Capitolo 5
Torno a casa verso le sette, sono rimasto un'ora interna in quella biblioteca a consultare i libri: tutta letteratura antica e molto ben fornita. Mi sono talmente immerso nella lettura che non mi sono accorto del tempo che passava.
<<Sono a casa!>> Accenno appena entrato.
Entro in cucina e vedo mio padre ai fornelli. Che strano.
<<Ciao Fede.>>
<<Come mai già a casa?>> chiedo un pò perplesso, a Roma finiva di lavorare verso le sette, e per la cena ci arrangiavamo io e Miche.
<<Nuovo lavoro, nuovo orario.>> afferma sorridente. Il nuovo lavoro deve piacergli, lo vedo cambiato.
<<Ah... bene.>>
<<Fra mezz'ora la cena è pronta.>> dice mentre io salgo le scale.
Finalmente posso dare un'assettata alla camera penso. Mi libero delle valige mettendo i vestiti nell'armadio e attacco i poster. Ribadisco che non mi piacciono e ora che li vedo al muro ne sono ancor più convinto, tuttavia servono a marcare il territorio: questa è camera mia! E questi due pezzi di carta affermano la mia personalità.
Mezz'ora dopo siamo tutti e tre a cena. Papà parla con entusiasmo di ogni minima cosa accaduta a lavoro: il nuovo ufficio, il personale alle sue dirigenze, il bagno privato e via dicendo. Vorrei tanto mettere un freno al suo racconto ma è così entusiasta. Per fortuna ci pensa Miche che all'ennessima novità sbotta con un: "Abbiamo capito Papa!".
<<A voi? Com'è andata?>> esordisce.
Sapevo che avrebbe fatto questa domanda. E sono sorpreso di non dover mentire.
<<Bene.>> rispondiamo io e mio fratello insieme. Anche se, la sua risposta sembra meno convinta della mia.
<<Ne sono felice!>>
<<Ah...>> mugugna mentre ingoia una pezzo di pane, <<Il mio capo ci ha invitati tutti a casa sua per una cena, domani.>>
Di solito mi imbarazzano le cene dove non conosco nessuno, ma avrei occasione di vedere questo fantomatico Edward Rosh, il benefattore che ha dato a papa un mega lavoro, questa splendida casa e dio sa cos'altro. Inoltre era anche un amico di mamma. Sono curioso!
<<Io non posso.>> sbotta Miche.
<<Come non puoi?>> replica papa.
<<No... ho da studiare.>> mente.
<<Ma domani è sabato, hai tutti il tempo per studiare, e poi quanto sarà mai? Siamo qui solo da un giorno.>>
Vedo Miche infastidito da quelle parole. Deve aver toccato un tasto dolente.
<<Ti ho detto che non posso!>> urla Miche alzandosi da tavola e dirigendosi in camera sua.
Non mi aspettavo questa sclerata, e neanche mio padre. Finiamo la cena nel più completo silenzio.
Quando mi metto sotto le coperte mi ricordo di scrivere a Dario. Stavolta non perdo tempo e scrivo: "Ciao Dario! Come vanno le cose? Elena come sta?". A rileggerlo sembra un messaggio così freddo... oh beh! Poco importa, ho già premuto invio.
Mi sveglio di soprassalto. Dove sono? Guardo intorno e riconosco la mia camera , devo essermi addormentato dopo aver inviato il messaggio. Sono le tre del mattino. Cavolo! Non mi succede quasi mai di fare... incubi? Non so se che cosa fosse, ma è stato qualcosa di strano.
Ero a bordo di una barca che galleggiava su un'immensa distesa d'acqua, non so dire se si trattasse di un fiume o del mare, la cosa strana era il colore dell'acqua: un verde brillante, oscurato dalle nuvole che si stavano addensando in cielo. Le quali ben presto diederò vita ad una vera e proprio tempesta. La forte corrente faceva tremare la barca, le onde si infrangevano contro di essa, inutili erano i miei tentativi di remare contro corrente. L'acqua continuava a fluire indisturbata, fino ad un punto lontano, dove si increspava . Man mano che mi avvicinavo al punto cieco si generavano onde sempre più violente, le increspature formavano un cerchio dentro al quale cadevano muri di acqua: una cascata. Il panico mi assalì, cercavo di remare contro corrente, ma il corpo non risponde ai miei comandi. Cosa mi succederà? Pensavo. Arrivo al bordo della cascata, e vedo il fondo: nulla, tutto finiva nel buio più assoluto, i miei occhi vedevano solo nero.
Finisce così. Non mi sono mai interessato al significato dei sogni, non credo che nella vita tutto abbia un significato e non presto attenzione a cavolate come l'oroscopo o altro. Ma questa volta si tratta di qualcosa di diverso, sembrava tutto così reale. Chiudo di nuovo gli occhi pensando al significato di ciò che ho appena vissuto. Spero non sia un presagio.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top