fatto di essere stata sottovalutata.

«Sotto il primo salto c'è una piccola rientranza nella roccia, lì si è formata una piscina naturale. Dicono che l'acqua abbia qualche potere curativo.»

«Come ci arrivo?»

«Ti ci porto io», fece spallucce l'Alpha.

«Cosa non hai capito di devi starmi lontano

«Credo l'ultima parte», ribatté con un sorriso sghembo che alla strega fece venire voglia di cancellare a suon di ceffoni.

«Mi accompagnerai fino alla grotta per poi scappare come hai già fatto in altre occasioni?», lui non rispose. «Lascia perdere, portamici e basta», sospirò poi, facendosi condurre dal lupo.

Si mossero da davanti casa della strega, proseguirono verso lo strapiombo e si fermarono a pochi metri distanza dal punto in cui l'acqua iniziava a cadere, emergendo direttamente dal terreno; Nimue non era sicura se si trattasse di un fiume sotterraneo o se ci fosse qualcosa di mistico in gioco.
Gli comparivano nuovamente a partire dalla zona dello strapiombo esattamente opposta al muro d'acqua. Nimue si sporse per dare un'occhiata a cosa ci fosse lì sotto: tutto quello che vide fu un lago, che sembrava espandersi all'infinito, incorniciato da due pareti rocciose che partivano dallo strapiombo e che si abbassavano fino a tuffarsi nell'acqua.

«Nessuno sa da dove provenga l'acqua che scorre qui sotto», cominciò a spiegare lui. «In realtà non sappiamo neanche dove finisca il lago. Quando i miei bisnonni si stabilirono qui, tutto questo già c'era.»

«È bellissimo», sussurrò lei senza fiato. «Adesso che facciamo? Saltiamo e ci aggrappiamo a qualche liana?»

«Mi stai paragonando a Tarzan?», domandò mettendo su un sorrisetto allegro. «Comunque, tu ti aggrapperai a me e poi io porterò entrambi a fare una bella nuotata. Non accetterò nessuna lamentela sul primo punto, sappilo.»

Questa versione di Levi che si mostrava favorevole e insistente a passare del tempo con lei la scombussolava non poco. Non in senso negativo, quello assolutamente no, ma comunque le provocava sensazioni strane.
Era felice che avesse smesso di ignorarla, le dava un senso di importanza non indifferente, ma rimaneva comunque sul chi va là in caso si fosse allontanato nuovamente.

«Finché ti sbrighi», sbuffò, con tanto di occhi alzati al cielo, nonostante l'idea di toccare finalmente quel corpo tonico la rendeva estremamente di buon umore.

Lo vide togliersi la maglia grigia e rimanere solo con indosso un paio di pantaloncini neri in cotone.
Una volta che quel sottile strato di stoffa che gli copriva il busto venne rimosso, i contorni marcati dei muscoli furono molto più evidenti.
Nimue si spaventò per il fatto che i propri occhi sarebbero potuti esplodere, riempiti da tanta perfezione maschile.

Non c'era un singolo angolo del corpo dell'Alpha che non le piacesse: partendo dai pettorali tonici, passando alle braccia allenate e finendo con l'addome cesellato; sembrava che quell'uomo fosse stato creato per sedurre. E in quel momento ci stava dannatamente riuscendo.

La strega chiuse gli occhi per qualche secondo. Levi la stava rendendo incapace di ragionare e questo non andava affatto bene.

«Beh, che aspetti?», fece lui indicando con un cenno la propria schiena, poi si voltò in attesa che la strega si aggrappasse a lui.

Nimue decise che avrebbe evitato di perdere secondi preziosi ad ammirare anche quella parte del lupo, che non poteva di certo essere meno perfetta del davanti.
Capì che la sua scelta era stata pressoché inutile quando gli salì sulla schiena e i loro corpi entrarono in contatto. Era una sensazione divina, quasi paragonabile al Nirvana.

Il tutto era amplificato dal fatto che la ragazza non indossava nulla a coprirle le gambe.

«Tutto bene?» chiese la Cherokee dopo averlo sentito ringhiare in modo quasi impercettibile.

«Devo aspettarmi di veder sbucare Adahi da qualche parte?»

«No, l'ho lasciato a guardia della casa. Se a Klaus e Sybil dovesse servire qualcosa, lui me lo farà sapere immediatamente», rispose mentre Levi iniziava a discendere lungo la parete rocciosa, proprio di fianco allo scorrere dell'acqua.

«Un serpente da guardia?», indagò scettico lui, cercando di prestare attenzione a ciò che stava facendo e non alle gambe della strega intorno al suo busto.

Quella situazione non era facile da gestire neanche per lui.

«Ti stupiresti se vedessi il suo massimo potenziale.»

Nimue poggiò il mento sull'incavo della spalla di lui, in modo completamente automatico.
Si rese conto dell'errore solo quando un'ondata di profumo boschivo, fresco e pungente, la avvolse.

