Scelte.
Alexander, torna in te prima che sia troppo tardi.
La muta preghiera di Conan riecheggiava nei recessi della sua anima, si espandeva nelle orecchie come il suono del sangue che pompava.
L'amava.
Conan amava la moglie del suo migliore amico e non riusciva a provare rimorso per questo.
All'inizio aveva provato solo compassione per quella piccola ragazza smarrita, poi, conoscendola aveva capito che aveva un bel caratterino e anche se la paura di Alexander le faceva tremare le ginocchia non lo avrebbe mai ammesso con nessuno.
Era coraggiosa, una dote rara nelle signore di quei tempi, di solito le dame si occupavano del ricamo o delle nuove mode nelle capitali mentre ad Adélaïde tutto questo non interessava.
Lei amava andare a cavallo, le piaceva sporcarsi l'orlo delle vesti nei prati, si entusiasmava per un racconto avventuroso e si emozionava se qualche eroe a cui si era appassionata nei libri periva.
Inoltre era colta, bellissima.
Conan scosse la testa, mentre mangiava da solo nella grande sala. Addentò un pezzo di pane secco e cercò di vagare con i pensieri lontano da quella ragazza, ormai donna.
Da quando la regina Isabella l'aveva liberato lui ed Alexander erano diventati inseparabili, Conan non faceva un passo senza Alex e viceversa, almeno fino a che Adélaïde non sconvolse la vita ad entrambi.
Da allora Alexander si era allontanato da lui, lo guardava circospetto, come se si aspettasse da un momento all'altro che si portasse sua moglie a letto.
Conan dal canto suo era stato sincero, gli aveva anche assicurato che non si sarebbe intromesso nella loro unione ma evidentemente il signore di Zanon non gli credeva.
Ma quando mai si era fidato di qualcuno quello lì? Conan prese la brocca di vino e la tracannò, quel maledetto testone!
Si alzò di scatto e lasciò la sala a passo svelto, non notando la ragazzina dai capelli lucenti che gli veniva incontro.
"Maledizione!" imprecò mentre la ragazza si alzava da terra, rivelandosi; era Adélaïde.
"Conan! Oh mi dispiace non vi avevo visto." disse la ragazza arrossendo. Come avrebbe voluto affondare le mani in quei capelli di seta.
"Nemmeno io, ero perso nei pensieri." Ammise.
Adélaïde sorrideva. Come faceva a sorridere così? Dopo tutto quello che Alex le faceva lei sorrideva ancora dolcemente, forse si era sbagliato, quella ragazza non era poi così fragile come credeva.
"A cosa stavate pensando?" la giovane donna girò lievemente la testa di lato, come un gattino curioso.
"Siete ovunque." Conan sospirò. Aveva abbastanza autocontrollo?
Adélaïde si corrucciò, poi accarezzò la guancia di Conan che in quel momento decise: no, non aveva autocontrollo.
Afferrò la mano di Adélaïde e la scostò da sé, mentre chinava le sue labbra su quelle di lei.
Fu il bacio più dolce che Adélaïde avesse mai avuto, non credeva che Conan avesse certe mire su di lei, era stata così cieca?
Conan cominciò ad avanzare mentre lei era costretta ad indietreggiare, le labbra sempre premute su quelle di lui, ad un certo punto dovette fermarsi perché era tra Conan e il muro di fronte la sala.
Sgranò gli occhi mentre lo schiavo insinuava la lingua dentro le sue labbra, Adélaïde gli poggiò una mano sul petto, cercando di scostarlo.
Conan non era uno schiavo, era un gentiluomo, convenne la ragazza. Era bastato un cenno per farlo fermare immediatamente.
Lo vide intrecciare le dita tra i capelli, un evidente segno di smarrimento.
"Conan..." cominciò la ragazza.
"Non dite nulla, ve ne prego. Mi dispiace per il mio comportamento a dir poco disdicevole io..." stavolta fu Adélaïde ad interromperlo.
"Non lo sapevo." Conan si corrucciò.
"Cosa?" chiese.
"Che sentivate del desiderio per me."
Era così schietta, Conan sorrise.
"Magari fosse solo quello mia signora." Adélaïde inarcò le sopracciglia mentre Conan cercava di mettere spazio tra i loro corpi, si allontanò ancora, girandosi mentre ad Adélaïde restava il sapore del vino e di Conan tra le labbra.
Ma che diavolo gli era preso?
Maledizione!
Era noto per il suo autocontrollo ed era bastata una sua carezza per cedere. Era una strega! Alexander aveva ragione, da quando era venuta aveva portato solo scompiglio nella vita di tutti.
Uscì dalla fortezza, inalando aria nuova, mentre la sua mente si svuotava completamente.
