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ACE OF HEARTS
CHAPTER EIGHT: EVERYTHING YOU THOUGHT YOU KNEW



MIKE WHEELER SI MISE la sua giacca blu Navy mentre afferrava il suo walkie-talkie poggiato sul comò. Subito dopo aver ricevuto la telefonata di Cassie, voleva andare in bicicletta il più velocemente possibile. Passando piano piano al piano di sotto, si fermò, sentendo sua madre rimproverare sua sorella maggiore. Nascosto dietro il muro, Mike ascoltò la loro conversazione.

"Non hai pensato di chiamare? O di farmelo sapere?" Interrogò la madre di Mike, la tensione aumentava. "Con tutto quello che è successo."

Abbracciandosi il petto, Nancy sussurrò, "Non mi ero accorta di quanto fosse tardi, okay? Mi dispiace, mamma. Cosa vuoi di più?"

Nancy iniziò a salire le scale, facendo indietreggiare Mike. Incrociando le braccia, Karen Wheeler disse, "Ehi, aspetta. Di chi è quella felpa?"

Nancy si fermò, guardando il capo d'abbigliamento. Guardando di nuovo sua madre, mormorò, "Di Steve."

Tornando nella sua stanza, Mike alzò gli occhi al cielo. Non sarebbe mai riuscito a superare sua madre al piano di sotto e ci sarebbe voluto molto tempo aspettando che se ne andasse. Quindi, Mike aprì la finestra della sua camera da letto, facendo scivolare le gambe sulla sporgenza.

"Devi farlo," sussurrò Mike a sé stesso, prendendo un respiro profondo. "Per Cassie."

Saltando sul testo e chiudendosi la finestra alle spalle, Mike scivolò giù e riuscì a uscire dalla casa con successo. Correndo sul retro della casa, aprì la finestra del seminterrato, "Undici!"

Una ragazza calva fece immediatamente capolino dal suo piccolo fortino, i suoi occhi innocenti lampeggiavano preoccupati. Mike tese le braccia per fargliele afferrare e ⎯ con una leggera lotta ⎯ riuscì ad aiutarla ad uscire dalla finestra del seminterrato.

"Cassie è nei guai", sussurrò Mike, saltando sulla sua bicicletta. "Dobbiamo andare ad aiutarla."

Dopo aver fatto spazio ad Undici per salire sulla bici, Mike spinse le gambe più forte che poté. Gli Harrington non abitavano troppo lontani dai Wheeler, ma ci volevano comunque almeno otto minuti per arrivarci in bicicletta.

Mike ci arrivò in cinque.

"Cassie!" chiamò Mike, lasciando cadere la bicicletta sul prato degli Harrington. Non vedendola, Mike si diresse verso il retro della casa ⎯ Undici che si trascinava dietro di lui.

Con le braccia avvolte intorno a se stessa in una posizione raggomitolata, Cassie sedeva vicino alla piscina, dondolandosi avanti e indietro. Facendo scattare la testa verso la ragazza, Mike Wheeler le cadde accanto.

"Cosa c'è? Cosa c'è che non va?" implorò Mike, facendo del suo meglio per non toccare Cassie, il che era difficile perché sentiva un immenso bisogno di confortarla.

Cassie spostò lo sguardo appena verso il ragazzo, gli occhi iniettati di sangue, il puro terrore appiccicato al viso. Aprendo le labbra, Cassie gracchiò, "C'era. . . questa cosa! Si è presa Barbara!"

"Che cosa?" chiese Mike, cercando disperatamente di capire. "Che aspetto aveva?"

"Non umano," deglutì Cassie. "Non umano."

"Mostro," disse Undici, apparendo dietro Mike, sedendosi accanto a Cassie. "Hai visto. . . mostro."

Cassie annuì, facendo tremare le labbra di Undici. Mike spostò lo sguardo tra le due ragazze, la sua mente cercava di capire di cosa stessero parlando.

