Latibulum (Riley Flynn/Monsignor John Pruitt - Padre Paul Hill)

12. Latibulum

un posto nascosto, un rifugio


(Riley Flynn/John Pruitt - Monsignor Paul Hill)

•••

   «Ero spaventato, pensavo avessi perso la via.»

   Ha un suono diverso, la voce di Padre Paul, ora che Riley si è risvegliato e il mondo non ha più le stesse sfumature di un tempo. È morto e risorto da appena sei ore, ma è come se fosse passata un'eternità, da quel momento. È ancora riverso a terra, in una pozza di sangue ormai asciutto che ha l'odore di morte e di nessuna speranza.

   Il prete è seduto sulle ginocchia, accanto a lui: gli tiene la mano, la stringe, ed è imbrattata di sangue anche quella. Riley non ha sa se sia il suo o quello di qualcun altro.

   Alza leggermente la testa e, per un attimo, perde l'equilibrio. Padre Paul gli mette subito la mano libera sotto la nuca e lo accompagna di nuovo disteso. Sorride.

   «Non sforzarti, è ancora presto. Non sei abituato, non è così? È la prima volta anche per te.»

   Non sa di cosa parla, e non sa giustificare quella gioia che avverte nella sua voce; serenità, sollievo – sente tutto questo, nelle vibrazioni di quelle parole, e quando gira la testa verso il prete, si rende conto di cosa accidenti sta parlando.

   «Cosa è successo?»

   «Sei risorto, Riley. Sei tornato alla vita, dopo che l'Angelo di Dio ti ha scelto. Come ha fatto con me prima di te. E nessun altro. Non lo ha fatto con nessun altro, capisci? Dio ci ha scelti.»

   «Di che cazzo sta parlando?», domanda, e anche se sente dolore ovunque, si alza a sedere sul pavimento, come un bambino che ha appena imparato a tenersi dritto sulla schiena. Padre Paul lo aiuta a tirarsi su, e la sua mano è bollente contro la sua spina dorsale. O forse è lui che è gelido, ancora freddo. Perché in questo la morte trasforma: in gelo e silenzio.

   Eppure il silenzio non c'è, Riley non sa nemmeno dove è stato prima di ritornare, sa solo che gli occhi bruciano, che vede cose che prima non vedeva. Colori mai visti, luci che creano aloni intorno a loro, e sembrano vive, pulsanti; non sono mai state così forti.

   «Dio sceglie i suoi compagni di viaggio tra assassini e peccatori, e noi non siamo forse questo?»

   «Sono morto? Questo è morire?»

   «No, questo è rinascere, Riley! Rinascere e ricominciare, con la possibilità di cambiare le cose e in mano l'eternità intera per redimersi da ogni peccato commesso. Hai superato il giorno del giudizio, siedi alla destra del Padre. Dovresti esserne fiero.»

   La gioia di padre Paul è ingiustificabile, e Riley non ha capito fino in fondo quello che è appena successo; ricorda a malapena quello che è stato, la creatura che lo ha attaccato e ucciso – sì, lo ha ucciso, lo ricorda bene: gli ha spezzato il collo, gli ha succhiato via la vita lentamente, e quel dolore non lo dimentica nemmeno volendo. È un dolore che nemmeno la vita eterna potrà mai cancellare, ma padre Paul è lì, accanto a lui; ha incrociato le gambe, anche lui come un bambino che non sa cos'è la sofferenza e sorride. E quel sorriso è avversario della sua tristezza, che lo pervade, lo inonda e lo fa sentire ancora più sbagliato di quanto non si sentisse prima. Perché la vita eterna significa eterna consapevolezza dei propri sbagli e lui, che non si è mai perdonato di niente, la affronterà così. Lo sa già, perché quelle rare volte in cui ha pensato che vivere è l'unico modo per esistere, la prospettiva di farlo per sempre con un coltello conficcato nella schiena e una corona di spine intorno alla testa, gli ha solo alimentato la voglia di farla finita.

    In quella prigione, in quella casa dove ha vissuto una vita, in quella chiesa che non sente più sua e in quel prete, che cerca di accoglierlo in qualcosa che, a quanto pare, è solo loro. Di nessun altro.

   Padre Paul gli sta rovinando l'esistenza, eppure Riley non ha fatto niente, sin dall'inizio, per cambiare le cose perché, in fin dei conti, da quando è tornato a Crockett, è l'unica persona che gli ha detto come stavano le cose, e che ci sono peccati che restano tali anche se li commetti senza volerlo, ma hanno un peso diverso, e il perdono non è qualcosa che è sempre materia di Dio. È soprattutto coscienza dell'uomo, e lui l'ha perdonato ed è l'unico a parte Erin a non averlo mai guardato come se fosse un mostro. Lo ha accolto, e alla fine Riley si è lasciato inghiottire da quell'uomo e è caduto nella sua anima con tutto se stesso. Ha un rapporto complicato con lui, ma la cosa più vicina all'amore che abbia mai provato in vita sua, l'ha provata con lui.