Allora comprese qualcosa che fino ad allora le era parso fin troppo strano. Quello era lo stesso odore che aveva sentito sulla felpa che indossava.

Venne strappata dai suoi pensieri nel momento in cui alcuni schizzi di acqua le raggiunsero il viso; distratta com'era non si era neanche accorta che Levi avesse superato la parete acquosa della cascata.

Quella piccola caverna aveva decisamente qualcosa di magico, lo avvertì non appena scese dal corpo del ragazzo.
Le pareti di pietra scura emanavano energia rilassante e formavano una specie di cupola intorno alla piscina naturale, al cui interno c'era dell'acqua viola.

«Questa è acqua ricavata dal Fiore del Ladro, ha immensi poteri curativi», spiegò sfilandosi la felpa, incurante della presenza del lupo. «Ho consumato tantissima energia, questo è proprio ciò che mi serve», commentò tra sé e sé, per poi entrare in acqua.

«Volevo chiederti una cosa, a proposito del tuo Grimorio», iniziò lui, liberandosi dei pantaloncini e seguendola all'interno della vasca naturale ma rimanendo intelligentemente dalla parte opposta.

Era già difficile starle vicino quando erano vestiti, ora che erano solo in intimo sarebbe stato quasi pericoloso non mantenere la distanza.

«Non so molto di voi streghe, ma ho sentito che il Grimorio ha una connessione intima con il vostro essere. Davvero nel tuo non ci sono incantesimi di purificazione o simili? Quando l'hai menzionato mi è sembrato tanto strano da restarmi impresso.»

Lei sospirò, piegando la testa all'indietro fino a poggiarsi sul bordo del laghetto. «I Grimori sono il frutto dell'analisi dell'anima di una strega da parte degli spiriti degli Antenati. A quanto pare, Loro credono che la mia anima sia sommersa da oscurità, per questo lì dentro ci sono praticamente solo incantesimi di magia nera e per questo ho avuto immense difficoltà nell'apprendimento della magia bianca, che tendenzialmente è quella più basilare», raccontò con tono incolore. «Credo che abbiano ragione, in fondo. Mi riesce meglio torturare la mente di una persona piuttosto che curarla», rise senza alcun cenno di umorismo.

«Io non la penso come loro.»

Nimue raddrizzò la testa e si ritrovò il ragazzo a pochissimi millimetri.
Non ci fu tempo di dire nient'altro che lui l'aveva già baciata e stretta a sé. Quel bacio venne approfondito immediatamente, trasformandosi in pochissimi secondi in qualcosa di più voglioso, di più carnale. La strega non aveva né la forza, né la voglia di fermarsi. Anzi, lo incitò a continuare a suon di ansimi, soprattutto quando lui le sollevò una gamba per portarsela intorno al bacino. Il lupo era a un passo dal perdere il controllo, sfiorò il limite quando spinse un paio di volte il proprio sesso contro quello della ragazza.
Temette davvero di oltrepassarlo quando lei iniziò a passargli una mano sul petto, graffiandolo leggermente, per poi fermarsi sul bordo dei boxer.

«Credo che dovremmo fermarci», sussurrò lui, trovando un barlume di forza e staccandosi da quel bacio che ormai stava diventando ben altro.

«Io non credo», rispose lei, cercando ancora le labbra del ragazzo. Non trovandole aprì gli occhi per capire cosa gli fosse preso.

«I tuoi occhi», iniziò Levi. «Le pupille sono verticali...»

Lei li chiuse, gettandosi un po' di acqua sul viso per riprendere il controllo. «Noi streghe siamo esseri molto inclini al contatto sessuale, a tutto ciò che riguarda le pulsioni in realtà. Purtroppo quando la situazione diventa troppo intensa tendiamo a perdere il controllo, a quel punto è come se il nostro corpo decidesse autonomamente di andare alla ricerca del piacere», parlò lei con un sorriso imbarazzato. «Questo è il motivo principale per il quale per una strega è difficile avere una relazione monogama», disse tentando di sdrammatizzare.

«Menomale che mi sono fermato allora», fece lui, con lo sguardo basso. «Credo che dovremmo rientrare, io ho delle commissioni da sbrigare e tu dovrai sicuramente occuparti dei tuoi ragazzi», poi uscì agilmente dall'acqua, indossò i pantaloncini e se ne andò senza neanche attendere che Nimue facesse lo stesso.

La strega sospirò.
Levi stava scappando ancora.
Prima o poi lei sarebbe scoppiata una volta per tutte.




🐺🐺🐺🐺🐺

SPAZIO AUTRICE.

Ecco a voi il settimo capitolo, sembra che Levi si stia mettendo nei guai.
Non vedo l'ora di conoscere le vostre opinioni e, se ne avete, i vostri consigli.

Soprattutto...

votate e condividete, così più lettori potranno unirsi a noi.


Ci vediamo alla prossima con l'ottavo capitolo, nel frattempo...

IT'S SPOILER TIMEE.

«Nimue smettila, lo stai uccidendo!»

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