Yugen (Monsignor John Pruitt & Sarah Gunning)
13. Yugen
una consapevolezza così profonda che provoca un'emozione impossibile da esprimere a parole
(Monsignor John Pruitt & Sarah Gunning)
•••
«Dì sempre il meno possibile su di te, John. Fallo, e andrai lontano, nella vita.»
Suo padre glielo ha sempre detto, che la cosa migliore è rimanere ai margini delle vite altrui, specie dopo aver scelto una strada difficile come quella della guida spirituale – del messaggero di Cristo. E John, alla fine, ha introiettato quell'abitudine, l'ha fatta sua, e non ha mai raccontato molto di sé, alla gente di Crockett – eccetto a Milly. Lei, di lui, sa ogni cosa.
Ma con Mildred è diverso, tra loro c'è un segreto celato che solo loro conoscono e lei, della monotonia dell'isola, ha scelto di farne un'arma. Così gli lascia Sarah, ogni tanto, e gli dà la possibilità di passare del tempo con sua figlia e vederla crescere, interagire con lei. Gli bussa alla porta, finge che tra loro non ci sia mai stato niente – e così fa pure lui, ma solo perché non vuole che Sarah cresca con l'idea che lui e sua madre hanno infranto regole religiose, morali e umane, senza mai pentirsene per davvero.
Così si sorridono, quando i loro sguardi si incontrano, e Sarah sembra sempre a disagio, quando Milly la porta lì. Qualcosa che distrugge il cuore di John più di ogni altra cosa al mondo.
«Monsignor Pruitt, le lascio Sarah per qualche ora. Finisco i soliti giri e poi vengo a riprenderla.»
«Oh, certo. Fino a che ora pensi di lasciarla qui?»
«Perché lo chiede? Ha degli impegni?»
«No, è solo per sapere se io e la piccola Sarah avremo il privilegio di pranzare assieme!»
«Credo che avrò da fare almeno fino all'una e mezza, quindi per me va bene», sorride Milly, e accarezza la testa di Sarah – che non sembra per nulla felice di quello che sta succedendo. Si vede lontano un miglio che vorrebbe trovarsi ovunque a parte che lì.
«Allora facciamo così: vicino al campo della chiesa ci sono i tuoi compagni che stanno giocando a pallone – sai, hanno finito ora il catechismo. Se vuoi unirti a loro, ci vediamo qui per pranzo. Porta qualcuno, se hai piacere.» È il solo modo che ha per non farla sentire a disagio perché John lo sa, e lo sa molto bene, che il problema di Sarah è restare da sola con lui. Non si sono mai presi, hanno idee diverse e anche se lei ha solo undici anni, parla come una donna adulta pronta ad affacciarsi al mondo dei grandi e, a volte, lo spiazza anche solo con poche parole.
Lo stesso, identico carattere di sua madre. Di lui ha preso solo gli occhi e la forma della bocca, il resto è Mildred in miniatura.
Sarah annuisce e, cercando approvazione in sua madre, la trova e scappa via, verso il campetto.
Milly sospira, quando sparisce dietro alla costruzione della chiesa e, tornando a guardare John – e lui apre bocca per dire qualcosa, lo blocca con un gesto della mano.
«Zitto, non fiatare», lo ammonisce e lui alza le spalle.
«Non ho detto niente.»
«Lo stavi per dire. Che lei non vuole stare qui. Non è così?»
«Milly, è così. Non puoi negare che non le faccia piacere passare del tempo con me. Mi comporto in modo strano con lei, al di fuori devo sembrare un pazzo. Mi viene naturale guardare lei, quando è con i suoi compagni. È mia figlia, e non posso fingere che non lo sia, ma non posso nemmeno sembrare un mostro... non mi piace l'idea che non stiamo riuscendo a instaurare nemmeno un rapporto superficiale.»
