Capitolo XLVI
Luka
<<Sì, è successo ieri notte. Saranno state forse le due e mezza quando mi sono svegliato e me ne sono accorto. La mia amica era con me ma non sono riuscito a salvarla. Ho provato in tutti i modi, ma mi ha spinto via e mi ha urlato di chiedere aiuto.>>
Continuo a raccontare dell'incendio si giornalisti finché un vigile del fuoco non esce dalla mia villetta ormai distrutta e viene verso di me.
<<Giovanotto, sono state trovate tracce di benzina e una scritta ancora infuocata sul muro. Siamo certi che si tratti di un incendio doloso.>>
<<Doloso?>> chiedo. <<Chi può essere stato.>>
<<Non saprei, ma ti consiglio di stare attento. Ah, e non è stato trovato nessun corpo.>>
<<Nessun…?>> Com'è possibile? Lorelai era qui, l'ho lasciata all'interno della casa...come potrebbe essersi salvata?
Entro nella cucina, o comunque quello che ne rimane, e come detto dal vigile sul muro c'è una scritta fatta di fiamme. "Torna a dormire."
So chi è stato.
Lorelai
Mi sveglio con un fastidioso dolore al basso ventre. Aprendo gli occhi, non riconosco immediatamente la stanza. Mi rendo conto con orrore che sono nuda. Che Luka sia riuscito a convincermi infine? La macchia rossa sul lenzuolo spazza via dalla mia mente l'ultimo brandello di speranza, facendomi chiaramente capire che è successo qualcosa. Ci metto un po' a ricordare come siano andate davvero le cose. Rabbrividisco, ricordando lo sguardo famelico di Liu suo mio corpo o le sue labbra voraci sulla mia pelle. Inevitabilmente, due lacrime segnano il loro inesorabile percorso sulle mie guance. Ma piangere non cancella il dolore che sento dentro. Mi sento violata, sporca. Non al pari di uno stupro, ma di certo non come avrei sognato di vivere la mia prima volta, con un ragazzo che amo e che mi ama.
La cosa peggiore? Che nonostante tutto, mi è piaciuto, perché io provo qualcosa per Liu. E anche se non so come etichettare quel sentimento che mi unisce a lui, so che è qualcosa di dannatamente sincero che lui non ricambierà mai.
Pur essendo sola nella stanza, tiro via il lenzuolo dal letto e vi avvolgo il mio corpo, trascinandomelo fino al bagno. Quando lo lascio cadere, sulla mia pelle appaiono segni lividi di dita, che dolgono anche solo alla vista. Singhiozzando dalla vergogna, entro in doccia e tento di lavar via lo sporco che sento in me, ma mentre l'acqua scivola via i segni dell'umiliazione restano indelebili e mi ricordano quello che gli ho permesso di fare, appropriandosi a poco a poco di me fino a farmi completamente sua anche nella mente, dove non posso fare a meno di essergli devota. Il calore del flusso d'acqua arrossa le cicatrici sulle mie braccia, e il suo nome spicca come un marchio. Forse per lui è stato tutto un gioco. Forse mi ha presa in giro, legandomi a lui e rendendomi totalmente indifesa e docile. Forse il suo obiettivo era erodere da me ogni coscienza e dignità fino a distruggermi, come ha fatto.
I lividi mi corrono lungo tutte le braccia, cercare di nasconderli è inutile. Scendo al piano di sotto, con una canotta e un pantaloncino per combattere il caldo asfissiante. Picchietto con le dita sulla spalla di Jade, che sta ascoltando della musica sul divano, e lei sobbalza. Appena mi vede scatta in piedi con gli occhi sgranati, e mi abbraccia.
<<Lore! Che ci fai tu qui? Come sei arrivata? Luka sa che sei qui? E Liu lo sa? Che è successo?>>
Un mio mugolio di dolore interrompe le sue domande a raffica, e mi scruta con attenzione rilevando i segni violacei sul mio corpo.
<<E quelli? È stato Luka? Dio, io lo ammazzo! Ci hai messo qualcosa sopra? Ma come devo fare con te?>>
Sono tentata di lasciarla parlare a ruota libera, ma mi tocca prendere parola con un sospiro.
<<Non è stato Luka…>> dico. Sotto i suoi occhi sbalorditi, le racconto dell'incendio, del risveglio in camera di Liu e di quello che è successo dopo. E tra un insulto e un "aw" (stanno diventando davvero troppo frequenti… inizio a preoccuparmi), viene a sapere tutto.
<<Oddio! Avete fatto l'amore.>> esclama con dolcezza.
