Le conseguenze
Qualche minuto dopo, Kyle riuscì a raggiungere la sua cabina e si lasciò cadere di schianto sulla sua branda senza tante cerimonie.
"Tre settimane di missione sull'avamposto più remoto della Luna..." si lamentò tra sé e sé, assaporando la comodità del suo letto "Ma non potevano farci tornare qui ogni giorno?"
Abituato alla stretta, angusta, claustrofobica base Beacon nelle settimane precedenti, tornare alla Arcadia e ai suoi grandi corridoi fu un po' come tornare a casa. Le sue palpebre si fecero pesanti molto velocemente, ma prima che potesse addormentarsi il comunicatore installato nella sua stanza notò la sua presenza.
<< Tenente Whitaker, riconosciuto.>> disse la voce metallica della segreteria << Ci sono – due – nuovi messaggi.>>
Con un grugnito, il giovane pilota si sforzò di rimettersi a sedere e un nuovo schermo olografico apparve davanti ai suoi occhi dalla parete della stanza. Erano entrambi da parte di Kari.
Il primo messaggio era di qualche giorno prima. Quando lo fece partire, la faccia abbronzata e i riccioli bruni della sorella comparvero dal nulla.
<< Ky, sei ancora impegnato con le tue esercitazioni? Richiamami quando senti il messaggio.>>
La seconda, invece, era solo del giorno prima.
<< Ky, non hai ancora finito? Dai, devo dirti una cosa importante.>> sembrò eccitata e infastidita allo stesso tempo << Richiamami. E ricordati di chiamare anche mamma e papà.>>
Non fece neppure in tempo a finire di ascoltare il messaggio che il suo comunicatore cominciò a squillare. Fece un cenno con la mano per accettare la chiamata e il mezzo busto della sorella prese a fluttuare nell'aria davanti a lui.
<< Ah.>> commentò lei, guardandolo di traverso << Ormai pensavo avessi deciso di ignorarmi. Si può sapere dove sei stato tutto questo tempo?>>
<< Sai che non posso dirtelo e che non posso chiamare da fuori la nave. Eravamo in esercitazione.>> rispose il pilota, alzando gli occhi verso il soffitto.
Kari, tuttavia, aveva smesso di ascoltarlo.
<< Povera me, dimenticata dal mio stesso fratello. Cosa mi succederà ancora?>> domandò, portandosi una mano al cuore e l'altra alla fronte, in maniera esageratamente teatrale.
<< Dai, smetti di fare tutta questa scenata e dimmi cosa succede. Nel messaggio hai parlato di qualcosa di importante.>> la apostrofò ancora Kyle, tirando un lungo sospiro.
Gli occhi della gemella sembrarono illuminarsi a quella domanda.
<< Certo che parlavo di qualcosa di importante!>> anche il braccio sinistro entrò nell'inquadratura, il pollice alzato proprio davanti alla faccia di Kyle << In questi giorni sarò ad Atlantica per lavoro, mi aspetto che tu possa farmi da guida in giro per la stazione.>>
Kyle non poté fare a meno di guardarla male.
<< Sei impazzita? Non posso mica lasciare la Arcadia solo per venire a farti fare un giretto.>>
Kari sembrò un po' contrariata da quelle parole, ma non smise comunque di sorridere.
<< Non preoccuparti, non voglio farti disertare.>> spiegò << Sono certa che verrete assegnati ad Atlantica, vedrai.>>
Il giovane tenente sentì la sua espressione farsi confusa e sorpresa.
<< Se sei appena tornato magari non te lo hanno ancora detto, ma nei prossimi giorni nella stazione si terrà un importante ricevimento e il mio capo ha deciso che dovrò essere lì a documentare tutto.>> spiegò lei, stringendosi nelle spalle << Ci saranno molti rappresentanti importanti, compresa una certa senatrice di un pianeta lontano. Sarebbe sciocco non mettere la migliore squadriglia a fare da scorta alla sua navetta, non credi?>>
<< E se non dovessero farlo, potresti fare richiesta tu, anche solo per riuscire a rivedere la tua so...>> fece per concludere la ragazza, aggiustandosi i boccoli scuri che le pendevano davanti al viso. Ma ormai Kyle non stava più ascoltando: la sua mente era tornata allo scontro sopra i cieli di Kymer-3, quello in cui Locke era rimasto ferito. Stavano volando in formazione attorno alla navetta reale, scortando proprio la senatrice Irina, quando era stato colpito.
<< Kyle! Hey, ma ci sei?>> lo richiamò la gemella, schioccando le dita proprio davanti al suo viso << Non hai messo in pausa la chiamata, vero?>>
Gli ci volle un secondo solo per riprendersi.
<< No, no, scusa. Ero...>> disse, scuotendo il capo << D'accordo, farò in modo di esserci.>>
<< Bene, bene, è così che si fa.>> concluse la sorella, annuendo soddisfatta << Un'unica cosa però. Magari lascia a casa la principessina, d'accordo?>>
Kyle si accigliò a quelle parole.
