4. Nvgi
Una strega che si annoia potrebbe fare qualsiasi cosa. (Terry Pratchett)
«C H E diavolo stai facendo?»
Levi si bloccò di colpo, congelato dalla voce gelida di Nimue.
Quest'ultima aveva appena aperto gli occhi e lo fissava a metà tra lo scandalizzato e l'irritato. Solo in quel momento Levi si accorse di starle ancora tenendo la mano, che lasciò immediatamente visto che era stato colto in fallo.
Per sicurezza fece anche qualche passo indietro.
«Nulla, mi stavo solo accertando che non fossi morta», si giustificò velocemente.
«Non sembrava», rispose lei dubbiosa, alzandosi lentamente a sedere con una smorfia. «Lascia perdere. Piuttosto, dove siamo?»
«Nel territorio del mio branco.» sorrise orgoglioso. «Ci sei riuscita, sei riuscita a salvarci e per questo ti sono debitore. Però, per ora è meglio se rimani qui, il dottore ha detto che hai bisogno di assoluto riposo per recuperare tutte le energie.»
«Forse è per questo che mi fa così tanto male la testa», grugnì poco elegantemente. «Tu non sei messo meglio di me, eh», ridacchiò portando la propria attenzione su Adahi che sonnecchiava ancora esausto.
«Escludendo il mal di testa, come ti senti?»
«Perfettamente. Ora che la questione è risolta, vorrei sapere perché mi stavi così vicino prima», ribadì con voce ferma. «Non sono stupida, so che mi stai nascondendo qualcosa», proseguì dopo aver ricevuto uno sguardo confuso dal lupo.
«Non ti sto nascondendo niente.»
«Allora perché hai detto a tuo fratello che dovevi rimanere qui?»
«Eri sveglia?» chiese stupito lui, ringraziando di non essersi fatto scappare niente di troppo compromettente visto che di solito non possedeva un'elevata capacità di mantenere la bocca chiusa.
«Ovviamente, mi sono presa qualche minuto per studiare la situazione. Non cambiare discorso però.»
Ora che Nimue aveva riacquistato la lucidità poté apprezzare, un po' a malincuore in realtà, quanto i pantaloni cargo scuri e le canottiere di cotone attillate donassero al fisico tonico di Levi. Sembravano essere stati inventati appositamente per valorizzare il suo corpo.
«Non è nulla che potresti capire, quindi sarebbe inutile spiegartela», borbottò senza guardarla in faccia.
Fortunatamente, poi, poté approfittare del ritorno di suo fratello, che trasportava alcuni vestiti sottobraccio, per scappare letteralmente da quella stanza blaterando di questioni importanti da risolvere. Nimue era rimasta senza parole, sia per essere stata trattata di fatto come un essere inferiore e ignorante, sia per come Levi si era volatilizzato.
«Ho portato alcuni vestiti, così potrai cambiarti», annunciò Klaus, poggiando vari capi di abbigliamento sul letto. «Poi ti porterò a fare un giro per l'accampamento, l'aria fresca è fondamentale durante la guarigione secondo me.»
«Perfetto.» si sforzò di sorridere nonostante il magone, completamente immotivato a parer suo, che percepiva nel petto. «Però prima ho bisogno di uno specchio.»
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Si era concessa un lungo bagno caldo che l'aveva praticamente rimessa al mondo, poi si era cambiata indossando un paio di jeans e un dolcevita nero per ripararsi dal freddo che lì sembrava essere nettamente più pungente. Forse era normale dal momento che si trovavano in bosco.
Una volta terminato, aveva afferrato lo specchio e, approfittando della privacy regalatagli dal biondo, aveva contattato i ragazzini che aveva lasciato a Helena utilizzando una vecchia formula di connessione. Era stata accolta da una valanga di saluti entusiasti e di facce sorridenti da parte di tutti; calandosi nel ruolo di adulta responsabile si era informata sulle loro condizioni, in special modo di quelle dei più piccoli, senza tralasciare alcun dettaglio.