Scuoto la testa con gravità, mordendomi il labbro. <<Abbiamo fatto sesso…>> la correggo, imbarazzata a morte.
<<Oh, non prendermi in giro! Dopo tutto quello che è successo tu e Liu non avreste potuto fare solo sesso.>>
<<Jade… mi ha praticamente violentata. Se avessi opposto più resistenza non sarebbe cambiato niente. Di certo non è stato amore. Non da parte sua almeno…>>
<<E da parte tua?>>
Non rispondo. L'imbarazzo è troppo.
Mi sfiora i lividi ed io mi ritraggo. <<È stato Liu?>>
Annuisco. Fortunatamente, Jade sembra capire che non è il caso di fare altre domande.
<<Liu non può averti fatta diventare così magra però.>> osserva con sguardo severo.
Ancora una volta, stare in silenzio mi sembra la cosa più giusta.
<<Che cosa farà ora? Sa che Liu è venuto a prenderti?>>
<<Non lo so, Jade. Lui se n'è andato e basta. Per quanto ne sa, il mio corpo potrebbe essere carbonizzato e disperso tra le ceneri. Dubito che riuscirà a capire cos'è successo; e se anche tornasse, vi basterà far finta che io non sia qui.>>
Jade annuisce gravemente, poco convinta.
<<Che farai con Liu?>>
Mi mordo il labbro. È esattamente la domanda che più temevo, e alla quale non so rispondere.
<<Gli dirai che…?>>
<<No. Non lo saprà.>>
<<Lorelai…>>
<<No! È già abbastanza umiliante che la mia prima volta sia stata così e che io non abbia fatto niente per impedirlo, figurati se ora andassi da lui e gli dicessi "a proposito, so che per te è stata solo una voglia animalesca per la quale la mia pelle ora è più viola che rosacea, ma per me invece ha significato molto di più". Non ho nessunissima intenzione di dargli questa soddisfazione.>>
<<Ma…>> Sembra confusa. <<Il suo sguardo… quando ti guarda lui è così sincero…>>
<<Oh sì, in effetti mi guarda come se mi volesse sinceramente strappare i vestiti di dosso. E non guardarmi così! Ho ragione.>>
Nonostante la sua buona volontà, Jade non riesce a trovare niente che possa smentirmi, quindi preferiamo accantonare l'argomento, almeno per il momento.
Mi limito a raccontare dei giorni che ho passato con Luka, delle foto che ha ostinatamente preteso di fare ogni giorno e della dieta ferrea-o digiuno-alla quale mi ha sottoposta. È una fortuna che Luka sia così lontano, perché dallo sguardo di Jade non è difficile immaginare cosa gli farebbe se lo avesse sotto mano. Ad un certo punto, vedo Liu passare dietro Jade e il discorso mi muore in gola, mentre lo seguo con lo sguardo.
<<Che c'è?>> mi chiede la mia migliore amica, seguendo il mio sguardo.
<<Torno subito.>> dico. Scatto in piedi e seguo Liu, ignorando il sorrisetto di Jade. A volte è comodo che con lei non servano parole, a volte invece è talmente fastidioso…
Inseguo Liu richiamandolo, ma è come se non mi sentisse. Aumento il passo, cercando di raggiungerlo, trovandomi fin quasi a correre, e alla fine riesco ad afferrare il suo braccio e a farlo girare verso di me.
<<Che vuoi?>> mi chiede freddamente. No, non è freddo. È… apatico. Il suo viso è completamente imperturbabile, non presenta nessuna sorta di sentimento, dall'odio alla simpatia. Non c'è assolutamente niente. Rimango per un po' a scrutarlo, cercando di cogliere il più minimo segno di emozione quantomeno nei suoi occhi, finché mi perdo nell'infinita foresta di sfumature nelle sue iridi.
<<Allora?>> La sua voce mi riscuote, ma non è impaziente. Non è niente di niente. Mi osserva e nel suo sguardo non c'è niente: né impazienza, né curiosità, né fastidio.
<<I-io…>> mi ritrovo a balbettare, non sapendo cosa dire. In effetti comincio a chiedermi perché l'ho seguito se non avevo niente da dirgli. Maledetto il giorno che ho deciso di tornare nel bosco per cercarlo.
Alza un sopracciglio, aspettando che parli, ma sempre senza mostrare nessuna emozione. È quasi irritante. Avrei preferito che mi urlasse contro o che mi ridesse in faccia, e invece devo confrontarmi con un'infinita distesa di nulla, senza sapere cosa stia pensando.
Mi riscuoto, ma non so bene cosa dire. Non ho idea di cosa io stessi pensando quando l'ho seguito, ma ora sembra che sia stata una pessima idea.