***
Quel giorno ci fu una visita.
Una visita che Alexander in realtà si aspettava, anche se non così presto, evidentemente le voci correvano veloci.
"Signore, ho fatto accomodare il feudale nella sala ristoro come mi avevate ordinato."
"Bene, puoi andare Romana...ah, avvisa Adélaïde di scendere nella sala ristoro tra qualche minuto." la donna chinò la testa in segno di commiato e se ne andò.
Alexander bevve un ultimo sorso del suo liquore, si alzò e si diresse nella sala ristoro con un ghigno sul viso, le cose cominciavano a movimentarsi.
Aprendo le porta della sala Alexander non ebbe dubbi sulla veridicità dell'identità di quell'uomo, vedeva quello stesso sguardo determinato ogni santo giorno.
"Ebbene signore, sono qui per mia figlia, dovete restituirmela."
Il signore di Zanon sorrise compiaciuto.
"Avete le stesse maniere di vostra figlia a quanto vedo, posso offrirvi qualcosa? Adélaïde sta per arrivare."
La mascella di Adrien guizzò mentre cercava di darsi un contegno.
Un lieve bussare fece intravedere all'uomo la dentatura perfetta di Alexander di Zanon.
"Avanti." disse, mentre Adélaïde entrava silenziosa.
"Alexander, perché mi avete chiesto di..." la ragazza sgranò gli occhi quando notò suo padre.
Immediatamente corse tra le braccia dell'uomo che l'aveva messa al mondo gridando: "Padre! Oh, padre mio!" L'uomo la strinse a sé mentre la ragazza si lasciava cullare dall'uomo della sua vita.
"Bambina mia, ti ho cercata per così tanto tempo, mi dispiace, mi dispiace così tanto!" Adrien era rauco, pensò Adélaïde. Non l'aveva mai visto così emozionato.
Lo prese per mano e lo fece accomodare su di una sedia, accanto ad un tavolo ovale enorme.
Si inginocchiò di fronte a lui, mentre Alexander prese posto dall'altra parte del tavolo, con un sorriso sulle labbra che mandò la ragazza su tutte le furie.
Aveva altro a cui pensare adesso, si disse mentalmente.
"Padre, perché siete qui?" chiese Adélaïde a quel punto. Il padre si corrucciò.
"Come perché? Da quando sei scappata lasciandomi solo quelle poche righe la mia vita è stata vuota. Ho passato notti insonni e giorni interi nell'angoscia, anche se sapevo che eri al sicuro con Ares.
Due dei tre presenti sussultarono a quel nome, una era Adélaïde, l altro era Alexander.
La ragazza si girò nella sua direzione e vide che stringeva la mano a pugno, era arrabbiato a dir poco!
"Padre..." cominciò la ragazza, che fu subito interrotta da Adrien.
"Fammi finire." era serio. "Un mercante che portava degli strani intrugli profumati andava a dire in giro tra il popolo che aveva visto un uomo morto, un uomo delle nostre terre morto! Dapprima non ci feci caso, poi Maria mi disse che quell'uomo aveva fornito una descrizione ben precisa e lo chiamai a palazzo." tirò un sospiro mentre Adélaïde si metteva una mano davanti alla bocca aperta.
Come stava Maria?
Oh, quante cose aveva perso.
"Seppi da lui della morte di Ares. Non starò qui a dirti in che stato lo trovammo figlia mia, sappi solo che da allora non ho più avuto pace, ti ho cercata ovunque, spingendomi in terre che non erano nostre, chiedendo a persone poco raccomandabili. Figlia, sei così bella. Ti ho immaginata in mille scenari, in mille orribili scenari!" Adrien mise le mani sugli occhi, mentre Adélaïde abbracciava suo padre tremando.
Lanciò un'occhiataccia verso Alexander, era tutta colpa sua! In risposta ebbe l'ennesimo ghigno beffardo.
"Padre, non posso venire con voi." era un sussurro, un flebile sussurro che impietrì suo padre e fece inarcare le sopracciglia di Alexander.
"Figlia, io sono venuto per salvarti."
Alexander rise. Per la prima volta sentiva la sua voce da quando aveva messo piede in quella stanza.
"Da solo mio signore? Ora capisco da chi ha preso la sfacciataggine vostra figlia. Comunque avete sentito mia moglie, non verrà con voi."
Adrien serrò la mascella.
"Allora è vero." disse girandosi verso sua figlia. "Siete sposati."
"Sì padre." Adélaïde chinò la testa. L'aveva deluso?
"Non m'importa. Tu verrai con me ugualmente."
"Oh, non credo proprio signore." Disse Alexander alzandosi.
"E perché mai?" Adrien era furioso.
