Capitolo XXIV

Jade
<<Allora? Quando lo facciamo? Come? Ti servirà una scusa sul perché sei ubriaca. Basta che non metti in mezzo me, perché non sarà credibile ok? Idea! Chiediamo a Jane di aiutarci! Lo ha già fatto, sarà credibile, no? Altrimenti dovremmo chiedere a qualcun altro di fingere di aver bevuto con te e lei chiederebbero spiegazioni e non possiamo permettercelo. Allora? Che ne dici?>>
Sono tre ore che Lorelai saltella per la stanza mettendo in piedi il suo "geniale piano". Parole sue ovviamente.
<<Dico che se tu andassi lì e lo stordissi di chiacchiere la cosa funzionerebbe. Sei brava, no? Ma sei sempre stata così fastidiosa?>>
Lei si zittisce e mi guarda. In un lampo mi rendo conto di averla ferita.
<<Oddio scusa...Lore non volevo, davvero... non intendevo quello.>>
<<Non fa niente.>>
<<No, fa invece! Ti stai facendo in quattro per aiutarmi ed io ti rispondo male. Mi dispiace. La verità è che sono un po' nervosa per...quello che potrebbe succedere.>>
<<Per quello che potrebbe succedere o… per quello che potresti scoprire?>>
Sospiro, tanto è inutile cercare di nasconderle qualcosa. Si siede vicino a me e mi accarezza la schiena. <<Andrà tutto bene.>>
<<Grazie Lore.>>
La abbraccio e lei ricambia.
<<Allora, quando vuoi farlo?>>
<<Almeno tra una settimana. Se no sarebbe sospetto. E poi, almeno così potrò controllare come si comporta con me dopo l'episodio di ieri.>>
<<Va bene, hai perfettamente ragione. Quindi chiediamo appoggio a Jane?>>
<<Sì, ok. Ci aiuterà di sicuro.>>
<<Va bene. Poi decideremo i dettagli.>> Si alza.
<<Lore… Sicura che non ti ho offesa?>>
<<No, certo che no. Tutto ok.>>
<<Va bene...ci vediamo dopo?>>
<<Sì, a dopo.>>
Voglio sinceramente credere che non si sia offesa...del resto, cosa posso mai aver detto?

Lorelai
Entro in camera, mi chiudo la porta alle spalle e finalmente lascio che le lacrime mi righino le guance. So bene che la mia è una reazione esagerata, ma i singhiozzi continuano a scuotermi e le lacrime a scivolare. Mi butto sul letto e nascondo il viso nel cuscino. Finché non sento il rumore di una serratura e scatto a sedere. Dal bagno esce Liu.
<<Lorelai? Perché piangi? Che è successo? Stai male?>>
Si siede vicino a me e mi solleva il volto perché io lo guardi negli occhi.
<<No…>>
<<Non mentire. Non è vero.>>
<<Sul serio, non è niente.>>
<<C'entra mio fratello vero? Ora vado e gli spacco la faccia.>>
<<No Liu, non c'entra niente lui.>>
<<E allora cosa?>>
<<Niente.>>
<<Lorelai?>>
<<...>>
<<D'accordo, se non vuoi parlare lo farò io. Chiunque ti abbia fatta sentire così non ne ha il diritto. Nessuno ha il diritto di farti stare male, di farti dubitare di te o di quello che sei. Sei una delle ragazze più belle, interessanti, intelligenti e forti che io abbia mai conosciuto. Sei spiritosa, altruista, dolce e bellissima. E non devi mai dubitarne.>>
Lo guardo. Sembra terribilmente sincero, quasi a fare paura. Mi fa un debole sorriso.
<<Ora vuoi dirmi cos'è successo?>>
Le lacrime tornano a fare capolino e scivolano lente.
<<Sono un peso per chiunque mi conosca…>> dico, coprendomi il viso.
<<Hey no, non è assolutamente vero! Tu sei...sei una benedizione per chiunque ti conosca! Tu porti luce dove non ce n'è, e speranza dove tutto sembra perduto. Tu sei incredibile. Fai credere possibile di tutto, anche una redenzione. Tu sei speciale.>> Mi toglie le mani dal volto, per potermi guardare negli occhi. Sostengo il suo sguardo, finché lui mi tira contro il suo petto e mi stringe a sé, accarezzandomi i capelli. In un lampo, sembra che tutto vada bene, ed io mi sento al sicuro. È una sensazione che non ho mai provato, ma che voglio sperare duri per sempre.
<<Quello che dicono su di voi è sbagliato…>> mormoro.
<<Che cosa?>> Posso sentire la sua voce risuonare nella cassa toracica e il suo cuore accelerare i battiti.
<<Non siete mostri. Siete esattamente come noi.>>
Sospira e appoggia il mento sulla mia testa. Ed io chiudo gli occhi.

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