Capitolo XXXIII

Lorelai
Sentire Jade parlare di sentimenti è stato quasi allucinante. Per un secondo ho temuto che Jeff l’avesse drogata, anche se mi vergogno di aver pensato così male di lui. Sono davvero felice che Jade abbia trovato quella persona in grado di farla sentire amata, anche se è il ragazzo il cui scopo sembra essere quello di rendermi la vita un inferno. Immagino che per il bene di Jade sapremo placare le nostre ostilità...certo, sarebbe più semplice se smettesse di provare ad uccidermi, ma immagino di poterlo sopportare se è la causa di quel sorriso che da troppo tempo era spento sul viso della mia migliore amica. Solo che ora Jade è tornata nella sua camera, ed io già mi sento perduta. Liu tornerà qui. Non sono passate che poche ore dal nostro ultimo incontro, il cui esito è stato assolutamente inaspettato. Come si comporterà ora? Sarà ancora così freddo? Spenderà qualche parola sull’accaduto, o si limiterà a ridere di me, ad osservare quanto facilmente io mi sia fatta manipolare? Prima che io possa costringermi a razionalizzare i miei pensieri, la porta si apre e ne entra proprio lui. Se la richiude alle spalle facendola sbattere con violenza ed esordisce con un rumoroso sbuffo. Sobbalzo e lo guardo. I suoi occhi si poggiano su di me in modo quasi glaciale. D’un tratto, tutto il disprezzo che la casa prova per me lo leggo anche nelle sue iridi, che una volta erano le uniche a guardarmi in modo gentile. Mi ritraggo nella poltrona, facendomi piccola. Perché è così che mi sento: piccola, sperduta e sola. Distoglie lo sguardo quando mi pare che siano passate ore, ed io ricomincio a respirare, rendendomi conto solo adesso di aver trattenuto il fiato. Si chiude in bagno, e lascio scivolare una lacrima. Non so neanche perché sto piangendo. So solo che le uniche persone che sembravano avere un minimo di rispetto per me mi hanno abbandonata. Jade, che ora è la ragazza di colui che tenta di farmi ammazzare da quando sono qui, e Liu, che diventa sempre più scostante, fino a farmi paura. Perché mi ha fatto paura ora, e mi ha fatto paura prima, quando mi ha immobilizzata e si è appropriato della mia bocca senza nessun riguardo. Sempre ammesso che sia successo, perché mi ha guardata con un tale disgusto che comincio a dubitare che questo sia lo stesso ragazzo che mi ha baciata. Ecco, è questo l’effetto che mi fa: mi fa dubitare di me stessa, della realtà, di quello che conoscevo. È questo l’effetto che mi fa e non mi piace, non mi piace affatto. Non mi piace affatto.