Gli animi andavano scaldandosi ed Adélaïde aveva un pessimo presentimento.
"Dovreste ringraziarmi per averla sposata, avrei potuto ucciderla o darla ad un mio guerriero come passatempo notturno." Adrien batté il pungo sul tavolo ovale.
"Come osate?!" gridò quest'ultimo.
"Oso. Oso perché ho sposato una donna che nessuno avrebbe voluto, una sgualdrina impura!"
Adrien sgranò gli occhi sia per il significato della frase che per l'aggettivo usato.
"Adélaïde, di cosa sta parlando? Bambina, dimmi che non è vero quello che dice costui."
Oh, quanta delusione c'era in quella voce, quanto rammarico?
"Padre mio, io... mi dispiace, vi scongiuro non odiatemi." Alexander era stufo di quel piagnucolio inutile, sbuffò.
"Chi?" era stato Adrien a gridare? Adélaïde si decise.
"Ares." un sussurro, l'ennesimo della ragazza ma che fu udito come il più impetuoso dei tuoni.
Alexander si avvicinò a sua moglie, lui sapeva che sua moglie era impura, ma non sapeva chi fosse stato a renderla tale, vide rosso.
"Tu! Maledetta!" Adrien intervenne.
"Calmo. State lontano da lei se volete davvero che la lasci a voi. Altrimenti preferirò ucciderla piuttosto che lasciarla alla vostra mercé."
Alexander arrestò immediatamente la sua ira. Quanto poteva amarla se era disposto a così tanto?
"Figlia, perché non me lo hai mai detto? Ho così tanto da chiederti ma se non vorrai rispondere rispetterò il tuo volere."
Adrien prese le mani di sua figlia tra le sue, facendola accomodare su una sedia.
"Non volevo vedere lo sguardo che scorgo adesso nei vostri occhi padre mio. Mi dispiace. Ares non mi ha più toccata dopo quella volta."
Alexander mise le mani tra i capelli per evitare di posarle su sua moglie. Odiava quel maledetto rivoltoso e sapere che aveva avuto Adélaïde lo faceva infuriare, ma restò muto, doveva sapere.
"Io l'amavo padre, l'ho sempre amato, ma lui non mi rivolgeva uno sguardo, mai. Successe la sera in cui foste stato disarcionato, quanto quel grosso bernoccolo ci fece ridere per tutta la sera." Adrien sorrise al ricordo.
"Avevi quindici anni."
"Sedici." lo corresse la ragazza.
Adrien deglutì a vuoto mentre si alzava dalla sedia e sua figlia lo seguiva in quel gesto.
"Cosa vuoi fare figlia? Se decidi di restare io rispetterò la tua scelta, ma devi esserne davvero sicura. Come ha detto tuo marito nessuno ti vorrà più, sopratutto non ora che tutta la Gallia ha saputo della vostra unione."
"Non è un marito che mi interessa padre, ma resterò."
"Non comprendo figlia mia, se non ti interessa un marito perché resti?"
Che avrebbe dovuto dirgli? Che amava suo marito? Non aveva mai mentito a suo padre e non avrebbe certamente cominciato in quel momento.
Doveva proteggerlo, ecco il motivo. Proteggerlo da quel bruto senza cuore e senz'anima ma se lo avesse rivelato a suo padre, era sicura, che lo scontro sarebbe stato la sola soluzione possibile.
"Il mio posto è questo padre mio, ma spero che mi diate notizie di voi e che veniate a trovarmi quando non sarete troppo impegnato."
Adélaïde sorrise, un sorriso spento che non arrivò mai agli occhi.
Sentì la mano di Alexander circondarle le spalle e le venne da piangere, bella scenata.
"Sarete il benvenuto se vorrete venire a trovare vostra figlia, ma non credete che vi lascerò che un giorno la portiate via da me."
Adrien annuì, rassegnato da quella nuova situazione.
"Padre, mi perdonerete un giorno?" Alexander vide che gli occhi di sua moglie erano lucidi, prossimi al pianto, non l'aveva mai vista così... anche lei aveva un cuore dunque?
"Figlia mia, sarai sempre la mia bambina adorata, non pensare mai che potrei odiarti, non c'è nulla da perdonare." Adélaïde lasciò l'abbraccio artificioso di suo marito per tuffarsi nel dolce calore delle braccia di suo padre.
*Note autrice.
Buon pomeriggio!
Volevo scusarmi se per un po' non ho scritto,
ma ero senza internet.
Ho notato che leggete in silenzio quindi voglio chiedervi in via ufficiale dei pareri.
Inoltre questa è la mia pagina facebook, dove farò qualche anticipazione sui capitoli e potremmo interagire.
https://www.facebook.com/pages/Cartesparse/389614451221077
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