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ACE OF HEARTS
CHAPTER THREE: THE CREATURE STANDING IN THE DARK



VERSO LE SEI E MEZZA, I QUATTRO RAGAZZI erano accalcati attorno al tavolino di legno quando sentirono bussare alla finestra del seminterrato. Mike si alzò, chiedendosi chi o cosa avrebbe potuto fare quel rumore. Con sorpresa, Mike aprì la finestra e rivelò la ragazza dai capelli castani con gli occhi selvaggi che sedeva sorridendo loro.

"Cassie," sospirò Mike, guardandola con ammirazione. "Cosa ci fai vicino alla finestra?"

"Vuoi che entri o cosa?" rispose Cassie, sorridendo al ragazzo.

"Sì, sì," disse Mike. "Vieni."

Con un leggero fruscio, Cassie scivolò attraverso la finestra abbastanza piccola senza far rumore. I ragazzi la guardarono increduli mentre lei diceva, "Scusa per la finestra. Odio usare le porte."

Mike ridacchiò, "Beh, puoi arrampicarti alla mia finestra in qualsiasi momento."

Cassie sorrise al ragazzo, poi spostò lo sguardo sul tavolino di legno al centro della stanza con una specie di gioco da tavolo posizionato al centro.

"Allora," iniziò Cassie, prendendo una fetta di pizza dalla scatola di cartone. "Che tipo di gioco è questo, esattamente?"

"Dungeons and Dragons," disse Will velocemente. "E non è solo un gioco, è più di questo."

"Beh, volevo chiedere di cosa si tratta," iniziò Cassie, mangiando un boccone di pizza al formaggio. "Ma non mi interessa davvero."

I ragazzi abbassarono gli sguardi tristemente, e quando Cassie se ne accorse, disse, "Ciò non significa che non voglia vedervi giocare. In realtà trovo piuttosto interessante come voi ragazzi prendiate sul serio questa cosa."

"Pensi che sia interessante?" chiese Mike, speranzoso. Cassie annuì, facendo arrossire Mike.

Il cuore di Cassie si strinse un po' quando notò la reazione di Mike. Sperava che lui non avesse la sensazione sbagliata riguardo la sua presenza.

"Allora," disse Cassie, cadendo pigramente sul divano accanto al tavolo. "Continuate, io resto qui a mangiare la pizza."

I ragazzi annuirono e così rapidamente che quasi fu spaventoso, iniziarono il loro gioco. Improvvisamente, la casa a due piani alla fine della via venne trasformata in un campo di battaglia in un universo alternativo.

"Qualcosa sta arrivando," iniziò Mike, la voce che si incupiva. "Qualcosa affamato di sangue."

Cassie si sentì intimidita dal ragazzo, la cui personalità era sembrata cambiare così rapidamente, ". . .un'ombra cresce sul muro dietro di te, inghiottendoti nell'oscurità."

Mike si fermò, la tensione che cresceva nella stanza, "È quasi arrivato."

I ragazzi poi scoppiarono in cui conversazione, il gioco si intensificò quando Will venne messo al suo posto per combattere qualunque creatura gli avesse lanciato Mike.

Mentre le urla dei ragazzi diventavano più forti, Cassie rivolse la sua attenzione alla finestra, che rivelò un unico lampione che illuminava la strada buia. Proprio mentre stava per distogliere lo sguardo dalla visuale, Cassie vide qualcosa. Quella, qualunque creatura fosse, sembrava uscire dall'oscurità.

Tutto intorno a Cassie sembrò raffreddarsi.

Mentre la creatura avanzava furtivamente, Cassie riuscì a distinguerne la forma. Non era umano. Poi si alzò dal divano, avvicinandosi alla finestra per avere una visuale migliore.

Proprio mentre la creatura stava per andare sotto la luce del lampione, venne tirata fuori dai suoi pensieri da Mike che urlava, "Cassie! Stai bene?"

Cassie lanciò un'occhiata a Mike, poi si voltò di nuovo verso la finestra. La creatura era sparita. Ripensando a Mike, Cassie sospirò, "Sì, sto bene."

"Beh, mia madre ha cacciato fuori tutti," disse tristemente Mike. "Mi dispiace."

"No, è assolutamente perfetto." Cassie rise. "Avevo intenzione di andare via comunque."

"Beh . . . " Mike si interruppe, dondolandosi goffamente avanti e indietro sui talloni. "Ci vediamo?"

Cassie si fermò, guardando il ragazzo con lo sguardo speranzoso, poi sorrise lentamente, "Forse."

Dopodiché, Cassie saltò sul tavolino e si issò con facilità su e attraverso la finestra. Poi corse attraverso l'erba e afferrò la sua bicicletta, che era stata gettata pigramente sul prato dei Wheeler.

"Cassie!" una voce parlò mentre saliva in bicicletta. Cassie si girò e vide Dustin, Will e Lucas, che stavano uscendo dal garage. "Aspetta!"

Cassie ridacchiò, guardando il ragazzo che pedalò più veloce per raggiungerla, "Byers, verrai a casa con me?"

Will Byers viveva appena oltre la foresta rispetto a Cassie Harrington. I loro cortili erano collegati, quindi ⎯  a volte ⎯ quando aveva voglia di fare una passeggiata, passava davanti al 'Fortino Byers', una piccola capanna che Will e suo fratello, Jonathan, costruirono insieme.

Cassie invidiava segretamente il rapporto tra Will e Jonathan. Steve non avrebbe trattato così bene Cassie nemmeno la metà di quanto Jonathan trattava bene Will. Cassie era praticamente invisibile alla sua famiglia, mai vista né curata.

"Spero che non ti dispiaccia se mi unisco a te," disse Will, guardando timidamente la ragazza. "Dustin vuole fare una gara fino a casa, ma io preferirei di no."

"Va bene," disse Cassie, muovendo le ruote con le braccia incociate davanti a lei. "Puoi venire con me."

Will la guardò scioccato, "Puoi andare in bicicletta senza mani?"

Cassie ridacchiò, "Non è così difficile, davvero."

Will esitò, guardando di nuovo la ragazza mentre il vento le soffiava dolcemente tra i capelli castani. Poi chiese, "Potresti insegnarmi come si fa?"

Cassie guardò il ragazzo, "Forse presto. . . devo proprio tornare a casa."

Menzogna.

"Sì," disse Will, sospirando e guardando avanti verso la strada buia. "Scommetto che Steve è preoccupato per te. È piuttosto tardi."

"Hai ragione, probabilmente lo è," disse Cassie.

Un'altra bugia.

Più avanti c'era l'angolo in cui le due strade si separavano. Poco prima che Cassie si voltasse, tornò a guardare Will, "Sai, sei un ragazzo simpatico, Byers."

Gli occhi di Will si illuminarono, "Davvero? Grazie, Cassie."

"Ehi," disse Cassie, puntandogli un dito contro. "Non essere troppo tenero con me. Odio quando le persone lo fanno."

"Va bene, scusa," disse Will, il suo sorriso si affievolì. "Ci vediamo domani. Buonanotte, Cassie."

Cassie sorrise, questa volta sinceramente, "Notte, Byers."

Poi, come per l'ultima volta, i due ragazzi si sorrisero, prima di separarsi e pedalare nell'oscurità.

Sembrava quasi tranquillo a quell'ora della notte. Normalmente, quello era il momento in cui i bambini venivano mesi a letto, i padri guardavano un programma e le madri pulivano gli avanzi della cena. Sarebbe potuta essere davvero una notte normale.

Solo che quella volta stava arrivando qualcosa di oscuro.

Qualcosa che era pronto ad uccidere.

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