<< Tessa rimane una dei migliori piloti della federazione e ormai sono passati più di sei anni, dovresti proprio passarci sopra e smettere di chiamarla in quel modo.>> commentò, storcendo il naso << Soprattutto perché non è stata lei a lasciare Polaris per finire davanti a una macchina da presa.>>
<< Non prenderla a male, sono contento che tu non sia al fronte, non sai quanto, però quel nome è davvero stupido, tutto sommato.>> le fece notare un momento dopo, al che lei lo imitò, stringendosi con forza le braccia al petto. Sbuffò per un istante, per niente contenta della risposta che aveva ricevuto, ma alla fine lasciò cadere la discussione.
<< D'accordo, lasciamo perdere. Cercherò semplicemente di evitarla.>> commentò lei, stringendosi nelle spalle << Ci vediamo tra tre giorni ad Atlantica, al hub navette quaranta. Ti aspetterò lì a mezzogiorno, se non ci vedremo me ne farò una ragione.>>
<< Come sei drammatica. Tra poco dovrò fare nuovamente rapporto all'ammiraglio, perciò sentirò cos'ha da dire in merito. In ogni caso non potrò dirtelo fino a quando non sarò sbarcato sulla stazione.>>
<< Sì sì, come al solito, voi e la vostra procedura quadrata.>> tagliò corto Kari, sollevando ancora gli occhi al cielo << D'accordo, aspetterò buona e tranquilla.>>
<< Piuttosto, hai già sentito casa? La mamma era un po' agitata l'ultima volta che ho chiamato, dovresti proprio fargli sentire che stai bene.>> suggerì ancora la sorella << Papà non le dice mai niente di dove siete e di quello che fate.>>
<< Non c'è bisogno di dirlo. Lo avrei fatto comunque.>> concluse Kyle, facendo un cenno con la mano per interrompere il discorso della sorella << Tu, nel frattempo, vedi di non fare danni tanto che non ci sono, d'accordo?>>
<< Se, d'accordo.>> rispose ancora la gemella, con aria decisamente annoiata << Neanche fossi sempre tu a mettere tutto a p...>>
Chiuse la comunicazione con quel tono infastidito prima che il pilota potesse sentire cos'avesse da dire, ma in effetti non era difficile immaginarlo, con quello che era riuscito a capire.
Tirò un lungo sospiro, lasciandosi cadere di nuovo sul suo letto, annoiato.
<< Neanche il tempo di tirare il fiato.>> borbottò tra sé e sé, stringendo i denti.
Alla fine, però, le sue palpebre si fecero pesanti. Si lasciò andare e presto il mondo attorno a lui si fece buio.
Era passato molto tempo dalla prima volta che aveva guardato in alto, verso il cielo. Venticinque anni, per essere precisi, da quando suo padre aveva portato lui e sua sorella sulle colline appena dietro casa, a guardare la Via Lattea prima della sua partenza per il settore E-47.
<< La vedete?>> aveva domandato loro, indicandola con una mano << Presto anche voi potrete viaggiare lassù.>>
<< Vi basterà solo un piccolo passo.>> aggiunse, stringendo la mano verso il cielo come a volerlo afferrare << Un giorno, se lo vorrete, potrete volare tra le stelle, verso mondi lontani.>>
<< Per questo vai via?>> aveva chiesto Kari. Quando avevano sentito che sarebbe partito entro pochi giorni, entrambi erano rimasti sorpresi. A quel tempo ancora non potevano capire il perché di quella partenza improvvisa.
<< Diciamo di sì. Non preoccupatevi, tornerò presto.>>
Ma non era tornato presto.
Un anno. C'erano voluti quasi due anni prima di rivederlo, senza avere notizie. E tutte le notti i due bambini si erano trovati a guardare in alto verso il cielo, nella speranza di vederlo ritornare e, quando lo aveva fatto, non aveva raccontato altro che le meraviglie del viaggio tra le stelle di tutto quello che aveva visto in quei mesi e mesi di lontananza.
<< Non volevo farvi preoccupare.>> era una delle poche cose che gli aveva detto quando si era ripreso dal viaggio << Mi dispiace, Kyle.>>
<< ...Kyle?>>
<< Kyle!>>
Riaprì gli occhi a fatica quando si rese conto che non lo stavano chiamando solo nel sogno. Qualcuno stava bussando insistentemente alla sua porta, in attesa che andasse ad aprire.
<< Avanti.>> riuscì a borbottare, sbloccando la porta che quindi scivolò di nuovo all'interno della parete << Cosa c'è?>>
La figura pallida di Zara Nilssen, Hades-3, fece capolino dal corridoio del ponte ufficiali.
<< Ci vogliono sul ponte. L'ammiraglio ci ha convocati ufficialmente.>> annunciò, scattando in una posa impettita.
