Cap.3

"Quindi alla fine ci sei riuscita, cambi scuola" disse Eleonora evidentemente triste dalla notizia

"Credimi, è difficile da capire anche per me, non credevo che un giorno saremmo veramente arrivati a questo punto"

"Sono felice per te allora" ripeté per la millesima volta, era da quando Alice l'aveva chiamata per raccontarle tutto che lo faceva.

"Tu cerca di non restare da sola in classe ok? Sei l'unica cosa che mi dispiace lasciare" e come Eleonora, anche Alice aveva una frase che aveva ripetuto già mille volte: questa.

Il giorno dopo suo padre senza fiatare la accompagnò nella nuova scuola, in un pomeriggio era riuscito ad organizzare tutto e ora era ufficialmente iscritta al liceo linguistico del suo paese.

Fortunatamente non avrebbe dovuto più prendere un pullman per tornare a casa (dato che la scuola era solo a 5 minuti da casa) e poi a due passi c'era la fermata del pullman dove avrebbe potuto aspettare Eleonora per tornare a casa insieme.

Aveva sempre visto quella scuola dall'esterno e una volta entrata, si accorse che l'edificio era molto più grande e moderno di come appariva. Anche suo padre ne restò meravigliato, ma continuò il suo silenzio tombale.

Solo quando vide una signora andargli incontro si decise a parlare "dov'è la direzione?" chiese e poi si limitò ad annuire.

Alice fu costretta ad aspettare suo padre fuori dalla stanza e si ritrovò a pensare di volerlo raggiungere per ispezionare per bene il luogo dal quale avrebbe cercato di stare il più lontano possibile.

Quando suo padre la raggiunse, indico Alice alla signora che lo aveva accompagnato dal preside, lei le si avvicinò sorridente e le fece cenno di seguirla, mentre suo padre non si disturbò neanche a salutarla.

Una giornata perfetta, ecco in cosa si trasformò una comune giornata che, in altre circostanze, Alice avrebbe passato in compagnia del suo amato preside.

Passò una settimana da quel giorno, ormai tutti davano per scontato che la storia del "sogno" fosse diventata storia vecchia, ma era evidente che Alice non si sarebbe mai arresa ed Eleonora lo sapeva.

"Ok ora basta, non posso più sopportare di vederti in questo stato"

"credi che dovrei cambiare stato? Magari me ne vado in Norvegia, che ne dici?"

"No, ora ascoltami, io avrò ormai accettato il fatto della modella, ma tu non puoi" disse bloccandola per strada prendendosi insulti da un paio di ragazzi, che naturalmente si beccarono gli insulti delle due ragazze dietro di loro e che a loro volta presero quelli delle due dietro.

Alice ed Eleonora risero alla scena e continuarono a camminare

"Ma non eri tu quella che mi diceva di arrendermi alla comune vita dei mortali?" chiese poi Alice

"Sì, ma non avevi possibilità"

"Oh, ma grazie"

Solo dopo un po' Eleonora si rese conto di quello che aveva detto "no, non in quel senso...eri sola contro tutti, non saresti mai riuscita ad aprirti neanche un foro sulla strada del cinema capisci?" Alice annuì "Ora ti si sta aprendo un mondo, I tuoi non vogliono portarti a quel corso? Bene, vacci da sola, infiltrati, ruba, fai qualcosa."

"Si come no? così se mi beccano finisco direttamente in riformatorio"

"Quanto sei esagerata...no, forse hai ragione" rise anche lei

"Credimi Ele, ora sto bene...ho raggiunto il mio piccolo traguardo"

"Alice, mi hai ripetuto la storia del liceo linguistico un miliardo di volte, so tutte le motivazioni per filo e per segno, non dirmi che ora che sei riuscita a raggiungere questo obbiettivo vuoi accontentarti"

Alice non rispose ad Eleonora ma ci pensò su, sapeva a cosa si riferiva.

Quando suo padre le fece capire per bene che per la via della recitazione non c'era niente da discutere, cercò una via d'uscita, o un appiglio pensando al vantaggio che avrebbe avuto conoscendo alla perfezione l'inglese e al successo che un'attrice avrebbe potuto raggiungere recitando in gran Bretagna, in America, in Francia e specialmente ad Hollywood.

Aveva cercato di convincere prima sua madre che, come sempre, aspettò il parere del padre che non volle sentire più niente sull'argomento, sarebbe andata in un liceo scientifico e subito dopo si sarebbe laureata con il massimo dei voti, era questo che Alice doveva fare.

"Alice? Ci sei?" chiese Eleonora distogliendola dai suoi pensieri

"Chi? Che cosa?"

"Ho detto che ci sono io a farti da spalla"

Come risposta Alice diede ad Eleonora solo un'altra risata, ma comunque, senza volerlo, durante il tragitto cominciò a pensare ai pro e ai contro di tutta la storia.