Per ultimo, aveva chiesto ai più grandi di parlare in privato. Aveva raccontato ai cinque ragazzini di età compresa tra i dodici e i quindici anni, discendenti della congrega e capaci di praticare la magia, la realtà della situazione.
Aveva dato loro indicazioni da seguire in caso di un attacco e gli aveva fatto annotare alcune formule che sarebbero state fondamentali per la salvezza del gruppo.
La conversazione si era conclusa con varie promesse di restare al sicuro e di ricongiungersi il prima possibile. Il secondo punto era diventato particolarmente pressante per Nimue: aveva compreso di aver commesso un errore madornale lasciandoli da soli; per quanto riuscissero a cavarsela con gli incanti basilari, non avevano ancora le facoltà necessarie ad affrontare i reali pericoli di quel mondo crudele.
«Ho bisogno che qualcuno vada a prendere i miei ragazzi, non voglio che corrano rischi lì da soli», spiegò dopo aver raggiunto Klaus all'esterno del capanno che fungeva da infermeria. «Altrimenti me ne torno a casa.»
«Non c'è problema, Levi aveva già pensato a procedere in questa maniera ed è andato a prenderli con una scorta», le rivelò il biondo mentre la guidava in una passeggiata che le avrebbe mostrato il loro territorio.
La zona che il branco aveva occupato era quella più difficile da raggiungere per gli umani: una valle dal terreno umido e quasi fangoso nascosta tra montagne rocciose e fitta boscaglia in cui era facilissimo perdersi. Numerose piccole baite dotate di portico erano disposte su più file, collegate tutte da un sentiero in terra battuta per evitare di camminare direttamente sulla terra scivolosa.
Non era niente di speciale o di troppo elaborato, ma Nimue ebbe immediatamente la sensazione di casa guardando quel piccolo villaggio.
«Perché non mi ha detto niente?»
«Sapeva che avresti insistito per andare con lui, voleva solo evitare di farti stancare nuovamente», rispose tranquillamente lui, mentre si fermavano per sedersi su delle travi di legno disposte intorno a un focolare enorme.
Le spiegò che veniva usato per raccogliere tutto il branco in occasioni speciali.
«Posso farti una domanda?» lui annuì. «Ho sempre sentito parlare della vostra sensibilità d'animo e di tutte quelle storie sui compagni di vita dei lupi, avevano tutte in comune il fatto che per voi era riconoscibile a prima vista. È vero?»
Klaus si prese qualche secondo per riflettere sulla risposta. «Questa è una buona sintesi, anche se un po' semplicistica e riduttiva. È vero che siamo in grado di capirlo con un solo sguardo, in realtà sarebbe più corretto dire che anche l'olfatto è decisivo in questa fase, e che siamo essenzialmente monogami. Tutte quelle favole sull'amore morboso e soffocante sono inventate, il nostro processo per arrivare all'amore è come quello di chiunque altro, partiamo solo avvantaggiati perché non ci serve tempo per decidere se quella è la persona giusta o no.» fece spallucce, assicurandosi di illustrare la questione il più chiaramente possibile.
«A te è già capitato?»
«Sì, nonostante i miei scarsi settantacinque anni posso dire di aver trovato la persona perfetta per me», rispose sorridendo felice.
«Settantacinque anni?» domanda sbalordita. «Ne dimostri almeno cinquanta in meno, come me. Suppongo che essere un lupo mannaro abbia questi vantaggi. Noi streghe, al contrario, non possiamo fare molto per contrastare l'avanzare degli anni oltre a qualche incantesimo troppo complesso e rischioso per quasi tutti», concluse con un'alzata di spalle.
«Quindi tu hai solo venticinque anni?» lei annuì. «Sei praticamente una bambina! Aspetta di sapere l'età di mio fratello, anche lui fisicamente potrebbe essere un nostro coetaneo, no? In realtà ne ha centosedici», sussurrò con finta aria cospiratoria mentre lei tentava di analizzare quell'informazione.
