Capitolo 28

<<Quale cavolo è il tuo problema?>> sbotto tutto d'un fiato.

Sono arrabbiato? Non lo so, una cosa è certa, tutto mi aspettavo fuorché trovare Lauren in camera mia seduta sul mio letto ad aspettarmi. Mi ha colto di sorpresa.

Credevo di essermi buttato questa storia alle spalle, che lei non mi avrebbe cercato ed io nemmeno. Ed invece eccola lì che mi guarda con quegli occhi verdi che... che mi lasciano sempre incapace di aprire bocca, che mi bloccano e che non riesco a smettere di fissare.

Scuoto la testa come per ribellarmi ad un incantesimo.

<<Che ci fai in camera mia?>> chiedo abbassando il tono di voce, mantenendo però la rabbia e la paura. <<Che ci fai in casa mia?>> preciso.

<<Da fastidio non è vero?>> dice con il suo solito tono strafottente. Il suo volto è una maschera neutra da cui traspare un sorrisetto di scherno di tanto in tanto. Dannata! Penso stringendo i denti.

<< Come sei entrata? Dalla finestra?>> provo a buttare giù un ipotesi.

<<Eh?>> finalmente la sua faccia muta in un'espressione incredula. <<Ma sei fuori?>> trattiene a stento un risata <<mi ha aperto tuo padre.>>

<<Oh...>> rimango in silenzio per una manciata di secondi... Che figura. Cavolo papà! Perché non me l'hai detto.

<<Ha detto che potevo aspettarti in camera tua.>> continua come se avesse intuito le mie perplessità. <<Non so cosa creda il tuo vecchio.>> conclude in tono sarcastico. Neanche io so cosa gli sia passato per la testa.

Tiro uno sospiro <<Okay, scusa. Sono saltato subito alla conclusione sbagliata.>> le concedo <<ma non mi sorprenderebbe se ti fossi intrufolata in camera mia passando dalla finestra. Sei la tipa che fa queste cose.>> sorrido immaginandomi la scena di Lauren che scala le mura di casa mia.

La tensione è già diminuita rispetto a pochi attimi fa. Se da una parte il suo pensiero mi mette confusione, dall'altra la sua presenza mi da una sicurezza ingiustificata, non sempre ovviamente, in questo caso si.

<<Beh, nemmeno tu!>> risponde abbozzando finalmente un sorriso sincero.

<<E' per questo che sei qui, non è vero?>>

Quando mi siedo sul letto accanto a lei, sento subito una piacevole sensazione. I muscoli si irrigidiscono, la testa si libera dai pensieri e nello stomaco sento come un groviglio inestricabile. Vorrei dire che tutto ciò è sgradevole, che preferirei non trovarmi in questa situazione. Ma non è così, mi sento bene.

<<Già, dobbiamo parlare del gran casino che è successo!>> dice sistemandosi a gambe incrociate.

Mi viene da ridere a sentirla dire queste parole. Ogni volta che parliamo, si crea un gran casino.

<<Cosa c'è da dire? Non so come ma hanno scoperto che siamo entrati a scuola nel bel mezzo della notte... Come l'hanno scoperto?>>

Lauren sospira e arriccia le labbra nello stesso momento <<E' quello che volevo chiederti io...>>

Non riesco a fare meno di guardarle. Avrei tanta voglia di toccarle, passarci lentamente il dito sopra e sentire il suo respiro sui polpastrelli.

<<Hai raccontato a nessuno di quella notte?>> mi chiede leggermente preoccupata.

<<No...>> rispondo deluso dalla sua paura <<Tu?>>

Una parte di me vorrebbe che avesse raccontato a qualcuno di me... di noi.

Quale noi? Ti ricordo che questa ragazza ti ha portato altro che guai! Mi rimprovera la mia voce interiore.

<<No, a nessuno.>>

<<Beh non era la prima volta che ci entravi... Hai notato qualcosa di strano rispetto alle altre volte?>>

<<No!>> risponde senza pensarci neanche un attimo.

<<Forse abbiamo lasciato le luci accese.>> Ipotizza spostando lo sguardo sul soffitto.

<<Cosa? Hai lasciato le luci accese?>>

<<Forse, non ricordo...>> non sembra minimamente preoccupata o in colpa.

<<Forse? Non ricordi? Ma che diavolo... Quando avevi intenzione di dirmelo?>>

<<Dirtelo? E come facevo?>> la rabbia inizia a trasparire dalla sua voce <<Sono giorni che mi eviti! Da quando sei uscito da quel cavolo di bagno! Fai finta di non vedermi, non mi degni di una parola! E ora mi dici che sarei dovuta venire da te a parlarti, beh, scordatelo bello!>

Il suo tono accusatorio mi infastidisce e non poco. <<Cosa avrei dovuto fare, stare con te o anche solo guardarti non mi porta altro che guai! E poi, credevo che fossi contenta che io non ti parlassi più! Com'è che mi hai detto una volta...>> cerco di ricordare le sue esatte parole <<Ah, si! Noi non siamo amici e mai lo saremo.>> Al solo riparlarne mi sento male. I ricordi non ti riportano indietro nel tempo ma riescono a farti rivivere le stesse emozioni che hai provato. Per poco, forse per un solo secondo, ma è più che sufficiente.

