Capitolo 42

Ultimamente il mio stato d'animo è perennemente cupo, so bene che il motivo sono tutta questa serie di sfortunati eventi che mi stanno perseguitando. Lemony Snicket potrebbe scrivere un altro romanzo ispirandosi a tutte le mie disavventure. Certo, non ho parenti strambi che architettano di uccidermi ma... ma... cavolo! Non mi ricordo più dove volevo andare a parare.

Aggiungiamo la confusione alla lista dei miei stati i d'animo.

Quando stavo male e mi sentivo incerto potevo sempre contare su mamma. C'era sempre, non dico che sapesse sempre trovare una soluzione ad i miei problemi, ma in qualche modo riusciva a renderli meno problematici di quanto non fossero.

Purtroppo lei non c'è. Un promemoria che non credo dimenticherò mai.

Fisso la finestra di casa ed è come se mi stessi guardando in uno specchio interiore. Piove, le gocce d'acqua cadono con ritmo costante e di tanto in tanto si sente il tuonare di un fulmine. Rimango qualche minuto ad osservare le pozze d'acqua che si increspano di piccoli anelli concentrici e i temporanei corsi d'acqua che spariscono fra le grate dei tombini.

In attesa che papà torni da lavoro mi faccio una doccia.

L'acqua calda mi scorre addosso. Chiudo gli occhi e rilasso i muscoli sotto il tepore del getto d'acqua che mi bagna.

Inevitabilmente mi tornano in mente spezzoni degli eventi di stamani. È sempre così, la doccia si potrebbe definire un metodo naturale per la rielaborazione dei pensieri. Nel mio caso si tratta di veri e propri trip sull'esistenza ed il suo significato.

<<È stato Martin a condividere la foto!>> dissi una volta fuori dai bagni. Era rischioso, se qualcuno ci avesse visto insieme nei corridoi, mi avrebbe subito bollato come il suo amante segreto. Ed avrebbe anche avuto ragione.

<<Martin, Sei sicuro? Quel ragazzo è un vero e proprio idiota, non penso neanche abbia un cervello! Tutto ciò che fa e dice è dettato da Derek!>> sospirò quasi dispiaciuta.

<<Ne sono più che sicuro, ha detto di averci visto quella sera, anzi mi ha praticamente minacciato di starti alla larga.>>

<<Ma è impossibile!>> Lauren si accigliò. Mi chiedevo come mai non mi credesse.

<<Quando sono venuta da te, Martin e tutti gli altri, Derek compreso, erano nel privè, tutti a sbavare dietro alle ragazze che si preparavano per la sfilata!>>

<<Ma lui ha detto...>>

<<Ho capito cosa ha detto, ma evidentemente mentiva...>> Sbottò <<Sveglia Russo! Non essere così ingenuo!>>

<<Non chiamarmi Russo!>> non sopporto essere chiamato per cognome, c'è sempre dell'ironia quando lo fanno e non capisco il perché.

<<Preferisci che ti chiami novellino?>> disse con fare provocatorio.

La sua arroganza è uno degli aspetti che cominciano a piacermi di lei. In qualche modo mi eccita e mi diverte.

<<Nemmeno!>>

Insieme ci lasciammo andare ad una risata insensata.

<<Secondo te qualcuno ha detto a Martin di noi?>> chiesi asciugandomi le lacrime provocatemi dal ridere.

<<Ne sono sicura, in più deve avergli fatto notare la foto, e lui ha fatto tutto il resto!>> disse con stizza <<non resta che capire chi...>>

Già... Chi? Quella discoteca era stracolma, cercare di capire chi sia stato è praticamente impossibile.

Un urlo mi strappa dai ricordi mattutini <<Fede è pronto!>>

Neanche mi sono accorto di essere rimasto sotto la doccia per ben 45 minuti. Benvenuta bolletta dell'acqua!

Mi asciugo, mi rivesto in fretta e raggiungo papà e Miche in cucina.

Alzo un sopracciglio quando tre cartoni della pizza da asporto in tavola.

<<Pizza?>> squadro papà chiedendomi che fine abbia fatto la sua nuova verve culinaria.

<<Si, come ai vecchi tempi, scusami ma il frigo è vuoto, domani vado a fare la spesa.>>

Stacco una spessa fetta di pizza. <<Va più che bene.>> dopotutto a chi non piace?

