After all

La vita di Izumi tornò alla normalità, anche se con qualche piccolo cambiamento.

A tre mesi di distanza dal suo ritorno, Ichirota la avvisò che stava per cambiare casa, e che si sarebbe trasferito da Endou, ma prima voleva essere sicuro che sua sorella stesse bene. Per quanto Izumi fosse consapevole che si sarebbe sentita sola in una casa così grande, si mostrò molto entusiasta e chiese di aiutare Endou con gli scatoloni, sapendo che Ichirota avrebbe avuto settimane impegnative a lavoro. Entrambi acconsentirono felici. Quando, una settimana dopo, Endou ebbe caricato l'ultimo scatolone, si voltò dubbioso verso quella che (Izumi già sospettava) sarebbe diventata sua cognata da lì a un anno:

-Sei sicura che starai bene? Possiamo aspettare ancora un po' se...-

-No no, Endou, davvero, starò benissimo, non preoccupatevi!-

E con queste parole, Izumi lo salutò e tornò in casa, chiudendosi la porta alle spalle. Rimase in piedi appoggiata alla porta, mentre il rombo del motore la avvisava che il camion dei trasporti era finalmente partito. Izumi sospirò e si lasciò cadere a terra: era ovvio che si sentisse felice per il fratello, ma era consapevole che avrebbe fatto fatica a riprendere la vita di sempre senza di lui. Ma, in fondo, quando aveva deciso di tornare, sapeva che le aspettavano tanti cambiamenti. La suoneria del cellulare (Wolf in sheep's clothing) la risvegliò dalla trance, e Izumi si alzò, varcando l'ingresso ormai semi-vuoto e sedendosi sul divano, prendendo il telefono e osservando il bianco delle mura che erano sempre state ricoperte da decine e decine di poster calcistici.

-Pronto, Ryuuji?-

-Izumi! Sei a casa nel pomeriggio?-

-Si, viene Maya per aiutarmi a mettere in ordine ma non mi muovo, perché?-

Si udì un sospiro di sollievo e Izumi intuì cosa stava per chiederle:

-Io e Hiro andiamo a parlare con Sakumoto per il luogo del ricevimento, potresti tenermi Masaki per un paio d'ore?-

Izumi sorrise involontariamente: adorava Makkachin, soprattutto da quando aveva iniziato davvero a chiamarla zia. Era un bambino così carino e gentile che, più avanti, Izumi si sarebbe chiesta a cosa fosse dovuto il cambiamento della sua personalità. Ma mi sto distraendo, stavo dicendo:

-Certo! Rimanete a cena?-

-Se non disturbiamo, ne approfittiamo volentieri!-

-Benissimo allora, per che ora vi aspetto?-

-Alle 15?-

-Perfetto! A dopo!-

Izumi rispose il telefono, felice di avere qualcosa a cui pensare che non fossero la Meteora o la lontananza di Ichi. Si schiaffeggiò mentalmente, ricordandosi che nominarli non era la cosa giusta da fare per non pensarci, e si alzò dal divano, pensando a che cosa preparare per pranzo. Aveva voglia di pizza, ma non se la sentiva di uscire di casa (e in più aveva ancora il ricordo vivido della pizza italiana, ineguagliabile dalla pizza che facevano in Giappone), così, mentre accendeva la cassa e digitava dal telefono "Don't stop me now", tirò fuori l'occorrente per il riso, conscia di non avere poi tanta fame. Ma mentre scaldava l'acqua sul fornello, il campanello suonò. Aveva una mezza idea di chi potesse essere, ma sperava che fosse solo qualcuno che aveva sbagliato porta, perché aveva ancora il morale sotto i piedi e non era pronta per il solito interrogatorio. Essendo però di nascita figlia di Sfiga e Tempismo, con un anticipo di due ore e quaranta minuti, oltre la porta vi era Maya.

-Avevi detto alle due e mezza...-

-Lo so che sei felice di vedermi, quindi fammi entrare che queste scarpe mi stanno uccidendo.-

Izumi alzò gli occhi il cielo e la fece accomodare, maledicendo quella volta che le aveva detto "vieni quando vuoi". Chiuse la porta e tornò in cucina, mentre Maya si toglieva con sollievo il tacco dodici e abbassava la musica, cambiando canzone.

-Allora, com'è avere la casa tutta per te?-

-Mangi qui?- sviò l'argomento Izumi, consapevole che la risposta sarebbe stata un "sì" - Perché ho solo il riso in programma, non ho particolarmente fame.-

-Vai tranquilla, ho mangiato un'insalata prima di venire in qua. Oh, a proposito, tu che fai stasera? Perché io e Sakuma andiamo al ristorante con i suoi colleghi, e pensavo che fosse una buona occasione per-

Izumi non colse come continuò il suo discorso, perché già sapeva che a, non ci sarebbe andata per tutto l'oro del mondo e b, quella sera aveva un appuntamento a quattro con l'unico uomo della sua vita: Makkachin. Ma a Maya sembrava non importare, perché continuò a parlare per altri dieci minuti buoni prima che Izumi potesse parlare:

-So che vi divertirete tanto, ma stasera vengono Ryuuji e Hiroto a mangiare, e inoltre ci porteranno Makkachin sulle tre.-

Izumi avrebbe pagato per rivedere lo sguardo esterrefatto di Maya a quelle parole, e anche per vederle fare un altro salto del genere e quasi cadere sul pavimento solo per scendere dal divano:

-Ma credevo che saremmo andate in Centro per prenderti il vestito per il matrimonio!-

Izumi storse il naso: si era scordata di avvisarla che non sarebbe uscita di casa e che aveva già preso il vestito con Ichi, ad una svendita.

-Ho già un vestito, e poi oggi devo mettere in ordine.-

-Vergogna e disonore, hai preso un vestito senza di me?-

Izumi rise e la tranquillizzò, dicendole che le sarebbe piaciuto tanto, poi spense il fornello ed iniziò ad apparecchiare, sotto lo sguardo offeso della sua migliore amica.

-Non fare quella faccia: mi avresti fatto spendere un sacco di soldi per un vestito che non avrei mai portato.-

-Pretendo di avere l'ultima parola sulle scarpe.-

-Userò gli anfibi, Maya. Scordati che metta i tacchi durante una cerimonia in cui, tra l'altro, dovrò stare sempre al fianco degli sposi, essendo testimone. Ah, a questo proposito...-

Izumi si sedette di fronte a lei, dandole una ciotola ripiena di riso bianco.

-...temo che dovrai occupati di Masaki, durante la cerimonia.-

-Oh, fantastico! Hai altre pessime notizie o posso iniziare io con le mie?-

-Ma smettila!-

Risero entrambe, e Izumi, per alcuni interminabili secondi, sembrò dimenticare quel vuoto che ancora le premeva il petto.

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