«Lo so, e a me nemmeno piace che stia andando così ma... fai uno sforzo, okay? Non voglio che perdiate l'occasione di passare del tempo insieme e, non so, magari quando sarà abbastanza grande da capire, glielo diremo.» Per Milly le cose sono sempre sembrate facili, ma lei ha libero arbitrio, può scegliere di amare e sentirsi amata, ma John non può fare lo stesso con la propria vita. Sospira, le concede quella speranza, ma non potranno mai dirle la verità. È un segreto che hanno promesso di tenere per loro fino alla tomba.
«D'accordo... almeno non dovrò tenerla fino all'alba, stavolta, perché tu te ne vai sul continente a trovare tuo marito.»
«John...», sospira via lei, e lui ride, ma è la verità e non può nasconderlo, nemmeno a Dio – anzi, soprattutto a Dio, che è geloso e che vorrebbe aver scelto diversamente in passato ma... ma forse, se non fosse diventato prete, lui e Mildred non si sarebbero mai conosciuti.
«Vai. Prima farai le tue commissioni, prima tornerai a prenderla. Ne sarà felice, se tornerai prima.»
«O magari ne sarai felice tu.» Scherza anche lei, ma anche in quell'affermazione c'è un filo di verità e John non nega, poi se ne va e lui rientra, e decide di preparare qualcosa per il ritorno di Sarah, in modo che si senta a suo agio.
Hamburger, panini e patatine fritte. Mai avrebbe creduto di cucinare qualcosa del genere, in vita sua.
Sarah torna tardi, ma è quasi l'una. Avranno mezz'ora per stare insieme. Milly di solito è puntuale, quando viene a riprenderla.
«Ho preparato un tipico pranzo del continente. L'ultima volta che sono stato lì ho comprato l'occorrente per preparare del buon cibo spazzatura. Non so perché l'ho fatto, ma eccoci qua.»
Sarah lo guarda alzando un sopracciglio, poi prende posto a tavola, di fronte a lui.
«I preti possono mangiare cibo spazzatura?»
«Possiamo mangiare quello che vogliamo.»
«Non avete dei veti alla carne, per esempio?»
«Solo il Mercoledì delle ceneri e il Venerdì santo.»
«Che senso ha? Non sarebbe più giusto non mangiarla mai, come i vegetariani?»
«È una cosa diversa. Si tratta più di un, come dire, autocontrollo. Si rinuncia a qualcosa che piace per non cadere in tentazione.»
«E se la carne non ti piace? A cosa rinunci?» Sarah è sempre così diretta, che a volte lo spaventa. Fa dei discorsi così logici che a volte lo mette davvero in difficoltà, perché dovrebbe entrare in dei meandri religiosi troppo spirituali perché lei possa già capirli, eppure sembra già averli superati.
C'è solo un'altra persona che lo contraddice in continuazione per capire la natura della sua religione, di Dio e di tutto ciò che di spirituale ne consegue e quella persona è il figlio di Ed e Annie Flynn, Riley.
I suoi due peggiori incubi, con la differenza che almeno Riley è il suo chierichetto e sembra sempre così disposto a conoscere nuove verità e abbracciarle.
Sarah no.
«Ascoltami», esordisce, e inizia a tagliare il suo panino e quasi lo conforta vedere Sarah prendere il suo e dargli un primo boccone. La osserva e sorride quando la vede indossare, sui capelli corti e scuri, un cerchietto nero fatto di glitter. È la prima volta che le vede qualcosa decorare i suoi capelli e, sebbene sa che sia stata Milly a convincerla, vorrebbe dirle che somiglia a sua madre e che gliela ricorda terribilmente. Per questo la guarda sempre; vorrebbe dirle che è orgoglioso dei suoi voti a scuola, dei suoi risultati alle attività sportive e del fatto che sì, non ha avuto bisogno di un padre come lui per crescere sana. «La spiritualità è qualcosa che va capita col tempo e lo so che vedi tutto questo come se fosse una follia ma... anche se a te sembra senza senso, per me non lo è, ma non significa che io abbia ragione.»
«Lei può mettere in dubbio l'esistenza di Dio?»