   Vede quei colori, quelle luci e quelle stelle che sono incantevoli e spiazzanti, e per un attimo gli lasciano dimenticare la sofferenza che lo sta divorando da dentro. Si guarda intorno, e non trattiene un sorriso tra i denti.

    «Andarne fiero», ripete.

   Padre Paul si muove leggermente, rizzandosi meglio sulla schiena e, imitandolo, si guarda intorno.

   «Sì, e lo so – oh, se lo so, cosa ti passa per la testa: non ti dai pace, non riesci a pensare ad altro. Un'eternità intera a rimuginare sui tuoi errori, pensi. Lo so, è così, ma una vita eterna significa dimenticare, ad un certo punto, quello che è stato. Ad un certo punto questi ricordi andranno così a fondo che non ne rimarrà traccia. Li schiaccerai sotto al peso di nuove vie che prenderai – che prenderemo. Non sei solo, in questo percorso.»

    «Non so se sono pronto a una cosa così grande, padre. E questi colori...»

   Non riesce a pensare ad altro. Sente la mente annebbiata, e anche se il ricordo di quell'incidente che l'ha reso un assassino è sempre lì, sopra ad ogni cosa, per ora è messo a bada da quella novità. Non ricorda di aver mai provato tanto senso di splendore in tutta la sua vita. Abbassa lo sguardo verso quello di padre Paul: i suoi occhi scuri sono puntati sui suoi, ma brillano, come se qualcosa ardesse forte dentro di lui. E forse è così. Si chiede se anche i suoi abbiano la stessa fiamma che brucia di vita. È da troppo che non si sente vivo.

   «I colori sono parte del gioco. Solo i degni e i prescelti hanno il privilegio di vederli così e a dirla tutta, prima che mi risvegliassi, non li vedevo nemmeno io. Ci deve essere qualcosa, tra me e te, che li ha accesi in maniera così evidente. Qualcosa che è solo nostra.»

   Riley ha un brivido dietro la schiena e un tuffo al cuore, a quella frase. È l'eternità, ad aver acceso quel legame? È l'eternità ad aver aperto una porta destinata solo a loro, che va verso l'infinito e non è accessibile a nessun altro? Dio ha davvero scelto loro due, come prescelti?

   «Noi due?»

   «Non è incredibile?»

   «Sì... sì, lo è.» Dice solo e torna a guardare la luce, e si sente così piccolo... gli torna in mente l'infanzia, quando non c'erano sensi di colpa a logorarlo da dentro e schiacciarlo ogni giorno, contro un muro di responsabilità e peccati.

   Non ha creduto in Dio per così tanto, da quando ha ucciso per sbaglio quella ragazza, eppure sente la fede che lo inonda e la voglia di percorrere quella strada con l'uomo che il padre eterno ha scelto di affiancargli e viceversa.

   Padre Paul gli ha rovinato la vita, e su questo Riley è più che certo, eppure ha cercato in tutti i modi di donargliene una nuova e dargli la possibilità di ricominciare.

   Non è ancora il momento di lasciar andare tutto ma, dentro di sé, dentro quei colori che ora può vedere, quelle luci che vorrebbe quasi toccare e percepire sotto ai polpastrelli, ha la sensazione che ora ha tutto il tempo del mondo per dimenticare e perdonarsi. Dio l'ha già fatto facendogli quel dono, padre Paul non lo ha mai accusato di niente e lui... manca solo lui, e tutto andrà bene.

   «Vieni», lo incalza il prete, si alza in piedi e gli cede la mano.

   Riley la prende con riluttanza, ma la afferra comunque. Si alza in piedi e lo affianca. L'uomo gli posa le mani sulle spalle, sorride e – forse, si è appena perso nei suoi occhi nuovi, quelli che vedono sfumature diverse di una vita diversa.

   «Non sarai solo. Io sarò sempre con te, ogni volta che lo vorrai. È il destino, Riley.»

   La cosa mi spaventa e mi conforta allo stesso tempo, ma è ancora presto per stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato di questa nuova vita. Non lo dice, lo pensa, annuisce e basta, poi si lascia inglobare e chiude gli occhi. Torna il buio e la paura ma, almeno, ora sa che quando cercherà un po' di luce per confortarlo, la troverà nel cuore e nel sorriso di qualcuno che lo ha scelto, ucciso e poi salvato.

   Lo odia, eppure lo ama.

   Eppure non vuole che lo lasci andare; eppure non vuole che smetta di salvarlo ed essere il suo rifugio.

Fine

[Questa Shot partecipa alla Maritombola 12 indetta da Lande di Fandom con il Prompt: Canon Divergence che vede Riley risvegliarsi dalla morte e scoprire che Padre Paul è la sua anima gemella – e viceversa, decidendo di spendere l'eternità insieme.

TOMBOLA! ]

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top