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ACE OF HEARTS
CHAPTER FOURTY-FOUR
THE FLAYED



DOPO AVER VISSUTO GLI ORRORI DELLA SCORSA NOTTE, il gruppo non ha potuto fare a meno di sentirsi un po' scosso. Pensavano che fosse finita. Dopo aver fatto uscire il mostro da Will, il gruppo pensava di essersi sbarazzato del male da Hawkins per sempre.

Ma si scopre che non se ne sono mai sbarazzati.

Con le mani strette sulle ginocchia, Undici fece un respiro profondo e disse a bassa voce, "L'ho trovato."

In quel momento, i cinque amici sedevano rannicchiati l'uno accanto all'altro, di fronte a Undici, osservando ogni sua mossa. La ragazza stava cercando Hopper, che la notte scorsa non era mai tornato alla capanna.

"Dove si trova?" chiese Max.

"Bosco."

"Bosco?"

"È con. . . la mamma di Will."

Will corrugò le sopracciglia e si sporse in avanti confuso, "M⸺mia madre?"

"Cosa stanno facendo?"

"Ill-annoy" rispose Undici esitante. "Stanno andando nell'Ill-annoy."

Un colpo improvviso alla porta fece sobbalzare il gruppo all'unisono, il rumore venne seguito da una forte voce, "Mike, colazione!"

Mike non esitò a voltarsi, urlando di rimando, "Non ora, mamma!"

"Aspetta, Illinois?" chiese Cassie. "Stanno ansando nell'Illinois?"

Undici scrollò le spalle innocentemente, "Ill-annoy."

Cassie sospirò, "Cosa diavolo potrebbero fare nell'Illinois?"

"Non ne ho idea," disse Max, alzandosi e togliendo la benda di Undici. "Dai, ti diamo una ripulita."

Mentre le due ragazze si rinchiudevano nel bagno, Cassie emise un gemito e appoggiò la testa sulla spalla di Will. I suoi occhi si posarono sulla sua mano fasciata, strofinando dolcemente il pollice sulla ferita.

Dall'altro lato della stanza, Mike camminava avanti e indietro mentre si strofinava la testa, "Qualcosa non va. Hopper non se ne andrebbe e basta senza dire nulla. Non solo, ma anche Dustin. Non può essere una coincidenza."

"Sono dalla parte di Mike riguardo questo", disse Cassie senza guardare il ragazzo dai capelli scuri. "Non sono riuscita a contattare Steve nelle ultime 12 ore."

"Cosa importa?" Chiese Lucas. "Il punto è che non sono qui. Sta a noi."

Mike lanciò al ragazzo uno sguardo confuso, "Sta a noi fare cosa, esattamente?"

"Trovare Billy e fermarlo."

"Okay, sì, è davvero un bel piano, ma anche se Undi riuscisse a ritrovarlo, e questo è un bel se, allora cosa facciamo?"

"Lo prendiamo a calci e ci assicuriamo che non scappi questa volta."

"Va bene, allora cosa?"

"Allora vinciamo."

"No, vedi, è questo il problema." disse Mike, fissando lo sguardo su Lucas. "Non è così. Non vinciamo. Abbiamo già fatto uscire il Mind Flayer da Will e lui è semplicemente tornato."

"Ha ragione." Cassie acconsentì. "Non dobbiamo solo fermare Billy, dobbiamo fermare la cosa dentro di lui. Dobbiamo fermare il Mind Flayer."

"Vedi? Grazie, Cass." Mike sorrise, guardando la ragazza.

Cassie Harrington sbuffò e alzò gli occhi al cielo, "Non pensarci molto, Wheeler. Sto solo dicendo che sono d'accordo. Questo non significa niente."

Mike abbassò lo sguardo in modo deluso mentre Lucas continuava, ignorando gli ex amanti e procedendo con la conversazione, "Bene, come diavolo facciamo a distruggere il Mind Flayer?"

"Non ne ho idea." Mike parlò.

Accanto a Cassie, Will si strinse nelle spalle, "Forse Undi sì."

Girandosi verso la porta del bagno, Mike piagnucolò, "Cosa ci fanno ancora lì dentro?"

Roteando gli occhi, Cassie rispose, "È una cosa da ragazze, non capiresti."

Fu allora che un colpo improvviso risuonò alla porta del seminterrato, costringendo Mike a gridare per la seconda volta al piano di sopra, "Non ora, mamma!"