«Guarda chi è tornato!» Un ragazzo di colore, dai capelli corti e riccissimi, si stava dirigendo verso di loro. Aveva appena finito di urlare quella frase ma ancora teneva il dito puntato contro il biondo seduto al fianco di Nimue. «E hai pure portato uno schianto di ragazza, Sybil non è gelosa?» continuò con una voce profonda ma allo stesso tempo allegra.
«Lei è Nimue, la strega che ci darà una mano», la presentò Klaus. «E tranquillo, Sybil non ha niente da temere», continuò alzando gli occhi al cielo.
«Quindi sei tu la famosa strega che si è trasportata qui stamattina presto», ripeté il riccio, ammirandola con interesse. «Allora considerami già stregato», proseguì ammiccando con i suoi occhi verde foresta.
Nimue non poté fare a meno di sorridere compiaciuta: per le streghe, l'ego e la bellezza erano elementi fondamentali, e quel ragazzo aveva colpito nel segno con le lusinghe. «Tu saresti?» inarcò un sopracciglio mentre lo esaminava, non era affatto un brutto ragazzo ma le dava la sensazione che mancasse qualcosa.
«Micheal, dolcezza», le fece un baciamano degno di un aristocratico rinascimentale, soddisfacendo inconsapevolmente la strega. «Klaus, mia sorella ti sta cercando. Ci penso io a intrattenere questa meraviglia.»
Il Beta dovette allontanarsi a malincuore, lasciando i due ragazzi a passeggiare avvolti da una strana intimità.
Decisamente quel pomeriggio non sarebbe dovuto andare così.
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Erano passate un paio di ore da quando Micheal l'aveva trascinata in giro per farle conoscere gli altri membri del branco.
Le aveva fatto visitare ogni angolo dell'accampamento e ora si trovavano nei pressi di una casetta leggermente più isolata dalle altre, là dove la linea verde degli albergo s'interrompeva per lasciar spazio a uno strapiombo; c'era altra foresta al di là di quella specie di enorme cratere, ma non sembrava esserci una maniera per arrivarci. L'abitazione era stata costruita esattamente sul bordo del baratro, difronte a una cascata che scorreva impetuosa, ed era quasi interamente ricoperta di edera rampicante.
«Che posto è questo?» domandò lei affascinata dall'atmosfera surreale.
«Era la vecchia casa della nostra sacerdotessa, è venuta a mancare qualche settimana fa», le spiegò il ragazzo. «Dentro ci sono ancora tutti i suoi intrugli e libri, mentre dormivi il Consiglio ha deciso che ti saresti potuta sistemare qui», poi dovette intuire la domanda che Nimue voleva porgli. « Il Consiglio è composto dall'Alpha, dal Beta e da pochi altri individui scelti dal capo branco. Modestamente, ne faccio parte anche io.»
Lei annuì, poi prestò nuovamente attenzione alla casa. «Sembra perfetta.»
«Un'ultima cosa, poi prometto che ti lascerò in pace», ridacchiò imbarazzato. «Stasera c'è una piccola festa per il ritorno dell'Alpha, ci verresti con me?»
Nimue sorrise, infinitamente lusingata da quella richiesta. Michael era un toccasana per l'ego della ragazza. «Mi farebbe davvero molto piacere.»
Magari la sua permanenza nel branco di Yellowstone non sarebbe stata così male.
🐺🐺🐺🐺🐺
SPAZIO AUTRICE.
Ecco a voi il quarto capitolo, che ne pensate di Michael?
Non vedo l'ora di conoscere le vostre opinioni e, se ne avete, i vostri consigli.
Soprattutto...
votate e condividete, così più lettori potranno unirsi a noi.
Ci vediamo settimana prossima con il quinto capitolo, nel frattempo...
IT'S SPOILER TIMEE.
Poi la fissò negli occhi.
Luce nell'ombra.
E finalmente...
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