<<Ieri sera…>> inizio, non sapendo bene come continuare.
<<Bella performance.>> dice con un ghigno. <<Dovremmo rifarlo.>>
Ora che ha di nuovo quell'insopportabile ghigno sul viso mi viene voglia di strapparglielo a morsi. O a baci.
Approfitta del rossore che mi costringe ad abbassare il viso per allontanarsi, ma stavolta non funzionerà.
<<Non è stato solo sesso.>> E queste parole da dove escono? Non sono mie, non sono io a parlare! Ero ben decisa a tenere la bocca chiusa. Accidenti ai suoi occhi magnetici e a quel sorrisetto sbarazzino che nasconde con quegli odiosi ghigni.
Si gira, stavolta con una nota di curiosità nello sguardo. <<Parli per te, immagino.>>
<<E per te.>>
<<Allora ti sbagli.>>
<<Smettila di mentire.>> dico con fermezza. <<Poteva funzionare, una volta, ma ora non mi incanti più.>>
"O mi incanti troppo?" ZITTA!
Sospira. Ora sembra stanco. <<Vattene.>>
<<No! Non ho finito.>>
<<Io sì.>>
<<Non finché non mi avrai dato una risposta che sembri sincera.>>
<<Te l'ho data.>>
<<No, non lo era! Non era sincera e non lo sembrava nemmeno! Per nessuno di noi è stato solo sesso e tu lo sai.>>
<<Per me sì.>>
<<Non è vero!>>
<<Invece lo è.>>
<<Se solo tu smettessi di essere tanto orgoglioso capiresti che stiamo bene insieme!>>
<<Torna nella tua camera, Lorelai.>>
<<No, smettila! Smetti di trattarmi come se fossi una bambina.>>
<<Tu _sei_ una bambina.>>
<<No, non lo sono.>>
<<Lo sei. Solo le bambine si impuntano tanto su una discussione.>>
<<Io sono un'adulta!>>
<<Sei al massimo una ragazzina che gioca a fare la donna.>>
<<Ho sedici anni!>>
<<Esatto. Tu hai sedici anni ed io ventiquattro. Non vado bene per te.>>
<<Sei perfetto invece!>>
La sua mano mi accarezza lentamente la guancia. <<No, non lo sono…>>
Fa per ritirare la mano, ma io la trattengo sul mio viso. <<Perché no? Io ti piaccio, lo so che ti piaccio, e allora? Cosa c'è?>>
<<C'è che io sono un uomo mentre tu sei ancora una ragazzina. C'è che io sono una Creepypasta mentre tu non sopporti la vista del sangue. C'è che io sono un mostro mentre tu sei un angelo. C'è che io non ti merito e non potrò mai meritarti, e che se mi resti vicino potrei solo farti del male, come ho fatto. Ed io non posso, non posso sopportare di farti ancora del male.>>
Guarda le cicatrici sulle mie braccia e i lividi che ora desidero con tutta me stessa aver coperto. Ora sembra terribilmente umano. Il dolore nei suoi occhi si fa spazio in me e diventa mio. Ma allo stesso tempo le sue parole sono un balsamo, perché ora so che avevo ragione. Senza lasciargli il tempo di dire o fare altro, lo bacio. E non ho paura di lasciar trasparire dal bacio tutto quello che provo, perché ora so che lo prova anche lui. Mi stringe la vita mentre io allaccio le braccia al suo collo, accarezzandogli ora il viso, ora i capelli, mentre il bacio diventa sempre più passionale finché siamo costretti a staccarci per riprendere fiato.
Appoggia la fronte sulla mia e rimaniamo per un po' ad occhi chiusi per prolungare le emozioni che ci hanno travolti, poi mi accarezza di nuovo il viso, con delicatezza.
<<Lorelai, io…>>
Un chiacchiericcio in avvicinamento lo fa interrompere di scatto. Lentamente, lo prendo per mano e lo guardo negli occhi. <<Andiamo fuori…>>
Mi guarda e annuisce. Gli sorrido lievemente e lo porto fuori, tenendolo ancora per mano. Tutto quello che voglio è che mi baci ancora finché avremo il respiro per farlo. Sembra un sogno, un bellissimo sogno che ha finalmente deciso di avverarsi. Usciamo dalla casa, e sto per baciarlo di nuovo quando mi rendo conto che siamo circondati. Decine e decine di poliziotti circondano l'intera casa, tenendo le pistole puntate su di noi. E lì, in mezzo, c'è proprio Luka.
<<Ciao, Lorelai.>>
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