Solo che, questa volta, invece della risposta della signora Wheeler, la voce di Nancy Wheeler risuonò nelle loro orecchie, "Mike, apri la porta!"

"È Nancy?" chiese Cassie, osservando Mike che correva su per le scale.

"Credo di sì." Will rispose.

. . .

Mentre il gruppo di otto attraversava l'ampio corridoio dell'ospedale, l'afa nell'aria sembrò calmarsi. C'erano alcuni quadri appesi alle pareti come decorazione, ma a parte questo l'intera area sembrava monotona e senza vita.

Oltre le doppie porte trovarono grandi cartelli di plastica blu con le aree dell'ospedale che avrebbero trovato più avanti. In testa al gruppo, Nancy Wheeler svoltò a sinistra nella sala d'attesa, e gli altri la seguirono in silenzio.

"No, non è stato cattivo, è stato onesto. Vedi, l'unica persona che te lo dirà⸺" La donna alla reception interruppe a metà la sua conversazione al telefono quando vide il folto gruppo di ragazzi passarle davanti. "Woah, woah, woah, scusami! Dove pensi di andare?"

Stringendo i pungi e chiudendo gli occhi, Nancy imprecò tra se e se prima di rivolgersi alla signora e sorridere, "Oh, ciao! Stavo andando a trovare di nuovo mia nonna. E. . . questa è la mia famiglia."

"Allargata." aggiunse Lucas.

"Non mi interessa chi sono." Rispose la signora con arroganza. "Conosci già le regole. Due visitatori alla volta,"

Nancy rise, "Sì, ma⸺"

Prima che Nancy potesse finire la frase, la signora alla reception si lanciò in avanti e gridò, "Due!"

Cassie sussultò leggermente, "Cristo."

Mike non poté fare a meno di ridere alla sua reazione.

Alzando gli occhi al cielo, Cassie gli diede una gomitata nello stomaco, "Oh, sta zitto, Wheeler."

Il gruppo decise velocemente di lasciare che Nancy e Jonathan andassero a trovare la signora, nel frattempo i ragazzi si sistemarono nella sala d'attesa.

Col passare del tempo, il gruppo si stancò sempre di più, la noia prese il sopravvento mentre aspettavano che i due tornassero al piano di sotto. Sembrava che Cassie stesse fissando l'orologio a muro con la cornice nera per la nona volta nell'arco di un'ora.

Seduto a cinque sedie da lei, Mike Wheeler rise tra se e se mentre guardava la ragazza sbuffare e incrociare le braccia sul petto, battendo nervosamente il piede sul pavimento piastrellato. Lei non l'aveva ancora notato, così Mike si permise di guardarla liberamente.

Nel corso degli anni, Mike si rese conto che aspettare era sempre stato più facile per lui che per Cassie. Di solito era lei a spazientirsi e ad andarsene se non succedeva nulla di interessante. Ma lei era così e lui non l'avrebbe voluta in nessun altro modo.

"Qualcosa ti diverte?" Cassie parlò.

Mike smise di ridere tra se e se e balbettò, "S⸺stai parlando con me?"

Alzando gli occhi al cielo, la ragazza rispose, "No, con il ragazzo dietro di te."

Il ragazzo dai capelli scuri si voltò ingenuamente, solo per ritrovarsi davanti un semplice muro bianco.

"Sì, con te, idiota." Cassie si corresse, solo che questa volta c'era l'ombra di un sorriso sul suo volto.

"Oh," ridacchiò Mike, voltandosi di nuovo per guardarla in faccia. "Stavo solo ridendo di quanto sei impaziente."

"Mi vuoi dire che a te piace stare seduto in questa noiosissima sala d'attesa dell'ospedale?" chiese Cassie, alzando un sopracciglio.

Mike alzò le spalle, "Non è poi così male."

Cassie ridacchiò, "Penso che l'odore della candeggina ti stia dando alla testa, Wheeler."

"Cavolo." Mike sorrise. "Allora immagino che siamo davvero in grossi guai."

La ragazza rise per un attimo. Solo un momento. Dopodiché, Cassie non disse più nulla. Non una sola parola.

Invece, guardò semplicemente negli occhi Mike Wheeler. Come se lo guardasse davvero negli occhi per la prima volta da giorni. L'ultima volta che l'aveva guardato negli occhi così da vicino fu il giorno in cui lo lasciò.