Liu
Sfrattato. Di nuovo. Due volte nel giro di un paio d’ore, ed entrambe le volte senza chiedere il mio consenso. Tsk. Sta diventando una fastidiosa abitudine. A quanto pare Jeff ha finalmente trovato qualcuno che non ha ancora capito quanto la sua persona sia fastidiosa e difficile da sopportare. Quasi ho compassione di quella ragazza. Almeno non ho dovuto sopportare di dormire nello stesso letto con mio fratello. Sarebbe stato umiliante.
Arrivo nella mia camera-perché sì, è sempre stata mia-ed entro, poi sbatto la porta sbuffando. Lorelai, seduta sulla poltrona con le gambe raccolte sotto al corpo, sobbalza. La guardo. Ha gli occhi e la bocca leggermente spalancati e mi guarda come se si aspettasse che io le balzi al collo da un momento all’altro. Le faccio paura. Dovrei forse sentirmi potente a questo pensiero, ma non è così. Mi sento solo sporco ed infido. Ed è una sensazione che non sopporto. I suoi occhi chiari stanno scavando in me senza nessuna difesa che li blocchi. Sostengo il suo sguardo e faccio una piccola smorfia di disgusto. Oh, ma non è per lei. È per me. Mi chiudo in bagno. Slenderman aveva ragione: non ho alcuna possibilità se continuo così, se continua così. Tutto quello che posso fare è ucciderla.
Esco dopo una decina di minuti a petto nudo e vado verso il letto per prendere la maglia che uso per dormire, riposta sotto il cuscino. Con la coda dell’occhio scorgo Lorelai che mi guarda e vedo il suo viso imporporarsi. Torna a leggere, facendo finta di niente. Mi metto a letto afferrando un libro a caso e fingo di leggere, tenendo in realtà gli occhi fissi su di lei a percepire ogni minimo movimento. Con una mano gioca con una collana che ha appesa al collo, con l’altra mantiene il libro bene aperto sulle gambe. A volte muove silenziosamente le labbra, seguendo le parole del libro, senza emettere alcun suono, e capita spesso che si sciolga in un sorriso dolcissimo. Quando legge è come lontana dal mondo. Non importa essere rinchiusa con una Creepypasta che potendo la violenterebbe. Ci sono solo lei ed i personaggi dei suoi libri, che la trasformano in questa eroina o in quell’altra e le regalano storie che altrimenti non potrebbe mai vivere. Parole sue, naturalmente. L’ho sentita parlare a questo proposito con Masky, che le gira sempre attorno. È fastidioso in effetti, ma evidentemente a lei non dispiace. Osservo il suo corpo. È magra ma formosa. In effetti forse è anche troppo magra. Stasera a cena non era presente, capita spesso che salti un pasto. Dopo un po’ si alza e va in bagno. Approfitto del momento per fare quello che devo: tiro fuori il coltello dalla tasca e lo metto sotto al cuscino. Stanotte devo farlo, o non sarò mai libero. Quando esce si rimette a leggere sulla poltrona. Rimango ad osservarla, seguendo il ritmo del suo respiro e contando i suoi sorrisi mentre legge-ventisette. Raramente distolgo lo sguardo, finché mi accorgo che sono ormai le undici e mezza.
<<Pensi di raggiungermi qui o rimarrai su quella poltrona tutta la notte?>>
Mi guarda appena. <<E a te che importa?>>
<<Interessante... e così la nostra leonessa non è poi tanto coraggiosa, eh?>>
Abbassa il libro. <<Che... che vuoi dire?>>
<<Mi pare che tu abbia paura di venire qui.>>
<<Io non ho paura di te.>>
<<Vieni qui allora.>>
Le sue labbra hanno un fremito, si alza e si mette a letto. Nel punto più lontano da me ovviamente. Faccio una risata. <<Visto? Hai paura.>>
<<Non è vero!>>
<<Allora perché sei così lontana?>>
Ringrazio il suo orgoglio che la costringe a fare cose che non farebbe mai altrimenti. Si avvicina di poco, ed io la prendo per un braccio e la tiro verso di me. Il suo corpo si scontra col mio e il suo viso diventa rosso di imbarazzo.
<<Meglio, non trovi?>>
<<N-no, lasciami.>>
<<Cos’è, ti metto in imbarazzo?>>
<<No, mi dà solo molto fastidio.>>
<<E cos’è quel rossore?>>
<<Non sono arrossita!>>
<<Certo che no.>> dico ironicamente, e la lascio andare.
Lei posa il libro, si stende lontano da me e si tira le coperte fin sopra la testa. La guardo con un sospiro, e aspetto, finché il suo respiro non diventa regolare.
È ora, devo farlo. Ucciderla è l’unico modo che ho di liberarmene. O accetto di porre fine alla sua vita, o di porre fine alla mia. Mi alzo silenziosamente e sfilo il pugnale da sotto al cuscino. Raggiungo la sua parte del letto e osservo per l‘ultima volta le sue ciglia chiuse, la pelle chiara e le labbra che vorrei assaggiare ancora e ancora fino a farle diventare rosse dei miei baci. Sento il cuore battere a mille nelle orecchie. La vista mi si annebbia. Non sono lacrime, o forse sì. Deve morire, e devo essere io a farlo. Devo spezzare questo legame malato. Avrei dovuto ucciderla tempo fa, è solo colpa mia se ho permesso a me stesso di affezionarmi a lei. Ora devo pagare. Sfioro la sua guancia, spostandole un ciuffo di capelli dal viso, indugiando per permettere alle mie dita di accarezzarla davvero per una prima ed ultima volta. Sollevo il pugnale. Il sangue corre veloce nelle mie vene, i muscoli tesi fremono e la lama del coltello brilla minacciosa nella cupa oscurità della camera. E poi, il pugnale affonda.

^Angolo autrice^
Salve a tutti. Come va?
Volevo chiedere a quei pochi che leggono la storia cosa ne pensano, perché se pensaste che fa schifo sarebbe il caso per me di concentrarmi di più sullo studio del violino visto che suonarlo ad un angolo di strada è tutto quello che potrei fare se come scrittrice valessi meno di 0.
Grazie a tutti coloro che lo faranno.
Mezzosangue_Mudblood❤️

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