«Posso metterla in dubbio nel pensiero altrui. Non possiamo costringere nessuno a credere in qualcosa che per noi invece è reale. E questo vale in ogni ambito, non solo religioso.»
«Io non penso di crederci, in Dio.»
«Credo di averlo capito.»
«E... le sta bene lo stesso, che io venga qui?»
«Sarah, io sono una persona, oltre che un prete. Ho mangiato allo stesso tavolo con persone diverse, anche di altre religioni, anche non credenti. La bellezza della vita è saper accettare che qualcosa non è imprescindibile per chiunque, ma che ogni individuo ha un pensiero a sé di cui porta nel cuore la forma. Non è per tutti uguale, per questo è bello condividere con gli altri. Per questo il mio Dio, quello di un altro o semplicemente la coscienza morale di qualcuno, anche se diverse, possono convivere in armonia. Non ho mai pensato che fosse un sacrilegio averti al mio fianco, figurati a mangiare con me. Mi dispiace se ti sei sentita a disagio, per questo.»
«Non sono a disagio.» John, in un primo momento, pensa che stia mentendo. Poi però lei alza le spalle, e sorride leggermente. Ha qualcosa di suo, quel sorriso, che un po' lo scioglie.
«È solo che a volte le persone parlano di Dio come se non potesse esistere nient'altro e ti impongono un pensiero che non è per forza tuo. Ci ho provato, a crederci, ma Dio mi sta stretto. Penso che la figura più vicina a qualcosa che lo rispecchi siano i medici. Loro salvano vite e mettono loro stessi al servizio dei malati e dei bisognosi. È una cosa bella, ma è una cosa che posso vedere. Dio questo non lo fa.»
«No, Dio questo non lo fa in maniera diretta ma... dal mio punto di vista, lui ha creato ognuno di noi a sua immagine e somiglianza. Tutti noi abbiamo una cosa che si chiama libero arbitrio e, anche i medici, ce l'hanno. Secondo me Dio crea queste persone in modo che facciano ciò che è giusto secondo il suo volere; siamo noi che scegliamo come vivere. Tu come vuoi vivere, Sarah?»
Lei alza il mento, risoluta. «Voglio salvare vite e fare il dottore. Ma non per Dio, lo farei per gli altri.»
«Molto bene.» John reprime un sorriso che, lo sa, sarebbe in grado di spezzargli in due la faccia, per quanto sarebbe esteso. È sempre più orgoglioso di ciò che sua figlia sta diventando e pur non avendo la possibilità di dimostrarglielo come padre, cerca di farlo almeno come amico. «Dio o non Dio, è quello che vuoi. Salvare vite è una responsabilità enorme, e non è da tutti. Tu ce la puoi fare.»
«Lo crede davvero?», domanda Sarah, alzando un sopracciglio. Sembra scettica. John si rende conto di aver detto una frase fatta.
«Ne sono convinto. E sai cosa mi ha convinto?» Lei risponde con un diniego della testa. «La tua convinzione. E tutto questo discorso che abbiamo fatto. I primi a mettere in dubbio l'esistenza di Dio sono coloro che si rimboccano le maniche per fare ciò che credono lui non farebbe mai. E questo non è da tutti.»
Sarah non risponde, abbassa la testa sul suo panino, ma sembra nascondere un sorrisino dietro al cibo, che a John fa perdere un battito al cuore. Vuole chiudere lì il discorso, non la vuole mettere ulteriormente in imbarazzo, ma è felice che lei si sia sciolta e gli abbia confidato, finalmente, qualcosa che le appartiene.
Lui continuerà a tenere quel segreto per sé, condiviso solo con Mildred, e a non raccontare nulla che lo riguarda, perché è l'unico modo che ha per tutelarsi. Eppure, a Sarah, racconterebbe ogni cosa.
Eppure, a Sarah, confiderebbe persino di aver voluto abbandonare Dio, per poterla crescere.
Fine
(Questa storia parteci all'iniziativa di Lande di Fandom "FANTASANREMO 2022 MINICHALLENGE")
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top