Q•U•A•R•T•O
-Wow, è davvero così bella Londra?-
-È molto di più! Il tempo lascia a desiderare, sì, ma merita tanto e... La città in sé non è incasinata neanche la metà di Tokyo!-
Esclamò Izumi, spalancando le braccia, completamente presa dal suo racconto. Sumairu la guardava rapito, e nonostante Izumi si sentisse a disagio, era anche molto lusingata dalle sue attenzioni. Sumairu era un ottimo ascoltatore, era partecipe nella conversazione, si interessava a ogni sua parola: Paolo non era così. Si era anche offerto di accompagnarla a casa a piedi e, ridendo e scherzando, si ritrovarono in poco tempo davanti alla porta di casa. L'imbarazzo era tornato, ma a nessuno dei due sembrava pesare più di tanto.
-Allora... Grazie del caffè.-
-È stato un piacere... Ci vediamo domani, immagino. Alle due.-
-Si, certo.-
Dopo alcuni secondi di silenzio imbarazzato, Sumairu si chinò in avanti e Izumi fece per avvicinarsi a sua volta.
Ma poi, al posto del viso abbronzato e incorniciato da una chioma rossa, Izumi vide due grandi occhi azzurri, un sorriso contagioso e corti capelli castani e... andò in tilt. All'ultimo secondo inclinò il viso di lato e le labbra di Sumairu si scontrarono con la sua guancia. Vogliosa di entrare in casa e sprofondare nell'Ade, Izumi salutò il povero Sumairu con un sorriso tirato e si chiuse la porta alle spalle.
Mentre ancora cercava di capire cosa fosse appena successo, la flebile luce della TV fu sostituita da quella del salotto, dove non solo Ryuuji, ma anche Ichirota la aspettavano pazienti seduti sul divano. La TV si spense, e nessuno dei tre disse una parola. Izumi si aspettava che ci fosse Maya al posto di Ichi, e d'improvviso si rese conto che avrebbe dovuto parlare dei suoi drammi emotivi con suo fratello. E che Ichi avrebbe picchiato Sumairu prima della fine del racconto. Mentre si levava le scarpe, e senza staccare gli occhi dai due ragazzi, Izumi varcò l'ingresso, in un inquietante silenzio. Poi si schiarì la gola:
-Credevo che May-
-Lavoro dell'ultimo minuto. Ho chiamato tuo fratello, in compenso.-
Izumi deglutì, Ichirota inarcò un sopracciglio e si spostò un po' a sinistra, per farle posto sul divano. Titubante, Izumi obbedì: non era in imbarazzo perché erano maschi, no. Tra l'altro, erano entrambi gay come lo schifo, quindi l'avrebbero capita. Ma il problema era che, insomma, era suo fratello!
-Prima di sparire mi dicevi anche quanto erano belli gli occhi di "crush", e ora a malapena me ne parli. Devi rimediare.-
Disse Ichi, come leggendole nel pensiero, facendola anche sentire in colpa. Izumi, ormai sconfitta, iniziò a raccontare.
-Mi è venuto a prendere al solito orario...-
Neanche finì la frase, che Ichi la interruppe:
-Solito orario? Da quant'è che veniva alla libreria?-
-Qualche settimana...-
-Okay, vai avanti.-
-Ho salutato la mia collega e siamo usciti.-
-Ha fatto apprezzamenti?-
-Ma, Ichi!-
Ichirota incrociò le braccia e Izumi, sospirando, gli rispose:
-Si, ha detto "sei bellissima, come sempre".-
-Un po' da sottone.-
Ryuuji rise, ma poi spronò Izumi ad ignorare il commento di Ichirota e continuare. Fulminando Ichirota con lo sguardo, Izumi annuì:
-Siamo andati a pranzo in un bar-pizzeria lì di fronte e abbiamo parlato per tutto il tempo... È stato molto dolce e carino, mi ha sempre ascoltato, non mi ha mai interrotto e continuava a farmi domande su domande... Se io mi fermavo un attimo mi chiedeva se aveva fatto qualcosa di male e poi... Quando ce ne siamo ha voluto pagare lui. Mi ha anche riaccompagnato a casa.-
Izumi volle omettere l'ultima figura di merda fatta davanti a casa, e il racconto terminò con un silenzio pensieroso. Chinandosi in avanti per vedersi oltre alla figura di Izumi, i due si lanciarono uno sguardo. Dopo essersi parlati con gli occhi, Ichirota decise di voler parlare per primo:
-Non vedo pecche nel tuo racconto. Sembra un tipo a posto, dove sta il problema?-
Izumi farfugliò qualcosa, ma nessuno dei due le credette:
-Cosa ci stai nascondendo, Izu?-
Izumi guardò Ryuuji, che sembrava più preoccupato che divertito, forse perché sapeva esattamente cosa passasse per la testa della sua migliore amica. Erano amici da tanto tempo, non sapeva come mentirgli perché, anche provando, lui avrebbe capito tutto. E lo stesso valeva per suo fratello. Izumi si voltò verso Ichirota e fece un sorriso forzato.
-Stava per baciarmi, poco fa.-
Nessuno dei due si stupì.
-Ma io mi sono scansata.-
I due annuirono, ma Izumi non disse la ragione, il groppo in gola glielo impediva, e a momenti non riusciva neppure a respirare.
-So che non dovrei causarti tanti problemi prima del matrimonio, Ryuuji.-
Provò a dire, voltandosi verso il suo migliore amico.
-E so che hai sacrificato un amico per stare al mio fianco ora, nii-san.-
E Izumi guardò verso Ichirota.
-Ma Sumairu non è Paolo, e nessuno lo sarà mai. Non potrò essere alla cerimonia, se verrà anche lui.-
Seguirono secondi di silenzio in cui Izumi mantenne lo sguardo fisso davanti a sé, e nessuno si mosse. Ichirota sospirò e la abbracciò baciandole la fronte:
-Senti, ora devo andare. Ma non cominciare a pensare che io abbia perso un amico a causa tua, perché lo rifarei mille volte se la punizione fosse perdere te. Chiaro?-
Izumi sorrise, e tirò su con il naso.
-Chiaro...-
-Ci vediamo domani sera e guardiamo un film insieme, okay? Solo io e te.-
Izumi si asciugò il viso e annuì. Dopo averle dato un altro bacio sulla fronte, Ichirota salutò i due e uscì.
Ryuuji non si mosse subito, ma attese che la moto partisse prima di tirare una sberla sul collo alla sua migliore amica:
-Ahi!-
-Non dire mai più una cosa del genere!-
La sgridò Ryuuji, voltandosi verso di lei. Izumi, massaggiandosi la testa, lo guardò confusa, mentre questo la abbracciava stretta:
-Non provare mai più a dire che non verresti alla cerimonia del giorno più bello della mia vita solo per un ragazzo, chiaro? Sei la mia testimone, e senza di te il matrimonio non lo faccio.-
Izumi rise e ricambiò l'abbraccio.
-Scusami, hai ragione.-
-Lo so che ho ragione.-
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