O•T•T•A•V•O
-Eh? Oh, è Terumi, Makkachin. Ricordi? È il fratellone di Maya.-
Izumi lo salutò con la mano e gli fece un cenno indicando gli sposi, come a dirgli di aspettare. Terumi, con una grazia che Izumi si sarebbe sognata la notte, si risedette, tornando a conversare con il ragazzo alla sua destra, lanciandole occhiate d'attesa di tanto in tanto.
Alzando gli occhi al cielo, e rendendosi conto che i due fratelli erano molto più simili di quanto credessero, Izumi accompagnò Makkachin al tavolo degli sposi, dove venne amorevolmente accolta dalla neo-coppia ancora in lacrime. O meglio, Ryuuji era ancora in lacrime, Hiroto sembrava come ipnotizzato da quella visione e di riflesso i suoi occhi rimanevano disidratati, ma avete capito.
-Ciao, Masaki! Ti sei divertito dalla zia?-
Li accolse Ryuuji, abbracciando il bimbo con tutte le forze e baciandogli una guancia, mentre Izumi si perdeva immediatamente in chiacchiere con Hiroto, e successivamente anche con l'altro sposo.
Si congratulava con loro, si faceva raccontare come si sentivano e alla fine chiese se preferivano che Masaki rimanesse con loro:
-È la vostra festa, a me non dà assolutamente fastidio tenere Makkachin, anzi. Così ho un cavaliere con cui ballare.-
Makkachin rise ad alta voce, e Izumi non capì se fosse perché aveva capito la battuta o perché sapeva che non avrebbe ballato neanche morta.
-Non preoccuparti, Izumi. Preferiamo tenerlo con noi, così puoi divertirti un po' anche tu.-
-Come preferite, buon pranzo piccioncini.-
Izumi si dileguò in fretta e, prima di tornare al suo tavolo, decise di sentire cosa avesse da dire Terumi. Vide che, mentre si avvicinava al tavolo, il biondo si alzava e usciva nel giardino interno.
"Sembra la trama di un film porno." commentò a sé stessa, e rischiò di vomitare per la sua stessa battuta.
Il giardino era decorato molto più di quanto ricordasse: c'erano fiori d'ogni tipo, una statua di ghiaccio e un laghetto con le carpe più grandi che Izumi avesse mai visto. Raggiunse Terumi all'ombra di un albero, e notò con un sorriso che la posa in cui lo trovò ad attenderla era la stessa che c'era sulla copertina della sua rivista "Aphrodi": schiena appoggiata al tronco, mani incrociate con eleganza al petto e lo sguardo puntato verso l'obbiettivo.
-Buondì, Terumi.-
Terumi non disse nulla per un po', rimanendo ad osservarla con un'espressione che Maya aveva ogni volta che vedeva un suo nuovo outfit scadente.
-Sono stato felice di sapere del tuo ritorno.-
Affermò infine, cogliendola di sorpresa, e Izumi si chiese immediatamente dove volesse andare a parare. Terumi fece un sorriso, e Izumi si inquietò ancora di più:
-Soprattutto perché, finalmente, Maya ha smesso di darsi la colpa di ciò.-
Izumi si chiese perché mai Terumi avesse voluto farle un discorso del genere. Insomma, si erano chiariti, no? Si erano visti qualche mese prima per un caffè, giusto per mostrargli che era tornata, e tutto era tornato a posto: sia fra lei e Terumi, sia fra Terumi e Maya. Allora perché l'aveva trascinata lì? Certamente non per dirle solo questo.
-Kazemaru femmina, smettila di scervellarti. Non ho secondi fini né domande scomode per te.-
Izumi decise di non ribattere con "Afuro maschio", ma anzi cercò di capire che cosa stesse succedendo.
-Allora che cosa vuoi dirmi? Non per farti fretta, ma stanno iniziando a servire da mangiare.-
In realtà era per fargli fretta: non solo perché nessuno poteva mettersi tra lei e il cibo, ma anche perché si sentiva tremendamente a disagio con Terumi.
Il biondo si sistemò i capelli, guardando ovunque fuorché verso di lei, e Izumi cominciò a spazientirsi.
-Quello che voglio dirti è... Grazie, insomma.-
Decise finalmente Terumi, e a Izumi sembrò di perdere il filo del discorso. Per fortuna, Terumi continuò:
-In un certo senso... È grazie alla tua partenza che ho ripreso i rapporti con mia sorella. Sai, dopo il mio "abbandono", credo... Credo che non avesse la forza per sopportare anche il tuo. Immagino che, chiarendo con me, forse avrebbe ritrovato la speranza per chiarire anche con te. E... Ti sono grato per questo.-
Terumi aveva sputato tutti i suoi pensieri talmente in fretta che Izumi rischiò di chiedergli di rallentare, ma non ne ebbe il tempo. Terumi, appena finito il suo discorso, prese su e se ne andò in tutta fretta, probabilmente imbarazzato da ciò che aveva appena confessato.
Izumi era un misto di emozioni: la consapevolezza di aver aiutato Terumi e allo stesso tempo di aver distrutto una seconda volta tutte le certezze della sua migliore amica; disagio per ciò che aveva ascoltato ma anche orgoglio per quello che aveva fatto. Insomma, non sapeva che pensare, e non era sicura di voler rientrare tanto presto. Si appoggiò all'albero davanti a se e si sedette alle radici, sperando che il vestito non si impigliasse da nessuna parte.
Non sapeva perché fosse così scossa da quella conversazione: in fondo, era tutta acqua passata. Eppure, sentiva di non aver ancora sistemato tutto, e questo la riempiva di un'angoscia indescrivibile. Comunque, stare lì non sarebbe servito a niente: conveniva rientrare e pensarci solo una volta tornata in casa.
Quando fece per alzarsi, qualcuno uscì dal salone, parlando al telefono con lo sguardo basso. Sembrava attendesse che qualcuno rispondesse dall'altro capo.
-Ehi, ascolta... Ti devo parlare.-
A Izumi non servì che parlasse per capire che si trattava di Paolo.
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