"Giusto per chiedere...come avresti intenzione di coprirmi?"

Eleonora sorrise, sapeva di aver finalmente trovato la soluzione che la stava convincendo.

"Devo pensarci... " Alice annuì

"E se i miei capiscono qualcosa? Se c'è bisogno di loro? Una specie di incontro con i genitori? O se vogliono un qualcosa con le loro firme? " chiese a raffica, ma solo quando si fermò le venne in mente il vero problema

"Non ho abbastanza soldi per pagarmi il corso" la poca speranza che Eleonora aveva creato in Alice era già sparita, scalciata via con l'ennesimo sassolino.

Rimasero in silenzio per un pò, fin quando Eleonora, dopo averci pensato bene, le fece l'ennesima offerta

"Ti darò io quello che ti manca" la obbligò a fermarsi dinuovo

"Ora l'hai sparata grossa"

"Non sto scherzando"

"Non se ne parla"

"Ho un po'di soldi da parte, sono sicura che basteranno"

" Eleonora no ok, no, basta, me ne farò una ragione"

"Basta tu. Se proprio vuoi avrai modo di restituirmi tutto con calma"

"Ho detto che me ne farò una ragione" ripeté quasi infastidita dalla sua amica.

Le sembrava tutto così assurdo.

Anche dopo tutto quello che l'aveva portata a quel giorno, la speranza di diventare un'attrice non l'aveva mai abbandonata, ma ora che le si era presentata d'avanti l'occasione non sapeva se prendersela con i suoi genitori o con se stessa per non essere abbastanza legata al suo sogno da aver pronunciato già due volte la frase "me ne farò una ragione".

Aveva odiato sentirsela pronunciare ma era l'unico modo per bloccare il discorso.

A pranzo quel giorno nessuno fiatò.

Tutti erano immersi nei loro pensieri o forse avevano solo paura di dire la cosa sbagliata.

Mai in casa era stato presente un silenzio come quello e Alice stava pian piano cadendo nella "depressione".

Avrebbe dovuto essere contenta di aver finalmente deciso qualcosa della sua vita, ma ora tutto sembrava inutile: a cosa le sarebbe servito studiare lingue se non fosse diventata un'attrice? E a cosa era servito causare questo silenzio se alla fine niente era stato risolto?

Posò la forchetta sul tavolo e si alzò da tavola

"non ho più fame" disse prima di salire in camera,si stese con lo sguardo puntato al soffitto bianco e cominciò a pensare.

Sentiva di aver deluso tutti, niente di quello che aveva fatto le sembrava avere un senso e si maledisse mentalmente per non essersi concessa del tempo per pensare prima di agire.

Guardando anche un solo giorno in dietro si era resa conto che niente era migliorato, anzi tutto era servito a peggiorare la situazione e tutto quello che aveva detto e fatto in poche ore era passato portando con sé tutta la sicurezza che aveva sempre posseduto.

Fece un lungo sospiro e debolmente si tirò su sedendosi contro la spalliera del letto. Il suo sguardo cadde sulla piccola cornice posata sul comodino.

C'erano lei e suo fratello, sorridevano come ormai non facevano più da anni ed erano vestiti con degli strani "costumi", dovevano essere solo stracci legati tra loro in qualche modo, ma per la fantasia di una bambina sarebbero di sicuro bastati a ricreare la scena di un naufragio sulle isole dei Caraibi.

Alice prese la foto sfiorando delicatamente la bambina, il suo sorriso era troppo grande per stare su un viso così piccolo e gli occhi erano troppo luminosi per essere i suoi.

Sospirò ancora prima di lasciare la cornice e per cacciare via sia i belli che i brutti ricordi, accese la televisione.

Fu allora che il destino le si piantò d'avanti.

"Sognate di diventare star del cinema? Volete un giorno sfilare sul red carpet?" alzò subito il volume e precipitò alla punta del letto per avvicinarsi alla televisione

"Bene, questa è la vostra giornata fortunata, a partire dal primo sabato di dicembre tutti i ragazzi e le ragazze che hanno compiuto i 16 anni di età potranno partecipare a delle fantastiche lezioni di teatro per principianti aiutati da un vero e proprio insegnante di teatro italiano, dal maestro di teatro di una delle scuole americane più famose e dalla straordinaria partecipazione di Johnny Depp, il ragazzo che a soli 22 anni è riuscito ad avere il ruolo da protagonista in un film diretto da George Bowers.

Per iscrizione e regolamento visitate il nostro sito www.recitiamo.com vi aspettiamo in tanti."

5 secondi dopo

"Ele ti devo parlare."

SPAZIO AUTRICE

E ora secondo voi che succede? Io sarei già scappata di casa hahaha

#Bluangel

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