30. Ad Auschwitz c'era la neve....
Buenos Aires, sei anni dopo
Harry e Louis uscirono insieme, quella sera, dall'ospedale.
Da quasi sei mesi erano diventati colleghi, dato che il ragazzo dagli occhi blu era stato assunto, come medico, nello stesso reparto dove anche Harry esercitava la sua professione.
Faceva caldo, estremamente caldo e i due uomini si fermarono a prendere un gelato da un venditore ambulante.
Si sedettero a mangiarlo su una panchina e Harry, indicando un ristorante dalla parte opposta della strada, disse:
" Lì mi fermavo sempre a cena quando non c'eri tu. La padrona, un giorno, mi ha detto che si augurava di non vedermi più, perché, se non mi avesse visto, avrebbe significato che avevo trovato qualcuno che mi volesse bene "
" E l'hai trovato?" chiese Louis leccando il suo gelato.
" Sì, Jack,quel cane mi adora " rispose Harry sorridendo.
" Una volta Jack era il mio cane, ora, oltre ad essere diventato una palla di pelo, si è trasformato nella tua ombra " borbottò Louis imbronciato,
" Ti amo da morire, lo sai?"
L'uomo dagli occhi blu si voltò verso il compagno, sorrise e sussurrò :
" Io ti amo di più "
Tra i due calò un silenzio piacevole, finché Louis non disse:
" Se potessi farlo, mi piacerebbe sposarti "
Harry rimase senza parole, le guance gli si colorarono di rosso e il cuore cominciò a fare capriole nel suo petto.
" Anche a me piacerebbe, amore mio, non sai quanto " esclamò il riccio, accarezzando i capelli, leggermente brizzolati sulle basette, del proprio compagno.
Louis infilò una mano nella borsa da medico che aveva posato per terra e, incurante della gente che passava, si inginocchiò davanti ad Harry e aprì una scatoletta rossa di fronte ai suoi occhi.
" Noi non possiamo sposarci, ma possiamo fare finta di esserlo, quindi vuoi essere il mio finto marito?"
Harry rise, con le lacrime agli occhi per la felicità, tolse dal cofanetto la fedina d'oro che vi era contenuta e se la infilò al dito.
" Sì, voglio essere il tuo finto marito per tutta la vita " rispose baciando le labbra del compagno.
Alcuni passanti cominciarono ad applaudire, mentre i due uomini, chiusi nella loro bolla di felicità, si abbracciarono stretti.
Dall'albero sopra di loro cominciarono a cadere, a causa del vento, i petali bianchi dei fiori e a Louis venne in mente la neve che era caduta nel campo di concentramento quando aveva conosciuto Harry.
Già...qualcuno avrebbe potuto scrivere la loro storia e raccontarla ai posteri e il suo titolo sarebbe potuto essere.....ad Auschwitz c'era la neve...
Grazie per aver apprezzato questa storia, è una di quelle che ho amato davvero scrivere e raccontare.
Più tardi pubblicherò il primo capitolo della nuova avventura della Saga di Cupido, si intitolerà " La maledizione della dea " e spero di trovarvi numerosi anche lì.
Grazie di tutto, vi voglio bene❤️
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