Eccedentesiast (Erin Greene)
3. Eccedentesiast
chi nasconde il dolore dietro il sorriso
(Erin Greene)
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Con i gomiti appoggiati a quella veranda, c'è il suo corpo spento che cerca un appiglio a cui aggrapparsi. Stringe tra le dita una tazza di té caldo – oh, quanto piace il té caldo, alla piccola Erin!, diceva sempre suo padre – e si scambia un sorriso con Leeza, quando passa di fronte casa sua, mano nella mano con Warren Flynn e quasi le chiede tacitamente di mantenere quel segreto; è notte fonda, e loro scappano via da Crockett, cercando un riparo dove scambiarsi quei primi baci che sanno di tutto, ma anche di niente.
Lo faceva anche lei, con Riley, quando erano dei ragazzini. Sorride a quel ricordo, ma ha una nota amara che le si incastra nella gola.
Si è posta tante domande, da quando su quell'isola le cose hanno iniziato a cambiare – anzi, quando le persone hanno iniziato a cambiare, a migliorare – persino lei e, ora, le è letteralmente crollato il mondo addosso; lo sente pesante esattamente come se fosse caduto sopra a Crockett stessa, disintegrandola.
Erin si sente così vuota che non ha nemmeno la forza di pensare. Eppure la mente vortica sempre intorno a quel pensiero, quell'unico pensiero, che fino a ieri le donava solo e soltanto immensa gioia.
L'ha perso – no, non c'è mai stato, non è mai esistito. Piedino non è mai stato nella sua pancia, da quello che dicono, eppure lei l'ha visto... lo ha salutato così tante volte, durante le ecografie che le ha fatto Sarah. Gli ha sorriso in modo genuino e magari lui, chissà, ha anche ricambiato. Eppure ora non c'è, non esiste, è sparito nel nulla come se Dio avesse deciso che lei non era più degna di portare in grembo quel dono. Come se, tra tutti gli abitanti di Crockett, lei meritasse più di tutti di soffrire.
Pensa a Beverly Kaine, e si domanda, con una leggera nota di crudeltà, perché a quella stronza non capiti mai niente di male. Perché, a quell'essere immondo, vada sempre tutto maledettamente bene. È davvero quella che predica lei, la fede in Dio? Guardare tutti con sufficienza, elargire giudizi – come ha fatto con lei, dandole praticamente della puttana solo perché è tornata incinta, ma senza un uomo accanto –, leccare il culo al nuovo prete, avvelenare il cane di Joe Collie – perché Erin lo sa, oh se lo sa, che è stata quella bastarda ad avvelenarlo.
Sospira; si piega sulle proprie mani e reprime le lacrime; sono di rabbia, di tristezza, di rancore e di dolore ma, soprattutto, sono pregne di stanchezza, eppure le ricaccia giù quando lo vede, da lontano, arrivare. I suoi occhi malinconici come sempre, ma addosso la stessa energia che le ha sempre regalato ad ogni loro incontro, sin da quando erano bambini.
Lo ha chiamato, gli ha detto che ha bisogno di lui... che ha bisogno dell'unica persona, lì a Crockett, che si è sempre sforzato di capirla e di starle accanto, anche solo in silenzio.
Riley non l'ha mai lasciata sola, nemmeno quando le loro strade si sono divise e sono scappati via sul continente.
Padre Paul dice che Dio opera in misteriosi, e forse ha ragione. Per questo ha permesso che tornassero, entrambi, su quell'isola. Forse per incontrarsi di nuovo e essere di nuovo soli – insieme, come un tempo.
Lo ama, forse lo ha sempre amato e, lo sa, lui prova lo stesso. Ma tra di loro è così difficile lasciar cadere quel velo che copre la sincerità di un sentimento così forte e forse, allora, almeno per adesso, va bene così.
«Ho fatto prima che potessi», dice lui, salendo le scale che lo separano dalla veranda, le mani infilate nel giubbotto, come sempre.
Erin sorride, ma dietro quel gesto c'è quasi la voglia di morire lentamente tra le braccia di Riley.
Le scende una lacrima. «Grazie.»
Fine
Note autore:
Che personaggio meraviglioso Erin Greene ♥
L'ho amata, ho amato il suo discorso sulla morte che, messo a confronto con quello di Riley, è una luce di speranza. Ho amato il monologo finale mentre salva la vita a tutti, lacerando le ali del vampiro (Padre Paul direbbe che è un angelo, ma quella è la demenza senile, lo sappiamo).
Insomma, come sempre Kate Siegel riesce a farmi innamorare dei suoi personaggi. C'era riuscita con Theo, c'era riuscita con Viola, c'era riuscita con Maddie in Hush. Insomma... che dire.
Spero che questo breve (che è più lungo degli altri due in verità) racconto vi sia piaciuto e che, sì, shippo anche Riley e Erin e avrei tanto voluto vederli quagliare...
Alla prossima, non so chi sarà, ma ci sarà!
Miry
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