XXXVIII


Pov Dazai:

Sono nato in una fresca mattina d'estate, almeno così mi è sempre stato detto.
Vivevamo in una casa in campagna molto spaziosa,eravamo una famiglia numerosa,io essendo l'ultimo arrivato avevo poca scelta in realtà per qualsiasi cosa riguardasse la vita.
Mio padre,era un ricco uomo d'affari,di quelli austeri e vecchio stampo,ricordo che le sere in cui tornava prima e ci sedevamo tutti intorno al tavolo per cenare non volava una mosca.
Ho passato gli anni della mia infanzia a giocare per conto mio nel giardino della nostra casa,spesso e volentieri con la compagnia di mia madre.
Era molto bella lei. Era l'unico membro della famiglia che mi tollerasse e che mi trattasse con amore, per tutti gli altri ero solo una pulce da evitare,quasi fastidioso.
Quando la mia unicità si risvegliò i miei fratelli risero di me,era inutile come lo era la mia esistenza.
Alla morte di mia madre nessuno si oppose quando Mori decide di portarmi via con se,un problema in meno.
Cammino per la stradina che porta al parco in cui ormai riposa da tanto tempo,mi chino davanti alla sua lapide dopo essere arrivato e poso su di essa la rosa bianca che ho acquistato appositamente "ciao mamma"soffio.
Osservo la meravigliosa visuale che si ha da quel punto in alto della montagna "non tornavo da un po'"sorrido lievemente "te lo ricordi no? Quel moccioso arrogante che mi stava sulle scatole e di cui mi sono lamentato anni fa? Ebbene sì l'ho sposato ed abbiamo una figlia,si chiama Emma come te" soffio "Oda è morto,non faccio più parte della mafia...è un gran casino"mi accarezzo il viso "te li farò conoscere la prossima volta"mi rialzo sentendo dei passi,osservo con la coda dell'occhio l'uomo ormai anziano che mi sta guardando.
"Osamu" soffia.
Sorrido chiudendo gli occhi un istante "sei ancora vivo vedo"metto le mani in tasca e lo supero.
"Puoi tornare a trovarmi quando vuoi".
"E che senso avrebbe?"soffio.
"Non puoi trattarmi come un estraneo Osamu".
Sorrido "perché non lo sei?"vado via.

Cammino fino al torrente dove mi fermo sorridendo "sei di nuovo affamato e senza soldi Atsushi-kun?" Ricordo il nostro primo incontro.
Mi sorridi "no Dazai-san,stavolta posso offrirtelo io"
"Ah! Che bravo allievo! Come sono emozionato!"faccio caoticamente.
Ridi "ma un dolcetto eh!"
"Tirchio!"ti trascino da un braccio.
Ridi "povero è il termine giusto!".
Sorrido,Atsushi... ti devo così tanto.

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