Lauren abbassa lo sguardo sulla trapunta del letto <<Non credevo dessi tanta importanza alle mie parole.>> Sembra quasi dispiaciuta.

<<Beh, si! Come potrebbe non importarmi.>> mi sento già in colpa nel vederla così. Non mi piace vedere le persone soffrire, almeno non tutte. Comunque sia non mi piace vedere Lauren soffrire. Preferirei che tornasse ad urlarmi contro.

<<Non sembra...>> con le dita inizia a tracciare dei piccoli cerchi sulla stoffa <<vai sempre dritto per la tua strada nonostante quello che ti dice la gente>>

Mi prende in giro? Mi crede veramente così sicuro di me?

Sposto la gamba sul letto e subito si sente il rumore delle molle che si tendono. Lauren mi fissa pensierosa, si aspetta che faccia qualcosa?

<<Cerco di ascoltare solo le persone di cui mi importa.>>

I suoi occhi brillano, per un istante diventano ancora più verdi ed intensi. <<Quindi ti importa di me?>>

<<Eh si, Purtroppo...>> Ironizzo alzando gli occhi al cielo.

<<Stupido!>> Lauren sorride e mi da un botta sulla spalla.

Quel piccolo gesto mi provoca un brivido lungo la schiena. Ma la cosa più importante ora è il suo sorriso. Ridere e scherzare con lei mi piace più di ogni altra cosa. E' così raro che accada che quando succede è come raggiungere un traguardo.

Le prendo la mano la stringo e la fisso con intensità. Prima che mi possa dire qualcosa ho già lasciato la presa.

<<Quindi... Non abbiamo scoperto niente...>> dice Lauren un po' imbarazzata.

Forse avrei dovuto evitare di toccarla. Che idiota!

<<Ehi! Guarda qui!>> punta dritta verso il mio comodino <<Ma lo sai che i libri presi in biblioteca sono in prestito!>> lo prende in mano e fissa la copertina, <<Prestito!> ripete scandendo bene la parola. Poi mi guarda e ride.

Ha già capito che ho tenuto il libro di Alice nel Paese delle Meraviglie solo per avere qualcosa che me la ricordi, un contatto con lei nonostante i nostri battibecchi ed i continui tentativi di ignorarci l'un l'altro.

<<Beh, si, me ne sono dimenticato!>> invento mentre tento di sfilarglielo di mano senza riuscirci.

<<A-ha, come no!>> sghignazza

Indispettito e divertito tento nuovamente di arraffare il mio libro. Ma la ragazza non molla la presa. Cerco di bloccarla, spingerla, sovrastarla ma non ci riesco. Prevede i miei movimenti e muove le braccia di conseguenza.

Alla fine tende il braccio in alto per tenerlo lontano dalla mia presa. Di tutta risposta mi spingo verso di lei e alzo il braccio anch'io.

Senza neanche accorgercene i nostri volti sono a pochi millimetri di distanza. I nostri sguardi si incrociano e siamo talmente vicini da poter sentire i rispettivi respiri.

Rimaniamo fermi immobili. Seduti sul letto con le braccia tese in aria, vicini, troppo vicini! Entrambi lo vogliamo ma nessuno dei due ha il coraggio di lasciarsi andare. Come mai finiamo sempre in queste situazioni?

<<Fede, cosa stiamo facendo>> ansima Lauren.

<<Non lo so.>> e veramente non lo so!

<<Non possiamo.>>

<<Non possiamo.>> ammetto ad entrambi.

L'attimo finisce lì. Il mio viso si allontata dal suo. Ci stacchiamo prima che quel momento diventasse qualcosa di cui poi ci saremmo pentiti. Dopotutto lei è fidanzata ed io... beh io l'ho promesso ad Ally. Può sembrare poco, ma io mantengo le promesse. Sempre!

<<Tornerai ad evitarmi?>>

La sua domanda mi spiazza. Credevo mi avrebbe salutato frettolosamente per poi dileguarsi come le altre volte.

La guardo di sottecchi <<Dipende, tu lo farai?>>

<<Forse è per questo che litighiamo...>>

Non capisco.

<<Crediamo che starci lontani sia la cosa migliore. Quando in realtà non fa che peggiorare le cose.>>

Il suo ragionamento non mi torna ma fingo di essere d'accordo facendo un leggero cenno con la testa.

<<Forse dovremo provare...>> tenta di dire <<Si, dovremo provare a essere...>> lascia la frase in sospeso.

<<Amici?>>

<<Si esatto!>> risponde convinta.

Beata lei, perché io non lo sono affatto. Noi due amici? Ma se non riusciamo a parlare per più di dieci minuti senza saltarci al collo.

<<Amici?>> ripeto. Oggi la mia faccia è un gigantesco punto interrogativo.

<<Dovremo provarci...>>

<<Perché no!>> dico a cuor leggero. O almeno ci provo, continuo a non esserne convinto.

<<Davvero?>>

<<Si, proviamoci!>>

Un sorriso compiaciuto si disegna sulle sue belle labbra carnose.

Accompagno Lauren alla porta di casa e ci salutiamo. Inaspettatamente mi lascia un bacio sulla guancia e sparisce dietro la porta.

Amici... Mi viene da ridere.

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