"Vieni," la calmò Mike, faccenda alzare lentamente in piedi. "Non tornerò là dentro."

Passandosi le mani tra i capelli, Mike rimase in piedi accanto alla ragazza che piangeva. Alla fine, il ragazzo sospirò, "Ti porto a casa mia."

Cassie guardò il ragazzo, "Non essere stupido. Tua madre non te lo lascerebbe mai fare."

"Chi ha detto che deve saperlo?" Mike rispose, un sorriso che gli tirava gli angoli della bocca.

"Gesù," disse Cassie, aiutandosi a sollevarsi da terra. "Sembri più simile a me ogni giorno di più."

Afferrando la sua bicicletta dal garage, i tre ragazzi si allontanarono dalla casa degli Harrington. Mentre Cassie fissava la piscina, il suo cuore si bloccò. Non sapeva se avesse immaginato l'incidente o se fosse stato davvero reale. Il solo pensiero faceva sorgere in lei la paura.

Non importava quanto ci provasse, Cassie non riusciva a smettere di immaginare il mostro nella sua mente. Con la testa che girava, si fermò con la bici poggiandosi su un lato. Si tenne la testa tra le mani, ma ciò non impedì alle vertigini di prendere il sopravvento. Lentamente, Cassie cadde, atterrando sull'asfalto. Le urla di Mike le arrivarono attutite, la sua vista diventava offuscata.

Poi, l'oscurità prese il sopravvento su di lei.

. . .

La mattina dopo, Cassie si era svegliata in un letto sconosciuto. Voltandosi, notò subito un poster di Star Wars incollato al muro. Mentre si stropicciava gli occhi, si alzò a sedere e notò un ragazzo sdraiato sul pavimento.

"Mike Wheeler," disse Cassie, facendo alzare immediatamente il ragazzo dalla posizione in cui dormiva. "Cosa ci faccio qui?"

'Sonno leggero', notò Cassie nella sua mente.

Mike si strofinò gli occhi, trascinandosi via dal pavimento e alzandosi in piedi goffamente, "Io⎯ uh⎯ ti ricordi qualcosa di ieri sera?"

Cassie si mise una mano sulla fronte, la testa che le batteva. Sospirando e annuendo, Cassie guardò il ragazzo, "È tutto sfocato."

"Devi aver battuto la testa molto forte", disse Mike, sospirando e sedendosi sul bordo del letto.

"Merda," mormorò Cassie sottovoce. "Cosa stai facendo?"

Mike corse alla sua scrivania, cercando il suo walkie-talkie. Una volta che lo trovò lo prese, e tirò su l'antenna accendendolo.

"Lucas, mi ricevi?" parlò Mike. "Passo."

Dopo alcuni secondi di silenzio confuso, Lucas rispose, "Mike, sono le sei del mattino. Non potevi aspettare che ci vedessimo a scuola? Passo."

"No, questo è importante", dichiarò Mike, tornando al suo posto di fronte a Cassie, che era ancora seduta nel suo letto. "Ho bisogno che tu e Dustin veniate qui al più presto. Passo e chiudo."

Poggiando il suo walkie-talkie, Mike guardò la ragazza, "Vestiti."

Cassie lo derise, "Posso indossare solo questo?"

Mike lanciò un'occhiata a Cassie, che indossava una t-shirt dei Van Halen con un paio di blue jeans della sera precedente. Mike crollò le spalle, "Scusa, mi ero dimenticato che non ti vesti da ragazza."

"Ehi!" gridò Cassie, afferrando un cuscino e lanciandolo a Mike.

"Sto scherzando," rise Mike, gettando il cuscino a Cassie. "Shh, i miei genitori ti sentiranno."

Cassie annuì, togliendosi le coperte e alzandosi in piedi, "Solo perché tu lo sappia, preferisco vestirmi così piuttosto che vestirmi come quelle principessine rosa."

Mike ridacchiò, "Sì, mi piaci di più."

Cassie sorrise orgogliosa, uno sguardo di trionfo stampato sul viso, "Lo immaginavo."