Il sonno gli passò di dosso in un secondo, il tempo che gli ci volle per buttarsi giù dal letto e darsi una sistemata alla faccia prima di salire al ponte di comando, alla presenza di tutti gli alti ufficiali della Arcadia.
<< D'accordo.>> disse, quasi saltando in piedi << Andiamo.>>
Era stato curioso di scoprire chi avrebbero mai potuto assegnare alla sua squadriglia, ma quando raggiunsero la plancia l'atmosfera si fece grigia.
<< Squadriglia Hades a rapporto, ammiraglio.>> annunciò, ma nessuno sembrò intenzionato a rispondergli.
Kyle si trovò davanti l'ammiraglio Matthison e i suoi due ufficiali superiori più diretti, comandanti della forza aerea della nave. Dall'altra parte della stanza invece, praticamente in castigo in un angolo, c'era Tessa, l'aria scura e imbronciata.
Si guardò un attimo attorno, non gli ci volle uno studio per capire quali fossero le intenzioni dei presenti.
<< No.>> fu tutto quello che rispose in un primo momento << No, no, proprio lei no.>>
Matthison lo guardò con un sopracciglio alzato, incuriosito da quella risposta.
<< Perché no, tenente?>> domandò quindi il comandante della nave << Il tenente Adams è l'unica scelta per tenere così alto il livello di Hades durante le missioni.>>
<< Perché, con tutto il rispetto, lei ha già una sua squadriglia. Perché assegnarla alla mia?>>
<< Perché la sua squadriglia ha perso un uomo, tenente Whitaker.>> gli fece notare il capitano Santos, capo controllore delle operazioni aeree << E perché il tenente Adams ha dimostrato di non saper controllare il suo... istinto da pilota.>>
<< Tenente, lei è stata libera di fare quello che voleva sul campo di battaglia troppo a lungo.>> spiegò un momento dopo, rivolgendo alla donna la sua attenzione << Speriamo vivamente che porla sotto il comando diretto di un suo compagno possa farle cambiare atteggiamento.>>
<< Ma allora perché non promuovere uno dei miei subalterni, qualcuno di Zeus?>> domandò quindi Tess, gesticolando improvvisamente << Perché dovete proprio mettermi sotto il suo comando?>>
<< Semplicemente perché in tutto il settore atlantico non c'è nessuno che sia vostro pari, tenente.>> riprese Matthison, facendo un passo avanti. Si schiarì la gola con un colpo di tosse, poi Kyle lo vide spostare lo sguardo su tutti loro, guardandoli lentamente, uno alla volta << Voi tutti siete il fiore all'occhiello di Atlantica, non esiste nessuno che sia sopra di voi in tutta la marina federale, mettervi sotto il comando di un pilota meno capace mi porterebbe solo altre grane, lo so. D'ora in poi avremo sempre più bisogno del vostro contributo.>>
<< Consideratelo una specie di addestramento quotidiano. Misurarvi fra voi vi sarà di aiuto per crescere come piloti e credetemi quando vi dico che ce ne sarà presto bisogno.>>
<< C'è qualcosa che dovremmo sapere, signore?>>
Tutti si voltarono verso Hades-4, Ryan Lang, che fino a quel momento era rimasto completamente in silenzio, in attesa.
L'ammiraglio fece un cenno con la mano e tutte le telecamere della sala si spensero di colpo. I vetri della sala si oscurarono e gli ufficiali vennero sigillati all'interno.
<< Da domani verremo assegnati alla flotta di Atlantica.>> il suo sguardo si spostò su Kyle, scuro in viso << Nei prossimi giorni si terrà una conferenza tra i rappresentanti delle colonie del settore C per tenerli lontani dal "Fronte per la Libertà". Sappiamo tutti molto bene il perché.>>
Con la coda dell'occhio, il comandante di Hades vide Tessa serrare i denti e lui stesso si rese conto di aver stretto i pugni involontariamente.
<< Rimarremo ancorati attorno alla stazione per una settimana.>> spiegò ancora l'ammiraglio << Una volta finiti discorsi di pace, ci uniremo alla task force 282 per raggiungere la singolarità mineraria di Alte X-03 per un'esercitazione congiunta interforze. Dovrete dimostrare che tutte le risorse che vi sono state messe a disposizione non sono state solo uno spreco, ci siamo capiti?>>
<< Sissignore!>> Kyle e i suoi compagni risposero all'unisono, scattando di nuovo sull'attenti.
"Alte."
Quel nome echeggiò in testa al giovane tenente come una palla lanciata con troppa forza. Sapeva bene cosa volesse dire: il pianeta X-03, satellite del gigante gassoso Striga, era probabilmente uno dei cinque poli di estrazione più importanti della federazione, un'interminabile miniera di metalli e leghe ad alte prestazioni, cuore pulsante della costruzione delle loro navi da guerra. E il fronte aveva messo gli occhi su di esso da molto, molto tempo. Andare a fare un'esercitazione proprio lì non poteva essere altro che un pretesto.
Presto sarebbero andati a caccia.
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