Capitolo XXXVI
Lorelai
<<È stato tempo fa.>> inizia. <<Avevo la tua età.>>
<<Quanti anni hai?>> lo interrompo.
<<Ventiquattro.>>
<<Oh…>> mormoro.
<<Avevo la tua età quando Jeff uccise i nostri genitori e tentò di uccidere me. Quella notte mio fratello scomparve, mentre io mi trascinavo morente per la casa. Svenni. Non so precisamente come arrivai all'ospedale, ma mi risvegliai lì, con un dolore lancinante per tutto il corpo e il busto coperto di cicatrici. Mi avevano fatto trapianti su trapianti, era rimasto pochissimo di quello che ero. I segni del sorriso non li ho fatti da me, mi hanno solo ricucito quelli che aveva fatto Jeff come segno… distintivo, diciamo. All'ospedale non c'era nessuna splendida infermiera o cose simili. Uscii molto tempo dopo e mi ritrovai senza una famiglia, senza un fratello, senza una vita. Girovagai in lungo e in largo cercando un modo per guadagnarmi da vivere, ma ero giovane e con dei precedenti penali, nessuno avrebbe voluto assumermi. L'unica soluzione che trovai fu quella di rubare un portafogli, ma per sbaglio ne uccisi il proprietario. Mi resi conto che uccidere mi piaceva, specialmente se potevo trarne vantaggio, e divenne la mia principale occupazione nei giorni. Un giorno incontrai Susan.>>
Il suo sguardo si perde nel vuoto.
<<Com'era?>> chiedo, preda di una curiosità che non so spiegarmi.
<<Era...la creatura più bella che avessi mai visto. Aveva lunghi capelli neri lisci come la seta e magnetici occhi violacei.>>
<<Come Liz Taylor…>> Il tono quasi invidioso della mia voce mi specifica che l'ho detto ad alta voce. Arrossisco e rimango in silenzio, aspettando che continui.
<<Era seduta su una fontana. Appena mi vide si alzò e mi sorrise, come se stesse aspettando me. Avevo il volto sporco e i vestiti macchiati di sangue, ma lei si avvicinò e si presentò. Le dissi il mio nome e mi propose di uscire insieme qualche volta. Uscimmo divertendoci, mi piaceva stare con lei, mi trattava come una persona normale, non era disgustata dai segni che portavo in volto e sul corpo. Era impossibile che una fanciulla tanto bella si interessasse a me, che bello non lo ero per niente. Smisi persino di uccidere per lei. Ma un giorno mi portò nella foresta. Per restare soli, mi disse. Provai a baciarla, ma lei si scostò e dai cespugli uscirono dieci uomini. Mi circondarono e provarono a catturarmi. Guardai Susan, sperando che mi aiutasse, ma i suoi occhi erano pieni di disprezzo mentre lavava le mani con del disinfettante dopo avermi toccato. Lei era stata la preda, la vittima sacrificale offertasi per guadagnare la mia fiducia e permettere che il mostro che terrorizzava la città venisse catturato una volta per tutte. Uccisi tutti gli uomini sotto i suoi occhi, mostrando il mio lato peggiore, e per ultimo mi parai davanti a lei. C'era paura nei suoi occhi, ed era tutto quello che volevo vedere. "Ti va di uscire insieme?" dissi, come una presa in giro, poi la uccisi.>>
Non mi accorgo che ho ricominciato a piangere. Forse questa versione della storia è anche peggiore della prima. E quella Susan...era bellissima e coraggiosa, una perfetta eroina, che io invece non sarò mai. Ma un eroe deve avere buon cuore, e lei ha tradito la fiducia di Liu, presentandosi come suo unico supporto e consegnandolo poi alle autorità. Ma Liu stava uccidendo tante persone quindi... è stato davvero un errore il suo?
Singhiozzo, orripilata dai miei stessi pensieri. Come posso essere tanto perfida quando lui è così fragile? Sono davvero… cattiva?
Il mio singhiozzo attira la sua attenzione, e si gira verso di me.
<<L-la amavi?>> dico, per cercare di distogliere l'attenzione dalle mie lacrime.
Lui ci riflette. <<No, amavo solo l'idea che qualcuno potesse amarmi per quello che sono. L'idea che ho di amore è piuttosto diversa.>>
Mi guarda e la sua mano sfiora la mia guancia, raccogliendo una lacrima, poi rimane lì, ferma, come in una infinita carezza. Sobbalzo e mi scosto.
Liu fa un leggerissimo sorriso amaro. <<Faccio davvero così schifo?>>
<<No.>> mormoro. Non controllo ciò che dico, è come se lui stesse tirando fuori le parole dalla mia bocca solo guardandomi le labbra. <<T-tu sei…>>
"Bellissimo".
Si avvicina pericolosamente al mio viso, ma in quell'istante il mio telefono suona. Mi sposto velocemente e guardo il nome sullo schermo.
Porto una mano a coprirmi la bocca per impedirmi di urlare e le lacrime riprendono più veloci di prima.
<<Che succede?>> mi chiede Liu, curioso e forse un po' allarmato.
Ma io non rispondo. Come potrei? La voce sembra bloccata nella mia gola, perché sullo schermo c'è l'ultimo nome che avrei mai pensato di leggere.
"Luka"
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