Come quasi ogni sera Papà inizia a parlarci di cosa ha fatto a lavoro, di quanto gli piaccia, sia appassionante e così via. In più spiega nel dettaglio le sue mansioni. Come alla maggior parte dei ragazzi della mia età, mi piace l'informatica, ma quando sento nominare cose come Javascript, C, Ruby o qualsiasi altro linguaggio informatico dallo strambo nome, il mio cervello va in necrosi.

<<Papà come hai conosciuto la mamma?>> la mia domanda scaturisce un immediato silenzio. Come se avessi rivelato qualcosa di sconvolgente a tutta la famiglia. Neanche io so perché l'ho chiesto, così, senza motivo.

<<Te l'ho detto mi pare, all'università!>> risponde dopo un iniziale momento di incertezza.

<<Si questo lo so, ma come?>>

<<Te l'ho detto, era un amico dei Rosh, di Edward...>> risponde secco.

Sto cominciando a innervosirmi, quando si tratta di lavoro si dilunga oltre il necessario, ed il voluto. Ora che ho voglia di sentirlo parlare veramente, risponde a malapena e totalmente disinteressato.

<<E?>> tento di spronarlo a raccontarmi più nel dettaglio.

<<E cosa?>>

Ci rinuncio <<Fa niente, mi è passato l'appetito.>> deluso mi alzo da tavola e me ne vado, lasciando papà e Miche finire la cena da soli, in silenzio. Non sopporto questo suo modo di affrontare la cosa, semplicemente, non parlandone e facendo finta che non esista: che non ci sia un problema, un dolore da vivere.

Quando raggiungo camera mia vengo accolto da un forte rumore di vento e pioggia battente. La finestra è spalancata mentre fuori infuria il temporale e se non mi sbrigo si abbatterà anche sulle mie coperte. Mi affretto a chiuderla pensando a come sia possibile che si sia aperta. Non siamo alle Bahamas, il vento non dovrebbe essere così forte da forzare una finestra chiusa.

Mi siedo sul letto e appoggio il laptop sulle gambe. Passerò la serata a guardare film e rimettermi in pari con le serie.

Vado sul mio sito di streaming preferito quando sento uno strano rumore. È l'anta dell'armadio che si è appena mossa. Che strano...

Ignoro lo strano fenomeno. Ma una manciata di secondi dopo si ripropone.

Mi alzo e vado verso l'armadio. Sembra uno di quei film horror dove il mostro si nasconde nella camera di qualche ragazzino incompreso e problematico a cui nessuno crede.

Mi avvicino e tendo la mano per aprire, ma non sono io a farlo, di colpo le ante si spalancano e dall'armadio spunta una scarmigliata chioma di capelli neri che mi viene incontro gridando.

Dallo spavento casco per terra di chiappe.

<<Ma sei impazzita?>> chiedo con il fiatone. Ho appena perso cinque anni di vita.

Lei ride, ride a come una scema tenendosi le mani sulla pancia. Oramai non mi scomodo neanche a chiederle come sia entrata in casa mia. È già la terza volta che lo fa.

<<Che ci fai qui?>> chiedo indispettito.

Lauren tenta di spiegare ma non ha ancora finito di sbellicarsi, infatti tutto ciò che esce dalla sua bocca sono parole a metà, interrotte da spasmi di risata.

Aspetto altri cinque minuti guardandola come a dire: "quando hai finito fammelo sapere!".

<<Avresti dovuto vedere la tua faccia!>> riesce a dire mentre mi rialzo.

Inarcò un sopracciglio sempre più indispettito. <<Vuoi rispondere alla mia domanda?>>

<<Ti da così tanto fastidio la mia presenza? Se vuoi me ne vado subito!>>

<<Beh, no ma avrei preferito che tu...>> mi blocco dopo averla squadrata per bene <<ma tu sei fradicia!>>

Chissà cosa l'ha spinta a venire fin qui con questo tempaccio.

<<Lascia stare>>

<<Non lascio stare!>> mi avvicino a lei e le prendo una ciocca di capelli tra l'indice e il pollice <<ti devi asciugare o ti beccherai un malanno!>> rivederla così mi riporta alla mente quella volta nella nel Ranch di Betty e suo marito. Sono stranamente preoccupato, eppure non ha niente di grave.