Solo che questa volta, invece di tristezza e disperazione, i suoi occhi brillavano di umorismo. Notò il modo in cui le sopracciglia si sollevavano mentre rideva, e fu allora che Cassie si rese conto che non lo vedeva comportarsi così da un po'.

Comportarsi da se stesso.

Era bello.

La concentrazione di Cassie fu interrotta dall'improvvisa interruzione della luce, che le fece spostare gli occhi verso l'alto. Seduto a due sedie dalla ragazza, Will Byers si alzò, con un'espressione inorridita sul volto.

Cassie si alzò immediatamente dalla sua sedia e seguì il ragazzo, "Will cosa sta succedendo?"

La mano del ragazzo si spostò verso il collo e gli ci volle solo un attimo per rendersi conto di cosa stava succedendo. Rivolgendosi al gruppo, Will rispose, "È qui."

"Ciò significa che Nancy e Jonathan. . ." Cassie proseguì, spalancando gli occhi. "Porca miseria! Ragazzi, dobbiamo andare!"

Correndo, il gruppo andò verso le scale, ignorando la signora alla reception che gli urlò dietro.

"Sappiamo almeno dove stiamo andando?!" gridò Max.

Poi ci fu un forte e mostruoso ruggito che risuonò da dietro la porta contrassegnata come livello 2, facendo sussultare il gruppo per lo spavento.

"Beh⸺" Cassie si interruppe. "Potrei sbagliarmi, ma farò un'ipotesi azzardata e suppongo che sia proprio qui."

La bruna poi raggiunse la porta e la spalancò, correndo attraverso essa con Undi al suo fianco e gli altri proprio dietro di loro.

Ciò che vide immediatamente fu l'oscurità totale con un'unica luce tremolante proveniente dalla fine del corridoio. Dall'oscurità proveniva il rumore di arti pesanti trascinati sul pavimento. Qualunque cosa fosse, era enorme.

"Nancy!" una voce urlò non troppo lontano.

Ci volle solo un attimo perché il gruppo si rendesse conto che si trattava della voce di Jonathan Byers.

Questa volta, Undici fu la prima a correre, con gli occhi socchiusi e con determinazione mentre correva dritta verso le voci appena oltre il corridoio.

Come una mandria, il gruppo restò unito e si mosse all'unisono, schivando i vetri rotti e gli oggetti sparsi sul pavimento. Non smisero di correre finché non avvistarono Jonathan Byers, che in quel momento stava colpendo con un estintore la porta, cercando disperatamente di aprirla.

"Jonathan!" gridò Mike. "Dov'è Nancy?"

Jonathan rispose freneticamente, "Lì dentro! Aiutatemi a tirarla fuori prima che la uccida!"

Con un movimento rapido, Undi si posizionò davanti alla porta schiantandola via, senza esitare ad avvicinarsi al mostro. Cassie e gli altri stavano dietro, quando videro la cosa davanti a loro, la paura prese il sopravvento su tutti i loro corpi.

"Gesù!" urlò Mike.

"Che ca⸺" Iniziò Max, ma fu interrotta dal ruggito agghiacciante del mostro.

La creatura avanzò verso di loro e ⸺ a ogni rapido movimento ⸺ la melma gocciolava, riversando grandi gocce rosse in ogni direzione. La bestia puzzava di liquidi chimici e di carne umana marcia, mentre si avvicinava sempre di più ai ragazzi.

Ma, prima che potesse raggiungerli, Undi allungò la mano e urlò a squarciagola. Usando i suoi poteri, colpì la bestia contro il muro di destra, poi a sinistra, poi sul soffitto e poi di nuovo sul pavimento. Tuttavia, il mostro non si arrese.

Emettendo un ultimo grido, Undici scaraventò la bestia fuori dalla finestra, mandando in frantumi il vetro.

"Andate!" urlò Undi, facendo correre il gruppo di ragazzi verso l'uscita.

Senza esitazione, il gruppo seguì Undi esattamente nel modo in cui erano entrati. Muovendosi rapidamente, sono riuscita ad uscire in tempo per vedere il mostro deformarsi, trasformandosi in una massa informe mentre andava nelle fogne, lasciandosi indietro solo poche ossa.

"Okay, che cazzo era quella cosa!" Cassie strillò.

"Non lo so. . ." rispose Undici, voltandosi verso il gruppo. "Ma non assomiglia a niente che abbia mai visto prima."

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