. . .

"Diciamo solo ai nostri genitori che abbiamo l'AV Club dopo la scuola", disse Mike al gruppo. "Questo ci darà almeno qualche ora per l'operazione Bosco Atro."

"Credi seriamente che lei sappia dove sia Will?" chiese Lucas.

"Fidati di me per questo, okay?"

"Bene,"

"Avete preso le provviste?" chiese Mike, guardandosi intorno al gruppo.

Cassie si sedette sul divano accanto a Undici, che stava giocherellando con il walkie-talkie. Tirando fuori il suo coltellino tascabile, Cassie guardò il gruppo, "Funzionerà?"

I ragazzi rimasero sbalorditi mentre Cassie faceva girare con facilità il coltellino da sei pollici. Dustin sorrise, "Lei è la nostra Rouge, fantastico."

Mike sorrise, tornando a Lucas, "Cosa hai portato?"

Lucas si tolse lo zaino, tirando fuori più oggetti, "Binocolo, martello, mimetica, bandana. . . e razzo da polso!"

"Farai fuori il Demogorgone con una fionda?" chiese Dustin, deridendo Lucas.

"Prima di tutto, è un razzo da polso", spiegò Lucas. "E secondo, il Demogorgone non è reale!"

"Cos'è un Demogorgone?" chiese Cassie.

I tre ragazzi si girarono verso di lei, spalancando gli occhi. Lucas si rivolse a Mike, "Non le hai detto niente, vero?"

Raddrizzando le spalle, Mike si avvicina al tabellone di Dungeond & Dragons e ne raccolse solo un pezzo, "Questo."

Cassie esaminò il pezzo, poi strillò, lasciandolo cadere a terra. Correndo verso di lei, Mike si inginocchiò e la esamino, "Cosa c'è che non va?"

Scuotendo la testa, Cassie guardò Mike incredula, "No, no, no. Mi stai prendendo in giro. Mi state tutti prendendo il giro."

"Cass, nessuno di noi ti sta prendendo in giro", disse Mike a bassa voce. "Dimmi, lo riconosci?"

"Questo è il mostro che ha rapito Barbara", disse Cassie, i suoi ricordi della scorsa notte tornarono alla luce. "Penso di star impazzendo. Per favore, dimmi che sto impazzendo."

"Stai impazzendo," disse Lucas, scuotendo la testa. "Il Demogorgone non è reale."

Cassie annuì, credendo a quello che stava sentendo, "Hai ragione."

"Forse no. . ." disse Mike, ma Cassie lo interruppe.

"No, Lucas ha ragione", protestò Cassie, stringendo i pugni. Cassie Harrington sapeva una cosa ⎯ negare era più facile che accettare la realtà.

"Ragazzi! È ora di andare a scuola!" La signora Wheeler urlò dal piano di sopra, facendo preparare i loro zaini freneticamente ai ragazzi.

"Resta quaggiù, non fare rumore e non andartene", disse Mike. "Ci vediamo alle reti elettriche alle 3:15."

Undici annuì e Cassie le diede un abbraccio d'addio prima di dirigersi verso la finestra del seminterrato. La madre di Mike poi gridò, "Mike!"

"Sto arrivando!" urlò Mike mentre Cassie lanciava la borsa fuori dalla finestra e saltava sul tavolino.

"Perché non puoi usare la porta d'ingresso?" chiese Mike, aggrottando le sopracciglia.

"Nessuno vuole vedermi nella propria casa", spiegò loro Cassie. "Sopratutto tua madre. Sono un guaio."

"Può affrontarlo", disse Mike, sorridendo. "Perché adesso sei del nostro gruppo. Sei mia amica."

Cassie sorrise, poi scivolò attraverso la finestra, "Ricorda, il Rouge è noto per sgattaiolare in giro. Abituatevi."

Mike ridacchiò, guardando Undici, "Torneremo presto. Buona giornata, Undici."

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