Quatto quatto porto Lauren fino al bagno, non voglio dover spiegare cosa ci faccia la figlia dei Rosh in casa a quest'ora, papà mi tartasserebbe di domande.

Chiudo a chiave e prendo un paio di asciugamani ed il phon. Quando mi volto verso Lauren la vedo che si sta togliendo la maglietta.

<<Woh... ma che fai?>>

Lauren mi fissa come se gli avessi appena fatto la domanda più stupida del mondo, e forse è così.

<<Sarà difficile asciugarsi con i vestiti zuppi...>>

<<Beh... si...>> arrossisco e dopo un'imbarazzante manciata di secondi passata a fissare come un demente il suo corpo perfetto, decido che è più opportuno voltarsi.

Mentre le do le spalle le mie fantasie più assurde si accendono. Potrei voltarmi e vederla nuda, nella fragilità delle sue curve. Il pensiero fa accelerare il mio battito cardiaco.

<<Guarda che ti puoi girare!> dice dopo cinque minuti buoni.

Quando mi volto rimango inizialmente senza fiato. Lauren indossa solo la biancheria: un intimo in pizzo rosso vivo. Devo calmare i bollenti spiriti.

<<Ti vado a prendere un ricambio!>> dico tutto d'un fiato.

Esco di corsa e vado a prendere dei vestiti che possano andarle bene. Una felpa nera della Nike ed un paio di pantaloni grigi da tuta.

Gli passo i vestiti infilando una mano nella porta, senza entrare. Non credo riuscirei a restare calmo altrimenti.

Lauren esce vestita e asciutta. Ora posso guardarla senza rischiare di sbavare. Il mio guardaroba la veste molto larga, c'è più spazio all'immaginazione, ma riesce ad essere comunque bellissima ai miei occhi.

<<Che facciamo?>> chiede gettandosi sul letto.

<<Lauren come mai sei qui?>> può sembrare che non la voglia, ma non è così. Voglio capire perché ci ritroviamo sempre insieme.

Abbassa lo sguardo <<Ho litigato con Edward ed Abbey... e me ne sono andata, ho bisogno di stare lontana da casa per un po'.>>

Perché proprio da me? Poteva andare da Dinah.

<<Comunque se disturbo me ne vado.>> dice alzandosi dal letto.

<<No!>> la blocco <<Resta.>> sembra una patetica richiesta <<non mi disturbi.>>

Lo sguardo di Lauren si addolcisce e mostra un timido a sorriso.

<<Quindi, che facciamo?>> chiede quasi entusiasta.

Mi siedo sul letto e riapro il PC.

<<Io pensavo di guardare un film...>>

Lauren arriccia il naso <<Ah... cosa?>>

Mi avrà preso per uno sfigato che sta chiuso in casa ad imbottirsi di serie? Beh, purtroppo è così.

Dopo un piccolo battibecco per scegliere il film optiamo per La la land! Ovviamente è stata una sua scelta, io volevo vedere Fast & Furious!

Entrambi ci distendiamo sul letto. Appoggio il laptop sulle gambe ed il film inizia.

Lauren è vicinissima a me, tiene la testa sulla mia spalla. Riesco a sentire il suo respiro e la sua pelle a contatto con la mia. È così bello.

<<Non è stato affatto male!>> ammetto quando appaiono i titoli di coda.

<<Visto, che ti avevo detto!>> mi rimprovera con un sorrisetto beffardo.

<<Ne guardiamo un altro?>> propone con mia sorpresa. Ne sono felice, vorrei che questa serata con la Lauren che mi piace tanto durasse per sempre.

<<Certo, ma stavolta scelgo io!>>

Lauren aveva ragione, la mia scelta non era affatto buona. Fast & Furious 8 lascia parecchio a desiderare.

<<Avevi ragione è una noia mort...>> mentre lo dico mi accorgo che i suoi occhi sono chiusi. Sta dormendo. Qui accanto a me con la testa sul mio petto. Sembra così innocente.

Meglio lasciarla dormire fino a che il film non sarà finito, tanto manca poco.

Seguono vari spezzoni interrotti da momenti di buio. Sono molto stanco. L'ultima cosa che vedo è Vin Diesel alla guida di una super pompata macchina. Poi il buio.

Mi sento così sereno. In questo momento i miei problemi sembrano molto meno problematici.

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